giovedì 13 agosto 2020

Il Marketing (parte seconda): "Il marketing per gli artisti"

mano su tastiera computer digital marketing

Ci siamo lasciati, con il precedente articolo, sulla definizione di cosa sia il marketing. Ora analizziamo alcuni punti in modo più dettagliato. Sono certa che gran parte del mio “pubblico” apprezzerà. Il marketing per gli artisti: ho scritto “per” e non “degli”, è molto importante notare la differenza di concetto tra le due opzioni, perché sono concezioni totalmente diverse. “Degli” è “vendita di qualsiasi cosa purché venda”, “per” è ottimizzazione massima per la migliore messa in evidenza della Vostra arte, qualsiasi essa sia. Canali giusti, tanto lavoro e molta pazienza.

Quando ci si occupa di artisti, per esperienza, posso dirvi che ci vogliono ore ed ore di lavoro, ma questo non significa che qualcosa possiate farlo anche voi in autonomia. Io parlo di esperienze, ad esempio, con gruppi o singoli artisti in ambito musicale con cui ho collaborato negli anni oppure delle miriadi di confronti che ho potuto avere con scrittori e addetti ai lavori dell’editoria, della discografia, della musica, della pittura e via dicendo. La “regola”, in ogni caso, è la stessa: l’arte è arte e anche se ci sono delle differenze di approccio, quel che vale per la scrittura o la musica, vale anche per la fotografia, la pittura, la scultura e così via.

Analisi dati, target, ottimizzazione, strumenti. Lasciamo da parte la “ricerca di mercato” a meno che non vogliate fare qualcosa di apparentemente artistico, ma che in realtà non ha nulla a che vedere con l’arte. Tutti gli altri punti, già citati nel precedente articolo, possono aiutarvi a mettere in risalto i vostri lavori, le vostre opere, la vostra passione o lavoro.

Perché un articolo a parte? Perché l’arte non deve essere considerata come un pacco di pasta o un elettrodomestico. Molti, troppi lo fanno e aggiungo, senza rendersi conto che dall'arte vera, avrebbero lo stesso se non maggior profitto di quanto ne facciano puntando su materiale di poca o assente qualità. Parlo qui, in particolare, della musica e della scrittura, ma anche gli altri mondi del “mercato artistico” non sono per nulla semplici.

Per alcuni di voi queste cose saranno scontate, ma per moltissimi altri - fidatevi - non lo sono. Vedo tantissimi musicisti e tantissimi scrittori che non sanno da che parte iniziare per valorizzare quel che fanno e non è una colpa, ma è meglio rimediare, no?

Analisi e ottimizzazione:

L’analisi consiste nella valutazione di una – in questo caso ipotetica – “situazione iniziale”. Ammettiamo di essere contattati (o di essere!) una band che si definisce semplicemente “rock”. Ha - come quasi tutti - una pagina Facebook e un canale YouTube. Come si presenta la pagina Facebook? Contiene tutte le informazioni necessarie? E per “rock” cosa intenderanno questi musicisti? Rock melodico, hard rock, rock alternativo, rock blues…?

Il “Rock” è un mondo, non si può scrivere solo “siamo un gruppo rock” e se lo si scrive come “genere”, è necessario poi spiegare cosa si fa: vedo una moltitudine di pagine Facebook con descrizione: “La band Z è composta da X alla voce, Y alla chitarra, bla bla…” e punto. Dunque? Qualcuno può capire chi siete semplicemente dai vostri nomi e dagli strumenti che suonate? È doveroso scrivere la composizione della band, ma non potete scrivere solo quella. In molti casi è pigrizia, in altri è il “non so cosa scrivere” o “non so come scriverlo”. Chiedete aiuto piuttosto che lasciare uno spazio vuoto.

Guardo nella sezione video e mi trovo davanti – nella maggior parte dei casi – due pezzi presi da un live girati nel modo più sbagliato possibile: non si sente nulla, i suoni sono confusi, le immagini pure. Piuttosto che caricare materiale di questo tipo, meglio non inserire niente. “Ma sì, era solo per rendere l’idea”: no, non esiste, a meno che l’idea è che non avete cura per quel che fate. La prima, primissima cosa da mettere in evidenza per un musicista o una band, qual è? Santo cielo, è la musica! E credetemi, per chi ora legge con il muso stranito, non è dato per scontato. Ci sono canali senza contenuti. Persone che ti invitano a mettere il like alla propria pagina senza avere ancora nemmeno un’indicazione su come si possa ascoltare la loro musica e spesso non solo non è indicato, non esiste proprio: non ha senso.

La presentazione è il secondo punto: una grafica accattivante, per quel che è possibile fare con un social come Facebook, attira l’occhio e dunque, incuriosendo, fa restare la persona sul canale per quell'attimo in più in cui può decidere di ascoltare qualcosa. Una grafica non curata, fa “cambiare canale”.

Fotografie: se caricate materiale fotografico deve essere attinente e il più possibile artistico oltre che, naturalmente, di ottima qualità. Fate vedere quello che fate, fate vedere qual è l’espressione del vostro viso quando suonate, mostrate un dettaglio, la bellezza del live, invogliate chi guarda a venire a vedervi dal vivo, fate capire a chi non lo sa quale sia il lavoro, immenso, nella creazione e nella realizzazione di un album. Riassumendo: siate creativi.

YouTube: anche in questo caso è importante la completezza delle informazioni e presentare una buona grafica, anche se ovviamente al centro ci sono i vostri video. Che siano video ufficiali o meno, devono dare almeno un’idea di quello che fate. Potrebbe anche esserci integrazione, in questo senso, tra i diversi canali che comunque sono sempre collegati (e se non lo sono dovete collegarli). Se tra i vostri pezzi sapete di avere un brano più potente e uno più melodico, trovate il modo di farli sentire entrambi: essere una band – o un musicista - che non fa brani tutti uguali non è assolutamente scontato, dovete farvi sentire.

Target: dovete promuovervi. A chi? A caso? No, non a caso. Dovete definire il vostro target: quanto può essere ampio? Qual è la fascia d’età in cui posso trovare più interesse? Quali altri interessi hanno, generalmente, le persone che ascoltano questo genere di musica o che leggono questo genere di scrittura? E se siete dei fotografi? A chi potete rivolgere l’attenzione in modo più specifico, dunque, ottimizzando la qualità della vostra promozione e il tempo che gli dedicate? Questo vale sempre, per tutti. Un’altra cosa: durante l’analisi… hai notato un certo afflusso di persone in determinati orari e/o giorni? E cosa potresti fare a riguardo? Qui dal target ci sposta un po’ nella “strategia” per l’ottimizzazione dei canali, ma ci stava l’accenno.

Ottimizzazione: qui si parla di tecniche, non ce ne sono di storie. Dal “semplice” (notare le virgolette) utilizzo delle keywords, al sapere che determinate cose vanno fatte in un certo modo se vuoi dei risultati. Cosa puoi fare da solo? Puoi formarti perlomeno sulle azioni di base (anche facendo qualche ricerca), anche se la cosa migliore è rivolgerti a qualcuno che lo sa fare.

L’ottimizzazione comprende l’utilizzo di tecniche e strumenti specifici, ma cosa significa ottimizzare? Aumentare il “galleggiamento” nel vasto mondo del web, far emergere il più possibile i vostri contenuti, perché è impensabile che senza fare nulla possa apparire, così per caso, un vostro lavoro tra le ricerche in Google, su YouTube o altro. Quali sono gli strumenti e le tecniche specifiche? Contattatemi e lo scoprirete. C’è la possibilità di ricevere servizi di Digital Marketing a offerta consigliata (assai raro) e anche di ricevere formazione in questo senso. L’ottimizzazione comprende, tra l’altro, le tecniche SEO (in continua evoluzione).

Strumenti: tool, applicazioni, siti di monitoraggio, collegamenti per analisi dati e relativa analisi e – di conseguenza – continua ottimizzazione. Corretto utilizzo degli strumenti più comuni e la consapevolezza che oltre alle funzioni di base c’è molto di più. Un mondo tutto da scoprire.

martedì 4 agosto 2020

Il racconto e i suoi segreti (parte seconda)

Il racconto e i suoi segreti, donna di spalle che guarda il mare, paesaggio

Qual è la struttura di un racconto? Quali sono le tecniche narrative in esso utilizzate? In questa seconda parte de “Il racconto e i suoi segreti”, troverete la risposta a queste domande fondamentali.

La struttura:

Bene o male, tutti conosciamo la struttura base di un testo narrativo: che sia esso un racconto o qualcosa di più lungo e complesso come un romanzo. Le mappe concettuali a riguardo riportano molto semplicemente quanto segue:

  • Situazione iniziale: in questa parte si presentano solitamente i personaggi e si presenta la situazione di partenza.
  • Rottura dell’equilibrio: gli avvenimenti iniziali vengono scombussolati da qualcosa; in questa sequenza si dà il via all'azione che porterà al mutamento.
  • Mutamento: il protagonista o i personaggi in generale, si trovano in una situazione migliore o peggiore rispetto a quella iniziale.
  • Climax: “la scala”, “la scalata”, verso il punto di tensione più alto dell’azione e delle situazioni descritte in precedenza.
  • Scioglimento dell’equilibrio o sua ricomposizione: i fatti arrivano a un’evoluzione che può riportare all'equilibrio iniziale o a un nuovo equilibrio oppure a un definitivo sgretolamento dello stesso.
  • Situazione finale: semplicemente, la conclusione.

Questa struttura di base serve per comprendere quali dovrebbero essere le componenti di una struttura narrativa, ma ci sono molte altre cose da sapere. Ad esempio la narrazione può avvenire seguendo una cronologia temporale consecutiva (fabula) oppure può essere stesa, al contrario, non seguendo l’esatta cronologia dei fatti (intreccio).

Si può iniziare un racconto anche dal mezzo, da una “scena” che cattura l’attenzione del lettore, per poi tornare sui fatti iniziali fino a che non si arriverà anche a quel punto - già anticipato - approfondendolo. Pensate al cinema: quante volte vi è capitato di guardare film in cui la prima scena presenta un evento che non rappresenta l’inizio della storia?

Ad esempio: un personaggio (che ancora non si sa se è protagonista o meno) ha un incidente stradale. Il lettore (o lo spettatore) si trova catapultato in quella scena che viene poi “tagliata”, vale a dire che non vengono date tutte le informazioni. Si scopre in un secondo momento che la persona che ha avuto quel brutto incidente è viva oppure, se nella narrazione si riporta l’attenzione su quella stessa persona fin da subito, potrebbero essere svelate le cause dell’incidente, che potrebbero essere state causate da uno o più antagonisti. Abbastanza classico, no?

Analessi e prolessi:

Oramai tutti conoscono il termine “flash – back”, non tutti conoscono invece il termine “flash forward”, ma in realtà ognuno di noi ne ha letti o visti. In particolare, questi termini inglesi sono tratti dalla tradizione cinematografica e vengono utilizzati anche per descrivere questo stesso tipo di espedienti nella narrazione scritta. Nella nostra bella lingua, però, corrispondono rispettivamente all’analessi e alla prolessi. Semplificando: il "lampo all'indietro" o analessi è un salto verso il passato durante la narrazione: il narratore porta all'attenzione avvenimenti già accaduti e una volta terminata questa sequenza, ritorna alla narrazione cronologica. La stessa cosa vale per la prolessi che è un salto in avanti, vale a dire l’anticipazione di un fatto che ancora non è avvenuto.

Il narratore, però, per poter fare questi salti temporali deve essere onnisciente, conoscere ogni dettaglio della storia. Se ad esempio il narratore descrive le vicende di un giornalista che sta indagando per un’inchiesta, ma esso stesso non è stato sempre a fianco del giornalista oppure la storia gli è stata raccontata senza la certezza di avere tutte le informazioni e senza essere stato testimone delle scene, non potrà utilizzare questo tipo di espedienti. Se al contrario a narrare è il giornalista stesso, quest’ultimo potrà fare salti temporali anche continui e che, anzi, spesso servono proprio per mantenere alta la curiosità del lettore e dargli degli indizi sui quali può sviluppare una teoria.

Le sequenze:

Una sequenza è un tratto narrativo e può anche essere isolata dal resto del racconto. Quando si tratta di avvenimenti cruciali per la storia, si parla di “nuclei narrativi fondamentali”. Ci sono differenti tipologie di sequenze e certamente le approfondiremo nei prossimi articoli.

Oltre la fabula:

Gli intrecci e le loro strutture possibili sono tante e la creatività dell’autore è fondamentale in questo. Avete mai sentito parlare di “Storia in tre atti”? Nel prossimo articolo sui segreti del racconto (e della narrazione) approfondiremo diversi espedienti/ tecniche narrative che aiutano lo sviluppo di un intreccio e parleremo anche della sopracitata storia in tre atti.

Continuate a seguire “Il racconto e i suoi segreti”!

Consiglio di lettura: "La sirena" di Giuseppe Tomasi  (link approfondimento: famedisud.it)