tag:blogger.com,1999:blog-85281564598369052182024-03-25T14:58:26.868+01:00Il camminoÈ solo l'inizio di un lungo cammino...Lara A.http://www.blogger.com/profile/10983202779318036295noreply@blogger.comBlogger254125tag:blogger.com,1999:blog-8528156459836905218.post-11987774093982305852024-03-25T12:15:00.002+01:002024-03-25T13:24:31.249+01:00"Giallo oro" di Giulia Gorgone e la collaborazione con L.A. Editing<p> </p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj0pYn6QIMUat-uxuwGNbKfYmjQtTeyBf1w4ecEXeq06FJ2zXsax9tnkiA_FT3GuxDZ9qlkQMlmeerZwQroXxBRLHCd67Vvf2HianpW9ym9og4vlZ6hKBq292kPI4YZ9SQb8qfTLExwAJOOC1bGR3EN85subeKUwcmB2twIc5XAJ70v931CVL-zxCgiiuo/s2250/Copetina_Giallo%20oro.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img alt="Copertina del libro "Giallo oro" di Giulia Gorgone. Immagine sulle tonalità giallo dorate, fotografia di Luca Ash. Le mani di un uomo suonano una tromba. Sullo sfondo, il lucente piatto di una batteria. Il protagonista del romanzo, infatti, è il talentuoso trombettista professionista Nicolò Ravetto. Romanzo di formazione, format L.A. Editing. Disponibile su Amazon." border="0" data-original-height="2250" data-original-width="1410" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj0pYn6QIMUat-uxuwGNbKfYmjQtTeyBf1w4ecEXeq06FJ2zXsax9tnkiA_FT3GuxDZ9qlkQMlmeerZwQroXxBRLHCd67Vvf2HianpW9ym9og4vlZ6hKBq292kPI4YZ9SQb8qfTLExwAJOOC1bGR3EN85subeKUwcmB2twIc5XAJ70v931CVL-zxCgiiuo/w278-h400/Copetina_Giallo%20oro.jpg" title="Immagine di copertina: Luca Ash" width="278" /></a></div><div><br /></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: inherit; font-size: medium;"><b>Introduzione:</b></span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: inherit;"><b><br /></b></span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: inherit;"><b>"Giallo oro"</b> di <b>Giulia Gorgone</b> è un romanzo di formazione interessante, scorrevole e in cui persino il linguaggio del protagonista Nicolò Ravetto, pian piano, segue una graduale crescita; si parte, infatti, da un linguaggio e un modo di porsi tipici di un giovane uomo che non ha alcun interesse a creare legami ed ha serie difficoltà a esprimere le proprie emozioni anche con i genitori, nonostante li ami. Quando poi il nostro protagonista troverà sul suo cammino un motivo, una spinta, per iniziare a indagare sé stesso, le sue origini e le sue prospettive future, ciò che mai avrebbe pensato pian piano prende forma. Nicolò Ravetto è un trombettista eccezionale che vive a Chicago, luogo nel quale lavora da un paio d'anni, per il prestigioso "Chicago Theatre". Allontana qualsiasi forma di sentimento, si limita alla superficie. Tutta la sua vita s'incentra sulla musica, forma d'arte nella quale si distingue sin dalla tenera età. Perché però, un artista, che riesce a sentire e a far sentire emozioni così forti, ha così tanta difficoltà nel rapportarsi in maniera profonda al resto del mondo? E cosa lo porterà a crescere? Quali saranno i conflitti che deve affrontare nei confronti di sé stesso? </span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: inherit;"><br /></span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: inherit; font-size: medium;"><b>L'autrice e il concorso:</b></span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: inherit; font-size: medium;"><b><br /></b></span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: inherit;"><span color="default" face=""Segoe UI Historic", "Segoe UI", Helvetica, Arial, sans-serif" style="background-color: default; text-align: start;"><b><a href="https://www.facebook.com/profile.php?id=61555826231950" target="_blank">Giulia Gorgone</a></b>, piemontese nata a Ivrea nei primi anni ’90, ha vissuto ad Aglié con i genitori fino all’età di ventisette anni per poi trasferirsi a Cuceglio, luogo a cui è legata sin dall’infanzia, dopo essersi sposata. Ha una formazione in Lettere e Filosofia e ha frequentato, inoltre, il Conservatorio Giuseppe Verdi, data l’innata passione per il pianoforte e la musica tutta, che sin dall’infanzia l’ha accompagnata. Dopo </span><span><span color="default" style="background-color: default; text-align: start;">pubblicazione di <b>“Bianco e Nero” (2022)</b>, partecipa a <b>fine 2023</b> al <b>Concorso Letterario per narrativa inedita "L.A. Editing 2023"</b> con il quale <b><a href="https://www.facebook.com/LAEditing2019" target="_blank">L.A. Editing&Digital Marketing</a>, per la sezione <a href="https://www.laediting.it/" target="_blank">"L.A. Editing"</a>, </b>ricerca e seleziona emergenti per un progetto interno ideato per andare incontro ad autori e autrici emergenti particolarmente meritevoli, prendendosene cura in tutto e per tutto.</span></span></span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: inherit;"><span><span color="default" style="background-color: default; font-size: medium; text-align: start; white-space-collapse: preserve;"><b><br /></b></span></span></span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: inherit;"><span><span color="default" style="background-color: default; font-size: medium; text-align: start;"><b>La collaborazione e la pubblicazione:</b></span></span></span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: inherit;"><span><span color="default" style="background-color: default; font-size: medium; text-align: start;"><b><br /></b></span></span></span></div><div style="text-align: justify;">A seguito della vincita del <b>Primo Premio</b>, <b>Giulia Gorgone</b> e <b>L.A. Editing</b> iniziano la collaborazione che, dopo mesi di lavoro, porterà alla pubblicazione su Amazon di <b>"Giallo Oro"</b>. Il gioco di squadra e i principi etici del format L.A. Editing, fanno da cardine a tutto il processo, naturalmente ancora in corso. Giulia è, di fatto, la primissima autrice selezionata per questa collana e per questo particolare format.</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-size: medium;"><b>Trama, link e pitch letterario:</b></span></div><div style="text-align: justify;"><b><span style="font-family: inherit;"><br /></span></b></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: inherit;"><span color="default" style="background-color: default; box-sizing: border-box; text-align: start;">"Il palcoscenico del Chicago Theatre è il luogo in cui Nicolò si sente più a suo agio. Ha sempre sognato di fare il trombettista per professione e, negli ultimi due anni, ha ottenuto un posto proprio lì, nel prestigioso teatro della </span><span class="a-text-italic" style="background-color: default; box-sizing: border-box; color: #default; font-style: italic; text-align: start;">città del vento</span><span color="default" style="background-color: default; box-sizing: border-box; text-align: start;">. La sua vita gira attorno alla musica, poiché nulla è più importante per lui. Il ragazzo, trentacinquenne, rifugge da qualsiasi tipo di sentimento: le sue amicizie si concentrano perlopiù sul divertimento, vede e sente pochissimo i genitori rimasti nel paese natale e non resiste alla bellezza delle donne, ma non si innamora mai e, anzi, fugge da situazioni imbarazzanti che lui stesso provoca. Non ha tempo da perdere coi sentimenti: così vede la vita. Una sera, dopo un concerto, incontra Bianca: la riconosce, nonostante siano passati tanti anni e scopre che sta cercando proprio lui. Si domanda il perché abbia voluto rintracciarlo dopo così tanto tempo e il motivo per cui abbia fatto tanta strada per incontrarlo. Quando lei riparte dopo pochissimi giorni, Nicolò inizia a riflettere sulla sua vita e, pian piano, scopre cosa significhi diventare un uomo".</span></span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: inherit;"><span color="default" style="background-color: default; box-sizing: border-box; text-align: start;"><a href="https://www.amazon.it/Giallo-oro-Giulia-Gorgone/dp/B0CXJH3TZQ" target="_blank"><b><br /></b></a></span></span></div><span style="font-size: medium;"><b><a href="https://www.amazon.it/Giallo-oro-Giulia-Gorgone/dp/B0CXJH3TZQ" target="_blank">Link Amazon: "Giallo oro" - Giulia Gorgone</a></b></span><div><span style="font-size: medium;"><b><br /></b></span><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: inherit;"><span color="default" style="background-color: default; box-sizing: border-box; text-align: start;"><br /></span></span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: inherit;"><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><iframe allowfullscreen='allowfullscreen' webkitallowfullscreen='webkitallowfullscreen' mozallowfullscreen='mozallowfullscreen' width='420' height='300' src='https://www.blogger.com/video.g?token=AD6v5dx8NhTTGqXbMXRXmVBLpPkYW5rOFxAP-t0yGfM9-j6bgqsxuZ9ikmOvfIYKcamRB9bvy4QVOOQAQja3HItk3w' class='b-hbp-video b-uploaded' frameborder='0'></iframe></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: inherit;"><br /></span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: inherit;"><br /></span></div>Lara A.</span></div></div>Lara A.http://www.blogger.com/profile/10983202779318036295noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8528156459836905218.post-14605185815360363172023-12-09T11:40:00.001+01:002023-12-09T11:40:06.201+01:00I vincitori del concorso e la nascita di una collana letteraria come "L.A. Editing"<p></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><img alt="L.A. Editing logo nuova collana letteraria scritta bianca elegante su sfondo nero" border="0" data-original-height="173" data-original-width="500" height="139" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjXtNSpiegSXoYgOyDaNAadHhRHdL9qQY3vgn4GLL8FEt0dK7pnHRMEODN_pcpSTgp3CS874uaijdt09Ljj_TPOIgA1gL64dl-yRmIbzLtrE9Ha8lIYmuRDEZu0PenWHSkUN3juKxHgrFsnIP22oCc8-UfhHM-zvk9mQ3f4_7yyCPWESc4VL7cbn01hk58/w400-h139/L.A.%20(4).png" width="400" /></div><br /><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><br /></div><b><div style="text-align: justify;"><b><span> Il podio di "L.A. Editing 2023":</span></b></div></b><div style="text-align: justify;"><span style="font-size: medium;"><b><br /></b></span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: inherit;">- Al primo posto, Giulia Gorgone con il libro inedito dal titolo provvisorio "Giallo oro".</span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: inherit;"><br /></span></div><div style="text-align: justify;">- Al secondo posto, Melissa Giovannetti con il libro inedito dal titolo provvisorio "Il lupo e gli agnelli".</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;">- Al terzo posto, Francesco Vagnarelli con il libro inedito dal titolo provvisorio "Teo".</div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;"><b>La nuova collana letteraria "L.A. Editing":</b></div><div><b><br /></b></div><div style="text-align: justify;"><span style="background-color: black; color: white; font-family: inherit;"><span style="white-space-collapse: preserve;">La sezione L.A. Editing di </span><span style="white-space-collapse: preserve;"><a class="x1i10hfl xjbqb8w x6umtig x1b1mbwd xaqea5y xav7gou x9f619 x1ypdohk xt0psk2 xe8uvvx xdj266r x11i5rnm xat24cr x1mh8g0r xexx8yu x4uap5 x18d9i69 xkhd6sd x16tdsg8 x1hl2dhg xggy1nq x1a2a7pz xt0b8zv x1qq9wsj xo1l8bm" href="https://www.facebook.com/LAEditing2019?__cft__[0]=AZWpsgAfy98hG6It0t81IpjcM6brH4m8qfiItx037gbu5kxo2T6sKUbPQ2R27HhDxH01qFU2whxGXgB_jeOa-TxCHP-iGYPhz5YYHX5z3fbqbMnE8c3AZ4l1f1-XYIS_ZnljFRKcoFhsMmfnVVoTtIwVQraMKPvf01LwqYMpUadRaIV0QaHxiYCvrpHBljcSr-7z7SLf4ZmKsoLFN2bVU-mo&__tn__=-]K-R" role="link" style="-webkit-tap-highlight-color: transparent; border-color: initial; border-style: initial; border-width: 0px; box-sizing: border-box; cursor: pointer; display: inline; list-style: none; margin: 0px; outline: none; padding: 0px; text-align: inherit; text-decoration-line: none; touch-action: manipulation;" tabindex="0"><span class="xt0psk2" style="display: inline;">L.A. Editing&Digital Marketing</span></a></span><span style="white-space-collapse: preserve;"> è cresciuta e continuerà a crescere così come la sezione Digital Marketing. Sono lieta di comunicare che nei prossimi mesi sarà lanciata la collana letteraria di L.A. Editing, con un format in semi self publishing appositamente creato per fondere i servizi editoriali alla cura della promozione in tutto e per tutto e con la certezza di essere selezionati per la collana solo se il testo è veramente meritevole. Solo la </span><span style="white-space-collapse: preserve;"><a style="cursor: pointer;" tabindex="-1"></a></span><span style="white-space-collapse: preserve;">qualità, uscirà con marchio L.A. Editing! La prima autrice della collana sarà proprio </span><span style="white-space-collapse: preserve;"><a class="x1i10hfl xjbqb8w x6umtig x1b1mbwd xaqea5y xav7gou x9f619 x1ypdohk xt0psk2 xe8uvvx xdj266r x11i5rnm xat24cr x1mh8g0r xexx8yu x4uap5 x18d9i69 xkhd6sd x16tdsg8 x1hl2dhg xggy1nq x1a2a7pz xt0b8zv x1qq9wsj xo1l8bm" href="https://www.facebook.com/giulia.gorgone.7?__cft__[0]=AZWpsgAfy98hG6It0t81IpjcM6brH4m8qfiItx037gbu5kxo2T6sKUbPQ2R27HhDxH01qFU2whxGXgB_jeOa-TxCHP-iGYPhz5YYHX5z3fbqbMnE8c3AZ4l1f1-XYIS_ZnljFRKcoFhsMmfnVVoTtIwVQraMKPvf01LwqYMpUadRaIV0QaHxiYCvrpHBljcSr-7z7SLf4ZmKsoLFN2bVU-mo&__tn__=-]K-R" role="link" style="-webkit-tap-highlight-color: transparent; border-color: initial; border-style: initial; border-width: 0px; box-sizing: border-box; cursor: pointer; display: inline; list-style: none; margin: 0px; outline: none; padding: 0px; text-align: inherit; text-decoration-line: none; touch-action: manipulation;" tabindex="0"><span class="xt0psk2" style="display: inline;">Giulia Gorgone</span></a></span><span style="white-space-collapse: preserve;">, vincitrice del concorso letterario "L.A. Editing 2023". Restate sintonizzati e inviate i vostri testi a laediting.info@gmail.com!!!</span></span></div>Lara A.http://www.blogger.com/profile/10983202779318036295noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8528156459836905218.post-88383496997023550162023-08-03T11:44:00.002+02:002023-09-30T11:58:09.717+02:00Seconda Edizione Concorso Letterario "L.A. Editing" 2023 - narrativa inedita - partecipazione gratuita<p style="text-align: justify;"><span style="font-family: inherit;"></span></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><span style="font-family: inherit;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhamyYrrrlEobdlLYE4cftAXzaSy5QusJPkdXpjyXex2FGWJf3soc8ItDYNIt0RqnrqKTTh77YSKXa-XAavDsQmPXtv1FAV4uzviwbMcz-erzEoMApnTsrhpVRY9IfRFlziKc81MSOrblOZa32eGgpVQXbRbNrHBAh3bh2WfBcMgwsVRGZFNh-P-cc_tm8/s1920/MANGIA,%20SCRIVI,%20AMA.png" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img alt="concorso letterario l.a. editing 2023" border="0" data-original-height="1080" data-original-width="1920" height="225" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhamyYrrrlEobdlLYE4cftAXzaSy5QusJPkdXpjyXex2FGWJf3soc8ItDYNIt0RqnrqKTTh77YSKXa-XAavDsQmPXtv1FAV4uzviwbMcz-erzEoMApnTsrhpVRY9IfRFlziKc81MSOrblOZa32eGgpVQXbRbNrHBAh3bh2WfBcMgwsVRGZFNh-P-cc_tm8/w400-h225/MANGIA,%20SCRIVI,%20AMA.png" width="400" /></a></span></div><span style="font-family: inherit;"><b><br /></b></span><p></p><p style="text-align: justify;"><span style="font-family: inherit;"><b>Concorso Letterario: narrativa inedita</b></span></p><p style="text-align: justify;"><span style="font-family: inherit;"><a href="https://www.facebook.com/LAEditing2019" target="_blank"><b>L.A. Editing & Digital Marketing</b></a> indice la seconda edizione del concorso nato qualche tempo fa per la sezione <b>“L.A. Editing”</b>, stavolta aprendo le porte a tutti gli autori ed autrici che hanno un libro da proporre. <b><u>La partecipazione è totalmente gratuita.</u></b></span></p><p style="text-align: justify;"><span style="font-family: inherit;">Il concorso invita i partecipanti ad inviare il proprio dattiloscritto, senza restrizioni di genere, alla mail <b>laediting.info@gmail.com</b>, con l’oggetto <b>“L.A. Editing 2023”</b>. Importantissimo indicare nel testo della mail nome, cognome, titolo dell’opera e sinossi.</span></p><p style="text-align: justify;"><span style="font-family: inherit;">L’allegato dev’essere in formato Pdf o Word (no programmi affini che potrebbero dare problemi di apertura del file).</span></p><p style="text-align: justify;"><span style="font-family: inherit;">La lunghezza del testo dev’essere compresa tra le 50 e le 350 cartelle (una cartella è costituita da 1800 caratteri spazi inclusi).</span></p><p style="text-align: justify;"><span style="font-family: inherit;">La scadenza entro la quale inviare le opere è fissata per il <b>31 ottobre 2023</b> e i risultati verranno comunicati direttamente ai vincitori tramite mail.</span></p><p style="text-align: justify;"><span style="font-family: inherit;">La selezione avverrà secondo insindacabile giudizio della giuria di L.A. Editing.</span></p><p style="text-align: justify;"><span style="font-family: inherit;">I premi:</span></p><p style="text-align: justify;"></p><ul><li><span style="font-family: inherit;">Prim* Classificat* - proposta di collaborazione finalizzata alla pubblicazione in semi self publishing (L.A. Editing Format) che comprende la cura del testo e dell’autore/autrice in tutto e per tutto (editing, grafiche, pubblicazione in semi self, promozione, piano marketing, …).</span></li><li><span style="font-family: inherit;">Second* Classificat* - proposta di collaborazione finalizzata all’editing del testo a condizioni vantaggiose rispetto agli standard + consulenza editoriale generale (gratuita).</span></li><li><span style="font-family: inherit;">Terz* Classificat* - proposta di collaborazione finalizzata all’editing del testo a condizioni vantaggiose rispetto agli standard. </span></li></ul><p></p>Lara A.http://www.blogger.com/profile/10983202779318036295noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8528156459836905218.post-66946507047645920812023-04-14T10:08:00.005+02:002023-07-07T10:48:33.161+02:00“Mayday”: il Positive Punk dei Crancy Crock<p> </p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgZpvGadpy0MJo0V7IPwBB1Q48jmBlSoJx7GO_TktKMx4sxDJd2Nz9blLK3TUaJhg_APpP5MXQ2nli3ZTEy3R1WUmOnYF4RIY5G_hhmwUyAyWGHann_XToE5JV8M42U24c1wrxQLDxxn-PUjcb6IaasU2hJCNUuDz4HShgXeJeAiG_WQpobSF7ninyG/s480/Copertina-CD-480x420.jpg.webp" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img alt="copertina album Mayday Crancy Crock" border="0" data-original-height="420" data-original-width="480" height="350" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgZpvGadpy0MJo0V7IPwBB1Q48jmBlSoJx7GO_TktKMx4sxDJd2Nz9blLK3TUaJhg_APpP5MXQ2nli3ZTEy3R1WUmOnYF4RIY5G_hhmwUyAyWGHann_XToE5JV8M42U24c1wrxQLDxxn-PUjcb6IaasU2hJCNUuDz4HShgXeJeAiG_WQpobSF7ninyG/w400-h350/Copertina-CD-480x420.jpg.webp" width="400" /></a></div><p></p><p class="MsoNormal" style="text-align: justify;">Siamo ad aprile, è vero, ma io
ancora mi sento felice se penso al 20 di Gennaio, una serata in cui i <b>Crancy
Crock</b> hanno festeggiato i loro venticinque anni al Joe Koala di Osio Sopra
(BG). Avevo già ascoltato il loro album, prima di sentire le belle novità anche
dal vivo e, nel frattempo, direi che me lo sono mangiato, anzi, “smangiato” (fra
un po’ il cd va in sciopero per “abuso d’uso”). Quella sera i ragazzi hanno
riportato sul palco la loro storia: la gente era letteralmente impazzita (<i>“la
gente giusta”</i>,<i> </i>come ha commentato Dario); salti, pogo, persone che
volavano riuscendo a sfidare la forza di gravità, mani alzate, sudore e
mancanza d’ossigeno (le pareti protestavano, era il pubblico a comprimerle, non
viceversa). Alla fine, coi Crancy, è sempre una grande festa. Poi bisogna
dirlo, Crancy Crock e Totale Apatia sono veramente e sinceramente una grande
famiglia, di quelle belle davvero ed ogni volta che si trovano insieme, che sia
per seguirsi a vicenda o per suonare, “si fa il botto”; non solo con l’energia
e la musica, bensì con il bene vero che ci si vuole, le risate, le prese in
giro, il dire, a fine serata: “<i>No, ma non lo so cosa è successo stasera”, </i>perché
va sempre talmente bene l’accoppiata che succedono cose stupende. E quella sera
la sezione ritmica dei Totale Apatia (Cresta e Ringhio) è salita sul palco per
la versione Crancy di <b>“Giorni Storti</b>” (poi ci arriviamo). A me i Crancy
sono sempre piaciuti, ma devo dire che ho apprezzato in modo particolare gli
ultimi due lavori. Il penultimo <b>“Ci vuol partecipazione”</b>, album live
registrato durante il <b>Bergamo Strange Music Fest</b> e, rullo di tamburi,
quella meraviglia di <b><a href="https://gasterecords.bandcamp.com/album/mayday" target="_blank">“Mayday”</a> (clicca per ascoltare)</b>. E qui
arriviamo al succo. <o:p></o:p></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;"><b>“Positive punk”</b>: ho deciso
di coniare questo termine per i Crancy e per il loro “Mayday” perché l’album è
pieno di carica positiva. Dirlo così è persino riduttivo, bisogna ascoltarlo ed
è uno di quegli album che più li ascolti e più li ami. Se siete in un periodo
scarico, negativo o triste, ascoltate “Mayday” ogni giorno come se fosse una
prescrizione medica, perché – seriamente - sarà la vostra medicina. La prima
traccia è <b>“Basta piangere”</b> che affronta a muso duro e dolce al tempo
stesso le situazioni di stallo. <i>“Basta piangere, basta lamentele. Ti sei
trovato in trappola nella tua stessa rete”</i>. A volte pensiamo di essere
troppo stanchi, mentalmente oltre che fisicamente, per affrontare le sfide che
la vita propone. In realtà, se ci fossilizziamo su questo, è come chiuderci in
trappola da soli. Dunque “<i>Niente tristezza, che è solo fine a sé stessa e
dona a chi ti parla la superiorità”</i>; si, perché poi, se non reagiamo come
Rocky Balboa ai colpi incassati, se non ci rialziamo, diventa tutto un loop e
poi arrivano pure i sapientoni a farti la morale (c’è sempre il
sapientone/finto guru che vuole dirti come stare meglio quando hai un periodo
buio. Peccato che di solito non sa nemmeno di cosa parla, perché nemmeno ti
chiede come stai). Pone poi l’attenzione su quelle persone che diventano un po’
vittime di sé stesse, ma non si fanno mai le domande giuste. A volte le persone
si sentono bersagli della vita, senza rendersi conto che – certo, molte volte
accadono cose spiacevoli indipendentemente da noi – ma a volte, è proprio
l’atteggiamento mentale che si mantiene a portare tristezza, rabbia e frustrazione.
Bisogna prendere in mano la propria vita, lavorare su sé stessi, è questo il
suggerimento del pezzo: cambiare, crescere, per fare del bene a sé stessi, alla
propria esistenza e a coloro che abbiamo intorno e vicino. Arriva dunque
l’esempio del “narratore”: <i>“Non credi più alle favole, non credi più ai tuoi
sogni, ma è un cambio di mentalità. Seppur colpito spesso, non hai mai smesso
di credere in te stesso.” </i>Per quante botte arrivino, tu rialzati sempre e
credi in te. È una cosa che si può imparare o reimparare, non è necessariamente
innata, anzi. Infatti anche Dario, nel testo, lo fa presente:<i> “Io sono
cambiato, tu puoi fare altrettanto. La strada stavolta la detta il tuo istinto.
Alimenta quel fuoco che ti brucia dentro. Col muso nel sangue, sempre più
infelice, la rabbia nel sangue dà forza alla voce. Adesso alza la testa, ne sei
nato capace.”</i> <u>“<i>La rabbia nel sangue dà forza alla voce”</i></u>: una
delle frasi più belle dell’intero album. Contiene tanta, tanta, tanta roba.
Musicalmente allegra, di un punk rock della più bella scuola, unisce alla base
punk rock l’apertura di contaminazioni ben piazzate. <b>“La guerra delle
lancette”</b> è un bel<i> “quadro futurista”, </i>uno sguardo alle lancette che
scorrono, a tutti noi che sfiliamo e ci defiliamo come particelle impazzite; i
giorni si susseguono uno dopo l’altro, togliendoci l’opportunità di vivere
davvero gli istanti. All’inizio del brano, si sente subito nelle chitarre, quel
tempo che scorre “uguale”, ma si sente anche il “suono di contrasto” che questa
cosa non la accetta mica tanto e quindi via, la batteria inizia con il suo di
tempo e Pongo conduce col basso di Gio alle varie dimensioni sonore delle
chitarre di Dario e Toma, dal punk all’hardcore con tratti di colore che
riescono a raccontare con la musica, come se fossero colonna sonora di sé
stesse, le emozioni e le idee che il messaggio va a scaturire. Una narrazione
in toto, testo e musica, in una miscela perfetta. Il tempo vola via e noi lo
stiamo quasi a guardare. Quel che fa “La guerra delle lancette” è esortare il
pubblico a non darla vinta a tutta questa frenesia. Dobbiamo lavorare, dobbiamo
fare un sacco di cose, è vero, ma se lo desideriamo veramente, basta aprire un
po’ gli occhi per rendersi conto di quanta meraviglia si può ottenere dalla
vita, a partire dalle piccole cose, fino a quelle più importanti. È tutta una
questione di coraggio in fondo, perché non è semplice fare i conti con sé
stessi. Ci vuole, per forza, il coraggio: quello per ritrovarsi nel caos,
quello che serve ad assaporare le cose genuine, vere ed anche la forza di
volontà per ritagliarsi sempre un pezzetto di tempo per fare quello in cui
crediamo: <i>“Per non sprecare il tuo talento, cambia passo e vai più lento, ce
l'hai il coraggio? Trovalo! Senti il sapore di ogni istante, osserva tutto
attentamente, il tempo - un giorno - nacque libero! <u>Il giorno nacque libero</u>!”</i>.
E con quest’ultimo verso del ritornello, direi che non c’è altro da aggiungere.
<o:p></o:p></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;">Quello di quest’album è un punk
rock gustoso, che fa riflettere senza pesantezza, che dona sempre
all’ascoltatore uno spunto per darsi la carica e dirsi <i>“Ma sai che questi ragazzi
hanno proprio ragione?”</i>. I Crancy del resto sono allegria pura, dei padri
di famiglia che hanno saputo mantenere negli anni il gusto del gioco e la
genuinità; al giorno d’oggi non è affatto scontato essere così. Sono sempre
ragazzi, anche se uomini e sono sempre uomini, pur se ragazzi. E cosa significa
essere un uomo secondo voi? Con <b>“Mayday”</b>,<b> </b>il brano di punta che
dà il titolo all’album e primo singolo, i Crancy Crock ci dicono chiaramente <u>cosa
non è</u>, un uomo. Di sicuro, un uomo non è tale per “<i>la voce grossa”</i> o
perché fa <i>“un’offerta</i> <i>da bravo cristiano, ma senza il coraggio di
guardarsi in faccia”</i>. C’è questa grave malattia nell’uomo, la violenza, che
sembra dare a questi soggetti un senso di onnipotenza come dicono i Crancy
stessi, ma alla fine si sa: <i>“A volte sembra invincibile, ma tutti sanno che
il mostro, alla luce del giorno, ha paura di me!”</i>. <span style="mso-spacerun: yes;"> </span>Ed è esattamente così: c’è un’enorme codardia nella
violenza. “Mayday” richiama fortemente il tema della violenza sulle donne.
Certo, il brano è contro ogni forma di violenza, ma credo che l’intento fosse
mettere l’accento su quanto siano schifosi, codardi, insulsi, tutti quegli
uomini che fanno del male, psicologicamente e fisicamente, alle loro compagne,
fidanzate, mogli, figlie, sorelle. In quel che dovrebbe essere un circuito
protetto e pieno d’amore, compare il mostro. Ricordate quel segno con la mano
che è girato molto sui social e serve proprio per segnalare una situazione di
pericolo? Se non ve lo ricordate, andate a rivedervelo e soprattutto, non siate
indifferenti. Potrebbero usarlo una donna, un bambino o una bambina in
pericolo, un uomo in difficoltà. Quel segno, è un “Mayday<i>”: “Hey hey! È il
mio turno per vincere, non stare a guardare, mentre lancio un altro Mayday!”.<o:p></o:p></i></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;">Credo di poter star tranquilla
nel paragonare i brani di quest’album e l’attitudine dei Crancy ai migliori
Punkreas. In “Mayday” si sente più che in altri pezzi, questa bella scuola. <b>“Un
nuovo giorno”,</b> ancora una volta ci esorta a prendere il controllo delle
nostre vite. A volte <i>“l’ospite nella nostra mente”</i> è proprio la nostra
incapacità di aprire gli occhi. La vita è una ed anche se a volte rischiamo
seriamente di perderci, c’è sempre la possibilità di “stupirsi” ed evitare di
perdersi senza ritorno. Lo stupore, la meraviglia, fanno del bambino un essere
umano meraviglioso per natura e di un adulto che li sa mantenere un essere
umano saggio. Vivere ogni giorno come se fosse l’ultimo. Sembra solo una frase
fatta ragazzi, ma è vero. Ogni giorno è prezioso, ogni momento. E attenzione! <i>“Assaporare
ogni momento non significa esser spento!”</i>, vale a dire: non è che devi
spegnere il cervello per vivere ogni momento come se fosse l’ultimo. Vivere non
è questo.<i> </i>Passare il tempo a “non respirare”, non è una buona idea: <i>“È
un nuovo giorno, l'unico giorno che ho. Un nuovo giorno, è l'unico. Immerso in
un istante, lentamente si migliora. Lasciare andare ciò che è stato e respirare
ancora.” </i>Tutto questo album affronta temi importanti, con un’attitudine
tale da renderlo un mega <u>inno alla vita</u>. Questo brano è uno di quelli da
imparare a memoria per cantarlo ai concerti a squarciagola. Così come <b>“Vero”</b>,
di cui è uscito anche un bel video il 13 Marzo. Non servono grandi effetti
speciali per fare un video genuino e significativo. E il video di “Vero”, così
come il pezzo, è veramente pregno di significati. Il brano è una spinta, una
carica, un “tu puoi”. Riprendendo un po’ il concetto di Rocky a cui ho fatto
riferimento in precedenza, mi viene da proporvi la classica, ma efficace
immagine della vita rappresentata da un ring: combattere, mettere all’angolo i <i>“propri
fantasmi”</i>,<i> </i>“<i>raccogliere l’energia”</i> ed iniziare a correre a
braccia e cuore aperti verso i propri obbiettivi, senza curarsi di coloro che
non capiscono e non capiranno mai: <i>“I pregiudizi come cera si sciolgono e
appare quello che presto tu diverrai. Il tuo fantasma è sconfitto in un angolo.
Salta e spicca il volo”. </i>Non importa cosa dice la gente, cosa pensa.<i> </i>Se
ci sono soggetti che si permettono di giudicarti o di parlar male di te, mandali
a fanculo e non starci nemmeno male perché come mi ha detto un caro amico un
giorno <i>“se qualcuno parla male degli altri è perché non può parlar bene di
sé stesso”</i>. Nel video, il grande esempio è quello della disabilità ed è
vero, da molte di queste situazioni dovremmo imparare, ma so per esperienza –
soffrendo di una malattia cronica dolorosa in forma molto severa – che non è
semplice far comprendere quanto sia fondamentale il messaggio di questa canzone
(e tutto quel che ne consegue) per sopravvivere a certe cose. A volte davvero,
le persone passano il tempo a rimuginare su problemi per i quali basterebbe
crederci, credere un po’ di più in sé stessi <i>“per spiccare il volo”. </i>Dunque,
se i problemi che avete sono risolvibili e siete in perenne paranoia, pensate a
quante persone ogni giorno combattono problemi non risolvibili e riescono
comunque a raggiungere piccoli e grandi obbiettivi, a fare piccole e grandi
conquiste. Mettetelo in un angolo, il fantasma di voi stessi. E se avete di
bisogno di una spinta, anche qui, ascoltate tutti i giorni fino allo stremo
“Vero” e vedrete che vi entrerà in testa.<o:p></o:p></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;">E poi (e anche qui ci vorrebbe un
rullo di tamburi… Alby, dove sei quando servi!?!) c’è <b>"Lacrime di
cemento". </b>“Lacrime di cemento”, “Lacrime di cemento”, “Lacrime di
cemento”: <u>lo sentite, il peso?<o:p></o:p></u></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;">Scrivere e comporre un brano su
una tale tragedia e non finire, anche non volendo, nella banalità, nella gaffe,
nell’eccesso in un senso o nell’altro, è estremamente difficile e i Crancy
Crock, hanno fatto un lavoro eccezionale: non è melodrammatico, è tragico. Non
è banale, è reale. È genuino, è forte, crudo, è una carezza a chi è restato ed
è un pugno sulla mascella per chi se lo merita. Questo pezzo, per chi non lo
sapesse, riguarda il crollo del ponte Morandi. È stato scritto e composto in
onore delle sue vittime ed è un urlo, una richiesta di vera giustizia (certo non
quella che vediamo tuttora a riguardo). Il timbro deciso, le sfumature fatte di
una poetica dolce, il ritmo incalzante del punk rock. Punk-Rock, ci tengo a
sottolinearlo perché ahimè molte persone confondono il punk e il punk rock. Non
è la stessa cosa ragazzi/e. Il punk è punk, il punk rock è punk rock e in un brano
come questo, più che in altri, è bene sottolinearlo perché fa la differenza dal
punto di vista espressivo, emozionale. La fa o dovrebbe farla sempre, ma
essendo l’argomento particolarmente difficile e delicato, ho preferito mettere
i puntini sulle “i”.<o:p></o:p></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;">E infine (non sono andata in
ordine di tracce, fa niente?) arriviamo a <b>“Giorni storti”</b>, omaggio dei
Crancy Crock ai fratelli Totale Apatia. A proposito, prima di parlare del
brano, sappiate che <b>il 22 Aprile Crancy Crock e Totale Apatia torneranno
sullo stesso palco al Disaster di Crema (link evento e info <a href="https://www.facebook.com/events/1277657349775281" target="_blank">qui</a>)</b> e davvero,
non si può perdere una serata così. Dicevo di “Giorni Storti” ed anche qui mi
torna la voglia di urlare a gran voce “Positive Punk!”. Perché? L’avete notata
la piccola modifica del testo a inizio brano? No? Ok, allora anziché dirvela
fate così: andate ad ascoltarvi l’originale dei Totale Apatia, pubblicato
nell’album “Generazione di Fenomeni” nel 2015 e poi andate ad ascoltarvi la
versione dei Crancy Crock. Io trovo che sia stato meraviglioso quel tocco.
Meraviglioso e all’insegna ancora una volta della positività. No, non ve lo
dico! Ve lo andate ad ascoltare! L’originale dei Totale Apatia è stupenda, ha
un approccio diverso perché è ovviamente stata scritta con intenti diversi,
dunque come fare a renderla propria? L’hanno fatto e davvero alla grande.
Velocizzata di un bel po’ rispetto all’originale, è – in questo caso – più punk
che punk rock. C’è poi un’altra chicca (questa ve la dico, l’altra no, no, no)
che riguarda sempre una modifica nel testo. Sorrido pensando a persone che
sull’associazione di pezzi di cui vi sto per parlare hanno creato persino delle
leggende metropolitane. “Facce tristi”, Crancy Crock, pubblicazione del 2006 riproposta in forma rinnovata e live in “Ci vuol partecipazione” (2021). Un
brano musicalmente e anche per il testo completamente diverso da “Giorni
storti”. Entrambi pezzi fantastici e molto amati nei repertori delle due band.
Si narra che un dì, i due autori di testi, stessero parlando della sorta di
assonanza di concetti che c’è tra i due titoli Facce tristi – Giorni storti e
in effetti questa chiacchierata c’è stata, una chiacchiera tra amici,
l’empatia, musicale e personale, in sostanza. Nella versione di “Giorni storti”
dei Crancy Crock, troviamo un bel “Facce tristi” cantato a squarciagola che è <u>letteralmente
perfetto</u>. Chi segue i Crancy se ne sarà accorto subito, però magari si è
chiesto il perché di questa “associazione”. Beh, ora lo sapete. Alla
registrazione del brano ha partecipato anche Russu, dei Totale Apatia. L’idea
iniziale era quella di fare uno scambio brani per cui entrambe le band
avrebbero rifatto un brano dell’altra e l’avrebbero inserito nel “primo album
in uscita” dopo che ne avevano parlato. Ahimè i Totale Apatia avevano progetti
che si sono dilungati e sono stati posticipati nel tempo per diversi intoppi
esterni, dunque la loro versione di… chissà quale sarà il pezzo? non è ancora
arrivata, ma intanto… potete godervi questa fantastica versione dei Crancy
Crock di “Giorni storti”. Mi auguro davvero di sentire al più presto un brano
dei Crancy Crock rifatto dai Totale Apatia, perché l’affetto, la stima, tra
queste due band, è davvero cosa rara.<o:p></o:p></p>
<p class="MsoNormal" style="text-align: justify;">Crancy e Totale vi aspettano il
22 aprile e qui sotto tutti i link per rimanere sempre aggiornati. Al prossimo
live!<o:p></o:p></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;"><a href="https://www.facebook.com/crancycrock" target="_blank">Facebook - Crancy Crock</a><o:p></o:p></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;"><a href="https://www.instagram.com/crancycrock" target="_blank">Instagram: @crancycrock</a><o:p></o:p></p>
<p class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;"><a href="http://www.crancycrock.it/index.htm" target="_blank">Website: www.crancycrock.it</a><o:p></o:p></p><p class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;"><br /></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><iframe allowfullscreen="" class="BLOG_video_class" height="366" src="https://www.youtube.com/embed/bINfBE1ZJFo" width="420" youtube-src-id="bINfBE1ZJFo"></iframe></div><br /><p class="MsoNormal" style="line-height: normal; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;"><br /></p>Lara A.http://www.blogger.com/profile/10983202779318036295noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8528156459836905218.post-75631015903528322162023-02-25T09:35:00.005+01:002023-07-07T10:48:48.389+02:00Priorità ✔<div><span><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiN_Rn7epotAS1tEApk41-HgwxZkLt15w0WPdkx3F1_UZ6-vG-MQt61Ffj-amgo-9EWPZaFAMnr7dSldG3gdH_oU_LQ50ZB7RlZ7HMgIXP3veOhNFZzc-i7959LiZ_K6PUjOMEV70gqu_c/s1600/1677313712894692-0.png" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;">
<img alt="girasole, priorità" border="0" height="388" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiN_Rn7epotAS1tEApk41-HgwxZkLt15w0WPdkx3F1_UZ6-vG-MQt61Ffj-amgo-9EWPZaFAMnr7dSldG3gdH_oU_LQ50ZB7RlZ7HMgIXP3veOhNFZzc-i7959LiZ_K6PUjOMEV70gqu_c/w400-h388/1677313712894692-0.png" width="400" />
</a>
</div><br /></span></div><span><div>Fare un'analisi degli elementi.<br /></div></span>
<span>Trovare il jazz. Vivere il rock.</span><br />
<span>Fissare il tempo traditore e prenderlo in giro.</span><br />
<span>Amare il tempo prezioso e con lui danzare.</span><br />
<span>Sentire la temperatura di un'opera,</span><br />
<span>strappare fuori dal cassetto tutti i sogni.</span><br />
<span>Notare le sopracciglia quando sono stanche</span><br />
<span>e gli acquazzoni di emozioni.</span><br />
<span>Percepire le dita come se fossero su un piano, </span><span>quando battono i tasti.</span><br />
<span>Ascoltare un pezzo gustoso, </span><div><span>mangiarlo a gran morsi e farlo tuo.</span><br />
<span>Definire "vagabondo" e "corteccia".</span><br />
<span>Ridere di sé, piangere di sé, ridere di sé.</span><br />
<!--/data/user/0/com.samsung.android.app.notes/files/clipdata/clipdata_bodytext_230225_092601_822.sdocx--></div>Lara A.http://www.blogger.com/profile/10983202779318036295noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8528156459836905218.post-63128758620926402442023-02-03T21:08:00.003+01:002023-07-07T10:49:03.242+02:00Yokoano: "Il mio cielo nero" e "La musique" que "creuse le ciel"<p></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<span style="color: white;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjACUDRf25U5SygW03ZlfRG1728vhBsYyFoWu4wjypjL5xz5uhRE6P4C5_Kp1bLfB6fFoAiOO8KwmX3j9Nu8wsWH5m4vrudZuGaGXbNaY21nQZmBPPdG9cvodS7Arue-aSRm3imQJF-VHo/s1600/1675454519092291-0.png" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;">
<img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjACUDRf25U5SygW03ZlfRG1728vhBsYyFoWu4wjypjL5xz5uhRE6P4C5_Kp1bLfB6fFoAiOO8KwmX3j9Nu8wsWH5m4vrudZuGaGXbNaY21nQZmBPPdG9cvodS7Arue-aSRm3imQJF-VHo/s1600/1675454519092291-0.png" width="400" />
</a>
</span></div><p></p><span face=""Arial",sans-serif" style="mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;"><div style="text-align: justify;"><div><span style="color: white;">Il 27 Gennaio è finalmente uscito l'atteso nuovo singolo degli <b>Yokoano</b>, <a href="https://youtu.be/0lU80qI3lk8" target="_blank"><b>"Il mio cielo nero"</b></a>. Il 27 Gennaio. Ed io, che sarò presa pure per matta magari, ho visto un certo peso persino nella data di uscita (personale interpretazione, chiaramente).</span></div><div><span style="color: white;"><br /></span></div><div><span style="color: white;">Le sonorità di questo brano mi fanno venire i brividi. Ammetto di aver pianto più di una volta ascoltandolo. Come ho scritto anche a Dani (Dani, "Danno", Daniele Marceca, ammettendo che non conosciate lui, la sua carriera venticinquennale e la meraviglia degli <a href="https://www.facebook.com/yokoanoband" target="_blank">Yokoano</a>, visto il variegato pubblico di questo blog... andate, cercate, ascoltate.), "ho immaginato le persone, i visi sporchi di polvere, la fame e la Fame, lo sguardo al cielo, la consapevolezza, la speranza, la rabbia, le domande, il senso di abbandono" proseguendo col dirgli che la trovo "Dolce-onesta-cruda-toccabile al tatto" e che "i 7 cuori", posti come commento sulla pagina <a href="https://instagram.com/yokoano_band?igshid=YmMyMTA2M2Y=" target="_blank">Instagram</a>, degli Yokoano non erano casuali. E non lo erano (pian piano, ci arrivo...). Non ne abbiamo parlato però, nei termini in cui ne sto per scrivere ora. Quel che è arrivato a me, quello che ho pensato, visto, sentito, eccolo qui.</span></div><div><span style="color: white;"><br /></span></div><div><span style="color: white;">Dario, Fry, Mattia. Nel dare vita agli Yokoano, Dani, non poteva trovare compagni di viaggio migliori. Un mix perfetto di provenienze, esperienze, poetiche diverse e che al tempo stesso hanno così tanto in comune. Il pezzo è evocativo, molto. Come ogni brano di grande valore, può essere recepito in tanti modi diversi, a seconda di chi ascolta, di chi sente. Così è con tutta l'arte. Così è per un dipinto, una fotografia, una poesia, un libro intero. In questo brano vedo mille storie, tanto che potrei mettermi a scrivere un libro di racconti che le racchiuda tutte; sarebbero profondamente diverse e profondamente simili. Quante volte vi siete domandati: "Perché succede questo (a me, al mondo...)? Perché l'umanità è capace di così tanto odio? Cosa c'è, oltre questo cielo? E se c'è qualcosa, qualcuno, ci ha forse abbandonato?". Queste domande se le può porre chiunque abbia provato una qualche forma di dolore o chiunque, in ogni caso, non riesca ad essere indifferente rispetto a tutta la merda che ci circonda. In questo brano, io, però non vedo la storia di un singolo individuo o meglio, ce la vedo, ma in quanto Essere Umano. Può perfettamente vestire le esperienze di vita di molte persone, ma le lacrime che vedo qui dentro, sono tanto tragiche e crude da rendermi inerme di fronte alla bellezza del messaggio che mi arriva e terrorizzata per il sangue che contiene, come l'involucro di tutte le vite che sono e sono state spezzate, annullate, calpestate, da esseri che certo non si possono definire umani.</span></div><div><span style="color: white;"><br /></span></div><div><span style="color: white;">Il 27 Gennaio, pensavo, era proprio il giorno della memoria. Lo è ogni anno, da tanti anni. Ogni volta le immagini, gli "speciali in tv", le testimonianze, "i discorsi", ricordano quanto è successo. Beh, in questo brano vedo la potenza, grandiosa, di un "mi metto in quei panni" e "cosa avrei pensato/ sentito, cosa mi sarei chiesto?". Anche se è solo nella mia testa, non fa niente, il fatto è che mi ha portato a pensare a questo. E questo, va poi al di là della Shoah stessa, perché ahimè l'umanità non ne ha mai abbastanza. Prima e dopo nella storia, in passato ed oggi, nel presente.</span></div><div><span style="color: white;"><br /></span></div><div><span style="color: white;"><i>"Dicono che sia importante restare liberi, ma il padre</i> (o Padre?) <i>delle mie memorie</i>" (quante memorie, storia, speranze e fede, aveva il popolo ebraico?), <i>mi ha dato buca all'improvviso"</i>; provate a pensarci: non è la cosa più umana del mondo questo senso di abbandono? anche per chi, come il popolo ebraico, aveva ed ha una solida e storica memoria del divino? <i>"E dicono che sia importante restare liberi dentro, ma libero è il dubbio del passato che è padre di chi ti ha abbandonato"</i>. È il grido di dolore di ogni uomo, donna, bambino, bambina, anziano ed anziana, morto o sopravvissuto, nel dirsi che solo se si è stati abbandonati, è possibile accadano certe cose.<i> "Ed io, io non so niente di questo cielo, non so niente di questo cielo nero, non so niente di questo cielo. Ed io, io non so niente di questo cielo, non so niente di questo cielo nero, non so niente di questo cielo..."</i>. Cosa sappiamo? Cosa sentiamo? Cosa vediamo intorno a noi? Anche l'abitudine è orrore. Ho immaginato il viso di un ragazzino o di una ragazzina, i capelli quasi rasi, il volto sporcato dalla sofferenza e dalla fame, con degli occhi così belli, di un azzurro ghiacciato, ma così tristi e pregni di lacrime, seccate, perché di lacrime non né aveva più; l'ho immaginato/a col viso verso il cielo, non molto distante dal filo spinato, con la speranza di un bambino e la consapevolezza di uomo: "Sopravviverò? Morirò qui? Qualcuno ci aiuterà?".<i> "E dicono sia la madre del coraggio, quell'infinita corsa al colle della paura"</i>: sarò pazza, ma io qui vedo il coraggio e la dignità, anche quando la dignità qualcuno te la distrugge, di andare incontro alla morte. E dio, quanto vedo quelle fosse e quei corpi. Così come vedo in tutto ciò la storia che in un modo o nell'altro continua a ripetersi (guardate, cosa abbiamo attorno... quanto c'è di diverso...?). <i>"Ma il padre delle mie memorie, mi ha dato buca all'improvviso. E dicono che sia importante restare liberi dentro"</i> e si, dico, ma "provaci tu", sembra dire implicitamente qualunque sia la reale ispirazione del brano. E di nuovo quel dubbio, che spacca l'anima: <i>"ma libero è il dubbio del passato, che è padre di chi ti ha abbandonato. Ed io, io non so niente di questo cielo, non so niente di questo cielo nero, non so niente di questo cielo. Ed io, io non so niente di questo cielo, non so niente</i> <i>di questo cielo nero, non so niente di questo cielo</i>". Non so niente, di questo cielo, ripete. Non so, niente, di questo cielo. Solo so che è nero e che <i>"Non vedo niente oltre a questo cielo"</i>. E di nuovo, il dolore più profondo, la perdita della speranza, anche della più piccola, infinitesimale, che quel ragazzino potesse avere o che quella giovane madre, può aver perso nel deserto o in mare (e tornano "Le Onde" in questo senso) e… quel ragazzo di vent'anni che non sa perché, ma sta combattendo una guerra che non ha mai voluto, perché le guerre non le combattono mai coloro che scelgono di farle. E quel padre che si trova improvvisamente senza famiglia, in chissà quale luogo del mondo in cui mitragliatrici, terroristi, mercenari, arrivano e fanno fuori chiunque, lasciando brandelli di persone, esseri umani, al loro passaggio. Sono così tanti, gli orrori del mondo. E Dani poi lo grida, lo sfogo di quel ragazzino dagli occhi di ghiaccio, di quel ragazzo, di quella madre, di quel padre. Lo urla al cielo, con quella voce unica e meravigliosa che ha. <i>"Dicono che sia importante"</i> è anche il sottofondo della prima parte nel ritornello finale e poi, ancora un grido di dolore e di rabbia, uno sfogo, un "Perché?". "Non vedo niente oltre questo cielo". La culla musicale di queste parole, quasi protegge, la memoria di quel ragazzino, come a chiedere di non fare solo "speciali e discorsi", bensì di mettere la parola fine una volta per tutte, all'orrore che è "l'abitudine del mondo". Faccio un bel respiro, ci vuole. Penso che la primavera arriverà e in primavera anche gli Yokoano fioriranno di nuovo. Ah, ecco: ora l'avete capito il perché dei sette cuori, no? Fate un bel respiro, ci vuole dopo un articolo così. Grazie ragazzi, di nuovo. Qualunque sia il motivo per cui avete dato vita a questo pezzo. Aspetto fremente il secondo singolo perché come scrisse il mio amato Baudelaire, "la musique creuse le ciel". La musica spacca il cielo. E così sia.</span></div><div><span style="color: white;"><br /></span></div><div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<span style="color: white;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhZI3tc-u9szucvLukqhExCzvUHP3nOm42znv5KDieh3cJt2UM5knzGv7Tj8S5cwR_a-vb2ppijstaBBSNKA-lFQMWDuwjVvueM5ay0d6tTZlK144eQCFAY2fre3In6AK-g1FOPo8sqhPI/s1600/1675454516073299-1.png" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;">
<img border="0" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhZI3tc-u9szucvLukqhExCzvUHP3nOm42znv5KDieh3cJt2UM5knzGv7Tj8S5cwR_a-vb2ppijstaBBSNKA-lFQMWDuwjVvueM5ay0d6tTZlK144eQCFAY2fre3In6AK-g1FOPo8sqhPI/w320-h320/1675454516073299-1.png" width="320" />
</a>
</span></div><br /></div></div><span style="color: #222222;"><o:p style="font-size: 12pt;"></o:p></span></span><p></p>Lara A.http://www.blogger.com/profile/10983202779318036295noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8528156459836905218.post-70040248441866889122023-01-08T18:31:00.015+01:002024-02-23T10:31:16.660+01:00Pablo Bacchetti e i Bambini Dell'Asilo<p style="text-align: justify;"><br /></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgRj-bI13mbTHXgXDm5Cxl0-qclVPrVRsxrLgJ1tzg2wfzf5mmB3BGHZAt_66PjzcpJ09kecKVuFo7d40SbSlkj51zD5iVIJZue_MuNMGNO6qV_uekjz6P7JnCvT0rC8BEXOd_nksAKruFq5w0Xm1-bMJ3BQqBqyWJx1T0GhgAJmEDrdpAndYnLW_HB/s1080/Progetto%20senza%20titolo%20(4).png" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img alt="Pablo Bacchetti e i Bambini Dell'Asilo" border="0" data-original-height="1080" data-original-width="1080" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgRj-bI13mbTHXgXDm5Cxl0-qclVPrVRsxrLgJ1tzg2wfzf5mmB3BGHZAt_66PjzcpJ09kecKVuFo7d40SbSlkj51zD5iVIJZue_MuNMGNO6qV_uekjz6P7JnCvT0rC8BEXOd_nksAKruFq5w0Xm1-bMJ3BQqBqyWJx1T0GhgAJmEDrdpAndYnLW_HB/w320-h320/Progetto%20senza%20titolo%20(4).png" width="320" /></a></div><p style="text-align: justify;"><br /></p><p style="text-align: justify;">Presentarvi Pablo non è cosa semplice. Chi conosce già la sua storia e la storia dei <b>Bambini Dell'Asilo</b> è al corrente di tutto o quasi, quindi non c'è bisogno di spiegare quel che avverrà il <b>4 febbraio 2023</b> alla <b><a href="https://www.facebook.com/LatteriaArtigianaleMolloy/" target="_blank">Latteria Molloy</a> </b>di Brescia e quel che è accaduto fino ad ora. Vorrei tentare di raccontare a chi non sa di questo meraviglioso e fragile poeta e musicista, il motivo per cui ancora oggi, tante persone, lo sentono vivo. Del resto lo è, con la sua musica, le sue poesie, i suoi disegni. Nemmeno io ho avuto modo di conoscerlo o di vivere i Bambini Dell'Asilo nel periodo di attività, eppure la magia di questo spirito irrequieto che era Pablo, mi ha travolto come se lo avessi conosciuto, più di vent'anni fa, insieme ai suoi compagni d'avventura, Billi ed Ernesto.</p><p style="text-align: justify;"><b>Pablo Bacchetti</b> è nato a Salò il 3 febbraio del '75 ed è cresciuto a Vestone (BS). Ha sempre avuto in testa i Bambini dell'Asilo, sin dalle scuole medie, ma non ha trovato subito le persone giuste e così, mentre scriveva ed immaginava il suo sogno, per qualche anno ha fatto parte di altre band, fino a che finalmente <i>"ha incontrato i suoi Bambini Dell'Asilo"</i>, come racconta la sorella <b>Alice</b>. In realtà <b>Billi</b> (<b>Roberto Rassegna</b>) e Pablo, già si conoscevano ed avevano suonato insieme in altri progetti. Alle superiori poi, è arrivato <b>Ernesto (Folli, n.d.r.) </b>e tra loro c'è stato un vero e proprio colpo di fulmine, tanto che Ernesto si è messo a studiare batteria proprio per poter suonare nei Bambini Dell'Asilo. Il nome l’hanno scelto ispirandosi alla celebre canzone di Vasco e in particolare alla frase <i>"i bambini dell'asilo stanno facendo casino"</i>, il che la dice lunga sullo spirito fanciullesco, ribelle e desideroso di dire la propria tipico di un’età come la loro.</p><p style="text-align: justify;">Nascono così i <b>BDA</b> e i tre ragazzi portano i loro pezzi per la prima volta in un live, all'Auditorium di Vestone nel settembre del 1994. Seguiranno naturalmente anche altri concerti, tra i primi anche il ben riuscito evento all'Altaquota di Carpenedolo (BS). Quel che segue è un pot-pourri di live, incontri, amicizie, emozioni forti. Tutti coloro che hanno suonato con i Bambini dell'Asilo li ricordano con grande stima e affetto. C'è chi li avrebbe <i>"adottati in blocco"</i>, come dice <b><a href="https://www.franciomi.it/" target="_blank">Franci Omi</a></b> nello splendido articolo/testimonianza che trovate <b><a href="https://www.franciomi.it/2006/09/16/pablo-bacchetti-bambini-dell-asilo/" target="_blank">qui</a></b> e che vi consiglio di leggere per intero, scoprendo così anche la carriera artistica di Francesco stesso. Tutti coloro che hanno conosciuto Pablo sono tuttora innamorati del suo talento e tuttora, pensandoci, rivivono ogni cosa con la stessa emozionalità che hanno avuto in quegli anni. L'anima di Pablo era difficile, complessa, profonda. Non era certo un ventenne qualunque o non sarei qui, nel 2023, a scrivere di lui.</p><p style="text-align: justify;">A guardarlo ora, in fotografia o nei pochi video che girano, vedi un ragazzo giovane, dolce, che si sa divertire, ma anche un ragazzo che ha qualcosa in più e che cela una profonda insofferenza anche quando sorride. Da quando ho ascoltato i pezzi dei BDA, letto i pensieri e le poesie di Pablo, le testimonianze di persone che lo hanno conosciuto, da quando ho visto i suoi disegni, le pagine della Smemo piene di parole, disegni e graffi, riesco a immaginare il suo sguardo come se ce l'avessi di fronte ed è strano, in fondo, perché come dicevo non l'ho vissuto. Eppure Pablo, con il suo talento tormentato, ha ancora questo effetto sulle persone. </p><p style="text-align: justify;">Realizzare un sogno, creare una band a cui pensavi e sulla quali facevi progetti da anni, iniziare a incidere il primo album sul serio, dopo aver raggiunto già i cuori di tantissime persone. Il tutto grazie a pezzi che giravano su una semplice cassetta prima (registrati in sala prove con una grande radio) e su una demo poi, una versione "più pulita", realizzata grazie a Francesco e al cugino<b> Davide “Dade” Mahony</b> (musicista e produttore). Sono tutte belle emozioni, intense e appassionate, che chi ha una band che fa pezzi propri conosce bene. Eppure, qualcosa in Pablo non andava per il verso giusto. Alternava periodi di tranquillità, in cui era sereno, entusiasta, sognante ed energico, a periodi in cui i suoi turbamenti si leggevano chiaramente sul suo bel viso e nei suoi occhi scuri. Periodi nei quali si perdeva, ma dai quali è sempre tornato, fino a un certo punto.</p><p style="text-align: justify;">Franci Omi, nell'articolo di cui sopra, scrive che persino la sera in cui hanno registrato la demo, Pablo sembrava felice e al tempo stesso turbato. Pensavano fosse per un piccolo incidente avuto con un'altra auto prima di entrare a incidere i pezzi, ma - Francesco scrive - <i>"la storia futura avrebbe dimostrato che forse non era solo per quello"</i>. Fatto è che grazie alla demo, <b>nel giro di un anno</b> <b>i Bambini Dell'Asilo sono diventati un punto di riferimento</b> della scena bresciana e coloro su cui si accentravano le attenzioni di tutti nell'ambiente musicale della provincia e non solo.</p><p style="text-align: justify;">Dopo il concerto all'Altaquota tutti erano felici ed entusiasti per quel che avrebbe portato il futuro. Tutti tranne Pablo che, il giorno seguente, chiamò Francesco dicendogli che avrebbe voluto smettere di suonare perché il live gli creava troppa agitazione; era molto giù di morale, ma Billi ed Ernesto, che lo conoscevano da anni, sapevano che dopo momenti di esaltazione e gioia, Pablo tendeva ad avere momenti di sconforto anche pesanti, solo che poi se ne andavano così com'erano venuti. In effetti, così successe anche in quel caso e i BDA, dopo una pausa, ricominciarono a fare le prove. Passava, insomma, dalle fasi creative, agitate, iperattive, a fasi di completo buio. Quel che è certo è che l'arte (e soprattutto la musica) era il suo modo per comunicarlo, per comunicare tutto. Si vedono, si sentono, nelle parole e nella voce, la sua sofferenza, la rabbia, la non accettazione di determinate cose e al tempo stesso la voglia di cambiamento, l’ironia e il sarcasmo. Me lo immagino come un bel tipetto, che quando stava bene non riusciva a star fermo un attimo per tanta era la creatività che il suo spirito e la sua mente generavano. Una mente che andava a mille all’ora, piena di idee ed entusiasmo. </p><p style="text-align: justify;">I momenti di equilibrio purtroppo erano sempre più rari e brevi, ma le cose peggiorarono seriamente quando in macchina Pablo investì un motociclista procurandogli dei danni abbastanza seri. A quanto si sa, non era nemmeno stata colpa sua, ma al di là di chi potesse essere stato a causare l'incidente, questo evento per lui fu un colpo fortissimo. Iniziò a scrivere sempre meno, anche se sempre meglio. </p><p style="text-align: justify;">Me lo vedo, ora, che sorride, scrive, suona, mentre osserva tutto quel che sta accadendo con orgoglio, libero da qualsiasi sofferenza, forse un po’ nostalgico, ma felice. Come potrebbe non essere felice, adesso, vedendo quanto amore, negli anni, è stato dimostrato a lui e ai Bambini Dell’Asilo? E quanta ammirazione, quanti segni positivi hanno lasciato nelle vite delle persone, in così poco tempo.</p><p style="text-align: justify;">Riprendiamo, però, con la storia: in quel periodo Francesco e la sua band "Il<b> </b>Grande Omi" erano sotto contratto con il <b>C.P.I</b>., il <b>Consorzio Produttori Indipendenti</b> nato dalla fusione dell'etichetta "I Dischi del Mulo" con la casa di produzione "Sonica Factory". Pablo aveva mostrato picchi di creatività e voglia di fare, come quando una notte gli aveva fatto sentire "Diva", registrata al volo in quel momento e arrivata a noi grazie alla prontezza del fonico <b>Carlo dell’Asta,</b> che viveva ai tempi con Francesco e la sua compagna. Francesco, in seguito, fece ascoltare i pezzi dei ragazzi a <b>Gianni Maroccolo</b>, che per chi non lo sapesse è stato <b>uno dei fondatori del C.P.I., insieme a Massimo Zamboni e Giovanni Lindo Ferretti dei C.C.C.P., con Giovanni Gasparini, Marzio Benelli e Gianni Cicchi</b>. Se volete capire meglio di cosa si tratta cercate semplicemente su Google. Nonostante in quel momento l'etichetta non fosse nel suo miglior periodo ed avesse diversi problemi con la <b>Polygram</b>, Gianni mostrò grande interesse. <b>Anche lui era stato conquistato da Pablo e dai Bambini Dell’Asilo</b>.</p><p style="text-align: justify;">I Bambini Dell'Asilo, con Omi e Carlo dell'Asta (fonico, come dicevo, e collaboratore della band di Francesco), si spostano dunque, per iniziare la pre produzione del loro primo album. I ragazzi, come per il demo tape, lavorano benissimo e tutto è molto veloce. Iniziano prima Billi ed Ernesto, poi Pablo registra le chitarre e, nonostante sia giù di corda, fa un gran lavoro. Il giorno dopo, dopo due tracce, Pablo molla la chitarra, annuncia che la tensione per lui è troppa e che non avrebbe mai più suonato.</p><p style="text-align: justify;">Billi ed Ernesto si preoccupano, ma pensano sia un momento passeggero, com’ è già successo in altre occasioni; tutti tornano a casa, in attesa del momento migliore per riprendere e definire gli ultimi dettagli dell’album.</p><p style="text-align: justify;">Il giorno dopo, però, Pablo non c’è più e il gelo avvolge un mondo in un lampo. L’album dei Bambini Dell’Asilo si ferma lì, dove Pablo lo aveva lasciato, congelato anch’esso, immobile.</p><p style="text-align: justify;">Qualche tempo dopo, suo padre <b>Mauro Bacchetti</b> (compositore e musicista), fa in modo che l’album venga pubblicato. Alice lo aiuta con gli aspetti più formali, come l’iscrizione dei brani alla SIAE. <b>La musica dei Bambini Dell’Asilo, così, non smette mai di suonare.</b></p><p style="text-align: justify;">Tanti sono i pezzi inediti, rimasti su cassette e demo, senza la possibilità di farsi sentire e così <b>accade</b> <b>che</b> <b>oggi</b>, <b>nel 2023</b> (iniziando mesi e mesi fa), <b>Gianluca Braga</b>, uno dei cari amici ed estimatori di Pablo e dei Bambini Dell’Asilo, in collaborazione con la Latteria Molloy di Brescia, crede sia il momento di fare una festa per lui e per rendere giustizia a quei magnifici pezzi rimasti inascoltati. Così, avviene una magia. <b>Ventidue band partecipano a un enorme progetto</b> in onore dei BDA e di Pablo. Ad alcune band viene proposto di reinterpretare <b>brani editi </b>dei BDA (dal loro primo ed unico album, postumo) e di riarrangiarle a seconda del proprio stile e delle proprie emozioni. Altre band hanno l’onore di portare alla luce <b>brani inediti</b>. Totalmente inediti. Rimasti solo su cassettine registrate alla meno peggio in sala prove, mentre venivano create e di cui erano nate le basi. I testi di Pablo, le melodie, i primi abbozzi ritmici di quando una band va in sala e inizia a mettere giù un pezzo.</p><p style="text-align: justify;">A queste ventidue band <b>si aggiungono altri due progetti musicali</b> e tutti loro incidono i pezzi. <b>Ventiquattro canzoni dei Bambini Dell’Asilo</b>, dunque, saranno racchiuse in un album realizzato come tributo e omaggio ai BDA, alla loro storia e all’arte di Pablo. E mentre il tutto è in lavorazione, tante persone si muovono per continuare nell’organizzazione dell’evento. <b>Sabato 4 febbraio</b>, esattamente il giorno dopo il compleanno di Pablo, ventidue band si esibiranno sul palco della Latteria Molloy, per festeggiare la continuità, eterna, del talento. Per ricordare il viso fanciullesco di Pablo e la sua immensa profondità. Per rendere giustizia a brani rimasti praticamente inascoltati e rendere omaggio ai Bambini Dell’Asilo con tutti i pezzi che saranno portati sul palco, in quella che sarà certamente una serata da pelle d’oca e che, se ci sarete, non potrete dimenticare mai. Io di certo la porterò sempre con me, ne sono certa sin da ora, lo so già. L’energia di Pablo regna tra le note di ogni basso, ogni chitarra, si adagia dolce tra le sue parole, nel canto di ogni cantante che le pronuncerà. L’energia di Pablo è in ogni colpo di rullante, di tom, di piatto. L’energia di Pablo è, e sempre sarà, in ogni battito.</p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"> <div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEirgojZ6tqplYLR2Nw8nDXrFSgtFm7DBFNOSJUAs8HEwZRxJ63KwiJYngAPBeGdDitUf_P4wpD0oLYLESk8pQ4LoZ-aINuc1vYz0IOP0OSAUmAn1oDYwlaizZ3i0xEWJk5DMwArws2QRhmfiDXpr34RRJEXB-ZAQzB75Vr-TnmIYvhioYbo4YPL4r-a/s1732/20230108_181750.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1732" data-original-width="1080" height="358" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEirgojZ6tqplYLR2Nw8nDXrFSgtFm7DBFNOSJUAs8HEwZRxJ63KwiJYngAPBeGdDitUf_P4wpD0oLYLESk8pQ4LoZ-aINuc1vYz0IOP0OSAUmAn1oDYwlaizZ3i0xEWJk5DMwArws2QRhmfiDXpr34RRJEXB-ZAQzB75Vr-TnmIYvhioYbo4YPL4r-a/w238-h358/20230108_181750.jpg" width="238" /></a></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><br /></div></div><p style="text-align: justify;">Link:</p><div style="text-align: justify;"><a href="https://m.facebook.com/story.php?" target="_blank">Le band partecipanti (Fb)</a><br /><a href="https://www.facebook.com/leggerissimidiscorsi" target="_blank">Leggerissimi discorsi così importanti” (Fb)</a><br /><a href="https://www.facebook.com/groups/38152453188/?ref=share" target="_blank">Pablo Bacchetti (Fb)</a><br /><a href="https://www.pablobacchetti.it/" target="_blank">Pablo Bacchetti Website</a><br /><a href="https://bda-bambinidellasilo.bandcamp.com/album/bda-i-bambini-dellasilo" target="_blank">I Bambini Dell’Asilo - bandcamp</a></div><div style="text-align: justify;"><br /></div><div style="text-align: justify;"><br /></div>Lara A.http://www.blogger.com/profile/10983202779318036295noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8528156459836905218.post-21416533782840918332022-12-26T14:13:00.004+01:002023-07-07T10:49:55.349+02:00Al moro di una terra<p> </p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEga_6Yr6ShBcYcrcM31DburiS4zMO_4Ua3i1aWzwunuhqRTbmqBPKN7lZqc4RTIGf26mxnjCWqVHrkLjnC9EaxHAkZhG7LscTYRmUQKuSzu2DbCBIzAPm5nWwRmAApWu239dFqHx2R4drfeoceFhbr7xctTHf-_QeYu_5qLvGOMykt6U2RdYdeIZTx6/s1262/20221226_132146.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img alt="donna, terra, fiori, il viso di una donna che nasce dalla terra" border="0" data-original-height="1262" data-original-width="1080" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEga_6Yr6ShBcYcrcM31DburiS4zMO_4Ua3i1aWzwunuhqRTbmqBPKN7lZqc4RTIGf26mxnjCWqVHrkLjnC9EaxHAkZhG7LscTYRmUQKuSzu2DbCBIzAPm5nWwRmAApWu239dFqHx2R4drfeoceFhbr7xctTHf-_QeYu_5qLvGOMykt6U2RdYdeIZTx6/w364-h400/20221226_132146.jpg" width="364" /></a></div><p style="text-align: justify;">Ma vale, questo, una fiamma spenta? Dovremmo cercare, ogni tanto, di guardare l'orizzonte sul serio, fisicamente. Che le linee di una luce si spostano veloci, che il tempo scandito è un'enorme bugia e la più terribile realtà. Lasciamo la stazza, pensiamo alla grandezza. Che l'infinito è ovunque, pure qua. Lasciamo le occhiaie da parte, sgraniamo gli occhi all'essenziale. Al moro di una terra, al volo di una perla, al timbro di una pancia, al vento oltre la stanza.</p>Lara A.http://www.blogger.com/profile/10983202779318036295noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8528156459836905218.post-11408365529654867272022-11-16T18:47:00.004+01:002022-11-16T18:47:44.659+01:00Anima calma<p> </p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjcQkSLl6EcHZ3AZaMFcRepmsdP2oKKWnbmO_I9CaZRE847-dBBipk81N_NnpGZ03lMQWAW9er254DKKfBitsi72aFBxfNX3T72_rdFpu1C4riej2zUDosKM24B-RFgedxLvftoA9_0TIioTWPzbsyEC7-fpcn6dk1_c_tU8gNO1OQ3sRwrs1V0ppM2/s1443/IMG-20221115-WA0022.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img alt="immagine astratta, colori, rosso, giallo, albero, polmoni, radici, nuvole, cosmo" border="0" data-original-height="1443" data-original-width="1010" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjcQkSLl6EcHZ3AZaMFcRepmsdP2oKKWnbmO_I9CaZRE847-dBBipk81N_NnpGZ03lMQWAW9er254DKKfBitsi72aFBxfNX3T72_rdFpu1C4riej2zUDosKM24B-RFgedxLvftoA9_0TIioTWPzbsyEC7-fpcn6dk1_c_tU8gNO1OQ3sRwrs1V0ppM2/w318-h320/IMG-20221115-WA0022.jpg" width="318" /></a></div><br /><p></p><p><span style="font-size: 15px;">S'incendia senza bruciare, cammina.</span><br />
<span style="font-size: 15px;">E a volte brucia senza fiamma, se cade.</span><br />
<span style="font-size: 15px;">Rosa rossa e nera, si trattiene </span><br />
<span style="font-size: 15px;">con muse di foglie e radici.</span><br />
<span style="font-size: 15px;">È grotte che si fanno strada</span><br />
<span style="font-size: 15px;">tra la testa e il cuore, </span><br />
<span style="font-size: 15px;">fino agli antri più profondi,</span><br />
<span style="font-size: 15px;">tra i capelli e la pancia,</span><br />
<span style="font-size: 15px;">tra le costole e la punta dei piedi.</span><br />
<span style="font-size: 15px;">È gli occhi verso nuvole</span><br />
<span style="font-size: 15px;">arancio nere, bianche luminose </span><br />
<span style="font-size: 15px;">e grigie, accese, accecanti e buie.</span><br />
<span style="font-size: 15px;">È braccia che si muovono negli elementi, </span><br />
<span style="font-size: 15px;">anima inquieta nella pace,</span><br />
<span style="font-size: 15px;">tempo scandito da pezzi di cementi.</span><br />
<span style="font-size: 15px;">È la forza della luce del tutto</span><br />
<span style="font-size: 15px;">e la gravità che la inghiotte senza pietà.</span><br />
<span style="font-size: 15px;">È il senso, il non senso e la verità.</span><!--/data/user/0/com.samsung.android.app.notes/files/clipdata/clipdata_bodytext_221116_184417_488.sdocx--></p>Lara A.http://www.blogger.com/profile/10983202779318036295noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8528156459836905218.post-82155775739050735012022-11-12T12:05:00.005+01:002022-11-12T12:05:53.001+01:00Metà<p></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiIZqykyTw-WOa1YKqudLvI9Nb5vo3TEoMRRwebo2k10TJBJBEYtTiDaSq4_6-Pa7COY376Lwj-CbohYatJMcuVeeA_Cx1X9Bio0EYQL9rxNiFfHRVOey6woAUqcqm3eYI0_UExSmi4DzzyBuTMO-d2o5EW_XM1Oyv9lF4LgoeLNhtNqIsqgn2XETYD/s1144/20221112_115444.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img alt="metà, boccoli, viso, poesia, donna" border="0" data-original-height="1144" data-original-width="1080" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiIZqykyTw-WOa1YKqudLvI9Nb5vo3TEoMRRwebo2k10TJBJBEYtTiDaSq4_6-Pa7COY376Lwj-CbohYatJMcuVeeA_Cx1X9Bio0EYQL9rxNiFfHRVOey6woAUqcqm3eYI0_UExSmi4DzzyBuTMO-d2o5EW_XM1Oyv9lF4LgoeLNhtNqIsqgn2XETYD/w302-h320/20221112_115444.jpg" width="302" /></a></div><br /><span style="font-size: 15px;">Sono un corvo nero per metà</span><div><span style="font-size: 15px;"><span style="font-size: 15px;">e un respiro bianco per metà.</span><br />
<span style="font-size: 15px;">Sono un cristallo di neve,</span><br />
<span style="font-size: 15px;">bianco per metà </span><br />
<span style="font-size: 15px;">e un gabbiano nero </span><br />
<span style="font-size: 15px;">che cerca un oceano migliore.</span><br />
<span style="font-size: 15px;">Respira, è tutto normale.</span><br />
<span style="font-size: 15px;">Con uno scacco </span><br />
<span style="font-size: 15px;">vola via, diventa freccia. </span><br />
<span style="font-size: 15px;">Con uno scatto sfreccia, </span><br />
<span style="font-size: 15px;">diventa matto, il migliore di tutti.</span><br />
<span style="font-size: 15px;">Sono un punto mobile, per metà.</span><br />
<span style="font-size: 15px;">Sono un'esclamazione</span></span></div><div><span style="font-size: 15px;"><span style="font-size: 15px;">imperdibile, per metà.</span><br />
<span style="font-size: 15px;">Ma tu respira, è tutto normale.</span><br />
<span style="font-size: 15px;">Fai andare quel diaframma,</span><br />
<span style="font-size: 15px;">impara a respirare.</span><!--/data/user/0/com.samsung.android.app.notes/files/clipdata/clipdata_bodytext_221112_115638_140.sdocx--></span></div>Lara A.http://www.blogger.com/profile/10983202779318036295noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8528156459836905218.post-40540707841351732702022-11-09T20:12:00.002+01:002022-11-09T20:12:27.719+01:00I Piccoli Bigfoot "Tra Bergamo e il Far West"<p style="text-align: justify;"> </p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><img alt="Piccoli Bigfoot Tra Bergamo e il Far West" border="0" data-original-height="500" data-original-width="500" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhcVsegKmeCs3TrUpCh2E3dPRZgZ2joDcJ8osXkKgKI93yr6avxpYg9fQfJSRF1Oj5Vw4GmcR4fxRvY5QgkgVBfVTcyofydbeXx77V6oCLnxLbOrnFUBMu7RBT_MYjxCQ6rXybY5_u6fsxXOUsfj7DMRoxCYRGS3jXgJFKJ8ZwgtVXrrg2RaPHA4PJE/w320-h320/piccoli-bigfoot.jpg" width="320" /></div><p></p><p style="text-align: justify;"><span style="font-size: 15px;"><b>"Tra Bergamo e il Far West"</b> è il piccolo capolavoro (piccolo solo perché è un EP di cinque pezzi e perché "i Bigfoot sono Piccoli") dei - mi ripeto, lo so - <b>Piccoli Bigfoot</b>. Il titolo del mini album è perfetto, perché non solo riprende parte del testo di uno dei pezzi, ma rappresenta in un tragitto immaginario fantastico, quello che è musicalmente. È un cantautore, il Piccolo grande Bigfoot che ha dato vita a questo progetto, ma non è comune, anche quando lo conosci di persona (chi lo ha avvistato lo sa). I suoi testi sono una meraviglia che si staglia tra ironia, profondità, giochi di parole da Cappellaio Matto (scusate, da Piccolo Bigfoot matto), allegria, tristezza che si prende in giro, tematiche importanti trattate con dolcezza, simpatia, rispetto e voglia di far sentire la voce di personaggi palpabili e persino amore. Iniziamo dal principio, come si dice: "la Bella" dei Piccoli Bigfoot è una di quelle che belle o meno è sempre Bella, perché "arriva al fosso" con un peso e se ne libera. Si libera dalle maschere e finalmente fa vedere al mondo chi è realmente. I panni e la cenere, che ricordiamo come scene di un'andata tradizione, prendono un significato molto, molto più profondo. Tutta la storia della sua vita, le esperienze che l'hanno formata, le sconfitte, i dolori e le gioie, tutto ciò che l'ha resa una donna capace di sbattersene di tutto e tutti, le danno lo slancio per tornare in mezzo alla gente a viso scoperto, messa a nudo senza timori, pronta a dire basta e a urlare al mondo il suo amore: la donna che la rende felice, che la fa ridere, con la quale vuole passare la sua esistenza. Smette così di sprecare fiato con chi non comprende e forse mai lo farà. Finalmente, al fosso trova refrigerio lavando le ferite, bruciando le cicatrici con l'acqua per mostrarle al mondo con l'orgoglio di una guerriera, determinata a difendere la sua libertà. Arriva poi un'altra bella ed anche se è molto diversa, anche lei ha sofferto tanto. Tanto da essere "La più bella che c'è". Un inno, una coccola, un abbraccio, alla propria città. Bergamo, che con Brescia è stata epicentro di un terremoto devastante con la pandemia del Covid, è straziata da tutto quel dolore, dalle vittime, dal silenzio assordante. Una città che di suo è meravigliosa e che, in compagnia ed unione alla Leonessa, braccetto e braccetto, ha affrontato qualcosa che solo chi ha visto e vissuto, può comprendere davvero. Tutta l'Italia è stata travolta, ma le condizioni delle due province in quel periodo, sono davvero difficili da descrivere. Non si percepiva solo nelle grandi città, lo si percepiva e vedeva tra le strade di paesi minuscoli ed ogni sirena era un dolore forte come una spada conficcata nel cuore. Il Piccolo Bigfoot lo sa bene e sa che la sua cara Bergamo si rialzerà, quindi le scrive. Mano nella mano con Brescia, con la quale sarà capitale della cultura 2023, Bergamo si è rialzata e anche se ferite, l'Aquila e la Leonessa, hanno ridato vita a se stesse. Ascoltatela e basta questa canzone forte e delicata e, magari, non dimenticate. "Prima gli immigrati", il terzo pezzo dell'EP, in realtà parla di miriadi di cose ed è il culmine dell'adorabile sottigliezza dei giochi di parole da cappellaio di cui accennavo: "Prima i partiti, poi gli arrivati" o "Prima compro l'oro, poi compro loro". Giochi di parole che non sono solo giochi di parole. Sono tutti schiaffi ben piazzati, crudi e dolci, di quelli che svegliano un po' chi si sta addormentando quando non è il caso. "Se se se": dolce, amara, romantica, vissuta, commuovente, verace. Sono parole che per forza ti senti dentro, pensando a tutti i se che a volte passano per la testa se ti ci metti, ma alla fine il tempo passa, quindi basta restare ai "Se". Senza dirlo, ci consiglia poeticamente di evitare di accumularli. La vita è una sola, non perdiamocene dei pezzi. Infine, anche se le adoro tutte, la mia preferita: la "Sindrome di Peter Punk". A parte il fatto che rivela le origini musicali del Piccolo Bigfoot ora cantautore (che non ha perso in questa veste alcuni aspetti tipici del pensiero, quello giusto e non cazzaro, del punk), è un brano che - porca miseria! - ti entra dentro. Potrebbe sembrare solo "nostalgico", ma non lo è. Da questa strana sindrome magari non è necessario guarire del tutto, anzi, è un po' come lo spirito bambino da mantenere vivo perché senza che gusto c'è? ma è anche la consapevolezza della crescita, della maturazione, delle domande importanti. È come un passaggio, dall'adolescenza all'età adulta o "da quando sei bambino" a quando capisci che è sacro mantenere in te lo spirito bambino, perché solo continuando a sgranare gli occhi, potremo vivere a pieno. Ed ora, dopo tutte queste parole, vi dico solo di ascoltare, di sentire. Oh, i Piccoli Bigfoot sono quattro, ma sono uno. Insomma, sono/è, tutte e due le cose. Se non c'è un po' di mistero e confusione, non è, non sono, i Piccoli Bigfoot. Mi auguro che arrivi presto un album, perché questo EP, per me personalmente, ha l'asticella già molto alta e chissà... cosa verrebbe fuori da un album vero e proprio. In fondo, "Tutti i migliori sono matti".</span></p><p style="text-align: justify;">Link:</p><p style="text-align: justify;"><a href="https://youtube.com/channel/UCi3AMjQVTVUOy8xoTGNKuwA" target="_blank">"Piccoli Bigfoot - YouTube"</a></p><p style="text-align: justify;"><a href="https://www.facebook.com/piccolibigfoot" target="_blank">"Piccoli Bigfoot - fb"</a></p><p style="text-align: justify;"><a href="https://instagram.com/piccoli.bigfoot?igshid=YmMyMTA2M2Y=" target="_blank">"Piccoli Bigfoot - Instagram"</a></p><p style="text-align: justify;"><br /></p><!--/data/user/0/com.samsung.android.app.notes/files/clipdata/clipdata_bodytext_221109_194131_006.sdocx-->Lara A.http://www.blogger.com/profile/10983202779318036295noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8528156459836905218.post-43518388088224083462022-11-02T20:45:00.002+01:002022-11-02T20:45:57.892+01:00Lucciole<p></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><img alt="lucciole" border="0" data-original-height="168" data-original-width="208" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjEZoqYKLP7o93EQkLq-9dVab3hEl7cVu6Lu5nIfhgW2Sj5EKOjOBhnfkjYwgcmXX6gFv0m7T3AwIJZ9AIXlE4woYwz2TMCULQhih3bqwScSCrq38Z7mVjnO6K2NzOXUpKVJca6wp1UO1a1Pfgs4bgub-FIxGbvlYH6z6EqyKOGOl34KSGJoTTIKKY4/s16000/20221101_010654.jpg" /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;">
<span style="font-size: 15px;">Anime castrate ovunque. </span><span style="font-size: 15px;">Le vedi che si aggirano </span><span style="font-size: 15px;">con gli occhi vuoti, infertili </span><span style="font-size: 15px;">per l'incapacità </span><span style="font-size: 15px;">di meravigliarsi ancora. </span><span style="font-size: 15px;">E poi ci sei tu, una stella </span><span style="font-size: 15px;">che splende perpetua, </span><span style="font-size: 15px;">che non muore mai, </span><span style="font-size: 15px;">nonostante tutto </span><span style="font-size: 15px;">e tutti, anima bella. </span><span style="font-size: 15px;">Lucciole </span><span style="font-size: 15px;">tormentate dall'intermitenza, quelli come noi, che non molliamo davanti all'indifferenza. Che fatica, che Bellezza, che Meraviglia.</span></div><p></p>Lara A.http://www.blogger.com/profile/10983202779318036295noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8528156459836905218.post-20021519569535837522022-10-28T00:35:00.002+02:002022-10-28T00:35:26.174+02:00Che importa del tuo male cronico?<p></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhoD1YaJeS0AgE5BTgBJebFeOTmnaYXa3rXGAh4jb9Gi0ONqzNworfYX-1zDZZKlUqkZ0y6XBbDTUwAlP6O_ZmgHtOyUtaYdfPiO14gpcGViKrCisPUf1Z7uPPqN3MYW2VtmsQ8gQ0MTPB-Zd8vdsEbGPPWsAcv84COKqu71XnhJ_-b-2euCc48pHuc/s480/x3a7gqjrnu-poi-ci-sono-le-persone-invisibili-quelle-che-non-sgomitano-quelle-che-non-fanno_a.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="419" data-original-width="480" height="279" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhoD1YaJeS0AgE5BTgBJebFeOTmnaYXa3rXGAh4jb9Gi0ONqzNworfYX-1zDZZKlUqkZ0y6XBbDTUwAlP6O_ZmgHtOyUtaYdfPiO14gpcGViKrCisPUf1Z7uPPqN3MYW2VtmsQ8gQ0MTPB-Zd8vdsEbGPPWsAcv84COKqu71XnhJ_-b-2euCc48pHuc/s320/x3a7gqjrnu-poi-ci-sono-le-persone-invisibili-quelle-che-non-sgomitano-quelle-che-non-fanno_a.jpg" width="320" /></a></div><br /><span style="font-size: 15px;">Che importa del tuo male cronico,</span><div><span style="font-size: 15px;">è cronico, cosa vuoi che cambi?</span></div><div><span style="font-size: 15px;">Che importa, se così tanti</span><span style="font-size: 15px;"><br /></span>
<span style="font-size: 15px;">trattano tanti</span><br />
<span style="font-size: 15px;">come un numero</span><br />
<span style="font-size: 15px;">e di quelle miriadi </span><br />
<span style="font-size: 15px;">tra noi e voi, </span><br />
<span style="font-size: 15px;">la differenza è che siamo</span><br />
<span style="font-size: 15px;">addirittura numeri invisibili?</span><br />
<span style="font-size: 15px;">In fondo, che ne sapete voi,</span><br />
<span style="font-size: 15px;">di quanta è la forza </span><br />
<span style="font-size: 15px;">che ci mettiamo per sorridere.</span><br />
<!--/data/user/0/com.samsung.android.app.notes/files/clipdata/clipdata_bodytext_221028_001647_362.sdocx--></div>Lara A.http://www.blogger.com/profile/10983202779318036295noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8528156459836905218.post-9686255036046613122022-10-22T00:19:00.003+02:002024-01-27T12:40:13.098+01:00Veleno<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiW_wIZMJxGCvY726GHOKKDu7BRLTaoZQN99qneUQyBkCAsiqDEaWGfWEOEV5kNVkLJ1C6reDygcKhRr_zd5AVpjUJD-0aUHvtFvGRpRPGNLSzNTw2ivAhYf1yB-3hXQdnnm9DhRbMRhiyjVaOisRW4NhfDD_ujacdI58ZEGwtz3qLCJ_1K6owh0H28nNE/s540/1666390552633664.png" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img alt="immagine bianco e nero, occhi scuri con una luce naturale a forma di cuore in entrambi" border="0" data-original-height="133" data-original-width="540" height="99" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiW_wIZMJxGCvY726GHOKKDu7BRLTaoZQN99qneUQyBkCAsiqDEaWGfWEOEV5kNVkLJ1C6reDygcKhRr_zd5AVpjUJD-0aUHvtFvGRpRPGNLSzNTw2ivAhYf1yB-3hXQdnnm9DhRbMRhiyjVaOisRW4NhfDD_ujacdI58ZEGwtz3qLCJ_1K6owh0H28nNE/w400-h99/1666390552633664.png" width="400" /></a></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><br /></div><div><span>Dritto, di pancia, si sente,</span><br />
<span>il filtro amaro e sottile</span><br />
<span>del veleno che si abbatte sulla carne,</span><br />
<span>della mole di buio che si frantuma</span><br />
<span>d'un colpo, come un pugno nello stomaco.</span><br />
<span>Gli occhi del dolore, hanno un cuore dentro.</span><br />
<!--/data/user/0/com.samsung.android.app.notes/files/clipdata/clipdata_bodytext_221022_001241_125.sdocx--></div>Lara A.http://www.blogger.com/profile/10983202779318036295noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8528156459836905218.post-62765452239226399792022-10-15T09:20:00.004+02:002022-11-02T08:13:25.505+01:00Pepe<div class="separator"><div class="separator" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><div class="separator" style="clear: both;"><br /></div></div><div class="separator" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em; text-align: center;"><img alt="donna con vestito, vestito rosso, pepe, vita, luna" border="0" data-original-height="940" data-original-width="564" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi1nc5Qzds567yYzFZFc3nM_tuwoTt_7XOXYvSlhqKtHmjm-_3VqEZ-KamJpCFA6Z68BcuNABhCwNfsmDs4uG9SuFbitIDfdsRomayzMihe5KuASr4YznyFuI02ROibsDJc9UVUQtyC9xeAs8L0Dpj_sIFVy_99QyqrplAZmMCavolP5V1IjHFLZ6R9/w192-h320/6%20amazing%20watercolor%20portrait%20painters%20_%20Sky%20Rye%20Design.jpeg" width="192" /></div><div class="separator" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><br /></div><div class="separator" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><div class="separator" style="clear: both;">Togli il vestito, liberati </div><div class="separator" style="clear: both;">di quel dubbio recintato,</div><div class="separator" style="clear: both;">metti un po' di pepe sul tuo amuleto.</div><div class="separator" style="clear: both;">Riempi il serbatoio di vita,</div><div class="separator" style="clear: both;">che la vita è cara, che la vita è una.</div><div class="separator" style="clear: both;">Salta in sella alla tua Luna </div><div class="separator" style="clear: both;">e non fuggire da te,</div><div class="separator" style="clear: both;">perché la fuga è tecnica,</div><div class="separator" style="clear: both;">perché restare è arte.</div></div></div>Lara A.http://www.blogger.com/profile/10983202779318036295noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8528156459836905218.post-62289967867549229812022-10-09T20:41:00.003+02:002022-11-02T08:11:16.525+01:00Un cuore<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj_TV7gq2NagDR2NQRnf3GgLN8j1DpvCbI7Vxr_ZN-AXQqxhxGwlb0L1l3HawcG7RpH7_4MwbgFj1NfxVRiSXQdPgj9H0ey8MIbexM2BGGih9j9slohxuMy6dfB7yTMGhsCJYooibdm2NA/s1600/1665340860184334-0.png" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;">
<img alt="cuore, dolore, gioia, vita" border="0" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj_TV7gq2NagDR2NQRnf3GgLN8j1DpvCbI7Vxr_ZN-AXQqxhxGwlb0L1l3HawcG7RpH7_4MwbgFj1NfxVRiSXQdPgj9H0ey8MIbexM2BGGih9j9slohxuMy6dfB7yTMGhsCJYooibdm2NA/w400-h400/1665340860184334-0.png" width="400" />
</a>
</div><div><br /></div><div><span>Un cuore rotto fa rumore,</span></div><div><span>un botto enorme. </span></div><div><span>Un cuore felice tintinna </span></div><div><span>come una lucciola, </span></div><div><span>colora di fragole. </span></div><div><span>Un cuore</span></div><div><span>rotto e felice, suona.</span></div><div><span>È una sinfonia, canta pure.</span></div><div><span>È sincopato, è ritmato,</span></div><div><span>è un ossimoro che profuma.</span><!--/data/user/0/com.samsung.android.app.notes/files/clipdata/clipdata_bodytext_221009_203940_095.sdocx--><br /></div>Lara A.http://www.blogger.com/profile/10983202779318036295noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8528156459836905218.post-39756134432770363412022-09-28T21:16:00.004+02:002022-12-18T23:21:23.545+01:00Furia<p></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgL2q2vfcDqRuhF1OSxC3VSx5PF-oJoDG6SA0kRmluytmbwFD5UAnw1JH8XhAdyvIOylGcApi3UPckd_MUOY4lsLb_WKltousTVjCvtq7Grnr_tBvWChlmUeflLdPf2qaV0sbYuVabdACg/s1600/1664392560364267-0.png" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;">
<img alt="clessidra, tempo, vita" border="0" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgL2q2vfcDqRuhF1OSxC3VSx5PF-oJoDG6SA0kRmluytmbwFD5UAnw1JH8XhAdyvIOylGcApi3UPckd_MUOY4lsLb_WKltousTVjCvtq7Grnr_tBvWChlmUeflLdPf2qaV0sbYuVabdACg/w233-h320/1664392560364267-0.png" width="233" />
</a>
</div><p></p><span style="font-size: 15px;">La clessidra teme</span><br />
<span style="font-size: 15px;">la furia bianca e nera </span><br />
<span style="font-size: 15px;">della pulsione,</span><br />
<span style="font-size: 15px;">della follia benedetta </span><br />
<span style="font-size: 15px;">di chi desidera,</span><br />
<span style="font-size: 15px;">ama, sfreccia, scocca,</span><br />
<span style="font-size: 15px;">cerca il contatto, la gentilezza,</span><br />
<span style="font-size: 15px;">la profondità della grazia</span><br />
<span style="font-size: 15px;">e la grazia della profondità.</span><br />
<span style="font-size: 15px;">Cosa possono i granelli</span><br />
<span style="font-size: 15px;">dinnanzi a un petto </span><br />
<span style="font-size: 15px;">che batte e dibatte,</span><br />
<span style="font-size: 15px;">grida, felice e infelice,</span><br />
<span style="font-size: 15px;">ma sempre intatto,</span><br />
<span style="font-size: 15px;">ricostruito o rinato?</span><br />
<span style="font-size: 15px;">Non importa </span><br />
<span style="font-size: 15px;">del tempo dell'uomo,</span><br />
<span style="font-size: 15px;">importa del tempo,</span><br />
<span style="font-size: 15px;">dello spazio, delle dimensioni.</span><br />
<span style="font-size: 15px;">Avanti a stenti non ha senso,</span><br />
<span style="font-size: 15px;">sono così più interessanti, gli intenti.</span><br />
<span style="font-size: 15px;">Gli intenti e le azioni,</span><br />
<span style="font-size: 15px;">i progetti, le emozioni.</span><br />
<span style="font-size: 15px;">Forse non sempre</span><br />
<span style="font-size: 15px;">la tenerezza è felice,</span><br />
<span style="font-size: 15px;">ma è sempre meglio, si dice.</span><br />
<span style="font-size: 15px;">La clessidra teme</span><br />
<span style="font-size: 15px;">una furia fuxia che</span><br />
<span style="font-size: 15px;">vomita via il catrame,</span><br />
<span style="font-size: 15px;">povero infame.</span><br />
<span style="font-size: 15px;">Cosa possono i granelli</span><br />
<span style="font-size: 15px;">di un tempo così umano,</span><br />
<span style="font-size: 15px;">dinnanzi a un petto</span><br />
<span style="font-size: 15px;">che batte e dibatte,</span><br />
<span style="font-size: 15px;">perde felice il controllo</span><br />
<span style="font-size: 15px;">e si rianima da sé?</span><!--/data/user/0/com.samsung.android.app.notes/files/clipdata/clipdata_bodytext_220928_210043_363.sdocx-->Lara A.http://www.blogger.com/profile/10983202779318036295noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8528156459836905218.post-25152997481247562652022-08-28T12:14:00.000+02:002022-08-28T12:14:09.503+02:00Vetro<p style="text-align: justify;"><span style="background-color: default; color: default;"></span></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEicq35jpcXfemulFuD42KBmx8sE7zuBGDaweyT6qcrQV_g592W4LYAupnh4Idvkt0DoCqzzLxxcrxOarTpOrKurwJ47HX-AVBYqwvNkWDUt8Ebsfyo6z3YFRQazl_g8jb9xh64I7jcapVIhxo7IQAAdBU_5FcmoeUC8IpvxAOsuV2FmjZn8GoUdzG34/s500/x%20blog.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img alt="vetro, viso sul vetro, mani sul vetro" border="0" data-original-height="500" data-original-width="376" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEicq35jpcXfemulFuD42KBmx8sE7zuBGDaweyT6qcrQV_g592W4LYAupnh4Idvkt0DoCqzzLxxcrxOarTpOrKurwJ47HX-AVBYqwvNkWDUt8Ebsfyo6z3YFRQazl_g8jb9xh64I7jcapVIhxo7IQAAdBU_5FcmoeUC8IpvxAOsuV2FmjZn8GoUdzG34/w301-h400/x%20blog.jpg" width="301" /></a></div><p></p><p style="text-align: justify;"><span style="background-color: default; color: default;"><span style="font-family: inherit;">È come essere in un'enorme stanza bianca, completamente bianca, tanto da accecare ed è come essere divisi da un vetro, senza avere nulla a disposizione per romperlo e "raggiungersi". Quel vetro è lì per un motivo, ma tu sai che basterebbe un centimetro e le tue mani si intreccerebbero a quelle della persona che ami. Padre, madre, fratello, sorella, amico, amica, l'innamorato o innamorata; tutto l'amore che c'è, in sostanza. E che vuoi fare? Batti i pugni, cerchi in qualche modo di spaccare lo stesso il vetro, a costo di farti male, a costo di tagliarti la pelle. Dall'altra parte, a volte, la persona che vorresti abbracciare o riabbracciare è lì che sbraita e lotta con te. A volte siete come una cosa sola, a volte avete metodi e dimensioni diverse. A volte, sei solo tu a battere i pugni, i palmi, il cuore. Il fatto è che in ogni caso, il tuo istinto di sopravvivenza ti dice di respirare, di riempirti i polmoni di vita più che puoi e quindi, per quanto il vetro sia resistente o per quanto a volte la persona di fronte a te non lotti, a volte per un motivo e a volte per quello opposto, tu accetterai la sfida, perché alla Vita non si rinuncia.</span></span></p>Lara A.http://www.blogger.com/profile/10983202779318036295noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8528156459836905218.post-19295107033435604012022-07-11T10:50:00.003+02:002022-07-11T11:01:46.016+02:00Cifra<p style="text-align: justify;"></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjq5eL0jh05_7iX84oXYDROT9KcL0yl_H2H6F-7lJEOnCsx01ArF0Y0v8RdWStovRF71xQWTMMKo-upq_nrGW2t5-Jy4XiKPq1iHFqBgST9gnxWe66OBQRoBX2Bc071dNd0mAYQSWXlSooj_jryyDrCVg3P3Y88sLfgt5XjECDj5BYm3U6_qdMjASHK/s600/x%20blog.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img alt="fuoco, la voce che viene da dentro, senza cifra" border="0" data-original-height="400" data-original-width="600" height="240" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjq5eL0jh05_7iX84oXYDROT9KcL0yl_H2H6F-7lJEOnCsx01ArF0Y0v8RdWStovRF71xQWTMMKo-upq_nrGW2t5-Jy4XiKPq1iHFqBgST9gnxWe66OBQRoBX2Bc071dNd0mAYQSWXlSooj_jryyDrCVg3P3Y88sLfgt5XjECDj5BYm3U6_qdMjASHK/w385-h240/x%20blog.jpg" width="385" /></a></div><p></p><p style="text-align: justify;"><span face="Arial, Helvetica, sans-serif" style="text-align: justify;">La voce che viene da dentro, dal profondo, che ti pesca e ti spacca, così trovi, così chiami, così torni. La voce istantanea, vera che urge di grida, di canti, di tempi e temporali, armoniche grida, sussurri mai vuoti, mai vani. Così calda dalle corde, che fatica, che infuoca. Ottovolante, vomito emozioni, dammi una ragione per non urlare. Sono sogni che vivo sempre e sono anche sogni infranti, sono vene e sangue e <i>"Mon coeur mis à nu"</i>. Sono fuori forma in forma, fuori stampo, avvelenato fuori tema, polmone nero fumo. Quest'aria fresca che consola, eppure il tempo non mi ha dato scampo oggi, mi ha mangiato viva. Sei lì, ti sento, non riesco, ora, a raggiungere il varco. Lo rifarò, ti rivedrò, mi sentirai. Fiume stonato, mi fa male al petto, ma che ne sanno che ne fanno del suono; io ho bisogno di un tuono e forse di un perdono. Come lo spieghi? come lo dici? uno su un milione intravede le radici. Nuvole stanche. Piovi cielo appena puoi, piangi anche per noi. E vaffanculo l'ordine e la cifra e quel che so, posso andare altrove, perché paura non ho. Non temo quel che vedo e sento, non più di me stessa; la rabbia è solo una punta di erismo per la voce, per medesima me. Eppure poi vedo e mi dispiaccio della mancanza di pace altrui, soccorro e accorro, cosa succede mai? Sono solo inchiostro e musica. Solo. "Che dici mai". Soli noi, ma che guai... e soli voi, "ma che fai"? "La tolleranza che smette di esistere nel momento in cui la nomini", il silenzio non sentito, non ascoltato, non capito. Ho il cielo in fronte, l'universo in mente, il peso in spalla. Sii la tua esistenza, perché non serve immaginarla. E pur sapendo e conoscendo il non sapere, giungendo al punto ancora mi fermo, esplodo e tremo; non sto più nel corpo mio. Firmo righe di parole in coda, che forse comprendo solo io.</span></p>Lara A.http://www.blogger.com/profile/10983202779318036295noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8528156459836905218.post-87303087750015948642022-07-09T20:45:00.001+02:002022-07-11T10:30:42.099+02:00Virgola<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgUIf4FC-ldZ1W-vpO4RoLd5KNMI3Imy3rSt_GC3InDJHz2iMUbmzu3kNj29l2ADvNUDq7P2wctgt_8Stf0XJ2oOwJPzVvNbD38DOfDhBbwiXX1ZXfHnKNtmIjH7sIYkwkeYUtbxOoC-beETiHvXwV5-EPxEDiKDrpb_xxjveimckXDcOJCU9bpdmB3/s800/lettere-bianche-sparse-109168707.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img alt="lettere sparse, virgola" border="0" data-original-height="533" data-original-width="800" height="213" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgUIf4FC-ldZ1W-vpO4RoLd5KNMI3Imy3rSt_GC3InDJHz2iMUbmzu3kNj29l2ADvNUDq7P2wctgt_8Stf0XJ2oOwJPzVvNbD38DOfDhBbwiXX1ZXfHnKNtmIjH7sIYkwkeYUtbxOoC-beETiHvXwV5-EPxEDiKDrpb_xxjveimckXDcOJCU9bpdmB3/w320-h213/lettere-bianche-sparse-109168707.jpg" width="320" /></a></div><p style="text-align: justify;"><span>Trampoli, trampolino, equilibrio, mosche, fastidio, giocoliere, giocare, non morire, marea, isola che non c'è, isola sommersa, segui la stella, destinazione, ali bruciate, cicatrici scolpite, sete e fame, essere e provare ad essere, respirare, manca fiato, affanno, tribolazione, vita, fuoco, aria, acqua, guarire da se stessi, tormento, sentirsi sbagliati, pezzo di pane, dare senza aspettarsi nulla in cambio, troppo, io, tu, noi, voi, essi, il nulla, il tutto, l'essenza, la terra, labirinto, insegnami a guardarmi con gli occhi dell'amore, la parte migliore, la parte peggiore, i limiti, le catene da spezzare, le linee sulla mano non portante rughe come sul viso, la trasformazione, la virgola, il punto, l'ansia di sé, mi chiedi perché?, mal di stomaco, nausea della vista, vedo troppo, sento troppo, combattere troppo, rialzarsi sempre, in ogni caso, non poter cadere, se cado mi prendi? Posso lasciarmi cadere?</span></p><!--/data/user/0/com.samsung.android.app.notes/files/clipdata/clipdata_bodytext_220709_202928_374.sdocx-->Lara A.http://www.blogger.com/profile/10983202779318036295noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8528156459836905218.post-48305732118150143392022-01-30T11:46:00.007+01:002024-01-27T12:26:01.720+01:00Aiuta te stesso: "Ricorda che anche il David di Michelangelo, inizialmente, era un blocco di marmo"<p style="text-align: justify;"></p><table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><tbody><tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEht0-ow8fO3_y_lF2ItkD4kXfXkqZNmzxurySpYdvZuawEUsOyB60TfKSznrdqHpZ_a9mSk7oIS3TUKqNpHWUfH3RTA4-Lxal1acebcEZgcHhKu15Sh_0Ub4iIWlKezIaffK0OV9fIKqHTcPnQzIvBhJQ9xoB58eibmFtccaPtlL89ptnLpppUYoRpj/s300/Ricorda%20che%20anche%20il%20David%20di%20%20Michelangelo%20un%20tempo%20era%20un%20blocco%20di%20marmo.jpg" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img alt="Ricorda che anche il David di Michelangelo, inizialmente, era un blocco di marmo." border="0" data-original-height="254" data-original-width="300" height="339" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEht0-ow8fO3_y_lF2ItkD4kXfXkqZNmzxurySpYdvZuawEUsOyB60TfKSznrdqHpZ_a9mSk7oIS3TUKqNpHWUfH3RTA4-Lxal1acebcEZgcHhKu15Sh_0Ub4iIWlKezIaffK0OV9fIKqHTcPnQzIvBhJQ9xoB58eibmFtccaPtlL89ptnLpppUYoRpj/w400-h339/Ricorda%20che%20anche%20il%20David%20di%20%20Michelangelo%20un%20tempo%20era%20un%20blocco%20di%20marmo.jpg" width="400" /></a></td></tr><tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><i>Ricorda che anche il David di Michelangelo, <br />inizialmente, era un blocco di marmo.</i></td></tr></tbody></table><br /><p></p><p style="text-align: justify;"><span style="text-align: justify;">Ami scrivere, sei un aspirante scrittore o un'aspirante scrittrice? </span><strong style="text-align: justify;">Aiuta te stesso, aiuta te stessa.</strong><span style="text-align: justify;"> Ci sono tre cose che devi avere: </span><strong style="text-align: justify;">1) pazienza 2) determinazione 3) tecnica. </strong><span style="text-align: justify; text-decoration-line: underline;">E questo discorso in realtà vale per tutti coloro che aspirano a realizzare qualcosa con la loro più grande passione; che si tratti di scrittura, di musica, di pittura o altro.</span><span style="text-align: justify;"> Perché? Te lo spiego subito.</span></p><h3>La pazienza è fondamentale</h3><p style="text-align: justify;">Devi sempre cercare il miglioramento e se non ne hai, non potrai raggiungere il risultato sperato. Non ci si può improvvisare scrittori e non è saggio pensare che basti il dono che ti è stato dato. Si può nascere con la scrittura nelle vene, così come per tutte le altre arti, ma non basta il talento. Non fare l'errore di pensare di essere al massimo delle tue potenzialità. La pazienza serve anche per attendere il momento più opportuno: a) per scrivere b) per proporsi a un pubblico. Un altro motivo per cui è importantissimo avere pazienza è che se devi catapultarti in un mondo, in questo caso quello editoriale, devi comprendere quali sono i suoi meccanismi e capire qual è la strada migliore per te. Se non hai ben presente questo aspetto, sarà come immergersi in una piscina olimpionica senza saper nuotare e senza avere un bagnino a soccorrerti.</p><h3>La determinazione è il motore</h3><p style="text-align: justify;">La determinazione è un motore per te stesso e per il tuo obbiettivo. Prima di tutto, se non credi tu in quello che fai, non ci possono credere gli altri. In secondo luogo, la determinazione ti porta a investire tempo per raggiungere i risultati che speri, per ritagliarti degli spazi solo per te e per la tua grande passione. Anche se hai poco tempo (credimi, te lo dice una persona che ne ha veramente poco). Essere determinati non significa però "solo" crederci, significa impegnarsi davvero, perseverare sulla propria strada comprendendo quali sono i tuoi pregi e quali sono le tue limitazioni. Senza abbatterti da un lato e privo/a di presunzione dall'altro.</p><h3>La tecnica e gli strumenti</h3><p style="text-align: justify;">Se vuoi fare il costruttore devi studiare parecchio e una volta fatto questo, devi imparare e riuscire a saper usare gli strumenti di lavoro. Ovviamente se scrivi, se fai musica, se dipingi e commetti un errore, non crollerà una casa, ma potrebbero crollare le tue speranze, la tua motivazione e potresti arrivare a pensare che "hai sbagliato tutto, sei un povero illuso". Se studi, ti impegni, cresci ed impari a usare gli strumenti su cui tanto hai lavorato, noterai un cambiamento incredibile, una maturazione eccezionale che non pensavi potesse fare così tanto la differenza.</p><h3>In conclusione</h3><p style="text-align: justify;">Che i risultati raggiungibili siano "piccoli" (ma non sono mai davvero piccoli), "medi" o "grandi", se non fai tutto quello che è necessario per provare ad arrivare alla meta, non saprai mai dove saresti potuto arrivare. Se segui la tua strada con consapevolezza e facendoti aiutare, allora saprai di aver fatto tutto il meglio e, credimi, avrai vinto la tua sfida in ogni caso. Provaci, abbi <strong>pazienza</strong>, <strong>determinazione</strong>, <strong>tecnica</strong>. <strong>Aiuta te stesso.</strong> <strong>Aiuta te stessa.</strong></p><p>L.A. Editing&Digital Marketing</p><p>→ <a href="https://www.facebook.com/LAEditing2019">Click here for the Facebook Page</a><br />→ <a href="https://www.instagram.com/laediting_and_digitalmarketing/">Click here for Instagram Page</a></p>Lara A.http://www.blogger.com/profile/10983202779318036295noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8528156459836905218.post-47975594616787486032022-01-09T12:29:00.001+01:002022-01-09T12:29:44.079+01:00Noi<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEjhHo8CAiFXahymPkqyeYHQk4sNBsXVUg0983kl4OkVhcvx6knga-CctLYiqmkEz1Nsvs74d71kQZKxHsaskktM9F39xILjSVo8lV8AfkrNeL-fBxaV3M_S2RTpbS0TeVbquRviMWGs7bSEBFttaLot93suvbesuZqzw4MMNgYWk2lSRdQxCS4ICYc6=s849" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img alt="dimensioni, multiverso, noi" border="0" data-original-height="566" data-original-width="849" height="266" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEjhHo8CAiFXahymPkqyeYHQk4sNBsXVUg0983kl4OkVhcvx6knga-CctLYiqmkEz1Nsvs74d71kQZKxHsaskktM9F39xILjSVo8lV8AfkrNeL-fBxaV3M_S2RTpbS0TeVbquRviMWGs7bSEBFttaLot93suvbesuZqzw4MMNgYWk2lSRdQxCS4ICYc6=w400-h266" title="Noi" width="400" /></a></div><br /><div>Come viole, le stelle,</div><div>profumano il cielo di luce.</div><div>Come sentieri, le scie,</div><div>contornano e definiscono</div><div>il palpabile e l'impalpabile.</div><div>Come calore che si vede,</div><div>l'aura d'una piuma si specchia</div><div>e il suo riflesso è un mondo oltre,</div><div>che posso vedere, almeno in parte, grazie a te.</div>Lara A.http://www.blogger.com/profile/10983202779318036295noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8528156459836905218.post-89130674444664309682021-12-25T12:05:00.004+01:002022-05-17T11:34:41.718+02:00La Rinascita<p style="text-align: justify;"><span style="background-color: white;"><span style="color: white;"></span></span></p><p style="text-align: justify;"><span><span style="color: white; font-family: arial; font-size: large;"><a href="https://archive.stsci.edu/hst/helix/images.html" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;" target="_blank"><img alt="nebulosa NGC 729, l'occhio di Dio" border="0" data-original-height="623" data-original-width="750" height="332" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/a/AVvXsEi1qDopDoXDx84O0CEqpysgbTrLngPczO_CdC8UOFXOHJbtdkDU743b6zhaMUgQLd_UBV83fjja7s1WM2ouoEOhIaP7KKmFLwW71NRRKCDU6DbiBJGkiz4tr-Nlt5xrW3A7C6bBS-d8O0TrlSrSZKXoSojPB7FaFaeC-CC3UFQxYEs4SmQRnvLa4wwP=w400-h332" title="Nebulosa NGC 729" width="400" /></a></span><span style="color: white; font-family: arial; font-size: large;"><br /></span></span></p><p style="text-align: justify;"><span><span style="color: white;"><span style="font-family: "Arial",sans-serif; font-size: 13.0pt;">Sapete...
nella Bibbia non si dà un gran valore ai compleanni. In fondo, basta pensare
che il metro di misura dell'uomo è un tempo scandito, mentre quello di Dio è
universale, dunque quanto può essere minuscolo il giorno di un compleanno
qualunque rispetto all'eternità? La nostra vita è fatta perlopiù da
tribolazioni, ma se si impara a vedere oltre, tutto è più semplice e che Gesù
sia nato intorno al mese di ottobre (come alcuni studi dicono) o in un altro
momento, non è poi così rilevante. È bene sapere che non è nato il 25 dicembre
e da dove arriva in realtà questa data, per propria personale conoscenza, ma il
senso del Natale non è realmente il festeggiare la nascita di Gesù, secondo me.
Certo, nella religione cattolica si, ma la Bibbia non invita a festeggiare la
sua nascita, bensì la sua Resurrezione (<i>"Fate questo in memoria di
me"</i>). La Vita oltre la Vita, il Sacrificio e la Rinascita, il
Riscatto, la possibilità ridonata all'umanità di non morire nel buio totale.
Qualcuno si chiederà: "Ma che dice questa?" oppure "Che razza di
auguri di Natale sono questi?". In realtà, tutto ciò dà ancora più valore al
periodo perché è vero che Gesù non è nato il 25 dicembre ed è pur vero che se
vogliamo seguire le Sacre Scritture sarebbe più importante la Pasqua, ma è
anche vero che se dal paganesimo al Cristianesimo è stato scelto un giorno a
simbolo della Natalità, così come si può scegliere un giorno dell'anno a
memoria di qualunque cosa importante, beh... il giorno in sé, potrebbe essere
visto come promemoria annuale di quel che in realtà dovrebbe essere un
principio universale sempre. Il valore della Nascita, della Vita che è un
miracolo anche se è dura, di quanto possiamo ritenerci fortunati rispetto ad
altri, di quanto ogni giorno dovremmo essere verso noi stessi e verso gli altri
il meglio che possiamo, nei limiti dell'imperfezione umana. Dunque, la mia
conclusione è semplicemente questa: siate il meglio che potete essere, Amate
con la 'A' maiuscola, rispettate voi stessi e gli altri; amate la Vita e
cercate di farlo anche quando è più dura e come disse Bertolt
Brecht "bevetene a gran sorsi" perché quando sarà finita
"non né avrete avuto abbastanza", ma il giorno di Natale - se volete
riflettere su qualcosa - pensate alla sacralità della Vita non vedendola solo
come "passaggio" e come la mancanza, il vuoto, che lascia la perdita
di qualcuno che su questa Terra avete amato e sempre amerete, bensì
all'Eternità che aspetta, al Riscatto, alla Rinascita e alla possibilità
ridonata che Gesù e Dio hanno dato all'umanità, di non perdere mai e poi mai la
speranza poiché la Vita è un dono e la Vita non è "solo" quel che state
vivendo ora. Buon Natale, a tutti voi. </span><span style="font-size: 13pt;"><o:p></o:p></span></span></span></p><span>
<p style="-webkit-text-stroke-width: 0px; font-variant-caps: normal; font-variant-ligatures: normal; orphans: 2; text-align: justify; text-decoration-color: initial; text-decoration-style: initial; text-decoration-thickness: initial; widows: 2; word-spacing: 0px;"><span style="color: white;"><span style="font-family: Arial, sans-serif; font-size: 13pt;">Lara
Aversano</span><span style="font-size: 13pt;"><o:p></o:p></span></span></p><br /></span><p></p>Lara A.http://www.blogger.com/profile/10983202779318036295noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8528156459836905218.post-44495507414119342012021-12-11T12:12:00.036+01:002022-06-15T12:29:04.562+02:00Oscar Mariotti: un autore da tenere d'occhio<p style="text-align: justify;"></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEisrBiJlIcfcqr91atrBXfamsscdSz2WIPiQX967yDnU2z--8yVuLCAQM9tgjSV8mkfgB83YXC7PBLHu5AJNExlTrxxjcx3dcnwWWzD6m1DF8SdtjbEuF4x2ku9U7a5_jbstQavOk0xvrd7KbaARxhXeFAgAHtNEMzN6ReTx7YFCztgFtxzMLYQ2ceE/s300/SoleOscarMariotti.jpg" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img alt="Oscar Mariotti: un autore da tenere d'occhio, talento, Sole, scrittura creativa" border="0" data-original-height="199" data-original-width="300" height="271" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEisrBiJlIcfcqr91atrBXfamsscdSz2WIPiQX967yDnU2z--8yVuLCAQM9tgjSV8mkfgB83YXC7PBLHu5AJNExlTrxxjcx3dcnwWWzD6m1DF8SdtjbEuF4x2ku9U7a5_jbstQavOk0xvrd7KbaARxhXeFAgAHtNEMzN6ReTx7YFCztgFtxzMLYQ2ceE/w409-h271/SoleOscarMariotti.jpg" width="409" /></a></div><br /><p></p><p style="text-align: justify;"><span style="text-align: justify;">Oggi è una giornata di Sole ed è una di quelle volte in cui non te lo aspetti, spunta fuori e inizia a splendere. Credo dunque che sia la giornata più giusta per presentarvi </span><strong style="text-align: justify;">Oscar Mariotti</strong><span style="text-align: justify;">, un autore emergente dal talento incredibile, da tenere d'occhio, con cui ho il pregio di lavorare da un po'.</span></p><p style="text-align: justify;">Trovare un autore così talentuoso è veramente raro. Oscar, con la sua personalità, la sua profondità, la sua capacità di raccontare i mondi più disparati, il suo stile unico - e io che ho letto parecchi suoi scritti ve lo posso assicurare - tutto ciò, è raro davvero. Ho riconosciuto in lui un talento da seguire, accudire, coccolare, perché è così che si fa quando si trova un Sole. Non ha ancora pubblicato libri al momento, ma lo farà... uh, se lo farà.</p><p style="text-align: justify;">Sapete, essere scrittori è una condizione dell'essere, dunque - magari anche qualcuno di voi che legge - sappiate che non aver ancora pubblicato non significa non esserlo. Anzi, quanti <em>"non scrittori"</em> vediamo in libreria e negli store? Certo, può diventare un vero e proprio mestiere con qualcuno che ti appoggia e anche con un bel po' di fortuna, diciamolo, perché ahimè - almeno nel nostro bel Paese - il talento e il merito non bastano.</p><p style="text-align: justify;">Ad ogni modo, non vorrei dilungarmi troppo, vi dico solo che per me lui è "Pupil", uno scrittore come <em>"non né leggevo da tempo"</em> e una persona a cui, inevitabilmente, ora sono anche parecchio affezionata. Di seguito, una sua breve presentazione e il piccolo estratto di un suo spettacolare racconto.</p><div dir="auto" style="text-align: justify;">Nato a Merano (BZ) nel giugno del '76 e vissuto in Toscana da quando aveva quattro anni, <strong>Oscar</strong> <strong>Mariotti</strong> ha iniziato la sua vita parlando solo tedesco. A sentirlo parlare ora però, non si sente affatto! Crescendo in maremma, in un paesino lungo la costa, s'innamora sempre di più della lingua italiana, vivendo di lettura, Sole e salsedine. Vive di Sole e di ombre, un po' come tutti ed accusa il colpo dei lunghi ed umidi inverni all'ombra dei pini secolari. Inizia a scrivere tardi, tra il 2018 e il 2019, spinto dalla voglia dell'avido lettore di cercare il rinnovamento. Non lo sapeva, però, quanto fosse grande, questo suo talento; è restato lì, a lungo nascosto, come se anch'esso fosse restato all'ombra dei pini per un po'.</div><div dir="auto"> </div><div dir="auto" style="text-align: justify;">Riguardo all'inizio della sua sua avventura dice: <em>"Sentivo che le grandi lezioni degli autori del XX° secolo non erano state recepite e ho sentito l'impellenza di scrivere io stesso per provare a interpretarle a modo mio. Senza grandi pretese, ho iniziato a scrivere fino a che - inaspettatamente - una rivista di genere che si chiama "Il Grimorio del Fantastico", ha pubblicato un mio racconto dall'ambientazione fantasy. Ho continuato a cimentarmi nella scrittura cambiando genere e sviluppando uno stile che, benché acerbo, posso ora dire, mi contraddistingue. Mi è stato insegnato, mi è stato fatto capire, perché è importante avere qualcuno che individua "il tuo stile" e ti aiuta a percorrere le strade giuste. Per me è stato così: pochi mesi dopo la pubblicazione ho fatto l'incontro più importante della mia vita artistica e ho cominciato a pensare da scrittore". </em></div><div dir="auto"> </div><div dir="auto" style="text-align: justify;">Proprio così Oscar, "pensare da scrittore", vivere da scrittore. Prima di tutto iniziando dall'anima.</div><div dir="auto"> </div><div dir="auto"> </div><div class="separator" style="clear: both; text-align: left;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjVNyP6Xb0m_Xhjj2ryGztz0zmDD0vU_ftBGFS8gYhUbYsTvUOjfkr7fCHgGHMQjpPKfduTFthmumO_MrCD6O39jizu7xi4-6oP0dh_EBVzBGmB1Y9qxUDgnXGdArDfC5vjsh3Kn5hH1NYS9K_oPlGdUHPYSFQutXdRMOvypk3mMT-i5td9CJXQymfR/s1080/Oscar%201.png" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1080" data-original-width="1080" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjVNyP6Xb0m_Xhjj2ryGztz0zmDD0vU_ftBGFS8gYhUbYsTvUOjfkr7fCHgGHMQjpPKfduTFthmumO_MrCD6O39jizu7xi4-6oP0dh_EBVzBGmB1Y9qxUDgnXGdArDfC5vjsh3Kn5hH1NYS9K_oPlGdUHPYSFQutXdRMOvypk3mMT-i5td9CJXQymfR/w400-h400/Oscar%201.png" width="400" /></a></div><br /><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjxL9lWWhGk1YRpBHUeb4T-0awY70qtqi0GV1dZgUiTUSobMQxmWgBfmuuKkdafDr6Dvmt6ebXSzaHFTBqShSOXJikquSJxTWs-Ro4OX6OmKbwxiqrAMt7c0WXCBbjA1C7sxTZ8rl3myzmTGJSwc3wsB49q8RgYsf97OVUXskxYIRcneQMQmzrfmC9w/s1080/Oscar%202.png" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1080" data-original-width="1080" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjxL9lWWhGk1YRpBHUeb4T-0awY70qtqi0GV1dZgUiTUSobMQxmWgBfmuuKkdafDr6Dvmt6ebXSzaHFTBqShSOXJikquSJxTWs-Ro4OX6OmKbwxiqrAMt7c0WXCBbjA1C7sxTZ8rl3myzmTGJSwc3wsB49q8RgYsf97OVUXskxYIRcneQMQmzrfmC9w/w400-h400/Oscar%202.png" width="400" /></a></div><div dir="auto"><br /></div><div dir="auto"><br /></div><div dir="auto">Lara Aversano</div><div dir="auto"><a href="https://www.facebook.com/LAEditing2019" target="_blank">L.A. Editing&Digital Marketing</a></div>Lara A.http://www.blogger.com/profile/10983202779318036295noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8528156459836905218.post-62995141368548862222021-05-04T11:12:00.018+02:002022-06-15T12:06:17.199+02:00Christopher Vogler e “Il viaggio dell’Eroe” (parte 2)<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiVKfrnz98RWLu6kSG5528YbcGTxtl1rTuAd88AciOqSvYfQdJ9Wt-dnLl5qKwwFvPDcn7kuUP2js7pUFOXmWYOI9FgIg566RACkNHbogLiL5y8oUMTlfdtDBKJeUwTOXcKNUbPEuUzQVUaJLdiCOQAcotQSqVeZON1UOzqi5R043lt9NnWAO5aHUA1/s300/Messaggero%20interiore.png" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img alt="interiorità, messaggero interiore, archetipi" border="0" data-original-height="200" data-original-width="300" height="255" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiVKfrnz98RWLu6kSG5528YbcGTxtl1rTuAd88AciOqSvYfQdJ9Wt-dnLl5qKwwFvPDcn7kuUP2js7pUFOXmWYOI9FgIg566RACkNHbogLiL5y8oUMTlfdtDBKJeUwTOXcKNUbPEuUzQVUaJLdiCOQAcotQSqVeZON1UOzqi5R043lt9NnWAO5aHUA1/w382-h255/Messaggero%20interiore.png" title="La rappresentazione di un "Messaggero interiore"" width="382" /></a></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><br /></div><p style="text-align: justify;"> <span style="text-align: justify;">La scorsa volta ci siamo inoltrati negli </span><strong style="text-align: justify;"><a href="https://lailcammino.blogspot.com/2021/03/christophervoglerilviaggiodelleroe.html">archetipi di Christopher Vogler e “Il viaggio dell’eroe”</a></strong><span style="text-align: justify;">, prendendo in esame il ruolo del Mentore, dell’Alleato e del Guardiano della soglia, per la rubrica </span><strong style="text-align: justify;"><a href="https://lailcammino.blogspot.com/2020/07/il-racconto-e-i-suoi-segreti-parte-1.html">“Il racconto e i suoi segreti”</a> </strong><span style="text-align: justify;">(parte 1 nel link). Ora proseguiamo con il Messaggero.</span></p><h3 style="text-align: justify;"><span style="font-size: 12pt;">Il Messaggero:</span></h3><p style="text-align: justify;">Il Messaggero è un ruolo che può assumere diversi significati. Si pensa, in genere, debba per forza essere un personaggio “in carne e ossa” per dirla semplice, ma in realtà può essere un “qualcuno” o “qualcosa” che porta il protagonista al <strong>cambiamento interiore</strong>. Certo, può essere un personaggio esterno a quello principale, ma c’è da tenere in considerazione anche questo altro possibile aspetto, molto importante.</p><p style="text-align: justify;"><strong>Il messaggio</strong>, di fatto, <strong>può giungere da qualsiasi parte</strong>: si può trattare della melodia di una canzone, delle sue parole o di una chiacchierata fatta con un amico; può trattarsi di un discorso sentito da un estraneo, da un film che il protagonista guarda, un libro che legge, un gesto che vede fare da qualcuno per strada. Il messaggio è quel qualcosa che fa scattare nel protagonista un’evoluzione, un cambiamento interiore.</p><p style="text-align: justify;">Altra funzione importantissima del messaggero è quello di dare <strong>motivazione</strong> al nostro protagonista. Facciamo però degli esempi pratici per comprendere meglio i concetti.</p><p style="text-align: justify;">Nel primo caso potremmo pensare a una storia del genere e, volendo, basta una frase per esprimere <strong>“la chiamata” del protagonista”</strong>:</p><p style="text-align: justify;"><em>“Ora, come un fulmine a ciel sereno, sapevo cosa fare della mia vita. Avevo solo sedici anni, ma <strong>furono proprio quell’attimo infinitesimale e quelle immagini</strong> a farmi capire che dovevo cominciare a pensare al mio futuro e, il mio futuro, sarebbe stato l’Oceano.”</em></p><p style="text-align: justify;">Bene, in queste tre righe inventate al momento, è evidente che il messaggero non è un personaggio, ma delle immagini che passano in tv. Il protagonista ha una sorta di illuminazione. Lì inizierà il suo cambiamento e da quel momento in poi in lui si scatenerà la motivazione per raggiungere il suo primo obbiettivo. Un altro esempio potrebbe essere quello del <strong>messaggero/ mezzo</strong>:</p><p style="text-align: justify;"><em>“Aprii la busta completamente bianca domandandomi cosa potesse essere. Ero povero in canna ed ora, davanti a me, trovavo un assegno da un milione di dollari e un numero di telefono.”</em></p><p style="text-align: justify;">La busta, l’assegno e il numero di telefono. Mezzi per dire al protagonista in difficoltà che le cose cambieranno (in meglio o in peggio, nonostante il denaro, non si sa; potrebbe essere l’eredità di un parente sconosciuto o la tentazione di un criminale e, magari, il nostro protagonista si troverà in situazioni spiacevoli o rifiuterà, ritrovandosi magari anche con dei nemici).</p><p style="text-align: justify;">Ora diversi esempi di <strong>messaggeri “fisici”</strong>, con i loro rispettivi messaggi:</p><p style="text-align: justify;"><em>“Sei troppo negativo, non si può essere così a diciott’anni, santo cielo. Non saremo mai abbastanza saggi per essere felici davvero, però ci puoi sempre provare. <strong>La felicità ha diverse forme e dovresti cominciare a prenderle in considerazione</strong>, caro mio.”</em></p><p style="text-align: justify;">In queste righe d’esempio, una persona (amico/a, sorella/fratello ecc. ecc.) dice al protagonista una frase che lo farà riflettere. In sostanza, lo incita a darsi una mossa per provare a raggiungere degli obbiettivi o comunque qualcosa che lo porti alla sua strada e lo renda il più possibile ad essere felice.</p><p style="text-align: justify;"><em>“Alma, la tua gente non aspetta altro che te. <strong>Se non ti deciderai a prendere in mano la situazione, sarà la fine del nostro regno</strong>.”</em></p><p style="text-align: justify;">In questo caso, una principessa, una guerriera, questa Alma che è protagonista della storia, riceve un messaggio da un altro personaggio che la incita a fare qualcosa. Esorta la protagonista ad agire, perché se non lo fa, il suo regno cadrà.</p><p style="text-align: justify;"><em>“<strong>Hai intenzione di stare qui a pensare o prendi in mano quel telefono e ti informi per l’audizione?</strong> <strong>Forza!</strong> Non me ne andrò da qui fino a che non avrai alzato quella cornetta!”</em></p><p style="text-align: justify;">In questa situazione, il messaggero da un po’ la scossa al nostro/ alla nostra protagonista che, evidentemente ha l’obbiettivo di intraprendere una carriera da attore/ attrice (ad esempio), ma probabilmente è titubante, non crede troppo in sé, dunque il messaggero gli suggerisce il passo successivo.</p><p style="text-align: justify;"><em>“<strong>Albert,</strong> <strong>vai da Grace, prendi gli attrezzi e torna qui</strong>. Malcom ci aspetta per definire il piano: fai alla svelta, è meglio non farlo arrabbiare il capo. <strong>Abbiamo un colpo da portare a termine.</strong>”</em></p><p style="text-align: justify;">Questo personaggio dice al protagonista (Albert) quello che deve fare, dunque gli da un messaggio pratico, da parte del capo (Malcom) che lo porterà ad agire e compiere una serie di azioni (sino al presunto “colpo”, qui ovviamente non specificato).</p><p style="text-align: justify;">Il messaggero è sempre presente in un modo o nell’altro, solo con generi diversi. Il messaggero di <strong>“Pinocchio”</strong>, ad esempio, può essere identificato con il <strong>grillo parlante</strong> che funge da sua coscienza, mentre se pensiamo ad un film, potremmo fare riferimento alla saga dei <strong>“Transformers”</strong>. Chi è, nel primo film, il messaggero che darà il via a tutto? <strong>Bumblebee</strong>! Esattamente lui, uno dei migliori amici di Optimus Prime che giunge sgangherato tra le mani di Sam.</p><p style="text-align: justify;">Al prossimo articolo con gli archetipi del Mutaforme, dell’Ombra e dell’Imbroglione!</p><p>Consigliata la lettura di:<br /><a href="https://lailcammino.blogspot.com/2020/11/jungcampbellvogler.html" target="_blank">Jung, Campbell, Vogler: l’inconscio collettivo e “L’eroe dai mille volti”</a></p><p>Link:<br /><a href="https://www.facebook.com/LAEditing2019" rel="noopener" target="_blank">Fb: L.A. Editing&Digital Marketing</a><br /><a href="https://www.instagram.com/laeditinganddigitalmarketing/" rel="noopener" target="_blank">Instagram: @laeditinganddigitalmarketing</a></p>Lara A.http://www.blogger.com/profile/10983202779318036295noreply@blogger.com0