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venerdì 30 dicembre 2011

Intervista ad Alberto Fortis: gli equilibri del mondo



Alberto Fortis nasce in Piemonte, a Domodossola, nella provincia del Verbano - Cusio - Ossola, nell'anno 1955. Paesaggi di certo ispiratori. I suoi genitori sono Anna De Gasperis e Giulio Fortis, un medico chirurgo e colonnello degli Alpini. Alberto però non segue i passi del padre perché fin da piccino sente la vocazione per la musica e all'età di soli tredici anni costituisce la sua prima band. A sedici appare per la prima volta su Rai 2. Dopo la maturità classica e la laurea in medicina, esordisce nel 1979 con l'album "Alberto Fortis" prodotto da Claudio Fabi e accompagnato dalla Premiata Forneria Marconi. Brani quali "La sedia di Lillà" e "Il Duomo di notte" lo portano ben presto ad essere uno degli artisti più amati nel panorama musicale degli anni '80. Famosissima anche la sua provocatoria ma affettiva "Milano e Vincenzo". Alberto Fortis è sempre stato un grande poeta e come per ogni grande artista accade, non poteva mancare nella sua produzione artistica una sana dose di ironia, dettata dalla presa in causa di temi profondi, specchio del mondo attorno, dei giovani come dei vecchi. Alberto Fortis e la sua lente hanno aperto al pubblico le porte di un mondo splendido da esplorare e non poteva di certo passare inosservato. Sedici album sono sulle spalle di quest'uomo eccezionale, realizzati tra Italia, Stati Uniti e Inghilterra. Un disco di platino, due dischi d'oro e oltre un milione e mezzo di copie vendute. Pubblica anche due libri di poesie intitolati "Tributo Giapponese" e "Dentro il giardino" oltre che il romanzo autobiografico "Al - che fine ha fatto Yude?". Regista di molti dei suoi video e autore di una sceneggiatura per la quale collaborerà con la DreamWorks di Steven Spielberg, non si è fatto mancare nulla per così dire. "Il Duomo di notte" è stato incluso nella classifica delle cento canzoni ritenute fondamentali nella storia del pop-rock, in compagnia di brani quali "Like a Rolling Stone" di Bob Dylan e "Imagine" di John Lennon.

Alberto ha aperto concerti ai più grandi artisti della storia della musica durante la sua carriera, a partire dall'open act (a solo un anno dal suo album d'esordio) al concerto di James Brown a Modena. Nel '92 apre invece il concerto di Bob Dylan in occasione del Cinquecentenario della scoperta dell'America. Nel '99 la sua "We call it love" è parte della colonna sonora del film "Cool crime" di Jerome Cohen-Olivar. Seguono altre collaborazioni e successi: premi, riconoscimenti, progetti che riempiono la sua carriera fino ai giorni nostri. Il suo album "Fragole infinite" pubblicato nell'82 riscuote grande riscontro tra il pubblico e viene realizzato con la collaborazione del grande George Martin (produttore anche dei Beatles) e della London Philarmonic Orchestra; viene poi registrato allo storico studio "Abbey Road" di Londra. Collabora anche con Carlos Alomar (produttore del Duca Bianco) negli Stati Uniti e con altri grandi personaggi del panorama musicale nazionale e internazionale ( tra i quali Gerry Beckely dalla storica band "America", Bill Conti - autore delle colonne sonore dei film "Rocky"). Hanno suonato nei suoi dischi Aretha Franklin, Bob Dylan, Stevie Wonder, Michael Jackson, Sting, Supertramp, Madonna, Alanis Morisette... E hanno lavorato con lui gli italiani Claudio Fabi, Guido Elmi, Fio Zanotti e Beppe d'Onghia (produttori anche di Gianna Nannini, Vasco, Zucchero, Lucio Dalla...) nonché con la già citata Premiata Forneria Marconi e... chi ne ha più ne metta! Troverete comunque la sua biografia completa sul sito ufficiale e potete reperire facilmente sul web l'elenco completo della sua discografia. Da sempre i live sono il suo punto di forza, nelle esibizioni a piano e voce come in quelle con la sua band. L'incontro con McCarteny, Yoko Ono e con il regista Wim Wenders lo porteranno spesso a esibirsi a Los Angeles e New York. E' stato inoltre ricevuto in udienza privata dal Dalai Lama per la sua partecipazione attiva in progetti umanitari e sociali (è anche ambasciatore UNICEF e testimonial di AISM - Associazione Italiana contro la Sclerosi Multipla presieduta da Rita Levi Montalcini - nonché di City Angles, associazione umanitaria di volontariato sociale). Attualmente Alberto sta lavorando al suo nuovo progetto discografico e ad un musical di sua creazione. Sul suo sito appare una frase, amati versi di Osho che vengono ripresi anche in questa intervista e che davvero dicono molto di Alberto: "L’arte è come un fiore che nasce sul bordo della strada senza chiedere niente a nessuno, ma sempre pronto a farsi cogliere da chi lo sa riconoscere". Ho una certa reverenza e nonostante lui mi dica fin da subito di dargli del tu, più volte mi ritrovo a dargli del lei e la cosa fa sorridere entrambi. E' una persona semplicemente deliziosa, un artista unico, un'anima piena zeppa di cose da dire e con un'amore per la vita grandioso.

Lei ha fatto… scusa, tu hai fatto... talmente tante cose che è difficile riuscire a trovare un punto più importante di un altro su cui soffermarsi... Potremmo partire però da alcune delle tue canzoni... Mi sono sempre chiesta per esempio cosa possa averti ispirato il testo di quel capolavoro che è "Fragole infinite"... le parole, la melodia di quel pezzo… come sono nate? In che momento? (il titolo è liberamente tratto da “Strawberry Fields For Ever" dei Beatles).

Fragole infinite è la canzone che io ho scritto e dedicato a quello che ritengo il più grande maestro della nostra musica pop - tanto per darne una definizione, anche un po' ristretta – che è poi John Lennon; la canzone viene dedicata chiaramente a lui e in qualche modo ci sono dei riferimenti proprio alla sua vita, a partire dall'ambientazione in una città di fiume, che è Londra, per arrivare poi a parlare di New York, citando quindi l'inizio e la conclusione della sua vita terrena. Oltretutto questa canzone mi ha dato una grandissima soddisfazione perché l'album è stato registrato agli Abbey Road Studios di Londra che sono la casa dei Beatles e vede la partecipazione di George Martin che è il loro produttore storico il quale, quando ha saputo che la canzone era dedicata a Lennon, mi ha fatto un grandissimo regalo... cioè ha preso il microfono in cui Lennon ha cantato e registrato la sua “Strawberry fileds for ever" e me lo ha dato. Quindi insomma... ho avuto l'onore di cantare in quel microfono."

Li conoscevi bene dunque i Beatles, Lennon...?

"Musicalmente certamente si e poi ho avuto l'occasione proprio in studio a Londra di conoscere Paul McCartney che stava registrando nello studio accanto e quella che allora era sua moglie Linda... nonché una delle loro figlie, Stella, che ad oggi è un'importantissima stylist di moda e che al tempo aveva dodici, tredici anni più o meno. Ho conosciuto poi Harrison a Sanremo, mentre della famiglia Lennon conosco piuttosto bene il primo figlio Julian poiché quando ho registrato il mio primo album a New York, con la collaborazione di Carlos Alomar, storico collaboratore di David Bowie, Julian è stato ospite per una settimana da noi durante le registrazioni. Quindi si, direi che il mondo Beatles lo conosco abbastanza!"

La poesia.. so che hai pubblicato due libri di poesie, un romanzo... Immagino tu scriva ancora oltre che continuare a scrivere e comporre canzoni; presumo sia al di la' di tutto una necessità fisiologica... pensi di pubblicare altre raccolte o romanzi? e che cosa pensi del panorama letterario moderno?

Dunque... come si dice: “i granai sono piuttosto pieni" fortunatamente, quindi per quanto riguarda la scrittura di canzoni c'è l'album nuovo che è in attesa di uscita, ma è praticamente pronto; eravamo un po' sul filo del rasoio per questo Sanremo, ancora non si sa, comunque il materiale nuovo è pronto. Poi, come faccio sempre, in parallelo ho scritto altre cose che dovrebbero far parte di una nuova raccolta di poesie. C'è anche da dire che sono relativamente “fresco" di pubblicazione perché l'anno scorso ho pubblicato il mio libro autobiografico. E' stato un bell'impegno, un lavoro che è durato circa un anno ed è un testo di circa 270/280 pagine; un libro che è uscito nella sua prima edizione con un dvd allegato contenente immagini inedite che raccontano sostanzialmente ciò che viene detto nel libro. Penso comunque che se ci sarà una nuova pubblicazione letteraria si tratterà di una nuova raccolta di poesie. La poesia è un tipo di scrittura dalla quale spesso si attinge anche nella scrittura di canzoni. Per quanto riguarda il panorama italiano letterario ad oggi bhe... in narrativa vedo per esempio… questi successi improvvisi come Fabio Volo, che se non erro da tante settimane si riconferma nei primi posti in classifica in barba a tante altre firme accademicamente più accreditate e credo sia un buon segno. Poi voi sarete contenti no? È bresciano!"

Si infatti! E' vero! (n.b. sono bresciana)

Tra l'altro è una persona squisita quindi... si vedono anche questi segnali, questi fenomeni nella narrativa moderna..."

Ma secondo te perché è così difficile per gli emergenti venire fuori? Le grandi case nemmeno ti considerano per esempio se non sei già noto. Se non si ha nessun particolare aggancio è praticamente impossibile però è una perdita, una penalizzazione per l'arte, come accade anche in ambito musicale perché comunque ci sono talenti che potrebbero essere scoperti e se avessero possibilità di emergere potrebbero dare qualcosa di buono... (domanda improvvisata, fuori programma).

Certo. Ovviamente io parlo del settore arte in quanto musica anche se l'analisi può essere estesa anche agli altri feelings artistici. Oggi viviamo un momento veramente molto difficile dal punto di vista sociale, politico, economico, lo sappiamo... e purtroppo l'arte è uno di quegli “articoli" che ne fanno le spese prima di tutti gli altri perché non è considerato un bene di consumo primario - erroneamente perché la storia dimostra che i movimenti culturali e artistici sono il rinnovamento vero di una società... e così poi succede che le cose vanno male perché se non si nutre la mente, se non si nutre lo spirito, l'uomo non va avanti. Dobbiamo stare molto attenti a trascurare l'arte. In particolare la musica credo paghi il prezzo di ciò che è successo dall'inizio dell'era Internet. Attenzione, riconosco la grande forza del web e tutti i lati positivi che ne derivano e sarà sempre più importante in futuro, questo è ineluttabile – però è anche vero che se da una parte è stato un meccanismo molto democratico, per il quale anche il ragazzino che se ne sta in cantina senza nessuna possibilità, ha avuto modo di affacciarsi al mercato, dall'altra ha... prima di tutto sdoganato il dilettantismo quindi si è creato un traffico enorme all'interno di questo campo artistico, togliendo poi anche spazi a chi invece è veramente professionista. Una volta per fare questo lavoro veniva richiesto di saper scrivere le canzoni, di saper cantare, di saper stare sul palcoscenico e di avere una certa cultura. Ad oggi invece chiunque può fare un disco. E' vero che il tempo decreta la sostanza delle cose, però nel frattempo c'è un tempo di mezzo che viene vissuto con grande confusione; basta pensare al fatto che ad aggi, al mese, tra album italiani e stranieri, vengono pubblicati circa tremila cd; così facendo diventa anche difficile per il pubblico orientarsi. E il contraccolpo che risultato dà? Quello che hai lamentato tu, cioè che gli investitori preferiscono ricaricare sempre sui soliti sette otto nomi ritenuti sicuri perché in momenti di vacche magre succede che il rischio di investimento non se lo prende più nessuno. Così va a sparire quella famosa fascia di mezzo che invece una volta era molto importante e che ha sempre portato molta arte. Continuiamo dunque ora a sentire gli stessi nomi in radio, si ha difficoltà a dare voce ai nuovi talenti. Io vedo poi che ci sono cose belle in quantità anche maggiore rispetto a quello che l'industria riesce a proporre ed esprimere. D'altro canto una cosa positiva è che gli appuntamenti live, i concerti, sono ritornati ad essere molto importanti anche come metro di giudizio da parte del pubblico perché comunque un artista deve saper stare sul palco". - è la cosa più importante – commento io.

Ma... adesso sto improvvisando perché mi ero scritta delle domande ma poi mi sono lasciata prendere (risata). [“Non c'è problema!" risponde Fortis]. Dicevo... io certo non sono una discografica ma tentando di mettermi nei loro panni mi dico: se investono grossi capitali per promuovere quella che viene definita spesso la “musica commerciale" che poi in molti casi non vale davvero molto, non potrebbero investire, fare pubblicità, nella stessa quantità di capitale su artisti di reale talento ed ottenere gli stessi risultati (a livello di guadagno oltre che culturale) se non migliori?

Certo. Infatti hai fatto proprio una bella domanda perché mostra ciò che noi artisti sosteniamo da sempre cioè che è vero che c'è crisi, è vero che i soldi sono pochi ecc ma insomma... il meccanismo dovrebbe funzionare proprio così. Il fatto è che di media – e non voglio dire una cattiveria o essere critico a tutti i costi - quando le cose non vanno bene, al di la' di una crisi generale, di cui siamo tutti a conoscenza, ci sono poi le vere problematiche ovvero di chi gestisce quel settore. La colpa, se ci sono dei colpevoli che hanno più responsabilità di altri, è proprio degli addetti ai lavori. Innanzi tutto è un settore di addetti ai lavori molto improvvisati e in secondo luogo, come sempre, pensano al denaro, al fatturato – che per carità ci deve essere – ma non hanno mentalità artistiche. E' successo per esempio che ad amministrare una casa discografia venisse un amministratore delegato della Barilla. Ora, a furia di ragionare in questo modo… è vero che l'arte entra anche a far parte di un circolo commerciale, ma comunque trattare artisti, con tutto il rispetto, non è come trattare yogurt o biscotti. Ci vogliono i famosi direttori artistici che una volta c'erano e che oggi non ci sono più, quindi tutto viene buttato nel mucchio e soprattutto con molto poco amore nei confronti di questo lavoro da parte degli addetti ai lavori che sostanzialmente fanno sempre un po' i furbacchioni...“

E non sono nemmeno poi tanto furbi alla fine! (esclamo io in preda all'approvazione più assoluta della risposta di Alberto)...

Esattamente! Infatti il loro modo di ragionare li ha portati a un contraccolpo negativo ed ora a furia di fare così non fanno nemmeno più i numeri; per vedere il bicchiere mezzo pieno - che ogni tanto fa bene – la prova contraria è di una discografica che può essere amata o odiata ovvero Caterina Caselli che... certamente con potere finanziario e politico come anche tutte le altre major hanno... – ha avuto il coraggio ed ha la conoscenza musicale per puntare su pochi artisti che attenzione! non voleva nessuno! e rischiando veramente, dando la possibilità a questi artisti di potersi esprimere, ha “creato" carriere di artisti che sono tutto sommato quelli che poi rimangono, parlando degli ultimi quindici vent'anni e cito... Bocelli, Elisa, Negramaro e Malika Ayane, tra gli altri. Questo dimostra che bisogna saper fare il proprio lavoro. Non è la vecchia favola ritrita e noiosa… perché sai, spesso si dice “ma perché gli artisti e i discografici sono così nemici" ecc... il fatto è che sembra davvero che loro lavorino solo in base a questa mentalità industriale, furbacchiona ecc che non è la cosa giusta per trattare, vendere e far rinascere questa arte che si chiama musica."

Ok. Dei sedici album pubblicati fino ad ora... ce n'è uno al quale è più affezionato per qualche motivo?

Come forza e… come percorso... diventa difficile fare una scelta, ma ti dirò quelli che hanno segnato nella mia vita il famoso “sliding doors" che si è rivelato fondamentale; certamente il primo, proprio perché appunto è stato il primo. Tra l'altro mi fai venire in mente quando mi chiedono “cosa puoi dire a chi vuole intraprendere questa carriera?" ovvero che questo primo album che contiene cinque o sei pezzi che sono rimasti nel panorama musicale italiano, per due anni sono stati ritenuti non idonei alla pubblicazione da parte di tutti i presidenti di compagnia. Questo per dire quanto sia importante continuare a crederci... Poi cito il terzo album che contiene “Settembre", “Marylin" e “La grande grotta" che poi da il titolo all'album stesso… perché è stato il primo album da me fortemente voluto, con le collaborazioni straniere a Los Angeles e che poi ha decretato un cambiamento nella mia vita veramente molto forte."

Nel panorama musicale attuale c'è qualche artista emergente che secondo lte è da "tenere d'occhio"?

Bhe... emergenti emergenti... alla fine posso parlarti di persone che in realtà sono già affermate perché comunque fanno parte dell'ultima e della penultima generazione. A me piace tanto Caparezza per esempio perché alla fine è un artista che è riuscito ad essere moderno, esprimendosi con il linguaggio rap, hip hop, ma rimanendo comunque molto genuino; non è andato a scimmiottare insomma. E' secondo me una delle poche realtà autentiche italiane che si basa sui nuovi stilemi arrangiativi e quant'altro. Poi... bhe parlo sempre non di emergentissimi, bensì di persone che alla fine conosco e stimo molto… come Nicolò Fabi e Cristiano De Andrè che certo, nel loro caso sono anche figli d'arte, ma non per questo non si respira in loro una bella sfera musicale. Dei giovanissimi ricordo che all'ultima edizione di X Factor per Rai sono stato invitato un mese e mezzo prima della finale e ricordo che avevo scommesso sul fatto che a vincere sarebbe stata Natalie, cosa che poi è successa e mi ha fatto molto piacere perché al di la' del personaggio e tutto il resto era l'unica che trapelava una sfera artistica. Spero però che ritorni presto a riconfermare questa cosa perché sinceramente dei giovani che hanno vinto in doppietta i talent show e sanremo negli ultimi due anni, non me ne piace nessuno."

Dunque... E' palese, sia per le tue opere artistiche che per ciò che ho scoperto con grande piacere sulla tua carriera e sulle tue passioni personali che sei un uomo estremamente sensibile alla bellezza, alla spiritualità, all'umanità... Cosa vede Alberto Fortis nel mondo e nella vita?

Il mondo è in uno scenario di passaggio come dicevo prima. Non sono “rose e fiori" come si dice… e ogni fase di passaggio porta al momento di difficoltà; ecco… credo che siamo giunti proprio a questo momento. Ora, al di là dell'essere d'accordo o meno con le varie profezie religiose, ideologiche e storiche che comunque sono accomunate da questa idea per cui il 2012 sarà un anno che segnerà qualcosa di importante – anzi ricordiamo che la parola “apocalisse" non vuol dire fine o distruzione ma “rinnovamento" (rivelazione dico io in contemporanea) – ecco sembra che il 2012 sia un po' la fine dell'era del bronzo per entrare in quella dell'oro. Io mi auguro che sia una sorta di “rinascimento" perché stiamo assistendo davvero a degli sconvolgimenti politici e territoriali incredibili; basta pensare alla primavera araba, a quello che sta succedendo ora in Europa (basta che un'agenzia di rating dica qualcosa perché tutta l'economia vada in frantumi). Siamo arrivati insomma a dei punti che forse sono frutto proprio di questa mentalità manageriale, imprenditoriale, economica che è arrivata probabilmente alla sua fine."

Al capolinea...

Si al capolinea. Vediamo per esempio cosa è successo in Italia: io personalmente e molto onestamente sono molto felice della fine dell'era dello scorso governo perché comunque a fare due conti abbiamo attraversato un secondo quasi ventennio che ha abituato questo paese a una situazione di illegalità, di clientelismo, la meritocrazia è quasi sparita... e leggendo le varie notizie che si leggono ora sui giornali... alla fine si sapeva... Finalmente è avvenuto questo cambio di guardia. Ora... ci sono poi le critiche verso questo governo tecnico perché qualcuno dice che tutto sommato stia favorendo le lobby economiche, verso tutto ciò che è legato al sistema bancario ecc... Io dico che comunque un passo avanti lo abbiamo fatto anche se il momento è difficile e anche l'Europa traballa. Nell' 81 scrissi una canzone che si intitolava “Cina" e che raccontava di questa forza, di questa potenza (il drago cinese) e che forse l'America avrebbe resistito un po', mentre l'Europa si sarebbe sciolta come un violino di cera blu mentre ballava un walzer. Ecco io non so perché l'ho scritto nell' 81 ma insomma un pochino si sta verificando eh eh..".

Profetico...

Qualcuno dice che questa crisi, da una parte reale e dall'altra certamente esagerata dell'Europa, sia un disegno molto sofisticato, un piano per arginare la grande potenza d'urto orientale e in particolare cinese... perché in fin dei conti se mandi in crisi l'acquirente, chi vende ad un certo punto non può vendere più. Infatti è la prima volta negli ultimi anni che l'expo cinese ha fatto flop. Ho la sensazione che si stiano ridisegnando degli equilibri internazionali in un modo che... da una parte ci sembra logico ed evidente, mentre rispetto ad altre sfaccettature… è molto sofisticato e probabilmente non siamo in grado di conoscerlo fino in fondo."

Ok... Ultima cosa... Mi dica lei... (ah con questo lei!!! - ridiamo); dimmi tu qualcosa per chiudere questa meravigliosa conversazione... Non so... la prima cosa che ti viene in mente da dire a chi leggerà.

Mah... guarda... io vorrei tentare di riassumere un domandone così parlando comunque dell'arrivo dell'anno nuovo e quindi direi che... tutto sommato le cose che ci sembravano inscansabili nel giro di pochi mesi sono cadute e al di la' di questi equilibri, degli alti giochi di cui parlavamo dei signori della terra che attualmente ci sono molto lontani, penso e mi auguro che questo momento di crisi porti anche una risposta - molto gandhiana perché comunque Gandhi rimane il mio idolo politico, sociale e religioso - e cioè che al di la' delle speranze elevate da chi poi ne ha profitto, al di là di questo gioco orribile pagato da tutti noi e che mette in moto tutto questo meccanismo, penso che alla fine l'atteggiamento dei singoli individui sia veramente fondamentale; perché anche se è ovvio che non si può andare in guerra con una cerbottana contro chi ha le porta aerei, ricordiamoci che la storia insegna che si può sempre togliere la poltrona al re e tanti sono stati gli esempi negli ultimi due anni quindi… finisco con questa frase che dico sempre nei miei concerti e nei miei incontri ovvero di non dimenticare mai l'esempio di queste eccellenti esistenze che continuano a testimoniare con il loro coraggio la necessità di credere al nostro sogno... a partire dalla figura di Gesù per arrivare a Martin Luther King Junior, a Gandhi, ai fratelli Kennedy, a Falcone e Borsellino, a Pierpaolo Pasolini e a John Lennon che sono stati e sono delle bandiere di pace che hanno condiviso purtroppo una fine cruenta e voluta da qualche burattinaio e che comunque ha sortito l'effetto contrario ed oggi rimangono gli esempi più meravigliosi. Ci ricordano che le nostre vite al di la' degli equilibri di commercio, economici e tutto il resto, come dice la frase di un grande pensatore indiano che è Osho.. ecco… le nostre vite non nascono come oggetti da buttare sul mercato ma sono “come un fiore che cresce sul ciglio della strada senza chiedere niente a nessuno ma sempre pronto a farsi cogliere da chi davvero lo sa riconoscere" e questa secondo me sarà la legge, per ognuno di noi, per migliorare il tessuto che ci sta intorno."

Alberto Fortis. Non ho davvero altro da dire. Se non un ringraziamento... perché davvero Alberto mi hai sconvolto, positivamente ovvio e sia io che le persone che leggeranno questa nostra conversazione... bhe... credo se la porteranno nel cuore. Di sicuro io, questo è certo e non potrebbe che essere così. E' stato un onore; grazie infinite...

1 commento:

  1. Ho amato e amo ancora molto il Fortis artista. Ma e'sul lato umano che mi sorprende mi affascina sempre tanto. Lo ringrazio per la serenità che ogni volta riesce a trasmettere. Francesco

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