Pagine

domenica 11 gennaio 2015

George Gershwin: la genialità innata


George Gershwin nasce a Brooklyn nel settembre del 1898. Fin dal quando era piccolo, a soli dieci anni, comincia a mostrare interesse per la musica, inziando a suonare il pianoforte senza aver mai studiato musica, seguendo solo ciò che l'istinto lo portava a fare. Così è nato il suo genio musicale, da quel momento, in cui ha deciso di provare a premere quei tasti bianchi e neri che così tanto lo affascinavano. Forse era rimasto affascinato dal tentativo della sorella Francis di avere una carriera musicale. Frances aveva cominciato a guadagnare qualche soldo con il canto e il ballo, ma lasciò dopo non molto, perché al tempo ancora non era ben accetto che una donna, sposata, si dedicasse ad attività creative e ricreative. Fatto sta che il piccolo Gershwin, da quel momento, inizia a diventare... il grande Gershwin. La musica di Gershwin è conosciuta a milioni e milioni di persone in tutto il mondo. Molte persone ascoltano un pezzo, ne restano incantati e magari non sanno che è suo e... magari non sanno che quel tal pezzo, reinterpretato come è spesso accaduto da miriadi di eccellenti artisti, è proprio suo, viene dal suo genio, perché di genio si tratta. Gershwin affermò che gli piaceva pensare alla musica come a una scienza emozionale; Gershwin compose, nella sua testa, la grande e famosissima “Rapsody in Blue” (1924), mentre ascoltava i ritmi e i rumori metallici del treno che lo stava portando a Boston. Quando la consegnò ai suoi collaboratori e colleghi, per lui ancora incompiuta, tutti si misero a lavoro e Ferde Grofé, compositore e orchestratore, si occupò subito dell'orchestrazione del brano. Lui... lui che voleva ultimarla, perfezionarla, immaginate il momento, tutti a lavoro perché l'opera fosse orchestrata al meglio e lui ancora lì, a ritoccare, a rivedere, a perfezionare. Il direttore d'orchestra, Paul Whiteman, a cui Gershwin aveva consegnato l'opera al suo arrivo però aveva dato il via alle prove e rimase allibito quando comprese che Gershwin avrebbe voluto migliorarla ulteriormente. Si domandava come avrebbe potuto, migliorare qualcosa di già così grandioso. L'opera dunque rimase come era stata consegnata al direttore ed è tuttora quella che la sua mente aveva composto, dall'inizio alla fine, durante un viaggio in treno per Boston. Riuscite a immaginare quel momento? Io ci provo, con tutte le forze, cerco di immaginare cosa gli passasse per la testa, sul treno, sceso dal treno, mentre si affannava per ritoccare il brano ed ultimarlo per come lo voleva lui. Quel momento, in cui i rumori metallici gli hanno dato l'ispirazione per creare un capolavoro di tale portata. Meraviglioso. Semplicemente meraviglioso. Andiamo avanti però... Gershwin che spazia dalla musica colta al jazz, fino al blues e al musical e Gershwin che diventa l'iniziatore, del musical americano. Gershwin che non nasce George, bensì Jacob e nasce da due emigrati ebrei: il padre, Moishe, cambiò il suo nome in Morris Gershwin qualche tempo dopo essere emigrato da San Pietroburgo e quattro anni più tardi conobbe Rose Bruskin, ebrea russa, che sposò e con la quale diede vita a quattro figli, tra i quali Jacop, appunto. Il nome, Jacob, lo cambiò quando divenne un musicista professionista (chissà perché? Era già un bel nome Jacob, forse a lui non "suonava" bene). Ha scritto la maggior parte delle sue opere vocali e teatrali in collaborazione con il fratello maggiore e paroliere Ira Gershwin. Gershwin... che nel 1928, nel periodo europeo, compone “Un americano a Parigi”, Gershwin che nel 1935 compone il musical “Porgy and Bess”... ed è qui, in realtà, che volevo arrivare. “Porgy and Bess” ebbe un grande successo, ma fu inizlamente percepita dalla comunità nera del tempo come un'opera offensiva, addirittura razzista. La descrizione della vita degli afro-americani che nell'opera appariva, non piacque per niente alle Black Panters in lotta per i diritti dei loro fratelli, ma fu tutta una grossa incomprensione sostanzialmente. Gershwin si era ispirato nella composizione dei brani per il musical a pezzi spiritual quali “All My Trials”, che negli anni '50 e '60 divenne uno degli inni dei movimenti di protesta; e si ispirò anche alla sua esperienza artistico-musicale così complessa, una fusione di tradizione operistica dell'Est europa, musica afro-americana, musica ebrea russa. “Summer time” - una ninna nanna che Clara, uno dei personaggi della celebre opera teatrale, canta al suo bambino - fu ispirata per esempio da diversi brani e sonorità: il sopra citato “All My Trials,” “Sometime I Feel Like a Motherless Child” (un brano che risale ai tempi della schiavitù, tempi in cui era pratica comune vendere i figli degli schiavi) e.... ninne nanne appunto: si parla in particolare di una ninna nanna russa e di un'altra ninna nanna, quest'ultima di origine ucraina. "Porgy and Bess" fu tratto dal racconto “Porgy” di Edwin DuBose Heyward, paroliere anch'esso dei testi insieme ad Ira. "Summertime" è certamente uno dei brani più famosi dell'intera opera e la cosa fenomenale non è solo che è stata interpretata da grandi talenti dela musica quali Ella Fitzgerald, Louis Armstrong, Billie Holiday, Chet Baker e Mahalia Jackson... Fu proprio Billie Holiday a portarla in classifica per la prima volta con la sua versione del 1936, ma ciò che risulta essere grandioso... è che la potenza di questo brano ha portato al concetto per il quale, al di la' dell'intento o del significato iniziale, un brano musicale possa assumere significati altrettanto grandiosi anche in epoche successive, molto più recenti e in riferimento a fatti storici completamente diversi. Parlo qui di Janis Joplin... che la urlava, con rabbia, al mondo intero, mentre la guerra del Vietnam esasperava i popoli coinvolti. La gridava al mondo, appena dopo l'assassinio di Martin Luther King e Kennedy, quando americani bianchi e neri, insieme, si scontravano la polizia in segno di protesta, mentre gli agenti del tempo intossicavano i manifestanti con il gas Mace sotto le telecamere di tutto il globo, mentre c'erano arresti per l'assalto alla Convenzione Democratica di Chicago, mentre i leader della protesta – in particolare - furono arrestati con le accuse pesantissime di incitazione alla violenza e cospirazione e assolti, quattro anni dopo, con la motivazione che erano stati violati i diritti di difesa. Summertime è stata tradotta in molte lingue ed anche in italiano dai Dalton – anche se a parer mio in questa versione perde purtroppo tutta la sua potenza e il significato del testo è parer mio violato e svuotato (con tutto il rispetto per i Dalton... di questi utlimi, se vi interessa sapere chi sono – vi segnalo un brano interessante. "Idea d'infinito", quello si che è un bel pezzo). Gershwin compose più di settecento brani, fino a che nel 1937 comiciò ad avvertire i sintomi di un tumore al cervello che lo portò alla morte lo stesso anno, dopo essersi accasciato al suolo sul set di The Glodwin Follies, un film del 1938 di cui stava curando le musiche. Morì al Cedars of Lebanon Hospital a seguito di un intervento di unrgenza. Pochi mesi dopo, il suo idolo, Joseph Maurice Ravel (compositore del celebre "Boléro, per intenderci), morì anchesso, durante un intervento simile al cervello. "Summertime". Vi propongo qui la versione originale di Jacob (mi piace poterli chiamare con il loro nome), la versione di Ella Fitzgerald e infine, la versione di Janis Joplin. Buon ascolto... e buona lettura della traduzione - scritta poco fa - che spero renda giustizia all'intensità del testo originale.


Summertime (Estate)

Estate...
e la vita è semplice,
i pesci saltano
e il cotone è alto.

Tuo padre è ricco,
Tua madre ti guarda con amore,
quindi silenzio, piccolino,
non piangere.

Uno di questi giorni
Ti sveglierai cantando,
poi spiegherai le ali
e ti guadagnerai il cielo.‎

Fino a quella mattina però,
nulla potrà farti del male,
con la tua mamma... e il tuo papà.




Nessun commento:

Posta un commento