Pagine

mercoledì 11 dicembre 2019

Il Trio Bobo: Faso, Meyer, Menconi



Il Trio Bobo è un’esplosione di energia, espressività, passione e livello musicale altissimo. Non a caso è composto da tre dei musicisti più bravi d’Italia, vale a dire Christian Meyer (batteria), Faso (basso) e Alessio Menconi (chitarra). Come già molti di voi sapranno si tratta della sezione ritmica di Elio e Le Storie Tese unita ad uno dei chitarristi più bravi del jazz italiano (e chitarrista di Paolo Conte). Vederli dal vivo è una goduria. Li vedi sorridenti, allegri, liberi e mi ricordano un po’ degli atleti che fanno numeri di grande difficoltà con il viso rilassato e gioioso, facendo comprendere che quel che fanno, pur se difficile, è per loro di una naturalezza infinita. È ovvio che quando si parla di musicisti di questo calibro si rimane a bocca aperta. Io in particolare ero allibita da Christian, avevo la mascella autonoma, viveva di vita propria. Naturalmente anche per Faso e Alessio, ma amando particolarmente lo strumento, vedere un batterista come Christian Meyer suonare a pochi metri e stare ad osservare, con una certa conoscenza dello strumento, quello che fa… non può che suscitare questo effetto. Faso e Alessio comunque, sono – come dire – "bestioline da palcoscenico" e chi li ha potuti ascoltare e vedere anche in altre occasioni lo sa, non c’è molto da spiegare. Questo Trio sta suscitando sempre più successo tra il pubblico e non è solo per la musica straordinaria, coinvolgente e originale che creano – anche se è fondamentale – ma anche, credo io, per la capacità che i tre hanno di coinvolgere ed interagire con le persone che hanno di fronte. È un continuo scambio, di musica, emozioni ed allegria e alla fine del concerto non si può fare a meno di acquistare almeno uno dei loro album. Per questa chiacchierata con loro, per la prima volta da quando esiste Il cammino, ho voluto coinvolgere anche i lettori e chi era interessato a fare domande ha mandato un messaggio privato sulla pagina Facebook, scoprendo in anteprima di chi si trattasse. Tra queste domande, le selezionate sono state inserite nell’intervista che potete leggere qui sotto.

Allora “gggiòvani”, raccontate a chi ancora non lo sapesse come è nato e cosa combina il Trio Bobo... aneddoti particolari da raccontare a riguardo?

Alessio: Il trio nasce 17 anni fa, quando ci siamo riuniti quasi per caso per fare due concerti nei quai abbiamo suonato cover jazz/rock. Da lì ci siamo trovati bene in tutti i sensi ed abbiamo deciso di proseguire scrivendo musica nostra.

Chris: Io pensavo che avremmo dovuto avere un nome tipo “Power Trio” e Faso ci ha convinti che Trio Bobo fosse il nome giusto. Aveva ragione Faso e ho dovuto rivedere tutte le mie convinzioni di titolista farlocco.   

Avete pubblicato tre album, accolti con grande energia da tutti, con live pieni di entusiasmo da parte del pubblico più svariato... e ora? state già lavorando a un nuovo album?

Faso: Abbiamo pubblicato “Trio Bobo” nel 2005, “Pepper Games” nel 2016 e “Sensurround” nel 2019. Il primo album però è poco noto perché ha avuto diffusione molto limitata.

Alessio: Magari al quarto ci lavoreremo il prossimo anno!

Chris: Fare un cd richiede molto tempo e oggi siamo schiacciati da un mondo veloce, perciò le due cose coincidono poco, ma noi teniamo duro!

Faso: Nel trio confluiscono i gusti musicali e le passioni di tutti e tre i componenti, che coprono uno specchio abbastanza ampio di generi musicali: rock, blues, jazz, progressive, dance ’70, pop, afro, musica brasiliana, soul. Va da sé che le nostre composizioni contengono tante spezie diverse e posso quindi incuriosire ed essere apprezzate da un pubblico eterogeneo.

Christian, come sai - visto l'amico/idolo in comune (Gianni Cazzola, re dello swing italiano, n.d.r.) - ho una predilezione per i batteristi anche se è ovvio che in quanto appassionata fino all'osso di musica amo ogni grande musicista, però cavolo, vederti suonare è praticamente un viaggio e sembra che il viaggio lo stia facendo anche tu. Mettendo la frase tra virgolette, "sei più tu a "tenere il controllo" - se così si può dire - su quello che fai o è più la musica che trascina te"? Un po' come dire... chi è che "comanda" di più?

Chris: Quando un batterista suona con dei bravi musicisti vi è una sorta di traino musicale che ti facilita il compito di sostenere il gruppo. Io tendenzialmente, sul palco entro in una fase molto selvaggia e libera. Naturalmente non spengo il cervello e cerco anche di non esagerare con imposizioni ritmiche, bensì di rispettare gli spazi degli altri musicisti. Sicuramente il batterista ha la potenzialità di rendere un gruppo più o meno interessante. Come? grazie alle dinamiche, alle pause o ai colori che decide di utilizzare. Il batterista può o non può suggerire scenari ritmici immediati e stimolanti.

Ora, per la prima volta nella storia del blog, vi riporto alcune domande da parte del pubblico. La prima domanda è di Arianna Capirossi che chiede: qual è la parte che preferite del vostro lavoro? la composizione, l'esibizione live, l'incisione…?

Alessio: Io preferisco suonare dal vivo.

Faso: Anche io preferisco suonare dal vivo, però non nascondo che lavorare sull’arrangiamento di un brano in studio non mi dispiace affatto.

Chris: Concordo con i miei amici musicisti. Dal vivo hai adrenalina e contatto con il pubblico, in studio puoi ragionare e divertirti in un altro modo.

La seconda è di Alain Morandi (un grande musicista tra l'altro, n.d.r.): qual è la scintilla che ha innescato la miccia per dar vita a questo trio? e a chi vi siete ispirati?

Alessio: Abbiamo diverse influenze, alcune in comune e altre no ed è forse per questo che nasce un sound particolare ed originale.

Faso: Concordo con Alessio e aggiungo solo una cosa: come ispirazione sull’approccio dal vivo di sicuro ci ispiriamo - con grande umiltà - ai Weather Report, che dicevano di essere “sempre in solo, mai in solo”, vale a dire “improvvisare si, ma in modo misurato”.

Chris: Concordo e aggiungo che suonare in trio ti permette di prendere direzioni musicali diverse mentre sei live sul palco. Il trio è un divertimento.

La terza e ultima domanda dei lettori è di Sergio Gritti, cantautore: quando si è musicisti affermati si ha la possibilità e la capacità di suonare un po' tutti i generi musicali, ma mi sembra che spesso capiti che alcuni musicisti suonino generi non proprio consoni ai loro gusti musicali, a volte per questioni di mercato, di richiesta. Che ne pensate?

Alessio: A volte non tutti hanno la possibilità di suonare la propria musica o semplicemente non hanno abbastanza “motivazione”, quindi molti musicisti si ritrovano a suonare musica che non amano semplicemente per lavoro.

Faso: Se di lavoro fai il musicista devi tenere conto che non sempre suonerai la musica che preferisci. Anche perché se fai troppo il difficile diventa complicato mantenersi! Mi reputo molto fortunato ad aver suonato per 30 anni con gli Elio e le Storie Tese e da oltre 15 anni con il Trio Bobo, non capita a tutti in Italia.  

Chris: Infatti noi siamo fortunati perché suoniamo la nostra musica. Ecco perché ci vedete sorridenti sul palco!!!

Chiudo io, con una mia domanda di rito. Di che colore è il Trio Bobo?

Alessio: Giallo.
Faso: Giallo limone. 
Chris: Giallo canarino.

Grazie ragazzi e voi che leggete, andate a sentirli da vivo!!!

Link:

Nessun commento:

Posta un commento