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lunedì 12 settembre 2011

Intervista a Donatella Rettore: "... amo la vita da impazzire.."


Quando ho chiesto alla signora Rettore se le andava di fare una chiacchierata e mi ha detto di si, ho subito cominciato a scrivere un'introduzione che parlasse della sua carriera, un sunto di tutto ciò che ha fatto in trentasette anni di percorso artistico (con sedici milioni di dischi venduti). Ci siamo sentite inizialmente tramite mail, ma abbiamo riscontrato alcuni problemi tecnici e abbiamo compreso che sarebbe stato molto meglio sentirci al telefono. Dopo aver parlato con lei ho deciso di non utilizzare l'articolo biografico che avevo scritto perché mi sono resa conto che in fondo non ce n'era bisogno. Chiunque può andare sul suo sito ufficiale e leggere la sua biografia. A questo proposito: diffidate da ciò che sta scritto su altri canali, come ad esempio su Wikipedia, perché ciò che è scritto non rispecchia la realtà in molti casi. “Non sono mai stata interpellata, ne io ne il mio manager, ne il produttore. Ciò che c'è scritto è perlopiù assolutamente falso" ha dichiarato. La signora Rettore ha una voce dolcissima e calda, una cadenza adorabile e un timbro deciso e signorile. La sua voce mi ha trasmesso grinta, femminilità e grazia.

Di tutti i brani che ha scritto preferisce i meno conosciuti in stile cantautorale o quelli più popolari e che l'hanno portata al successo?

Guardi, tutti i brani che ho cantato continuo a cantarli con piacere. Sono talmente attuali ancora oggi che è bello riproporli. Li canto durante i concerti per le nuove generazioni e per le “vecchie" e mi fa estremamente piacere vedere che vengono ancora accolti con entusiasmo. Se poi devo dirle quale brano mi piace di più... beh, attualmente penso proprio sia “Caduta massi". [n.b. singolo del nuovo album dal titolo omonimo, pubblicato quest'anno].

Si legge talvolta che “Dea" sia un pezzo autobiografico, ma lei mi diceva che non è assolutamente così giusto?

No, infatti. “Dea" è dedicata a Greta Garbo. È “Diva" ad essere dedicata a me. E chi dice sia “Dea" non ha mai chiesto che ne pensavo...!

E che dice invece di chi scrive che il brano “È morto un artista" sia stato dedicato a Luigi Tenco? Anche questo non è vero, no?

No, non è vero... Non dedicherei mai una canzone a Tenco. Prima di tutto perché è un suicida e io non approvo assolutamente gesti simili. Non dedicherò mai una canzone a un suicida. Poi non l'ho mai nemmeno seguito sinceramente; della vecchia generazione amo molto Gino Paoli.

Come si è avvicinata alla musica Donatella Rettore?

Fin da molto piccola ho cominciato a cantare e comporre... A dieci anni ho messo su il mio primo gruppo che si chiamava Kobra. È sempre stata una vocazione.

Si è cimentata anche nei panni d'attrice...

Si, continuo ancora a fare l'attrice di teatro, continuo le attività di doppiaggio e sto anche scrivendo una sceneggiatura. Mi piace molto e una volta terminata la stesura sicuramente mi ritroverete dietro alla macchina da presa. È ancora un'idea embrionale e forse inizierò con un cortometraggio, ma sicuramente nel prossimo futuro lo farò...

Signora Rettore, qual è la cosa più bella della vita per lei?

La cosa più bella della vita è la vita stessa... e non riesco a concepire chi se la toglie, lo trovo assurdo. Amo la vita da impazzire, con tutta me stessa.


Si sente, si percepisce nelle vibrazioni della sua voce, in ciò che racconta e in come lo racconta. Non era necessaria una biografia. Ciò che importa è il sentire e Donatella Rettore in poche parole, mi ha regalato il suo mondo. Grazie infinite.

@Lara Aversano 

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