martedì 10 giugno 2014

Incomprensibile FC: esplosiva rivelazione





Quando li ascolti per la prima volta il primo pensiero è "Spaccano di brutto!" poi procedi nell'ascolto e noti che hanno un sound unico e una volta preso coscienza di questo rimani affascinato dai testi e dici: "ma da dove sbucano?". Ebbene, gli Incomprensibile FC sbucano da Torino, ma il duo fondatore del gruppo - Ana e Saul (Yuma) - arriva da Cremona. Ana si occupa della parte elettronica e degli arrangiamenti, Saul delle ritmiche di chitarra; si aggiungono poi Mario Rossi al basso e Pintus alla chitarra solista. I testi li scrivono insieme Ana e Saul. La musica degli IFC unisce rock ed elettronica, con miriadi di sfumature. Ascoltando il loro EP - "Ora Qui Ovunque Da Nessuna Parte" - potete ritrovarvi a sentire un pezzo come "Voglia di distruggere" e rendervi conto che in quel pezzo si miscelano un cantato grunge/rock/punk con chitarre rock pulite e distorte, dubstep, pischedelia e molto altro. Così come per gli altri pezzi, un mix esplosivo che loro hanno ribattezzato "Rockstep". Sono molto lieta di presentarli a chi non dovesse ancora conoscerli e raccomando a chiunque legga di andare ad approfondire la loro storia, cominciando ad ascoltare qualche loro pezzo nei link a fondo articolo (e guardando il video di "Voglia di distruggere", sempre a fondo pagina). Dalla vittoria nel 2012 all'Italia Wave Band per la regione Piemonte sino alla finale nazionale del Rock Contest 2012; dai tanti concerti aperti ad artisti nazionali ed internazionali (Jon Spencer Blues Explosion, Teatro degli Orrori, Linea 77 ecc...) alla vittoria per la tappa di Torino del Jack On Tour 2014 e nel mezzo molte altre cose - che andrete a vedere vero? - quali la selezione del gruppo da parte di Spotify e Bek's per il contest "Spotify Emerge" nel 2013. Sentiamo ora cosa ci dice Ana:

Allora Ana, come descriveresti gli Incomprensibile FC a chi non li conosce?

Ciao Lara, grazie per lo spazio. Li descriverei degli scoppiati che necessitano di far musica. Scherzi “più o meno” a parte, siamo l’unione di mondi musicali differenti: rock ’70, electro, dubstep, hiphop e psichedelia. Mettiamo insieme i generi di musica che ascoltiamo cercando di mescolarli e dargli una coesione, visto che sono apparentemente anche molto diversi fra loro. L’idea è mettere nella musica che facciamo tutto quello che ci piace ascoltare, a prescindere dal genere. Siamo anime molto diverse a livello musicale ma forse è proprio questa la cosa valida.

So che avete fatto molte belle esperienze ed avuto grandi soddisfazioni e so anche che la vostra principale ambizione è poter continuare a suonare il più possibile e magari riuscire a farlo sempre e per lavoro. Qual è l'esperienza che ti ha emozionato di più o che in qualche modo ti ha lasciato più di altre fino ad ora e per quale motivo?

Sarebbe una figata farlo per lavoro, ma la strada è molto difficile. Noi continuiamo a provarci. Una delle esperienze più belle è stata sicuramente il concerto allo Stadio Olimpico di Torino, per una raccolta fondi contro la SLA, insieme a molti artisti italiani e internazionali. C’erano quasi 6000 persone di fronte a noi, è stata una cosa unica. Poi il concerto con il Teatro degli Orrori a Torino. La gente era carica ed ha apprezzato molto. A luglio poi suoneremo con Salmo, anche quella sarà sicuramente una bella situazione, essendo uno dei nostri artisti italiani preferiti.

E il fatto di poter collaborare con EMI Music, Irma Records, Off Limits/Flat Frog e poi artisti nazionali e internazionali di peso... immagino che fosse più un'ambizione all'inizio o c'era una certa sicurezza in quello che stavi facendo...? in qualche modo te lo aspettavi o non avevi idea che il gruppo potesse avere un riscontro simile?

Non ne avevo idea. Ho sempre fatto musica perché non posso farne a meno. Poi se i risultati arrivano siamo contenti. Ho sempre creduto in tutti i progetti che ho portato avanti negli anni, diciamo che ho sempre cercato di fare le cose al meglio, l’attitudine è quella. Poi boh... Come diceva ALI G: “Non cazzeggiamo!” 
 
L'album appena uscito è composto da quattro pezzi esplosivi: una sorta di "scossa" per il pubblico a cui seguirà un album composto da più tracce? Già che ci siamo: prossimi impegni e date?

L’11 luglio siamo a Ferrara al Reload Festival. Poi, come ti dicevo, suoneremo con Salmo il 15 Luglio al GruVillage di Torino. Poi Cagliari e Arezzo durante l’estate, per dei festival. Nel frattempo stiamo anche registrando il disco d’esordio che si chiamerà “Superfast Nonstop” e uscirà a novembre. Rispetto all’ep ci sarà un po’ più di rap e di psichedelia. Ci piace parecchio chiuderci in studio a registrare. Viaggioni interspaziali.

Che colore sceglieresti per illustrare la musica degli IFC e perché?

Sono daltonico! Davvero non per finta! Comunque direi rosso o arancione, ma non saprei dirti il perché.

A quanti anni hai cominciato ad avvicinarti alla musica? hai capito subito che il tuo desiderio era percorrere questa strada?

Mia madre già mi faceva ascoltare i Beatles e i cantautori italiani a 10 anni. A 13 ho preso qualche lezione di pianoforte. Poi mi sono infognato con l’hiphop. Ma ho cominciato a suonare in un gruppo solo quando ho iniziato ad ascoltare punk, verso i 18. Mi ha folgorato. E ho iniziato a suonare la batteria in un gruppo punk/hardcore melodico, i "Marysun!Nicotina", con cui abbiamo suonato in giro per un bel po’. Ho capito pian piano che quella era la mia strada. E da li non ho più smesso di far musica, passando da progetti hip hop a cose più bossa o funky fino agli Incomprensibile FC.

Ecco a proposito: so che prima di trasferirti a Torino hai appunto suonato per anni nei "Marysun!Nicotina", stavo proprio per chiedertelo. Un gruppo punk storico per il cremonese e non solo. Cosa ti manca di più di quel fanstastico progetto? e prevedi possa esserci una reunion? (nel frattempo nella mia testa risuona "Jhonny" - pezzo storico dei "Marysun! Nicotina", ndr)

Mi manca il fatto che eravamo 4 cazzoni e che ci siamo divertiti un sacco!! Magari la reunion! sarebbe spettacolare riuscire a farla. Ci abbiamo anche provato un paio d’anni fa, ricominciando a fare le prove dei pezzi. Ma essendo in città diverse, alla lunga non siamo riusciti a portare a termine l’impresa. La "presa bene" comunque c’è da parte di tutti. Sono sicuro che ci riproveremo.

Ultima domanda, abbastanza rituale per me. Dimmi tu la prima cosa che ti viene in mente per concludere.

Presa Bene = Meno Presa Male. E’ il nostro motto! Ciao Lara e grazie mille per l’intervista!

Grazie a te Ana, sei una forza. Siete una forza, una rivelazione per me e non solo. Vi auguro tutto il meglio possibile, perché ve lo meritate davvero alla grande.


Link:



lunedì 2 giugno 2014

L'arte al Quirinale

Consiglio... andate a vedere... cosa - sopratutto i nostri grandi artisti ma non solo - hanno realizzato in questo palazzo. Lasciate da parte tutto il resto, concentratevi sulla maestosità, la bellezza e l'unicità artistica di questo luogo e a meno che non abbiate avuto il piacere di vederlo dal vivo, visitate in questo link il Palazzo del Quirinale, semplicemente cliccando sulla foto o, nel secondo link, dando il via alla visita. E' molto realistico, ben fatto e delle guide virtuali Vi spiegheranno cosa state vedendo. Ne vale la pena, prendevi un po' di tempo e ammirate lo splendore di queste sale. http://www.quirinale.it/ / http://54.197.118.110/visitavirtuale/palazzo.html

mercoledì 2 aprile 2014

Recensione: "Giallo e Blu" di Ismar Gennari


Ritmo. Musica. Queste sono le due parole che secondo me rappresentano maggiormente il primo racconto di Ismar nel suo "Giallo e Blu". Quando l'ho letto, la prima cosa che ho pensato è che si percepisce nettamente e teneramente che l'autore, oltre che essere uno scrittore è anche un musicista. In effetti il primo racconto, "Applausi", parla di musica, dell'intimo rapporto tra il musicista e il suo strumento. Non è questo però il motivo principale per cui ho fatto questo pensiero. Non è la tematica in se a far comprendere che Ismar è un musicista, ma la musicalità, il ritmo delle parole, della sintassi; sembrano parole scritte su uno spartito come fossero note musicali e il che è meraviglioso. Gli applausi qui non sono la cosa più positiva, il protagonista preferisce, giustamente, la sincera unione tra se stesso e la musica che diviene veicolo di comunicazione con la natura, anche prima di suonare e dopo aver suonato, perché la musica è nella sua anima, è nell'anima del protagonista fin da quando era bambino ed è questo che gli permette di sentire ed ascoltare la natura che lo circonda. I suoi genitori preferirebbero per lui grandi applausi, ma gli applausi a cui loro sono abituati sono, con un gioco di parole, abitudinari e l'abitudine non fa parte del vero sentimento della musica.
"Era come in un quadro di Van Gogh. Titolo Giallo e Blu. Peccato che il maestro non l'abbia mai dipinto."
Queste le prime parole che appaiono nella prefazione. Perfette per rendere l'idea di quanto questa serie di racconti sia varia nelle emozioni e nei sentimenti, nelle visioni e nei punti di vista.
Ismar accompagna dolcemente i lettori, come per prepararli a ciò che verrà dopo. Inizia dolcemente, con i sentimenti puri della musica e della fotografia, narrata nel secondo racconto ("Bellezza") da un punto di vista eccezionalmente originale e colmo di emozione e stupore, per poi giungere a emozioni forti e crude, come quelle di un uomo condannato a morte o di uomini che uccidono. E poi la "routine", le malsane tradizioni da osteria, le tante persone e la solitudine, l'odio e la vanità e poi ancora la bellezza della musica e dell'amore, come per spezzare la cruda realtà di alcuni dei protagonisti coinvolti; la faccia A e la faccia B di una moneta, la sincerità e l'ipocrisia, il sacrificio, il sudore e le speranze, ma anche l'abbandono e la tristezza, l'assurdità e la tragedia. Tutte queste emozioni, questi sentimenti forti, che siano positivi o negativi, sono miscelati in questa raccolta con grande consapevolezza e padronanza. Grandioso.
Ho iniziato a racconarvi di "Giallo e Blu" con un accenno al primo racconto, cercando nel frattempo di non svelare troppo del resto e tentando di dare un'idea di quanto questi racconti siano vari e versatili, nei contenuti e nello stile; si perché anche lo stile cambia per certi versi da un racconto all'altro.
L'ultimo racconto, per chiudere, si intitola "Un Altro Anello". Non riuscireste a immaginare quanto sia fantastico. Leggerlo significa riuscire, attraverso le parole di Ismar, ad immedesimarsi in modo candido ed onesto nella grandezza di un magnifico abete rosso. Potrete sentire la sua forza, i suoi pensieri e la sua voce. La potrete sentire, perché Ismar l'ha sentita, e ha deciso di portarla a noi.
©Lara Aversano

venerdì 21 febbraio 2014

Recensione "Punti senza fine" - di Ismar Gennari


Di seguito una bellissima recensione di "Punti senza fine" pubblicata dallo scrittore emergente Ismar Gennari, autore dell'interessantissima raccolta di racconti "Giallo e Blu". Grazie di cuore Ismar!!!


"La prima volta ho fatto fatica ad apprezzare appieno “Punti senza fine"…Non so perché, ma non riuscivo a immergermi nel romanzo e a godere per intero della trama. Ho chiuso e ho ricominciato, approcciandomi diversamente, leggendo senza fretta, regalandomi il tempo di scoprire i fatti pagina dopo pagina. E tutto è cambiato.

"Punti senza fine" è un libro che racchiude in se la fragilità e la sensibilità di una ragazza alle prese con la scoperta del mondo, dell’arte, dell’amicizia e dell’amore. E’ un romanzo-diario che va letto aprendo più il cuore che non gli occhi, lasciandosi travolgere dall’empatia, trattando le pagine come fiori delicati, assaporandone il profumo parola dopo parola, scegliendo bene i tempi, scansando la fretta di finire.


Difficile? No, basta approcciarsi nella maniera più consona. Certo, i fan accaniti di Stephen King non troveranno qui pane per i propri denti, ma per una volta potranno riposare il palato con dei morbidi e dolcissimi Macaron… In particolare ho apprezzato molto la vena poetica di tutto il libro, poesia che l’autrice snocciola con stile e naturalezza, toccando delicatamente le corde dell’anima e suonando con esse note soffuse e sublimi.
 
Non posso non chiudere con una citazione dal capitolo “Autunno Urgente": "Le foglie secche si sciolgono nei loro stessi colori caldi; il rosso, il giallo, il verde scuro e sfumato riempiono la terra di scricchiolii sui quali i bambini inventano un gioco…" 

Vorrei tanto averlo scritto io…
Complimenti Lara!!!!!"

Ismar Gennari

giovedì 6 febbraio 2014

Lenti all'ira


A volte gli esseri umani si perdono davvero in sciocchezze. Le nostre relazioni umane, il nostro grande amore, il dialogo con un genitore o con entrambi, i punti di vista diversi per così dire, nel parlare con  un fratello, una sorella, un amico o amica... Si, a volte ci perdiamo proprio in un bicchier d'acqua; da una cosa futile cominciamo ad alzare la voce e il tono offusca l'ascolto e così, non parlando, urlandoci addosso a vicenda, non ci ascoltiamo e non ci capiamo. E' ovvio, come potremmo riuscirci? E così sprechiamo un sacco di energie e perdiamo il buon umore, perché in quel continuo sbraitare reciproco, l'uno e l'altra non si sentono più, nasce la lite, il bisticcio o quel che è. Quando poi siamo nervosi ed affannati dall'ira che solo al vuoto conduce, ci è impossibile ragionare e su tre cose che diciamo due non hanno senso e facciamo solo danni. Perché umani, io mi chiedo, non riusciamo a domarci in momenti così assurdi? Personalmente a volte ci riesco e altre no e rifletto... Siamo così fragili, è così fragile la nostra imperfezione... Tanto che mi chiedo come sia possibile che ci siano esseri umani così convinti di se, che bramano chissà quale potere e poi, come tutti, non hanno pieno potere nemmeno su se stessi. "Lenti all'ira" dovremmo essere, questo insegna Dio, per chi crede... e Lui poi, lo mettiamo sempre in mezzo, come se non avesse già abbastanza dolore nel cuore vedendo quanto i suoi scellerati figli siano stati, fino ad ora, incapaci di gestire il proprio libero arbitrio con un minimo di senso. La cosa più folle di tutto questo è che, nonostante tutto e per fortuna, c'è ancora un'umanità che merita di essere chiamata tale... Forse troppo stressata, forse non ancora pronta ad essere sempre "lenta all'ira", ma comunque "Umana".

mercoledì 25 dicembre 2013

Natale

Non lasciatevi abbagliare dai lustrini, amate la maglia senza firma che sia di buon cotone, amate l'artigianato e le tradizioni, la terra e i suoi frutti, gli animali, la natura e stimate coloro che se ne prendono cura. Amate i presepi fatti con amore per l'arte, frutto di mesi e mesi di passione, le festicciole dei piccoli paesi, senza grandi alberi o chissa' che. Amate il calore delle vostre famiglie sempre e la comprensione, il dialogo, siano tra i vostri principi di vita in ogni giorno dell'anno. Rispettate il prossimo e fatevi rispettare nel giusto modo, lottate per il vostro futuro e non mollate mai la presa. Continuate a sognare, non smettete mai... di sognare e sudate, nobilmente, per realizzare ciò che vi sta a cuore. Alle mani ruvide e sporche dei lavoratori, a chi passa momenti difficili, a chi è felice e a chi è triste, a chi è per strada, a chi cerca di difendere la propria casa, a chi ha fame, a chi a sete, a chi non a nessuno, a chi sorride ora con i propri cari, ai neo genitori che passano il primo Natale con il proprio bebè, ai genitori "da un po'" che gioiscono perché "siamo tutti riuniti", a tutti coloro che hanno bisogno d'amore e danno amore, a chi si sente solo perché la persona più amata e che più vi ha amato ora è parte di quell' "essenziale che è invisibile agli occhi"... Siate onesti sempre, umili sempre, nella giustizia, sempre. Fate di ogni vostro passo, un passo in avanti in più, per l'umanità. Buona vita e buon Natale a tutti voi...

Lara Aversano

*2013 / 2021

martedì 10 dicembre 2013

La giusta strada



Energia potente,
il colore fresco
del nostro nido.

Riflettiamo
sulle speranze,
creiamo
i nostri sogni.

Immagino ora,
Violette ed Iris,
campi dorati
e primavere.

giovedì 14 novembre 2013

Sempreverde


Tu che delle bacche di ginepro conosci l'acre sapore, ma t' accorgi anche che aghiforme ti guarda, sempreverde, aspettando i suoi fiori. Tu che desideri comunicare al mondo, che un po' lo ami e un po' lo temi. E ancora tu, che con granelli di sabbia e pietruzze tra le mani, osservi i colori e ti chiedi che uomini strani sono coloro che questa stessa purezza non notano neppure. Tu che nel cielo nuvoloso noti il normale grigiore, ma già vedi il Sole pronto a zampillare, fuori ed oltre, le nubi lacrimose. Tu, che ami luce e calore e nei battiti del cuore di coloro che ami trovi tutto ciò che ti rende vivo.

martedì 5 novembre 2013

Pa - ro - le


Le parole hanno una forza sorprendente, si fanno amare. Tant'è che oltraggiate dall'interlocutore sprovveduto, saranno difese da coloro che le sanno vestire.

martedì 1 ottobre 2013

"Siamo quelli che..."



Siamo quelli che ... si... hanno bisogno di lavorare per... vivere dignitosamente.

Siamo quelli che hanno bisogno di sperare, sognare, realizzare.

Siamo quelli che hanno bisogno di essere ascoltati, siamo quelli che vivono giorno per giorno, sognando di vivere sapendo per certo che la fatica, in futuro, sarà ripagata.

Siamo quelli che hanno nel sangue arte, inventiva e allegria, siamo quelli che "se davvero lo facessero fare a noi il Paese", pian piano si risolverebbe tutto.

Siamo quelli che ascoltano il tg con interesse; siamo quelli che ascoltano il tg con interesse e poi cambiano canale perché non ne possono più.

Siamo quelli che la sera, accoccolati ai nostri cari, continuano a sperare, a credere nella nostra capacità di essere forti, con gli occhi a volte lucidi, perché abbiamo bisogno di ridere.

sabato 7 settembre 2013

Versi d'oltre confine


Ruba il fuoco e lo fa suo,
prende in un balzo fogli d'aria
e li aggrada di versi sontuosi,
gioca con le onde di un lago
allietato da foglie brillanti,
sa vedere oltre le montagne,
oltre ogni confine o muro,
crede nell'essere inebriato
dalle scolpite gioie del cielo,
adora provare a descrivere
l'anima e i suoi sapori.
Il gusto della terra
si impregna nei suoi occhi
e può portarlo così
allo sguardo del mondo.