lunedì 13 maggio 2024
Donna poesia (2024)
lunedì 11 luglio 2022
Cifra
La voce che viene da dentro, dal profondo, che ti pesca e ti spacca, così trovi, così chiami, così torni. La voce istantanea, vera che urge di grida, di canti, di tempi e temporali, armoniche grida, sussurri mai vuoti, mai vani. Così calda dalle corde, che fatica, che infuoca. Ottovolante, vomito emozioni, dammi una ragione per non urlare. Sono sogni che vivo sempre e sono anche sogni infranti, sono vene e sangue e "Mon coeur mis à nu". Sono fuori forma in forma, fuori stampo, avvelenato fuori tema, polmone nero fumo. Quest'aria fresca che consola, eppure il tempo non mi ha dato scampo oggi, mi ha mangiato viva. Sei lì, ti sento, non riesco, ora, a raggiungere il varco. Lo rifarò, ti rivedrò, mi sentirai. Fiume stonato, mi fa male al petto, ma che ne sanno che ne fanno del suono; io ho bisogno di un tuono e forse di un perdono. Come lo spieghi? come lo dici? uno su un milione intravede le radici. Nuvole stanche. Piovi cielo appena puoi, piangi anche per noi. E vaffanculo l'ordine e la cifra e quel che so, posso andare altrove, perché paura qui non ho. Non temo quel che vedo e sento, non più di me stessa; la rabbia è solo una punta di erisimo per la voce, per me stessa. Eppure poi vedo e mi dispiaccio della mancanza di pace altrui, soccorro e accorro, cosa succede mai? Sono solo inchiostro e musica. Solo, "che dici mai". "La tolleranza che smette di esistere nel momento in cui la nomini", il silenzio non sentito, non ascoltato, non capito. Ho il cielo in fronte, l'universo in mente, il peso in spalla. Sii la tua esistenza, perché non serve immaginarla. E pur sapendo e conoscendo il non sapere, giungendo al punto ancora mi fermo, esplodo e tremo; non sto più nel corpo mio. Firmo righe di parole in coda, che forse comprendo solo io.
giovedì 29 marzo 2012
Poetami _ Carme
Basta il flebile tocco delle tue tempeste
rinfrescato giacilio dal quotidiano
peso che frastuona i sensi.
semplice parola, bellezza.
Semplice respiro di muse, di te,
domenica 5 febbraio 2012
Senza pretese
Tornano le nebbie, il gelo confonde le idee di molti, ma in questi luoghi di parole, altri orizzonti destano gli occhi: le prime lettere, accolte da fogli ben curati o da Zettel di strana fattura, sono la casa spoglia in cui trovare pace, in cui vivere la premura di quel prendersi cura di se che fa la differenza. Scaldano, con l'autenticità di un piatto povero e gustoso, senza pretese, colorate, lettere.