I fratelli Lumière |
Stavo
pensando a tanti film che mi sono piaciuti, a quelli che ho adorato a
quelli che proprio non mi hanno convinto. Ho pensato a grandi
registi, attori e attrici, al grande lavoro che c'è dietro a ogni
film che vediamo, a quante persone al mondo vedono film ogni giorno;
mi sono venuti in mente i fratelli Lumière e così mi sono detta: ma
poi? Dopo di loro che è successo? E qui è partita la ricerca che
tenterò di condividere con voi al meglio. In effetti, addetti ai
lavori e studenti/ studiosi del settore a parte, credo siano rare le
persone che conoscono quello che è stato il grande percorso che ha
portato fino ad oggi, dunque, eccomi qui a riassumere il più
possibile quel che ho scoperto nelle mie ricerche, con un primo
articolo dedicato, a cui seguiranno poi altri articoli.
I
fratelli Lumière - Louis e Auguste - furono i primi,
alla fine del 1895, a far scoprire il cinema al pubblico e
questo lo sappiamo più o meno tutti. Come naturale che sia, non è
che la cosa sia nata all'improvviso e i due fratelli, prima di questa
prima proiezione, sperimentarono a lungo, si impegnarono in messe a
punto e richerche tecniche fino a che Louis riuscì a creare
l'apparecchio da cui tutto è iniziato: il Cinematografo.
L'apparecchio aveva le funzioni di ripresa e riproduzione di immagini
fotografiche animate; era azionato a manovella e consentiva la
riproduzione delle immagini per un tempo abbastanza lungo da
rappresentare azioni compiute e continue. Vista la scoperta ed
essendo consapevoli di quanto potesse avere successo una tale
innovazione, i fratelli Lumière, si cimentarono nella
commercializzazione su vasta scala della loro invenzione, ottenendo,
fin dal primo spettacolo del dicembre 1895, un grande riscontro da
parte del pubblico. Nelle prime proiezioni lo spettacolo era
costituito da una serie di brevi film di un minuto o poco più
ciascuno, per un totale di mezzora di spettacolo intervalli compresi
ed era costituito da scene familiari, di attualità,
piccoli sketch comici e informazione documentaristica.
Immaginate lo stupore degli spettatori. Noi siamo abituati al grande
cinema, ma pensate a quei primi spettatori, alla loro meraviglia, la
curiosità, le emozioni, nel vedere per la prima volta nella storia,
persone ed oggetti, la realtà, enfatizzata nei dettagli drammatici
come in quelli comici, riprodotta sotto forma di spettacolo animato.
La cinecamera era fissa e sembrava proprio essere come una porta
aperta su un mondo fino ad allora sconosciuto. La produzione dei due
fratelli si intensificò tra il 1895 e il 1899 e si concentrò
soprattutto sull'informazione alternativa, non pilotata, e
documentaristica. Nel 1896 assunsero alcuni fotografi e
questi signori avevano il compito di assicurarsi della corretta
riproduzione degli spettacoli e allo stesso tempo di catturare
fotograficamente scene, panorami francesi, stranieri ed esotici,
durante la loro permanenza nei diversi luoghi dove lo spettacolo
veniva proposto. Nacquero così anche la "carrellata" e
altri effetti cinematografici inventati da Eugène Promio, un
operatore francese d'origini italiane, che studiò questi espedienti
tecnici durante le riprese di alcuni film girati in differenti parti
del mondo. Andando avanti il cinema divenne sempre più un mezzo
d'informazione, con la funzione di far conoscere luoghi lontani e di
presentare fatti di cronaca tramite i primi veri e propri inviati
della storia. Iniziò così una folle corsa, la corsa dei vari
produttori di film dell'epoca per essere sempre i primi ad arrivare
sul posto dove qualcosa accadeva. Questa continua corsa, così
intensta, portò poi alla riproduzione di fatti accaduti realmente,
d'attualità e cronaca appunto, in scenari ricostruiti in studio.
Anche l'illusionista francese Geroge Méliès rimase ammaliato
dal cinematografo, poiché vide nella macchina la possibilità di
riprodurre illusioni che aveva già proposto a teatro. I fratelli
Lumière però decisero per questioni commerciali e di profitto di
non vendergli il Cinematografo e Méliès, nel 1896, costruì
un proprio apparecchio (il Kinetografo), dando il via a
spettacoli di fotografie animate, non molto lontani - per il primo
anno di attività cinematografica - dai primi lavori dei Lumière.
L'anno successivo però, fece un balzo di qualità, aprì un vero e
proprio studio cinematografico con il quale realizzò poi "film
con trucchi", che diventeranno la sua specialità ed erano
sostanzialmente una continuazione e un'amplificazione del suo
lavoro teatrale. L'illusione ottica, la meraviglia, il mistero,
erano alla base dei suoi lavori teatrali e il cinema permetteva di
amplificare tutto questo. Fu Mélies, in questo senso, a dare vita
allo spettacolo cinematografico. Furono girati negli anni
diversi film fantastici, d'avventura e anche comici,
continuò la produzione del cinema a trucchi portando le sue
illusioni in scena e rispetto agli altri aveva anche tecniche e
approcci diversi. I suoi film erano più lunghi,
suddivisi in scene ed episodi, erano ricchi di
ambientazioni e personaggi e lo schema era tratto dal dramma
tradizionale o dal romanzo d'avventura, con uno stile di recitazione
molto teatrale da parte degli attori. Gli stessi fratelli Lumière
riconobbero Mélies come il creatore dello spettacolo cinematografico
che avrebbe dato i natali a tutte le successive produzioni.
Nonostante ciò, nel 1912, la sua produzione si fermò a causa
delle grandi case cinematografiche che non lasciavano più spazio ai
produttori indipendenti e alle piccole case. Nei primi quindici
anni dalla creazione del Cinematografo, il cinema si era già
evoluto in qualcosa di molto più ampio, sia dal punto di vista
tecnico che dal punto di vista commerciale. Nacque in Francia,
Stati Uniti e in Gran Bretagna, una vera e propria
industria del cinema, con produzione e distribuzione delle
pellicole. Il cinema continuò ad arricchirsi, visto il grande
gradimento del pubblico, grazie ai produttori e naturalmente ai
creatori dei film e così nelle principali città vennero aperti
numerosi studi. Il primo grande industriale cinematografico,
che creò a partire dal 1896 un vero e proprio impero di produzione,
distribuzione e noleggio dei film, fu Charles Pathé, per
molti anni dominatore del mercato mondiale (in particolare tra il
1903 e 1909). Tra i suoi primi collaboratori vi fu Ferninand Zecca
(relizzazione, supervisione, produzione dei film e creazione di
un'equipe di persone specializzate: registi, operatori e tecnici).
Insieme, i due, daranno vita a film di ogni genere. Pathé cominciò
a ridimensionare il suo impero intorno al 1918, pressato dalla
concorrenza e nel 1929 decise di ritirarsi. Nel frattempo, nel 1895,
anche Lèon Gaumont aveva dato vita alla sua società di
produzione. Precedentemente impiegato in una fabbrica di materiale
ottico e fotografico, intraprese la via delle grandi produzioni
cinematografiche; inventore e costruttore di apparecchi di
proiezione e cineprese, commercializzò anche macchine di altri
inventori e la sua modalità di commercializzazione era ben precisa:
la vendita di ogni apparecchio era accomagnata da pellicole
dimostrative, che tra l'altro erano create dalla segretaria della
società, Alice Guy, considerata la prima regista donna.
Nel 1911, il Gaumont Palace di Parigi divenne la sala cinematografica
più grande al mondo, con 3400 posti a sedere. Nel 1930 la società
venne messa in liquidazione e riaperta con nuovo nome nel 1938.
Accanto alle grosse produzioni, si mantennero comunque attive
produzioni meno spettacolari, con scenografie meno costose, a
cui però partecipavano attori di fama e letterati. Al
centro di queste produzioni c'era l'attenzione per lo spettacolo
cinematografico in se, l'evoluzione dell'espressione artistica
(oltre che tecnica). In particolare con Emile Cohl, Max
Linder, Louis Feuillade e le loro produzioni nei primi
decenni del novecento, si ebbero le maggiori novità dal punto di
vista artistico/espressivo. Negli Stati Uniti invece fecero da
pionieri Thomas Edison (inventore, tra le altre cose, del
Kinetoscopio e fondatore della sua casa di produzione, la
Edison appunto), William Kennedy Dickinson (casa di
produzione Biograph), Stuart Blackton e Albert E.
Smith (fondatori della Vitagraph). L' approccio americano
però – più che in altri Paesi – fu fin dall'inizio palesemente
speculativo, perciò per diversi anni le produzioni americane non
riuscirono ad avere una struttura tecnico/artistica che gli
permettesse di realizzare produzioni di qualità come invece accadeva
in Francia. Visto lo svilupparsi di una vera e propria guerra ai
brevetti, durata negli Stati Uniti fino al 1908, nel 1909
venne fondata la "Motion Pictures Patent Company",
che raggruppava le sette più importanti case produttrici americane
(Edison, Biograph, Vitagraph,
Essanay, Selig, Lubin e Kalem) e che aveva lo scopo di mettere
ordine nel settore, eliminando anche le piccole case indipendenti che
venivano inglobate dalle grandi case. Fu dal 1905 in poi che la
produzione statunitense cominciò a prendere una reale forma, con
la costruzione di sale specializzate. Anche in America le produzioni
si concentrarono inizialmente sull'attualità, sulle pellicole
comiche, storiche, avventurose o documentaristiche, con micro film
che messi insieme porgevano all'attenzione del pubblico uno
spettacolo di circa mezzora, come accadeva in Francia. Il primo
esempio di cinema narrativo per come viene inteso ancora oggi
però, è attribuito proprio all'americano Edwin Porter, che
realizzò il progetto per Edison nel 1902. Le immagini
documentaristiche dell'intervento di una squadra di pompieri, vennero
unite alla storia di una mamma e del suo bambino: in pericolo tra le
fiamme in cui viene avvolta la loro casa, c'è una successione di
momenti di tensione, che porta infine al salvataggio di entrambi.
Happy Ending. Pur non utilizzando ancora le techiche di
montaggio e varietà di piani che verranno usate in seguito, Porter
diede una svolta essenziale al cinema americano e ancora di più e in
modo decisivo lo fece con le produzioni successive. Si devono a lui i
primi film con suspance, i primi prototipi di western, le prime
storie di gangster e le prime narrazioni di dramma sociale. Se la
Edison puntava molto sulla messa in scena della realtà, la Vitagraph
si sviluppò maggiormente nella direzione della qualità tecnica
e Stuart Blackton fu infatti un grande esperto di
cinematografia e un grande sperimentatore. La tecnica a scatto
singolo, con la quale è possibile animare oggetti inanimati,
deve la sua diffusione ai suoi film d'animazione e fu il
successo dei suoi lavori a spingere anche altre case di produzione a
dedicarsi al ramo del disegno animato. Negli anni la Biograph
aumentò le sue produzioni affiancando la Edison per tipologia
e generi. Furono proprio le due case a porre le basi dell'odierna
Hollywood. Fu in quel periodo infatti che i produttori
cominciarno a girare film in esterna e la California, Hollywood, con
il suo clima più mite, era la meta ideale degli addetti ai lavori e
portò così truppe di registi, attori e operatori a radunarsi per
lavorare sulle coste californiane. Da segnalare assolutamente è
inoltre il lavoro del regista David Wark Griffith (Biograph)
che, ancora in piena corsa ai brevetti, fu artefice di un
cambiamento fondamentale: cominciò a considerare il cinema
un'arte e non un oggetto di consumo. Il suo approccio diverso , i
suoi lavori, il buon fiuto nello scovare talenti tra gli attori e il
suo modo di dirigerli, lo misero in tempi brevi in primo piano, per
quel che concerne la storia del cinema. Introdusse forme espressive
nuove, elaborate, trasformò l'idea di cinema per come era stata
concepita fino a quel momento dagli altri registi e produttori. Per
lui il cinema era un linguaggio artistico ed espressivo autonomo, la
psicologia dei personaggi era accurata, umana, i personaggi non erano
più solo "mascherine", bensì uno specchio realistico dei
sentimenti del pubblico. Dalla Biograph passò poi alla Mutual,
ottenendo ancora grandi successi e ponendo le basi espressive per
rendere il cinema l'arte popolare che è tuttora. In Europa
nel frattempo il cinema continuò il suo sviluppo in diversi paesi e
in particolar modo in Gran Bretagna con i lavori di George Sadoul
e la sua "scuola di Brighton". Quest'ultima, aveva
come principali caratteristiche l'utilizzo dei primi piani e dei
montaggi alternati. Prima ancora di Sadoul, fondamentali furono anche
i lavori di Robert William Paul, che partendo da film semplici
sullo stile dei fratelli Lumière ampliò gli orizzonti del paese
verso nuove direzioni, producendo anche quello che viene considerato
il primo film comico britannico. Paul sul fronte dello
spettacolo cinematografico, James Williamson e George Albert Smith
– sempre della scuola di Brighton – sul fronte del realismo,
diedero così i natali alle produzioni più innovative. Nonostante
ciò, nemmeno in Gran Bretagna, come negli altri paesi europei, vi fu
un reale salto di qualità. Per vedere l'affermarsi di
alcune realtà cinematografiche nazionali (Italia, Danimarca,
Svezia, Germania, Spagna ecc.) si dovrà attendere a lungo, ovvero
gli anni appena precedenti alla prima guerra mondiale. In
Italia, ad esempio, le prime produzioni sono considerate
"ambulanti", in quanto erano perlopiù spettacoli da fiera
e ad ogni modo la produzione era perlopiù francese (nonostante
l'italiano Filoteo Alberini avesse brevettato nel 1895 il
Kinetografo). Aprirono diversi anni dopo le prime sale e nel
frattempo Alberini e Santoni, diedero i natali a "Il Primo
Stabilimento di Manifattura Cinematografica Alberini e Santoni",
trasformata l'anno dopo nella "Cines", che
diventò in seguito una delle più importanti case di produzione
italiane. In contemporanea, in Francia e Stati Uniti, nacquero
nel 1913 i "serials". Vi fu, in sostanza, un
passaggio dalla carta stampata allo schermo di quel tipo di
narrazioni a puntate che erano così diffuse sui giornali e che
sempre più avevano avuto successo negli anni. In breve tempo i
serials si diffusero diventando addirittura una moda. Per quanto
riguarda il cinema d'oltre oceano, fu il western a diventare
il genere americano per eccellenza, soprattutto con l'arrivo
degli anni dieci e Thomas Harper Ince ne fu
immediatamente il rappresentate più qualificato. Con il western il
pubblico poteva apprezzare l'apertura dell'uomo verso spazi infiniti,
l'azione, il sentimento storico di un tempo non molto lontano e il
richiamo alla tradizione culturale e alla letteratura. Per questi
motivi la gente lo amò fin da subito. Dopo il 1912 Ince, dopo
centinaia di film, lasciò il testimone ad altri registi e in
particolare a Ford, Barker e Hart. Hart, come attore e
regista, fu per anni il simbolo del West e i suoi film furono
spesso prodotti in collaborazione con Barker. Ebbero
comunque una rilevante supervisione da parte dello stesso
Ince, che in sostanza divenne il terzo grande del cinema
americano accanto a Sennett e Griffith.
Nessun commento:
Posta un commento