domenica 21 maggio 2017

Lorenzo Riccardi: "È la canzone a guidarmi"

Lorenzo Riccardi, ph Rosa Maria Peralta Fernandez
Lorenzo Riccardi. L'ho scoperto grazie a un amico e se non lo conoscete vorrei farlo conoscere anche a voi. Lorenzo Riccardi è un eccezionale cantautore nato a Pavia, nel giugno del '64. La sua storia (andate a leggerla) la potete trovare sul suo sito ufficiale www.lorenzoriccardi.it, dunque io vorrei parlarvene in un altro modo, semplicemente attraverso le sue canzoni. In particolare abbiamo scambiato qualche parola riguardo a due pezzi che io amo molto e sui quali gli ho posto un paio domande."La canzone del porto" (da "Strade perse", 1997) e "Il diavolo nella bottiglia" (da "Tra fiamma e candela", 2003). Prima delle risposte del gentilissimo poeta, i testi dei due brani. A seguire, due video live, in cui non potrete non vedere e sentire tutta la sua intensità...

"Il diavolo nella bottiglia":

C'è il diavolo nella bottiglia
nera, nera con il tappo blu
ma la sete, ma la sete mi piglia
e il diavolo lo butto giù.
Bevi, bevi che ti passa la fame
e la sete, intanto non c'è più .
Il diavolo nella bottiglia vuota
con la scritta: Belzebù.

Nessuno uscirà da qui,
nessuno uscirà vivo,
nessuno uscirà da qui,
nessuno uscirà vivo.

Hai visto terra e mare,
lo spazio intorno al mondo,
sei stato sulla luna
nell'abisso più profondo
e in nome del profitto
o per falsa umanità:
veleni, fame, guerra,
queste ed altre oscenità.

Nessuno uscirà da qui,
nessuno uscirà vivo,
qualcuno pensa di si,
speranze appese a un filo.

E la signora fila il filo
e un filo è da tagliare,
è per la pecora nel bosco
sgozzata da un maiale.
Nessuno uscirà vivo
nemmeno un generale
nessuno uscirà da qui
sempre ammesso che sia male.

E davanti al nulla si può finire
facendo imitazioni
come immagini, riflessi
di chi conta e fa milioni.
Di chi canta controvento,
di chi pensa positivo,
nessuno uscirà da qui
fino a quando sarà vivo.
Ahi ahi ahi ahi …

Nessuno uscirà da qui,
nessuno uscirà vivo,
qualcuno crede di si,
speranze appese a un filo.
Nessuno uscirà da qui,
nessuno uscirà vivo,
non resterà più niente
del programma interattivo.

Ma in cielo nasce il sole
che muore quando è sera
e il correre del tempo
a volte fa paura,
ognuno col suo viaggio
come sabbia tra le dita,
ma tutti chiusi dentro a questa
maledetta vita.

"La canzone del porto":

C'è una nave all'orizzonte,
ad un tiro di cannone,
non c'è nessuno sopra il ponte
a reggere il timone,
non ha bandiera non ha nome
sulla sua fiancata,
è una goletta portoghese
spero non sia pirata.

Ora la vedo meglio
e vada come vada
è sempre più vicina
è ancorata nella rada,
non segnala non minaccia
ma io conosco il trucco,
meglio vederci chiaro prima di
concedere l'atracco.

Io sono il porto dove arrivano le navi
dopo la tempesta,
dove si svegliano i marinai
il giorno della festa,
dove si piangono gli amori
finiti infondo al mare,
dove si lasciano i dolori
prima di salpare.

Quindi dimmi il punto esatto,
dimmi da dove sei venuta,
cosa mi spetta per contratto
quando sarai partita,
quali colori usi
per dichiarare guerra
e quanto tempo hai navigato
senza toccare terra.
Io sono il porto dove arrivano le navi
dopo la tempesta,
dove si svegliano i marinai
il giorno della festa,
dove si piangono gli amori
finiti infondo al mare,
dove si lasciano i dolori
prima di salpare.

Come sono nati questi splendidi pezzi...? 

"La canzone del porto è nata una mattina all'inizio degli anni novanta: ricordo che dalla chitarra mi uscì quella specie di minuetto vagamente mozartiano che costituisce la frase musicale dell'introduzione, poi mi venne l'idea del porto che parla e si rivolge alla nave come ad un'amante e la canzone ha preso forma. De Il diavolo nella bottiglia non ricordo molto, deve essere cominciato tutto con “Nessuno uscirà da qui, nessuno uscirà vivo”. Posso dire che il titolo e l'idea del diavolo chiuso dentro la bottiglia vengono dall'omonimo racconto di Robert Louis Stevenson, nel quale una bottiglia con dentro il diavolo passa da un personaggio all'altro con varie conseguenze. Nella canzone, invece... tutti noi esseri umani siamo chiusi in una bottiglia, che è la vita, con il male da noi stessi generato."

Quali erano gli "intenti" – se così si possono chiamare - di questi brani, se effettivamente c'erano/ ci sono? 

"Quasi tutte le mie canzoni sono nate di getto, musica e parole insieme; capita che una frase o un ritmo comincino a ronzarmi nella testa e capisco che devo mettermi li, magari con la chitarra, e registrare o scrivere. In genere dopo un'oretta la canzone ha preso forma almeno nelle sue linee essenziali. Josè Saramago diceva che la gente crede che gli scrittori scrivano certe cose perché vogliono esprimere una determinata idea o sentimento e invece le scrivono perché suonano bene. Sono d'accordo e penso che, per motivi squisitamente tecnici, sia ancora più vero per la canzone, almeno per le mie. Non credo quindi di poter parlare di intenti ne di intenzione perché in realtà è la canzone a guidarmi, nel senso che la struttura, il ritmo, le rime suggeriscono delle assonanze, dei contrasti e delle immagini che vanno necessariamente seguiti, cioè sono io con il mio bagaglio tecnico e umano a condurre il gioco ma fino a un certo punto. Probabilmente tutta una serie di stimoli, idee, stati d'animo, emozioni, esperienze si accumulano e quando il tutto giunge a maturazione nasce una canzone. Io stesso scopro cosa dice la canzone una volta che è finita e a sua volta chi ascolta, sulla scorta delle esperienze personali, della propria sensibilità, del momento, da la sua interpretazione, emotiva o razionale che sia." 




Grazie Poeta!

lunedì 15 maggio 2017

About Rock: un piccolo viaggio nel grande mondo del Rock




Rock. A volte sento usare questo sacrosanto termine fuori luogo. Non è bello. Il rock è storia, cultura, società, ramificazione, carattere, identità, collettività ed unicità. Al giorno d'oggi se non si sta attenti si rischia di sentir accostare la parola rock alle barbabietole. Il rock è una macrocatecoria della "popular music", da non confondere assolutamente con la "pop music" - dalla quale da metà del ventesimo secolo, anche in musicologia, si è fatta una netta distinzione. E' all'aba fu il rock 'n roll, nato negli USA tra la fine degli anni '40 e l'inizio degli anni '50, originato da generi quali il blues, il country, l'r&b, il gospel, il bluegrass, il folk, il jazz. Se A ha origine da B e B ha origine da C, allora A ha origine da C. Dunque si, il Rock è nato dal Rock'n Roll, ma per logica conseguenza nasce anche da tutti i generi sopracitati e si ramifica negli anni come le radici assetate di un gigante verde. Attorno alla metà degli anni cinquanta il rock 'n roll raggiunge un pubblico vasto ed inizia ad avere un impatto sociale non indifferente. Nel 1957, Chuck Berry, pubblica con la Chess Records "School Days" (conosciuta anche con l'alternativo titolo di "School Day (Ring! Ring! Goes the Bell) e quel pezzo rappresenta la meravigliosa rivoluzione del rock 'n roll. Il semplice racconto di un giorno di scuola, le sensazioni di un'adolescente, la pesantezza che come molti giovani il protagonista si sente addosso. Emozioni che prima del rock 'n roll non avevano granché modo di avere sfogo, ma quando la lezione finisce e i libri si chiudono, ora c'è il rock' n roll ad attenderlo: "Hail, hail rock and roll/ Deliver me from the days of old/ Long live rock and roll/ The beat of the drums, loud and bold/ Rock, rock, rock and roll/ The feelin' is there, body and soul. "Hail, hail, rock and roll". Versi che si potrebbero tradurre con un "grandinami addosso", "sconvolgimi" rock 'n roll. "Deliver me from the days old", "liberami dai tempi antichi". Mentre Chuck Berry cantava queste parole, il rock 'n roll stava facendo proprio questo. Finalmente, come Berry stesso scrive nel testo. Dunque, "Long live rock and roll", lunga vita al rock 'n roll e ancora "Il battito dei tamburi, forte e audace/ rock, rock, rock and roll/ La sensazione è lì, corpo e anima", perché basta "Sentire la musica dalla testa ai piedi" ("Feeling the music from head to toe"). Questo accade con il rock 'n roll. E' l'inizio della liberazione mentale, dell'evasione sociale, la nascita del coraggio di dire, fare, rivoluzionare. Spiegare per bene le origini e l'evoluzione del rock' n roll, le ragioni storiche, gli incontri e i confronti culturali che ne hanno dato i natali, i primi accenni e le influenze, le sfumature che negli anni sono entrate a far parte del genere, è cosa assai lunga e complessa (perciò come scrivo sempre, se volete approfondire - semplicemente... fatelo!). Facciamo dunque un salto alla successiva evoluzione. Dal rock 'n roll al rock. Da Jimmy Preston, Roy Brown, Hank Williams... attraverso Sam Phillips, Bill Haley (and His Comets), Bo Diddley e l'eterno Chuck Berry ed ancora Jerry Lee Lewiws, Little Richard e innumerevoli artisti del rock 'n roll dei primordi e del suo sviluppo, arriva poi l'influenza del folk e del cantautorato, prima con Woody Guthrie e Pete Seeger e poi con Bob Dylan e l'usignolo di Woodstock Joan Baez, che al folk dei primi aggiungono la sostanza di tematiche impegnate, a favore dei diritti civili e sociali. E come non parlare della poesia di Dylan... "Mr. Tamburine Man", ad esempio, pubblicata da Dylan nel '65 e riarrangiata lo stesso anno dai Byrds che la inserirono poi nel loro primo album con ulteriori contributi da parte di Dylan stesso o l'eterna (come tutte i pezzi di Dylan del resto) "Like a Rolling Stone" e la sua "miss solitude". Leonard Cohen che inizia proprio come poeta incidendo nel '57 un reading album e pubblicando poi nel '61 la raccolta di poesie "The Spice-Box of Earth" a cui seguiranno altre pubblicazioni. Ed è nel '67 che Cohen porta la sua poesia in musica con il suo primo album da cantautore, intitolato proprio "Songs of Leonard Cohen", passando durante la sua carriera attraverso i generi disparati, dal jazz al folk rock e al soft rock.  Quelli furono anche gli anni in cui Simon&Garfunkel si unirono a New York dando vita a "The Sound of Silence", prima in versione acustica e successivamente remixata con chitarra elettrica e batteria. Nel '67 arrivano altri gruppi, artisti, molto influenzati dal folk rock, quali i Fairport Convention e Pentagle (che unirono al folk anche jazz e blues). Nel anni sessanta, dal Regno Unito parte la "British Invasion": arrivano i Beatles e i Rolling Stones. I Beatles, che portarono al vasto pubblico generi quali il folk rock (dai Byrds) e il rock psichedelico e i Rolling Stones, che si distinsero fin dai primi album dando un colpo di coda alla musica, portando una svolta dalla quale innumerevoli gruppi avrebbero tratto ispirazione. Nascono il garage rock, genere considerato "padre del punk rock" e il freakbeat (di ispirazione beatlesiana). Negli stessi anni, giungono al successo anche gli Who e il mod degli Small Faces. A seguire, mentre prende il volo il garage rock, anche il rock blues, che a differenza di altre ramificazioni si è sviluppato come "genere a se", si espande (sin dalla metà degli anni sessanta). E come non pensare a Johnny Cash, che da molti è ricordato come icona della musica country e certo, è vero, ma ha attraversato nella sua storia e facendo la storia, generi quali rock, blues, rock ' n roll, folk, alternative e chi più ne ha più ne metta. E fu proprio dal rock blues che poi nacque l'hard rock degli anni settanta, come estremizzazione del rock blues stesso. Pionieri del genere, naturalmente, i Led Zeppelin. E poi la surf music, con Dick Dale e successivamente i Beach Boys, il rock psichedelico nelle sue più svariate formeil movimento grunge con gruppi quali i Nirvana e i Soundgarden, se parliamo di tempi più recenti. E il movimento punk, con tutto il suo scoinvolgimento sociale. Altri grandi della storia, così grandi, come Frank Zappa, Tim Buckley, Captain Beefheart e poi... Jimi Hendrix, Janis Joplin, i Velvet Underground, i Doors, i Queen, tutti giganti. Sarebbero talmente tante le cose da dire e ovviamente un articoletto non può contenere tutta la storia del rock. La questione in ballo è sempre quella di "stuzzicare" e il punto centrale poi, non è solo scrivere un articolo che può risultare piacevole alla lettura per chi il rock già lo ama e lo conosce, ma appunto, incuriosire chi lo conosce meno, far venire quel "pizzicorio" che ti porta con curiosità ad andare a sentire, leggere, perché "questo non l'ho mai sentito, aspetta un po' che...".