mercoledì 22 febbraio 2017

Claude Debussy, la "Suite Bergamasque" e "Clair de lune"

Claude Debussy

Claude Debussy (1862/1918). Il solo pronunciare il suo nome pare dare il via ad una musica, la sua musica. Di lui Paul Valéry scrisse: "Lo si vedeva concentrarsi non ad ascoltare la musica per se stessa, quanto a tentarne di farne suoi i segreti. Lo si vedeva, lapis tra le dita, prender nota di ciò che riteneva giovevole alla poesia nella musica, cercando di estrarne alcuni tipi di rapporti che potessero essere trasportati nel campo del linguaggio." Debussy è considerato l'iniziatore della musica moderna, per molti esponente massimo del simbolismo e dell'espressionismo in musica, nonostante il compositore negasse l'appartenenza a un determinato movimento artistico. La realtà, a parer mio, è che proprio come desiderava lui, Claude Debussy non è classificabile; non si può dare un genere alla sua musica, perché le influenze, la ricchezza, le sfumature e i diversi colori delle sue opere, fanno delle sue composizioni un prisma attraversato da una luce potente ed eccezionalmente ispirata. Amava Debussy, amava la poesia di Verlaine, amava assorbire come una spungna tutto ciò che della musica e della poesia lo rapivano maggiormente. Per questo nelle sue opere si possono sentire accenni di Wagner, così come di musica sinfonica; si possono percepire immagini e odori d'oriente o in altri casi udire e godere delle sue contaminazioni europee, romantiche, neoclassiche, fino al simbolismo e l'espressionismo, passando per ispirazioni popolari, danze e tradizioni e giungere persino al jazz. Visse in Italia, in Francia, in Inghilterra ed ebbe una vita movimentata sotto diversi aspetti e certamente, perché è un dato di fatto, anche molti di questi avvenimenti ispirarono all'autore diverse composizioni. Sono talmente tante le sue meraviglie, che elencarle e parlare di tutte sarebbe incauto in quest'occasione, perché per parlarne davvero ci vorrebbero pagine e pagine. Allora parliamo di "Clair de lune", uno dei pezzi di Debussy più amati in assoluto. Beh, io vi dico, che se non conoscete l'opera per intero, è davvero un gran peccato e si, dovreste rimediare. "Clair de lune" è il terzo atto de la "Suite Bergamasque", composta tra il 1888 e 1890 e ripresa da Debussy nel 1904, rivista e pubblicata l'anno seguente. E' una suite, appunto, una forma strutturata di più brani ispirati alle movenze di balli cortigiani e popolari: "Prélude" (Preludio), "Menuet" (Minuetto), "Clair de lune" (Chiaro di luna) e "Passepied" (non traducibile poiché si riferisce a un tipo di danza nata in Bretagna). Ciò che lega questa composizione all'Italia, come si può percepire dal titolo scelto, è il termine "bergamasque". Si lega, però, in maniera molto più intricata e interessante di quel che potrebbe sembrare. Al tempo la città di Bergamo era amata dai francesi, perché Stendhal, un secolo prima, l'aveva visitata e ne aveva descritto la parte Alta come il colle più bello che avesse mai visto. Non è questo però, il vero motivo del titolo. Il termine "bergamasque", in effetti, viene da Shakespeare. Ebbene si. In "Sogno di una notte di mezza estate", il grande Shakespeare fa riferimento, più di una volta, a una rustica danza che avrebbe avuto origine proprio a Bergamo; oltre a questo, rendendo il termine in inglese con "a bergamask", Shakespeare intendeva espimere il suo amore per la commedia dell'arte e le maschere (*mask). L'idea di utilizzare questa parola poi, venne in mente a Debussy grazie al suo poeta preferito, Paul Verlaine. Il terzo atto, "Clair de lune", si intitola proprio come la splendida poesia di Verlaine nella quale il sopracitato termine è presente: " "Votre âme est un paysage choisi/ Que vont charmant Masques et Bergamasques/ jouant du Luth et dansant et quasi / Tristes sous leurs déguisements fantasques" (La vostra anima è un paesaggio eletto / per il quale vanno maschere e “bergamasques” / suonando un liuto e danzando quasi / tristi per i loro travestimenti fantastici"). Detto ciò, se non avete mai ascoltato per intero quest'opera vi consiglio di farlo, al di la' del "genere" musicale a voi favorito. In questo modo, ve lo assicuro, potrete dire di aver vissuto qualcosa di magico, prima di riposare in vista del nuovo giorno.