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giovedì 11 dicembre 2014

"Casta Diva", una preghiera alla Luna

Vincenzo Salvatore Carmelo Francesco Bellini

"Casta diva" è l'aria più famosa della "Norma" di Vincenzo Bellini ed è stata interpretata per la prima volta nel 1831 dalla mezzosoprano e soprano Giuditta Pasta, proprio in occasione della prima assoluta dell'opera. La "Norma" è un'opera in due atti tratta dalla tragedia "Norma" o "L'infanticide" di Louis-Alexandre Soumet che si ispirò a sua volta al mito di Medea. Il testo dell'intera opera di Bellini è del librettista, poeta e critico musicale Felice Romano, compresa - appunto - la meravigliosa poetica di "Casta diva". Si tratta di un brano nel quale la sacerdotessa gallica eleva una preghiera alla Luna ed è una poesia  a dir poco eccezionale. Nelle parole come nella musica, tanto che il compositore parigino Fromental Halévy, dichiarò che avrebbe barattato tutta la sua musica per quest'aria. Fu composta inizialmente in Sol maggiore per poi essere abbassata di un tono, a Fa maggiore, quando Giuditta Pasta la giudicò troppo acuta; modifica che comportò non solo cambimenti melodici, ma anche modifiche strumentali da parte di Bellini. Di seguito i versi meravigliosi del testo e il video della "Casta Diva" interpretata da Montserrat Caballe.

"Casta Diva che inargenti
Queste sacre antiche piante,
A noi volgi il bel sembiante
Senza nube e senza vel.

Tempra o Diva,
Tempra tu de' cori ardenti,
Tempra ancor lo zelo audace,
Spargi in terra quella pace
Che regnar tu fai nel ciel."