Funk Off |
Oltre
sedici anni di storia, quasi settecento concerti. I Funk Off sono
stati la prima funky marchin' band italiana e al termine hanno dato
un nuovo significato, unendo quest'accezione al groove della black
music, ad arrangiamenti jazz, a movimenti e coreaografie di grande
impatto emotivo e visivo, senza mai perdere la loro "italianità",
le origini, la musicalità della propria terra. Dopo di loro tante
band sono nate, seguendo la loro scia meravigliosa ma... loro sono
unici, unici e inimitabili. Sono passione, grinta, originalità,
feeling, groove, calore, colore e potenza. Dario
Cecchini (clik click!) è il fondatore e leader della band
fiorentina, scrive ed arrangia la loro musica dall'inverno del 1998,
quando il progetto nasce e comincia ad attirare l'attenzione dei
responsabili dell'Umbria Jazz che dal 2003 in poi li inviterà a
tutte le edizioni del Festival, scegliendoli come marchin' band
ufficiale sia della manifestazione perugina che dell'Umbria Jazz
Winter di Orvieto, coinvolgendo, come è inevitabile che sia, tutto
il pubblico e portandoli fino al palco di un entusiasta James Brown.
Ci sarebbero così tante cose da scrivere, ma... cliccate sul link
tra parentesi e vi renderete conto di cosa hanno combinato questi
musicisti eccezionali (FunkOff
on Fb). Personalmente li ho scoperti nel 2011, ospiti di
"Sostiene Bollani" su Rai3. Io e il mio compagno ci siamo
guardati, con gli occhi spalancati, l'ascolto che si trasforma
immediatamente in un istante di stupendo entusiamo, un sussulto e se
non ricordo male un "Oh mio Dio...!". Una rivelazione. Sul
loro sito www.funkoff.it potete
trovare tutte le news e le date sempre aggiornate. Ora, veniamo a
noi... una bella chiacchierata con lui, Dario Cecchini...
Per
prima cosa sono curiosa di sapere come ti è venuta l'idea di questo
progetto, ma non desidero chiederti, per così dire, "informazioni
generali". Intendo proprio a livello
"fisico/chimico/mentale/temporale". Mi spiego meglio: so
che sei cresciuto con il jazz, che hai molte influenze (dal funk alla
black music o la soul latina), hai molte esperienze diverse, prima di
questo progetto per esempio dirigevi la Big Band del Cam (scuola di
musica fiorentina) con la quale hai iniziato a mescolare il jazz, il
funk, la black music... ma la mia domanda è: l'istante. C'è un
istante, un punto di illuminazione in cui è nato il progetto Funk
Off? Il culmine dell'idea, il climax dell'ispirazione, riguardo
all'idea del progetto Funk Off appunto.
"Allora...
il momento è stato... durante una prova della Big Band del Cam, la
Ballroom Dance Band che dirigevo oramai da circa tre anni, anzi dal
'94, quattro anni... In questa band c'erano diversi dei ragazzi che
poi sono entrati a far parte dei Funk Off: Andrea Pasi, Nicola
Cipriani, Paolo Bini, Francesco Bassi, Luca Bassani, che in quella
formazione suonava il basso e... durante una prova ebbi quest'idea,
pensai "porca miseria! Potrei fare una band che fa questo tipo
di musica, con la formazione della banda e quindi con il suono della
banda, però unendo a questo il movimento". Al momento ho
pensato che poteva essere un'idea sulla quale lavorare, poi ricordo
che ne ho parlato con Francesco Bassi, gli dissi dell'idea, che avrei
scritto un po' di pezzi e che poi avremmo potuto valutare cosa fare.
C'è da dire che... qualche anno prima credo, un nostro amico Dj mi
chiese di fare una cosa con la formazione della banda, di suonare
"Reginella Campagnola" e io feci un'arrangiamento, così a
voce, poi diedi le direttive musicali. E' un brano tipico delle bande
di paese insomma - e non so.. non so se questa cosa mi ha influenzato
in qualche modo, non ci avevo mai riflettuto, poi fu lui, questo Dj,
a chiedermi se mi fossi ispirato a quell'esperienza e io gli dissi
"Mah... no, non ci avevo mai riflettuto, però...". Io
credo di essermi più ispirato di più... nel vedere i movimenti
spontanei che i musicisti facevano quando provavamo i pezzi,
arrangiamenti di brani più e meno funk e anche qualche brano mio...
ed è stato anche il momento in cui presi fiducia sull'idea che
mescolare musica jazz, funk, soul... potesse avere una ragion
d'essere e che potesse funzionare; quindi anche una presa di
coscienza e una presa di fiducia in me stesso."
Funk Off |
E
quando hai dato il via al progetto ti aspettavi di risultare così
sconvolgente? Cioè, fin dall'inizio, siete stati un'esplosione per
tutti!
"Ma
sai... io non sono molto bravo a trovare concerti, a gestire questi
aspetti, però c'era e c'è Nicola Cipriani che invece è molto bravo
in questo e lui si diede molto da fare e... grazie a lui iniziammo a
fare le prime date; poi è ovvio che quando parte un progetto non
pensi che possa diventare quello che poi diventa... quello che è
diventato. Tu provi a portarlo avanti nel miglior modo possibile. Non
immaginavo che alla gente potesse piacere così tanto questo
progetto, anche perché... oggi in giro ci sono tante marchin' band,
ma all'epoca non ce n'erano, noi siamo stati i primi e quindi... era
tutto da vedere, magari andavi fuori e la gente non ti stava nemmeno
ad ascoltare... Poi... uno non fa il progetto per la gente, lo fa
prima di tutto per esprimere le proprie idee artistiche, musicali,
poi se va bene... naturalmente fa piacere! Quando ho iniziato con i
Funk Off avevo trentacinque anni, erano quindici anni che provavo a
fare musica e che vivevo di musica comunque e non lavoro nel mondo
del pop – ho avuto collaborazioni pop, ma comunque non faccio
musica pop - quindi per me un progetto parte come un'esigenza
artistica, in altri contesti parte invece con l'idea di guadagnare,
di diventare famosi, come nel caso dei talent."
Oltre
a questo... vedo gruppi che hanno avuto un ottimo riscontro, che se
lo meritano e che... anche loro non partono con l'intenzione di
"diventare famosi" e tantomeno si aspettavano quello che
poi sono riusciti a realizzare, parlo di gruppi assolutamente non
commerciali, che però nell'impostazione iniziale avevano un
approccio diverso fin dall'inizio, a livello di diffusione della loro
musica, rispetto alle nuove tecnologie per esempio.
"Una banda così" Funk Off |
"Ah
la nostra diffusione è stata quella più vecchio stile del mondo,
abbiamo cominciato a fare live, a quei tempi solo marcianti. Al
tempo, nei live in strada, facevamo
un po' come ora in realtà, alcuni dei pezzi avevano delle
coreografie più strutturate e altri invece meno, poi però andando
avanti negli anni si sono aggiunti Alessandro Sugelli,
Francesco Bassi, Andrea Pasi (i principali curatori delle
coreografie, ndr). All'inizio eravamo veramente "solo" una
marchin' band; io mi ricordo che quando ci è successo di fare il
primo concerto su un palco io... non è che fossi tanto sicuro e
convinto che la cosa potesse funzionare, quindi poi... ovviamente c'è
stato uno sviluppo, dal concerto di marchin' band che marcia per la
strada e che suona muovendosi a quello di una formazione che resta di
marchin' band ma che suona anche su un palco e naturalmente è
diversa la cosa."
Una
cosa però mi ha colpito, per la sua dolcezza... Già dai video dei
live, dalle performance che ho potuto trovare online perché
purtroppo non ho mai avuto occasione di vedervi dal vivo, mi dai
l'impressione, in particolare con i più giovani, di essere un po'
"lo zio" della situazione; mentre suonate, lo scambio di
gesti, di sguardi, sembra tu abbia un senso di protezione verso i
tuoi musicisti, anche con quelli che più o meno hanno la tua età in
realtà, però con i più giovani è più palpabile la cosa... è
un'impressione mia o è così davvero?
"Beh...
certo... io sono... diciamo così... a capo dei Funk Off, quindi... è
ovvio che proteggo i Funk Off. In realtà non ce n'è mai bisogno,
anzi, a volte devo stare attento a proteggermi da loro perché sai,
in quattordici contro uno...! (ride con affetto..., ndr). No beh,
sono protettivo nel senso che voglio bene a questa band, fa parte di
me, dunque sono protettivo con loro come lo sarei verso me stesso;
poi lo scambio di sguardi, di gesti, sicuramente è una questione di
feeling, ma è anche frutto di esigenze musicali, direttive. C'è
talmente tanto affiatamento che... basta che loro mi guardino, gli
basta vedere come mi muovo, con un'occhiata ci intendiamo, se c'è
qualcosa che non va o se c'è qualcosa che voglio dire, loro lo
capiscono al volo. Quello che mi piace dei Funk Off è che il
concerto si sviluppa in maniera diversa tutte le volte, a volte
nascono cose nuove durante i live, proprio perché c'è molto feeling
e dunque io posso "chiamare" delle cose che nelle prove non
abbiamo fatto perché c'è molta empatia tra noi. Riguardo ai più
giovani... non so... tanto sono tutti più giovani di me! (ride - ah
ah, ndr). Mi piace che succedano le cose sul palco, nel jazz succede
questo, quello che accade stasera non accade domani sera e quello che
succede domani sera non succederà l'indomani e il nostro approccio
viene molto dal jazz. Per esempio, se parliamo di un concerto di
musica pop, si parla di un "prodotto perfetto", pensato,
organizzato, perché deve essere più o meno sempre così com'è. Nel
progetto dei Funk Off è esattamente il contrario, è un "prodotto
imperfetto", comunque organizzato, ma che trova energia, linfa e
cambiamento durante lo sviluppo del concerto. Questo ci riporta al
fatto dell'essere empatici l'uno nei confronti degli altri e anche al
correre dei rischi. A volte è successo, magari io ho lanciato delle
chiamate che al momento non sono state colte ed è capitato facessimo
degli errori anche evidenti, ma va bene, ci sta, anche nella vita è
così. A me proprio... non interessa fare una musica perfetta."
Siete
anche a lavoro per il nuovo album che esce ad Aprile 2015 giusto?
Dimmi dimmi, racconta eh eh...
"Riguardo
al nuovo album beh, io sono molto contento perché ha un sound
diverso dagli album precedenti – al di la' del fatto che ovviamente
sono pezzi nuovi - proprio come ispirazione, arrangiamenti,
produzione. Oltretutto ci sono tre ospiti, due dei quali hanno
collaborato anche alla composizione dei brani, hanno scritto i testi
di due brani e li cantano. "Dance with me" con
AverySunshine
e "Déjà Vu" con Raul
Midon. L'altro ospite è Fred Wesley, che era il trombonista
della della band di James Brown (The J.B. 's - ndr). Per me questo è
l'album più soul tra gli album dei Funk Off. Non tutti i brani sono
soul, ma una buona parte è comunque d'ispirazione soul, anche perché
venivo da un periodo di ascolti di artisti come Marvin Gaye, Bill
Withers, Leon Ware, Curtis Mayfield e io... ce li sento, sono
veramente contento."
Qualche
novità sui prossimi live? (date a fondo articolo, ndr)
"Abbiamo
vari concerti e varie Street Parades. Inoltre presenteremo in alcuni
teatri il nuovo album e in questi eventi avremo come ospite Karima,
una collaborazione nuova. Lei è molto brava a cantare ed è molto
brava a cantare in inglese ed avendo composto dei pezzi in inglese è
nata questa cosa; poi faremo anche un pezzo suo, con un arrangiamento
un po' "funkoffizzato" diciamo eh eh..."
Ora
parliamo di parole, è una cosa che adoro quando chiacchiero con
musicisti, artisti e anche in generale... dimmi una, due.. quelle che
vuoi... parole per te essenziali e qual è per te il loro significato
più profondo, il motivo della scelta... Perché le parole, come la
musica, sono un mondo non credi...?
"Di
sicuro "armonia", "equilibrio", sono le parole
che hanno un significato particolare per me. "Armonia"
perché... mi piace avere armonia intorno, mi piace dal punto di
vista umano e mi piace perché nella musica... amo molto l'armonia o
le sfumature che l'armonia può dare... penso che quando c'è armonia
tutte le cose siano migliori. "Equilibrio" perché
l'equilibrio è una cosa importante, una cosa della quale sono sempre
alla ricerca e... a volte lo trovo e a volte non lo trovo; e questo
sia nella musica che nella vita. Questo però non significa che i
pezzi debbano per forza essere equilibrati, anzi, fondamentalmente
penso che nel momento compositivo, creativo, sia necessario essere
tutt'altro che equilibrati, che si debba essere "esagerati",
"illogici", che si debba seguire l'istinto, abbandonarsi ai
sentimenti e alla creatività stessa, quindi in quella fase credo che
l'equilibrio non sia produttivo. Per tutto il resto però credo che
nella vita l'equilibrio sia una cosa fondamentale; questo non vuol
dire che poi io ce l'abbia (sorride..., ndr)."
Ai
di la' della musica ci sono altre discipline artistiche che ami
particolarmente? e se si, perché?
"In
realtà mi piacciono molto tutte le discipline artistiche, mi piace
molto la danza, mi piace molto la pittura, il disegno, mi piace
l'arte in generale, infatti soffro molto per la totale assenza di
rispetto che c'è nei confronti dell'arte e della cultura in Italia.
Mi piacerebbe saper disegnare, ma non ho un gran talento e non avrei
nemmeno il tempo per potermi applicare. Mi piacciono molto anche le
parole, mi piace molto... il suono delle parole... Le parole hanno un
peso, dunque cerco di usarle per il peso che penso che abbiano e per
il peso che gli do' io..."
[Non
commento più di tanto ma... se seguite quello che faccio un po' mi
conoscete, quindi potrete immaginare quanto mi abbia fatto un'immenso
piacere sentire queste parole...]
Per
chiudere... come descriveresti te stesso e come descriveresti i Funk
Off...?
"Beh...
io mi descrivo come uno che cerca di vivere per quanto può nella
Musica e... di sicuro i Funk Off lo sanno... Cerco di esprimere le
mie idee nella musica in maniera sincera, prendendomi dei rischi
anche, cercando sempre di andare avanti, di fare sempre cose diverse
rispetto a quelle che ho già fatto. Penso di essere una persona
molto sensibile, ma anche perché... me lo dicono gli altri... credo
si saper ascoltare, quindi cerco sempre – rispetto anche a quello
che ti dicevo prima – di costruire un'armonia, cerco di avere il
massimo dell'armonia attorno a me. A volte ci riesco e a volte no.
Questo non vuol dire che poi non si arrivi talvolta anche a degli
scontri, purtroppo succede... ("Beh... servono anche quelli..."
commento io nel frattempo...). I Funk Off... come descriverli... mi
ritengo una persona fortunata perché ho avuto un'idea e ho trovato
quattordici persone che mi hanno seguito per realizzarla ed è una
fortuna che non tutti hanno avuto. I Funk Off sono un gruppo che si
basa sulla musica e sull'amicizia, su una forte aggregazione tra le
persone che ne fanno parte e che sono in gran parte vissute insieme
essendo undici di noi dello stesso paese; poi c'è Alessandro che da
tanti anni abita a Vicchio
e poi ci sono tre musicisti che vengono da Firenze, da Prato, da
Montepulciano e sono i membri più recenti della band. Comunque sia i
Funk Off sono un gruppo che si basa molto sui rapporti umani e questi
rapporti umani, un po' per indole, un po' per come è nato il
progetto, per come nascono i pezzi... si trasmettono con naturalezza
nella musica stessa. E' un gruppo molto unito, nonostante sia fatto
di persone molto diverse tra loro e dunque quando ci sono da prendere
delle decisioni io dico sempre "cerco di scontentare tutti il
meno possibile" perché accontentare tutti è impossibile."
Grazie
Dario, per questo bell'incontro sul Cammino.
I
prossimi Live:
24
aprile 2015 – a Latina (LT)
02
maggio 2015 – al Teatro Carrara, Carrara (MS)
16
maggio 2015 – al Vicenza Jazz Festival, Vincenza (VI)
17
maggio 2015 – al Teatro Thiene, Thiene (VI)
20
maggio 2015 – alla Casa del Jazz, Roma
29
maggio 2015 – a Novazzano (CH)
I
Funk Off:
Dario
Cecchini - sax baritono e direzione musicale
Paolo
Bini, Mirco Rubegni ed Emiliano Bassi - tromba
Sergio
Santelli e Tiziano Panchetti - sax alto
Andrea
Pasi e Claudio Giovagnoli - sax tenore
Giacomo
Bassi e Nicola Cipriani - sax baritono
Giordano
Geroni - sousafono
Francesco
Bassi - rullante e coordinatore sezione ritmica
Alessandro
Suggelli - cassa
Luca
Bassani - piatti
Daniele
Bassi - percussioni leggere
Nessun commento:
Posta un commento