giovedì 26 febbraio 2015

Il meraviglioso mondo di Lisa Marie Simmons e degli Hippie Tendencies


Stasera si parla di "Hippie Tendencies". Non di "tendenze hippie" in senso letterale ne di concetto "hippie" di per se. "Hippie Tendencies" è una band che ha l'intento di riflettere nella propria musica valori in cui crede quali, citando la loro biografia "soluzioni pacifiche ai problemi globali, l'energia sostenibile e l'accettazione delle differenze religiose, culturali e sessuali". La band nasce nel 2006 e si forma dall'incontro di quattro musicisti italiani con una cantautrice americana. Marco Cremaschini al piano, Cesare Valbusa alla batteria, Massimo Saviola al basso elettrico, Christian Codenotti alla chitarra acustica e voce e Lisa Marie Simmons, voce portante, autrice dei testi e co - compositrice. Le melodie e i ritmi spaziano da pezzi quali "Wana Wa Africa", che già dal titolo e fin dalle prime note e ritmiche ricorda la grande terra, a pezzi funky/pop, divententi e solari come "Poppy Rock" fino alle sfumature soul/blues di "Shame on You" e alla malinconia di "The Trees", per citare alcuni pezzi che possono rendere l'idea delle molteplici influenze del progetto. I testi hanno approcci diversi e tematiche anche molto distanti tra loro, dal tema dell' immigrazione alla "poca voglia di stare zitti di fronte a certe cose", fino a sentimenti di solitudine - provati nel mezzo di una folla davanti alla quale qualcuno sorride chiedendosene un po' il motivo e dunque... anche l'espressione del desiderio di incrociare una mano tesa. Si parla di ingiustizie, delle logiche del potere e della brama di denaro, mascherate, anche se non così tanto, ma anche di risvegli, prese di coscienza, le domande sull'esistenza che ogni essere umano si fa o potrebbe farsi; si giunge poi a temi pesanti, quali l'orrore degli abusi sui minori e si torna all'allegria con pezzi quali appunto "Poppy rock" in cui in sotanza Lisa si chiede a gran voce "ma perché devi per forza etichettare la mia musica?". Per quanto riguarda i loro album, i tour in Europa e in America, le informazioni più classiche, vi rimando alla loro pagina fb e al loro sito. Ora, l'intento è quello di  parlare con Lisa, il caldo timbro, il centro attorno al quale si crea il mondo degli Hippie Tendencies.

- Lisa dolce Lisa... qualche giorno fa ho visto il video di una tua intervista del 2009 a "Luci della città". Mi ha colpito moltissimo la tua dolcezza, la gioia che si percecisce nel tuo sguardo, il modo in cui parli della musica e dei tuoi ricordi legati ad essa... Parlavi del Colorado, in cui sei nata e nel quale ti sei avvicinata alla musica grazie alla passione di tuo padre e di tuo nonno, un batterista jazz... parlavi del suo locale e dell'ambiente in cui sei cresciuta, con la musica attorno fin da piccolissima... Una meraviglia insomma. Poi il tuo lungo percorso girando per il mondo seguendo sempre, costantemente, la musica. Dal Colorado a New York, dall'Olanda alla Francia fino ai Caraibi e poi l'Italia, che a quanto pare... ti ha rubato il cuore. A proposito di questo, del fatto che qui hai deciso di mettere radici... cosa ti ha colpito così tanto da farti scegliere di fermarti proprio qui, dopo tutti i posti meravigliosi in cui avevi vissuto?

Io amo l'Italia profondamente. Ho cantato in ogni regione, tranne la Sardegna e ho sempre trovato in ogni luogo qualcosa di grande valore. Adoro la realtà per la quale a pochi chilometri da un posto all'altro si possono trovare dialetti diversi e piatti tipici differenti, una cultura unica per ogni luogo. Come in ogni luogo in cui ho vissuto ci sono paradossi. Ci sono cose bellissime, l'antica cultura italiana, l'arte, il cibo, il vino, la bellezza dei paesaggi. Comunque... in ogni posto c'è del bello e del brutto. Tuttavia mi sento a casa qui, c'è un vasto mare di talento artistico in questo Paese e... questo talento, unito a tutte le altre sfaccettature, mi piacciono un sacco e tutto combina per me come un' ispirazione giornaliera, quoditiana. E poi... io sono innamorata di un italiano e i musicisti che formano la mia band sono italiani; siamo diventati davvero una famiglia. Per il momento continuo ad essere ispirata e produttiva musicalmente stando, poi ... se questo dovesse cambiare mi sposterò di nuovo!

- Hippie Tendencies. Il primo album è uscito nel 2010 e porta il vostro nome, il secondo album invece, "Identity", è uscito nel maggio 2014. Da quando hai iniziato questa esperienza con gli Hippie Tendencies, avete attraversato generi musicali d'ogni sorta e tu sei sempre stata l'autrice dei testi. Ho ascoltato pezzi del primo album e del secondo e c'è veramente "una zuppa" - come la chiamavi tu nell'intervista sopracitata - di musiche ed emozioni. Una zuppa delle più buone e sane aggiungo io, è fantastico il tuo paragone con la zuppa perché relazionato alla vostra musica mi fa immaginare veramente una zuppa di quelle che già solo a guardarle ti dicono "mangiami", insomma, è vero, non è come in molti casi in cui ho sentito dire "il nostro gruppo è pieno di generi, è pieno di questo o quello" e poi ascoltando a volte ti dici "ma sono sicuri?". A parte gli scherzi, hai dei musicisti bravissimi e tu sei come un fiore attorno al quale loro girano incantati. Questa è l'impressione che ho, nell'ascolto dei pezzi e sopratutto vedendo i video dei live. Allo stesso tempo, sembra che tra voi ci sia un feeling incredibile, palpabile e che tutti voi siate legati da un filo, l'uno per l'altra. Parlaci di come si sono incrociati i vostri percorsi, di come è iniziato tutto e soprattutto... quando si parla di musica e delle emozioni che ci da' è difficile dare una spiegazione, ma ... proviamoci... come "ti spieghi" tutto questo, come si è creato questo filo, come si è creata questa "zuppa" di emozioni? Penso sia una delle più belle sensazioni da poter sentir descrivere, per me che te lo chiedo e per chi leggerà...

Ho incontrato il pianista Marco Cremaschini quando sono andata da lui per migliorare le mie capacità al pianoforte. Ero frustrata, perché le canzoni che sentivo nella mia testa non riuscivano ad uscivare delle mie dita. Mi sono seduta al suo pianoforte e cantavo, mentre suonavo un paio di canzoni... e mi ha detto: “Mi piace il tuo stile, cerchiamo di mettere insieme una band?”. Così, all'improvviso, è stata la prima cosa che mi ha detto dopo avermi ascoltata. Irresistibile! Mi ha detto che il mio stile andava proprio nella stessa direzione in cui lui e un suo amico bassista si stavano avventurando. La mia prima impressione su di lui è stata altrettanto positiva. Ho pensato che fosse divertente, profondo, gentile e intelligente e sono stata immediatamente attratta dalla sua maestria incredibile con il piano; mi ha subito colpito quanto fosse delicato e allo stesso tempo potente. Il giorno dopo ho chiamato il mio amico Filippo De Paoli (oggi membro dei Plan de Fuga) e gli ho parlato del progetto, chiedendogli se volesse partecipare. Marco ha chiamato Massimo Saviola e Cesare Valbusa e insomma... abbiamo riscotrato un feeling immediato e e abbiamo scritto la nostra prima canzone insieme ("Feel No Pain") nel giro di una settimana. Poi Filippo, che è un grande frontman, ha deciso di dedicare il suo tempo ai "Plan de Fuga", un progetto che stava decollando e, quando lui ha deciso di dedicarsi a questo, abbiamo incontrato Christian Codenotti . Christian è il sound engineer del primo album (e anche del secondo) e anche con lui abbiamo subito sentito un grande feeling, durante la registrazione e il mixaggio dell'album. Si percepiva il suo amore per il progetto ed è stato davvero naturale, spontaneo, chiedergli di unirsi a noi. Per quanto riguarda la nostra chimica... chi... può spiegare questo? Anche se ognuno di noi proveniene da diversi mondi musicali, in un modo che non so spiegare, quando scriviamo insieme, tutte le diverse esperienze si fondono dando vita ad un suono originale ed organico. Abbiamo un grande rispetto l'uno per gli altri e anche questo, sul palco, nei live, si vede, si sente…In più, per così dire, siamo tutti "animali del palco", amiamo il nostro lavoro ed è essenziale per ognuno di noi comunicare al pubblico la profondità delle nostre emozioni, l'essenza che abbiamo cercato durante la scrittura e la composizione di ogni singolo pezzo. L'essere stati in tour insieme in Europa e in America poi, ha certamente contribuito anche al consolidamento del nostro sound e della nostra resa sul palco.

- Parlando del tuo amore per la scrittura... ti piace scrivere anche testi che non siano canzoni, magari prose, poesie o altro? e... le tue letture? quali sono i tuoi autori preferiti parlando di letteratura e/o poesia?

Io sono affascinata dalle parole e dalla forza insita in loro. Sì, io scrivo anche poesie e spoken word. Se ne può trovare alcuni esempi sul sito internet "AllPoetry" con lo pseudonimo "Limarie". Una mia poesia, "Hair" è stata pubblicata in Sud Africa in una raccolta di poesie chiamata "The Long and the Short of it".

L'elenco dei poeti - e ci tengo a precisare che per me molti cantautori sono poeti - e scrittori che ammiro è infinito. Alcune delle mie prime influenze sono state Alice Walker, Maya Angelou, Toni Morrison, C.S. Lewis, Tom Robbins, Tom Wolfe, Isabel Allende, Ani Di Franco, Bob Dylan, Joni Mitchell, James Taylor, Gabriel Garcia Marquez, Angela Davis, Nina Simone, Paul Simon, Stevie Nicks, David Bowie, Gil Scott-Heron, Walt Whitman, Richard Wright, F. Scott Fitzgerald, James Baldwin, James Joyce, Flann O’Brien, Emile Zola, etc. etc. etc. Parlando invece di autori contemporanei direi Dave Mathews, Karen Joy Fowler, Donna Tartt, Anthony Doerr, Zadie Smith, Jonathan Franzen, Jeffrey Eugenides, Dave Eggers, Leonard Cohen, Jonathan Safran Foer e molti molti altri!

- Il cd che hai inciso da piccola, quello che ti ha fatto dire "questo è ciò che voglio fare". Raccontaci qualcosa di questo, in sostanza è stato il momento decisivo, quello che ti ha tolto ogni possibile dubbio no? un passaggio fondamentale per te... L'album su cui ho cantato da piccola era un coro di bambini di cui facevo parte e per me è stato un onore poter avere un assolo tutto mio in quel contesto e.. si, quel momento, così come la mia prima volta sul palco, di certo è stato un momento cruciale. E' stato allora che ho scoperto quanto per me fosse naturale il dediderio di comunicare il messaggio delle canzoni al pubblico. Il rapporto, lo scambio incredibile che si crea tra il performer e il pubblico mi ha incantato. Anche se per un po' sono stata indecisa tra recitazione e canto, dentro di me sapevo che in ogni caso avrei lavorato con le parole, amavo stare sul palco e adoravo il potere curativo della musica.

A casa mio padre ascoltava molto jazz e mia madre ascoltava musica folk americana, così le influenze sono state varie. Mia madre ci leggeva libri e passavo la maggior parte delle serate così, con l'infiammarsi dell'immaginazione, amando sempre più le parole e spesso, tutti riuniti cantavamo i pezzi gli album dei miei genitori, imparando e analizzando ogni parola dei testi.

- Ora siete in tour con il nuovo album... le ultime novità riportano un live il 5 Marzo in Austria, il 13 Marzo a Verona, poi di nuovo all'estero il 09 e il 10 maggio a Chicago e così via... (tutte le date e i dettagli sul sito - ndr). Siete delle trottole insomma, cosa ti piace di più dei vostri viaggi, al di la' del live che andate a fare, parlo proprio del viaggio in se, tu e i tuoi musicisti verso mete sempre così diverse l'una dall'altra.

Beh, una volta mentre eravamo in partenza per un tour in Italia e in Francia, Marco ha detto: “Eccoci qui! andiamo verso un'altra avventura!” Questo è esattamente lo spirito dei nostri viaggi, sono una meravigliosa avventura senza fine. Non si sa mai cosa troveremo, anche parlando del pubblico; ogni pubblico è diverso e rende ogni concerto differente, tenendolo il live sempre fresco ed emozionante.

Visto che siamo, come ho detto, un po 'come una famiglia, passare del tempo sulla strada insieme assomiglia proprio a ciò che succede in una famiglia appunto; ci facciamo un sacco di scherzi, litighiamo e poi facciamo la pace, ci godiamo il paesaggio che attraversiamo, il cibo, la gente. Amo scrivere mentre siamo in viaggio, alcuni dei nostri pezzi sono nati proprio in questo modo. "Woke Ui" è stato scritto, in sostanza, a partire da un'idea di Massimo che abbiamo sviluppato dopo un concerto a Firenze seduti ai bordi del palco del teatro vuoto.. Assolutamente, il fuoco della nuova idea, molto spesso è alimentato da un' esperienza avuta on the road.

- Avete avuto grandi, eccellenti soddisfazioni, questo è certo ma... visto che sappiamo qual è... cosa pensi della situazione discografica italiana?

In generale vivere di musica è straordinariamente difficile e richiede una quantità enorme di energia e convinzione. Il business della musica è cambiato in tutto il mondo, con l'avanzamento della tecnologia e di internet, sotto certi aspetti in modo positivo e sotto altri punti di vista in modo molto meno costruttivo. Ci sono molto più musicisti rispetto a un tempo e in Italia, come in altri paesi, c'è un monopolio su ciò che le stazioni radiofoniche scelgono di trasmettere. Il pubblico è sottovalutato e molte Major credono che le persone richiedano poca sostanza; quello che arriva alle masse non si avvicina minimamente a rappresentare il vasto numero di belle canzoni e bravi musicisti che ci sono in Italia e nel mondo di oggi. Noi abbiamo la fortuna di essere con l'etichetta indie Alfa Music, che ci rispetta e promuove la nostra musica senza cercare di etichettarci in nessun modo.

- Un ultima domanda, pura curiosità... stai già scrivendo altri pezzi? e "Identity", dal tuo punto di vista, cosa pensi abbia in comune con il primo album "Hippie Tendencies" e cosa invece pensi ci sia di particolarmente diverso... Ma certo! Scrivo sempre! Mentre stavamo scrivendo e registrando "Identity” ho scritto anche un altro album via skype con i miei amici Lisa Bell e Bob Story, intitolato "The ItalianProject". I ragazzi della band hanno partecipato anche a quel progetto e Lisa Bell tornerà in Italia questa estate e presentiamo alcuni di questi brani insieme a noi. Ho anche un progetto parallelo con mio fratello, un grande cantante... e non lo dico solo da sorella orgogliosa, è la verità! Mio fratello si chiama Miles Simmons e il progetto è "The Downbeat Trio". Sto scrivendo canzoni per questo progetto, così come scrivo e collaboro anche con il suo altro progetto, la " Miles Simmons e The Granny Says Band", con favolosi musicisti Simone Boffa, Henry Sauda, Arcangelo “Arki” Buelli, e Giorgio Marcelli

E poi ancora, Marco ed io abbiamo un altro progetto del quale siamo molto entusiasti; è di un genere completamente diverso risetto agli "Hippie Tendencies". Si incentra su "spoken word" con musica. Poi scrivo per altri cantanti e naturalmente sto scrivendo anche nuovi pezzi per gli HT. Seguendoci su Facebook o tenendo d'occhio il nostro sito, si può sapere naturalmente, riguardo a tutti i progetti in corso e al loro sviluppo.

Per quanto riguarda le differenze e i punti in comune tra i due album... direi che “Identity” riflette la nostra crescita come musicisti e come band ed è forse più sofisticato in qualche modo rispetto al primo album. Il punto in comune più evidente invece, riguarda certamente le tematiche, quello che vorremmo trasmettere e il nostro approccio rispetto a questioni delicate. Poi beh... naturalmente lascio al pubblico il giudizio finale!

Grazie Lisa per averci presentato il tuo mondo e i migliori auguri per tutto!

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