Credo che tutti - o almeno me
lo auguro - conoscano "Redemption Song" di Bob Marley. Questa poesia,
questa canzone, questo inno alla libertà, si è fiondato nelle anime delle
persone fin da subito e li è rimasto. È uno di quei capolavori immortali per i
quali non ci sono "se" e non ci sono "ma", perché una
persona può amare qualsiasi genere musicale, può essere aperta o meno ad altri
generi, ma questo pezzo è intoccabile, indiscutibile, musicalmente ed
umanamente elevato. Bob Marley la scrisse intorno al '79 e già da un po',
purtroppo, gli era stato diagnosticato il cancro che lo portò poi a mancare.
Soffriva già dei dolori legati alla malattia e in effetti, in tutto l'album
("Uprising", pubblicato nel 1980) il tema del dolore è sempre lì, ma
al tempo stesso c'è speranza, c'è luce nel buio; come se ci fosse sempre, in
ogni caso, un nuovo inizio. È un testamento spirituale ed artistico quello
dell'ultimo album di Marley (e soprattutto lo è “Redemption Song”) ed è considerato
tra l'altro uno dei tre più importanti nella sua carriera (con "Natty
Dread", 1974 e "Exodus", 1977).
È evidente in "Comin in from the cold", in cui Bob afferma
"In questa vita, dolce vita, noi veniamo dal freddo" ma continua
dicendoci "È a te che sto parlando. Perché hai questo aspetto triste e
desolato? [...] No, niente paura." Al di là di tutto, del sistema a cui fa
riferimento, del caos, del suo stesso dolore, Bob ci dice di non avere paura,
perché anche questo in qualche modo è un inno alla libertà, quando sottolinea -
parlando del sistema e ponendo un quesito a chi ascolta senza mezzi termini -
che siamo noi a decidere, che siamo noi a dover essere liberi, mentalmente e
spiritualmente. Riflette Bob: "Bene, anche l'uomo più grande è stato un semplice
bambino", un po' come ad esprimere il suo concentrato di emozioni di una
vita che gli ripassa davanti, ma anche un modo per dire alle persone di
ricordarsi di quell'innocenza, di quella libertà, del gioco, della creatività,
che fanno parte dell’infanzia; consiglia di non perdersi e di mantenere sempre
vivo quel bambino. Perché essere tristi? domanda Bob: "Non lo sai che
quando una porta è chiusa molte altre sono aperte?". In "Real
situation", invece, fa una purtroppo attualissima analisi sulla situazione
globale, la guerra, i potenti, la tristezza di non riuscire a fermare la
violenza diffusa. Di una cosa però si raccomanda. Una cosa che al giorno d'oggi
è da ripetere e ribadire, forse ancor più che in passato: "Verifica la
situazione reale", sii cosciente di quel che accade davvero e non
limitarti alle primissime e più immediate fonti di informazione, perché lo
sappiamo come funzionano. Anche qui però c'è una frase, quasi un outsider
rispetto al resto del testo, che sembra essere un pensiero detto ad alta voce
per caso, ma che ci riporta ancora all'importanza del bambino: "Una volta
uomo e due volte bambino". Perché bambini si ritorna a un certo punto
della vita, certo, ma - io credo - anche e soprattutto perché se abbiamo gli
occhi, lo sguardo, l'ascolto, aperto al mondo con la curiosità e la forza di un
bambino, forse qualcosa la possiamo cambiare. "Bad card" sottolinea
ad esempio la sua voglia di vita, di musica, di alzare il volume, nonostante
quello che gli stava accadendo e nonostante la situazione che vedeva, valutava,
situazioni in parte personali e in parte globali. "We and Dem":
"Noi sappiamo come siamo noi e come sono loro". Alla fine è questo
che fa la differenza e chi sparge sangue pagherà. "Qualcuno dovrà pagare
per il sangue innocente che loro versano ogni giorno, oh bambini, attenti alla
mia parola. È quello che dice la Bibbia, noi sappiamo come siamo noi e come
sono loro e potremo risolverla". Ancora, la speranza della pace e la
fiducia nei bambini e in un futuro migliore. È un elenco della cruda realtà per
cui l'uomo ha distrutto tutto, ha sbagliato tutto, ma c'è comunque la speranza
di vedere tutto il male scomparire ed è anche il riconoscere, implicito, della
presenza ancora viva di una Bellezza che volendo, potrebbe salvare l'umanità,
divisa tra chi distrugge e chi crea. La frenesia è oggetto invece di
"Work". Lavoro, lavoro e lavoro, ma anche qui Bob riconferma che
uniti, possiamo farcela a cambiare tutto quello che non va. Stupendo anche il testo di "Zion
Train", che semplicemente vi inviterei a leggere tutto. È una preghiera, è
un'incitazione, è uno sguardo attento alla luce e una presa di coscienza, così
come un invito, perché "La saggezza è meglio dell'argento e
dell'oro". “Pimper’s paradise”, un pezzo di denuncia nei confronti della
prostituzione, della criminalità e direi anche contro la superficialità in
tutte le sue forme. La track list continua con l’amatissima “Could you be
loved”, che esorta le persone a pensare con la propria testa, a non farsi
schiacciare, a pensare che ognuno di noi ha il diritto di vivere ed essere
amato, perché “l’amore non ci lascerà mai soli” e anche quando le cose vanno
male è fondamentale vivere e non sopravvivere. In “Forever loving Jah”, un
testo spirituale, Bob innalza una preghiera, che come tale è piena di
positività, perché non importa cosa succeda, lui e con lui quelli che hanno
Amore resisteranno ed appunto, ameranno incondizionatamente. Ed eccoci al punto
da cui siamo partiti: “Redemption Song”. Letteralmente “La canzone della
redenzione”, è in realtà – fin dal titolo – molto di più. “Redemption” non significa
infatti solo la redenzione nel senso di “purificazione spirituale attraverso
una vita giusta”, bensì “liberazione” e “Song”, non significa solo “canzone”,
bensì “Canto”, una preghiera collettiva. In “Redemption Song” ci sono
riferimenti storici e biblici, che accompagnano il testo in un’auto crescita
tale da renderla un vero canto oltre la storia ed oltre le epoche. È
musicalmente diversa per Bob, non ha quasi niente a che vedere con il reggae e
non penso proprio che la cosa fosse casuale. Bob voleva rendere “Redemption Song”
un messaggio universale, che sarebbe arrivato a tutti, non solo a chi seguiva
lui o il genere. E ci è riuscito. Eccome.
"Gli
antichi pirati, si, mi hanno rapito,
venduto
alle navi dei mercanti,
(pochi)
minuti dopo avermi preso
dal
pozzo senza fondo (in cui mi ero rintanato).
Ma
la mia mano è diventata forte,
attraverso
la mano dell’Onnipotente.
Andiamo
avanti in questa generazione. Trionfalmente.
Non
aiuteresti a cantare questa canzone,
questo
canto di liberazione?
Perché
tutto ciò che ho sempre avuto,
(sono
questi) canti di redenzione.
Emancipate
voi stessi dalla schiavitù mentale,
nessuno,
se non noi, può liberare le nostre menti.
Non
abbiate paura dell’energia atomica,
perché
nessuno di loro può fermare il tempo.
Per
quanto ancora dovranno uccidere i nostri profeti
mentre
noi stiamo lì in piedi a guardare?
Qualcuno
dice sia solo un assaggio.
Dobbiamo
adempiere al Libro.
Non
aiutereste a cantare questo canto,
questo
canto di liberazione?
Perché
tutto ciò che ho avuto,
sono
questi canti di redenzione."
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