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domenica 10 dicembre 2017

Bob Marley: prayers


Credo che tutti (perlomeno me lo auguro) conoscano "Redemption Song" di Bob Marley. Questa poesia, questa canzone, questo inno alla libertà, si è fiondato nelle anime delle persone fin da subito e li è rimasto. È uno di quei capolavori immortali per i quali non ci sono "se" e non ci sono "ma", perché una persona può amare qualsiasi genere musicale, può essere aperta o meno ad altri generi, ma questo pezzo è intoccabile, indiscutibile, musicalmente e umanamente elevato. Bob Marley lo scrisse intorno al '79 e già da un po', purtroppo, gli era stato diagnosticato il cancro che lo portò a mancare. Soffriva già dei dolori legati alla malattia e, in effetti, in tutto l'album ("Uprising", pubblicato nel 1980) il tema del dolore è sempre lì, anche accompagnato dalla speranza, una luce nel buio; come se ci fosse sempre, in ogni caso, un nuovo inizio. È un testamento spirituale e artistico quello dell'ultimo album di Marley (e soprattutto lo è “Redemption Song”) ed è considerato uno dei tre più importanti nella sua carriera (con "Natty Dread", 1974 e "Exodus", 1977).  È evidente in "Comin' in from the cold", nel quale Bob afferma: "In questa vita, dolce vita, noi veniamo dal freddo" e poi prosegue: "È a te che sto parlando. Perché hai questo aspetto triste e desolato? [...] No, niente paura." Al di là di tutto, del sistema a cui fa riferimento, del caos, del suo stesso dolore, Bob ci dice di non avere paura. Anche questo, in qualche modo, è un inno alla libertà quando sottolinea, parlando del sistema e ponendo un quesito a chi ascolta senza mezzi termini, che siamo noi a decidere, che siamo noi a dover essere liberi, mentalmente e spiritualmente. Riflette Bob: "Bene, anche l'uomo più grande è stato un semplice bambino", un po' come a esprimere il suo concentrato di emozioni di una vita che gli ripassa davanti, ma anche un modo per dire alle persone di ricordarsi di quell'innocenza, di quella libertà, del gioco, della creatività, che fanno parte dell’infanzia; consiglia di non perdersi e di mantenere sempre vivo quel bambino. Perché essere tristi? Domanda Bob: "Non lo sai che quando una porta è chiusa molte altre sono aperte?". In "Real situation", invece, fa un'analisi (purtroppo attualissima) della situazione globale: la guerra, i potenti, la tristezza di non riuscire a fermare la violenza diffusa. Di una cosa però si raccomanda. Una cosa che al giorno d'oggi è da ripetere e ribadire, forse ancor più che in passato: "Verifica la situazione reale", sii cosciente di quel che accade davvero e non limitarti alle primissime e più immediate fonti d'informazione, perché lo sappiamo come funzionano. Anche qui però c'è una frase, quasi un outsider rispetto al resto del testo, che sembra essere un pensiero detto ad alta voce per caso, ma che ci riporta ancora all'importanza del bambino: "Una volta uomo e due volte bambino". Perché bambini si ritorna a un certo punto della vita, certo, ma - io credo - anche e soprattutto perché se abbiamo gli occhi, lo sguardo, l'ascolto, aperto al mondo con la curiosità e la forza di un bambino, forse qualcosa la possiamo cambiare. "Bad card" sottolinea, ad esempio, la sua voglia di vita, di musica, di alzare il volume nonostante quello che gli stava accadendo e nonostante la situazione che vedeva, valutava, situazioni in parte personali e in parte globali. "We and Dem": "Noi sappiamo come siamo noi e come sono loro". Alla fine è questo che fa la differenza e chi sparge sangue pagherà. "Qualcuno dovrà pagare per il sangue innocente che loro versano ogni giorno, oh bambini, attenti alla mia parola. È quello che dice la Bibbia, noi sappiamo come siamo noi e come sono loro e potremo risolverla". Ancora, la speranza della pace e la fiducia nei bambini e in un futuro migliore. È un elenco della cruda realtà per cui l'uomo ha distrutto tutto, ha sbagliato tutto, ma c'è comunque la speranza di vedere il male scomparire ed è anche il riconoscere, implicito, della presenza ancora viva di una Bellezza che volendo  potrebbe salvare l'umanità, divisa tra chi distrugge e chi crea. La frenesia è oggetto invece di "Work". Lavoro, lavoro e lavoro, ma anche qui Bob riconferma che uniti, possiamo farcela a cambiare tutto quello che non va.  Stupendo anche il testo di "Zion Train" che semplicemente vi inviterei a leggere tutto. È una preghiera, è un'incitazione, è uno sguardo attento alla luce e una presa di coscienza, così come un invito, perché "La saggezza è meglio dell'argento e dell'oro". “Pimper’s paradise”, un pezzo di denuncia nei confronti della prostituzione, della criminalità e direi anche contro la superficialità in tutte le sue forme. La track list continua con l’amatissima “Could you be loved”, che esorta le persone a pensare con la propria testa, a non farsi schiacciare, a pensare che ognuno di noi ha il diritto di vivere ed essere amato, perché “l’amore non ci lascerà mai soli” e anche quando le cose vanno male è fondamentale vivere e non sopravvivere. In “Forever loving Jah”, un testo spirituale, Bob innalza una preghiera che, come tale, è piena di positività; perché non importa cosa succeda, lui e con lui quelli che hanno Amore resisteranno e ameranno incondizionatamente. Ed eccoci al punto da cui siamo partiti: “Redemption Song”. Letteralmente “La canzone della redenzione” è, in realtà, sin dal titolo molto di più. “Redemption” non significa infatti solo la redenzione nel senso di “purificazione spirituale attraverso una vita giusta”, bensì “liberazione” e “Song”, non significa solo “canzone”, bensì “canto”, una preghiera collettiva. In “Redemption Song” ci sono riferimenti storici e biblici, che accompagnano il testo in un’auto crescita tale da rendere il prezzo un canto che va oltre la storia e le epoche. È musicalmente diversa per Bob, non ha quasi niente a che vedere con il reggae e non penso proprio che la cosa fosse casuale. Bob voleva rendere “Redemption Song” un messaggio universale, che sarebbe arrivato a tutti, non solo a chi seguiva lui o il genere. E ci è riuscito. Eccome.

"Gli antichi pirati, si, mi hanno rapito,
venduto alle navi dei mercanti,
(pochi) minuti dopo avermi preso
dal pozzo senza fondo (in cui mi ero rintanato).
Ma la mia mano è diventata forte,
attraverso la mano dell’Onnipotente.
Andiamo avanti in questa generazione. Trionfalmente.
Non aiuteresti a cantare questa canzone,
questo canto di liberazione?
Perché tutto ciò che ho sempre avuto,
(sono questi) canti di redenzione.
Emancipate voi stessi dalla schiavitù mentale,
nessuno, se non noi, può liberare le nostre menti.
Non abbiate paura dell’energia atomica,
perché nessuno di loro può fermare il tempo.
Per quanto ancora dovranno uccidere i nostri profeti
mentre noi stiamo lì in piedi a guardare?
Qualcuno dice sia solo un assaggio.
Dobbiamo adempiere al Libro.
Non aiutereste a cantare questo canto,
questo canto di liberazione?
Perché tutto ciò che ho avuto,
sono questi canti di redenzione."