Il Trio Bobo è un’esplosione di
energia, espressività, passione e livello musicale altissimo. Non a caso è
composto da tre dei musicisti più bravi d’Italia, vale a dire Christian Meyer
(batteria), Faso (basso) e Alessio Menconi (chitarra). Come già molti di voi
sapranno si tratta della sezione ritmica di Elio e Le Storie Tese unita ad uno
dei chitarristi più bravi del jazz italiano (e chitarrista di Paolo Conte).
Vederli dal vivo è una goduria. Li vedi sorridenti, allegri, liberi e mi
ricordano un po’ degli atleti che fanno numeri di grande difficoltà con il viso
rilassato e gioioso, facendo comprendere che quel che fanno, pur se difficile,
è per loro di una naturalezza infinita. È ovvio che quando si parla di
musicisti di questo calibro si rimane a bocca aperta. Io in particolare ero
allibita da Christian, avevo la mascella autonoma, viveva di vita propria.
Naturalmente anche per Faso e Alessio, ma amando particolarmente lo strumento,
vedere un batterista come Christian Meyer suonare a pochi metri e stare ad
osservare, con una certa conoscenza dello strumento, quello che fa… non può che
suscitare questo effetto. Faso e Alessio comunque, sono – come dire – "bestioline da palcoscenico" e chi li ha potuti ascoltare e vedere anche in altre
occasioni lo sa, non c’è molto da spiegare. Questo Trio sta suscitando sempre
più successo tra il pubblico e non è solo per la musica straordinaria,
coinvolgente e originale che creano – anche se è fondamentale – ma anche, credo
io, per la capacità che i tre hanno di coinvolgere ed interagire con le persone
che hanno di fronte. È un continuo scambio, di musica, emozioni ed allegria e
alla fine del concerto non si può fare a meno di acquistare almeno uno dei loro
album. Per questa chiacchierata con loro, per la prima volta da quando
esiste Il cammino, ho voluto coinvolgere anche i lettori e chi era interessato
a fare domande ha mandato un messaggio privato sulla pagina Facebook, scoprendo
in anteprima di chi si trattasse. Tra queste domande, le selezionate sono state
inserite nell’intervista che potete leggere qui sotto.
Allora “gggiòvani”, raccontate a chi
ancora non lo sapesse come è nato e cosa combina il Trio Bobo... aneddoti
particolari da raccontare a riguardo?
Alessio: Il trio
nasce 17 anni fa, quando ci siamo riuniti quasi per caso per fare due concerti
nei quai abbiamo suonato cover jazz/rock. Da lì ci siamo trovati bene in tutti
i sensi ed abbiamo deciso di proseguire scrivendo musica nostra.
Chris: Io pensavo
che avremmo dovuto avere un nome tipo “Power Trio” e Faso ci ha convinti che Trio
Bobo fosse il nome giusto. Aveva ragione Faso e ho dovuto rivedere tutte le mie
convinzioni di titolista farlocco.
Avete pubblicato tre album,
accolti con grande energia da tutti, con live pieni di entusiasmo da parte del
pubblico più svariato... e ora? state già lavorando a un nuovo album?
Faso: Abbiamo pubblicato “Trio Bobo” nel 2005, “Pepper Games” nel 2016 e “Sensurround” nel 2019. Il primo album però è poco noto perché ha avuto diffusione molto limitata.
Alessio: Magari
al quarto ci lavoreremo il prossimo anno!
Chris: Fare un cd
richiede molto tempo e oggi siamo schiacciati da un mondo veloce, perciò le due
cose coincidono poco, ma noi teniamo duro!
Faso: Nel trio
confluiscono i gusti musicali e le passioni di tutti e tre i componenti, che
coprono uno specchio abbastanza ampio di generi musicali: rock, blues, jazz,
progressive, dance ’70, pop, afro, musica brasiliana, soul. Va da sé che le
nostre composizioni contengono tante spezie diverse e posso quindi incuriosire
ed essere apprezzate da un pubblico eterogeneo.
Christian, come sai - visto
l'amico/idolo in comune (Gianni Cazzola, re dello swing italiano, n.d.r.) - ho
una predilezione per i batteristi anche se è ovvio che in quanto appassionata
fino all'osso di musica amo ogni grande musicista, però cavolo, vederti suonare
è praticamente un viaggio e sembra che il viaggio lo stia facendo anche tu.
Mettendo la frase tra virgolette, "sei più tu a "tenere il
controllo" - se così si può dire - su quello che fai o è più la
musica che trascina te"? Un po' come dire... chi è che "comanda"
di più?
Chris: Quando un batterista suona con dei bravi musicisti vi
è una sorta di traino musicale che ti facilita il compito di sostenere il
gruppo. Io
tendenzialmente, sul palco entro in una fase molto selvaggia e libera. Naturalmente
non spengo il cervello e cerco anche di non esagerare con imposizioni ritmiche,
bensì di rispettare gli spazi degli altri musicisti. Sicuramente il
batterista ha la potenzialità di rendere un gruppo più o meno interessante. Come?
grazie alle dinamiche, alle pause o ai colori che decide di utilizzare. Il
batterista può o non può suggerire scenari ritmici immediati e stimolanti.
Ora, per la prima
volta nella storia del blog, vi riporto alcune domande da parte del pubblico.
La prima domanda è di Arianna Capirossi che chiede: qual è la parte che
preferite del vostro lavoro? la composizione, l'esibizione live, l'incisione…?
Alessio: Io
preferisco suonare dal vivo.
Faso: Anche io
preferisco suonare dal vivo, però non nascondo che lavorare sull’arrangiamento
di un brano in studio non mi dispiace affatto.
Chris: Concordo
con i miei amici musicisti. Dal vivo hai adrenalina e contatto con il pubblico, in studio puoi ragionare e divertirti in un altro modo.
La seconda è di Alain Morandi (un
grande musicista tra l'altro, n.d.r.): qual è la scintilla che ha innescato la
miccia per dar vita a questo trio? e a chi vi siete ispirati?
Alessio: Abbiamo
diverse influenze, alcune in comune e altre no ed è forse per questo che nasce un
sound particolare ed originale.
Faso: Concordo
con Alessio e aggiungo solo una cosa: come ispirazione sull’approccio dal vivo
di sicuro ci ispiriamo - con grande umiltà - ai Weather Report, che dicevano di
essere “sempre in solo, mai in solo”, vale a dire “improvvisare si, ma in modo
misurato”.
Chris: Concordo e
aggiungo che suonare in trio ti permette di prendere direzioni musicali diverse
mentre sei live sul palco. Il trio è un divertimento.
La terza e ultima domanda dei lettori
è di Sergio Gritti, cantautore: quando si è musicisti affermati si ha la
possibilità e la capacità di suonare un po' tutti i generi musicali, ma mi
sembra che spesso capiti che alcuni musicisti suonino generi non proprio
consoni ai loro gusti musicali, a volte per questioni di mercato, di richiesta.
Che ne pensate?
Alessio: A volte
non tutti hanno la possibilità di suonare la propria musica o semplicemente non
hanno abbastanza “motivazione”, quindi molti musicisti si ritrovano a suonare
musica che non amano semplicemente per lavoro.
Faso: Se di
lavoro fai il musicista devi tenere conto che non sempre suonerai la musica
che preferisci. Anche perché se fai troppo il difficile diventa complicato
mantenersi! Mi reputo molto fortunato ad aver suonato per 30 anni con gli
Elio e le Storie Tese e da oltre 15 anni con il Trio Bobo, non capita a tutti
in Italia.
Chris: Infatti
noi siamo fortunati perché suoniamo la nostra musica. Ecco perché ci vedete
sorridenti sul palco!!!
Chiudo io, con una mia domanda di
rito. Di che colore è il Trio Bobo?
Alessio: Giallo.
Faso: Giallo
limone.
Chris: Giallo
canarino.
Grazie ragazzi e voi che leggete, andate a sentirli da
vivo!!!
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