Eradius.
Li ho scoperti al Vinyl. Sono in due, ma quando li senti suonare la loro
performance ti travolge, ti ribalta come se fossero in quattro o cinque, come
a dire: “Poco importano i numeri, nel rock la matematica può anche essere
un’opinione”. Questo è quel che viene da pensare quando ascolti un duo del
genere. Richard, al basso e alla voce (Londra, 1994) e Edoardo (Verona, 1991)
sono a dir poco esaltanti. Il loro è un rock parecchio contaminato, si sentono
le influenze raccolte negli anni da entrambi i musicisti. Si sentono e si
amalgamano, ma al tempo stesso “spiazzano” piacevolmente all’interno dei pezzi
e passando da un pezzo all’altro. I loro riferimenti sono i Rage Against The
Machine e i Tool, mentre per la formazione si sono ispirati ai britannici Royal
Blood, ma in realtà vanno anche oltre al rock e all’interno del genere le
influenze sono davvero numerose. Un ottimo batterista, Edoardo, di quelli che
in gergo si dice “hanno un bel tiro” e un bassista/cantante a dir poco
fenomenale, Richard appunto. Richard ha una voce potente e versatile e suona
l’amato basso divinamente, sia a livello tecnico che per l’espressività e
l’originalità con la quale si approccia allo strumento. Una potenza. Senti un
basso, ma quel basso non fa “solo” da basso e insieme, questi due, hanno un bel
po’ da dire. Giusto per dare a Cesare quel che è di Cesare, riporto di seguito
anche i premi vinti dalla band: primi classificati al Vicenza Rock Contest
2017, primi classificati al Krenkan Rock SMA Contest 2017, secondi al Tregnago
Rock Contest 2017, finalisti all’Obbiettivo Bluesin 2017 e di nuovo primi al
Festivalier Contest 2017. Insomma, i ragazzi si danno da fare e girano un sacco
e considerando da quanto tempo sono una band, direi che sono belli carichi. Il
26 febbraio 2018 è uscito il loro primo album (“Eradius”), preceduto
dall’uscita del singolo “Democrazy” e seguito dal singolo “Medusa”. Dodici
brani ben assestati che sembrano dire: “Siamo arrivati e non potrete fare a
meno di notarci”.
Ragazzi, a me il nome Eradius dice “Era di
luce”, per associazione abbastanza ovvia. In realtà cosa significa? Da dove
nasce questo nome?
Il
nome è un rebus, e non vogliamo ancora divulgare il suo significato ci
dispiace. Possiamo dire che un attento osservatore può intuirlo e diciamo che, al di là del significato, vuole anche rappresentare la multi-etnicità della
band. Speriamo di aver fatto ancora più confusione nella mente dei lettori!
Come vi siete incontrati? Quando esattamente
avete formato la band?
Noi ci
siamo conosciuti grazie alla musica, abbiamo iniziato a suonare insieme in un
trio cover rockabilly/blues ancora attivo, i Triple Rock, assieme a un
chitarrista, Ray, che salutiamo con affetto. Ci teniamo sempre a citare i
Triple Rock perché è stata e continuerà ad essere, la fonte economica che ci ha
permesso di finanziare il progetto Eradius, quindi abbiamo pagato con la musica
per creare altra musica. L'idea di cominciare a scrivere canzoni originali quindi ci arrivò scoprendoci
affini come gusti musicali e soprattutto come idea generale del mestiere,
saturi dopo anni di formazioni cover di qualsiasi genere. L'idea del duo ci è
venuta un po' grazie all'ascesa dei Royal Blood, un po' perché non volevamo
rischiare di perdere troppo tempo per trovare un terzo o un quarto elemento che
avesse le nostre stesse idee e motivazioni. E quindi ufficiosamente ci siamo
rintanati in sala prove per comporre la nostra musica durante l'estate 2016.
La vostra formazione musicale e le vostre
influenze?
E:
mi sono approcciato alla musica cercando di emulare goffamente al piano mio
nonno, per poi iniziare con la propedeutica a casa dei miei zii, anche loro
musicisti. Dopo di che ho iniziato lo studio della batteria nella scuola della
banda del mio quartiere, per arrivare a laurearmi alla triennale jazz del Conservatorio
L. Campiani di Mantova. Sono cresciuto ascoltando e suonando di tutto, dalle
marcette alle colonne sonore, dal jazz al metal, dal blues al funk e tuttora
nel comporre mi lascio influenzare da tutti questi diversi stili.
R: ascoltando le cassette dei miei ho conosciuto gruppi storici come Pink Floyd e Police e all'età di quattro anni ho iniziato a studiare pianoforte a Londra, fino ai dodici anni. Poi a quell’età, in Italia, mi sono avvicinato al basso elettrico e ho iniziato a esplorare tutto ciò che gli anni '90 avevano da offrire; in particolar modo Tool e Rage Against The Machine. Anche io ho intrapreso il triennio jazz al Conservatorio di Verona, mai terminato perché risultava impossibile conciliare studio, lavoro e live. Con il quattro corde in mano ho suonato in diverse formazioni rock/blues prima di incontrare Edo nei Triple Rock e con lui ho iniziato a prendere seriamente il canto, andando a lezioni e approfondendo la tecnica vocale.
R: ascoltando le cassette dei miei ho conosciuto gruppi storici come Pink Floyd e Police e all'età di quattro anni ho iniziato a studiare pianoforte a Londra, fino ai dodici anni. Poi a quell’età, in Italia, mi sono avvicinato al basso elettrico e ho iniziato a esplorare tutto ciò che gli anni '90 avevano da offrire; in particolar modo Tool e Rage Against The Machine. Anche io ho intrapreso il triennio jazz al Conservatorio di Verona, mai terminato perché risultava impossibile conciliare studio, lavoro e live. Con il quattro corde in mano ho suonato in diverse formazioni rock/blues prima di incontrare Edo nei Triple Rock e con lui ho iniziato a prendere seriamente il canto, andando a lezioni e approfondendo la tecnica vocale.
Qual è stata la più grande soddisfazione che
avete avuto fino ad ora e qual è il vostro grande sogno?
Sicuramente
aver vinto diversi contest ci ha dato la forza e la consapevolezza che quello
che era nato un po' per sfogo personale funzionava e meritava di essere portato
avanti, ma probabilmente la più grande soddisfazione finora ci arriva dalla
risposta del pubblico quando viene ad ascoltarci live o quando ascolta il
nostro disco. L'orgoglio che emerge è pari a quello di un genitore nei
confronti del proprio figlio. Adesso il nostro grande sogno è di portare “Eradius” oltralpe, e
misurarci col pubblico europeo e, chissà, forse un giorno anche più lontano!
Richard, per chi non ha mai sentito i vostri
pezzi: quali sono le tematiche, le ispirazioni, le aspirazioni, gli intenti, se
ci sono – dei tuoi testi?
Premetto
che la stesura dei testi è condivisa da entrambi - la maggior parte delle
volte, infatti, il testo nasce in italiano da Edo e poi io lo traduco cercando
di adattarlo alla parte strumentale. Sebbene complesso a parole, in questo modo
abbiamo trovato una quadra molto più pratica del previsto. Detto ciò, i testi
di “Eradius” sono per lo più di protesta, denunciando tutto ciò che ci sembra
sbagliato nella nostra società. Parliamo di ambiente, politica, web, religione,
dipendenze, senza però cadere nella propaganda. In altre parole non abbiamo
voluto metterci altezzosamente in cattedra spiegando come si dovrebbe fare, ma
semplicemente dicendo “Ehi, lo vedi che così non va bene?”. Parliamo anche di
relazioni (“Medusa” e “Black Queen”) e un pezzo (“Desert”) è dedicato agli
artisti che hanno contribuito a questo album, come grafici e disegnatori; in
particolare a Enrico “Berta” Bertagnoli - autore del logo - e Tom Colbie,
autore della copertina.
Come immaginate il vostro futuro e come quello
dell’umanità?
Speriamo
di continuare a suonare con la stessa passione di adesso, divertendoci e
facendo divertire chi ci ascolta. Per quanto riguarda l'umanità, speriamo che
vada sempre in meglio invece di peggiorare. In generale non guasterebbero più
empatia e meno prosciutti sugli occhi.
Qual è la cosa più bella del mondo per voi?
L'arte
in tutte le sue forme, pensiamo sia l'esternazione più concreta che l'essere
umano ha a disposizione.
Chi è/chi sono la persona/le persone che più vi
hanno insegnato qualcosa durante il vostro cammino artistico e non?
I
nostri insegnanti in primis, i musicisti con cui abbiamo condiviso i palchi,
gli artisti che siamo andati a vedere dal vivo, i fonici e i tecnici, il
pubblico...il nostro produttore Tommaso Canazza! A nostro avviso un artista
non ha mai finito di imparare e dovrebbe essere in grado di imparare sempre
qualcosa dalle persone che incontra o dalle situazioni in cui si trova, anche
laddove queste siano negative o controproducenti. Inoltre ci sono state persone
che durante il nostro percorso ci hanno sostenuto e aiutato, come amici e
familiari e in particolar modo Emanuele, che con il suo marchio Atropine ci
veste e ci tifa come un ultras!!
In cosa credete?
R:
Credo nella meritocrazia e nella musica come veicolo di sentimenti ed emozioni.
E:
Credo nella forza individuale. Ognuno di noi ha l'energia necessaria per
raggiungere qualsiasi obbiettivo, il resto sono scuse.
Colori. Di che colore è la vostra musica? e voi?
R:
grigio
E: blu
-
And the winner is…?
Music.
Music, concordo. The winner is always music. Thanks ragazzi!
Music, concordo. The winner is always music. Thanks ragazzi!
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