Sapete...
nella Bibbia non si dà un gran valore ai compleanni. In fondo, basta pensare
che il metro di misura dell'uomo è un tempo scandito, mentre quello di Dio è
universale, dunque quanto può essere minuscolo il giorno di un compleanno
qualunque rispetto all'eternità? La nostra vita è fatta perlopiù da
tribolazioni, ma se si impara a vedere oltre, tutto è più semplice e che Gesù
sia nato intorno al mese di ottobre (come alcuni studi dicono) o in un altro
momento, non è poi così rilevante. È bene sapere che non è nato il 25 dicembre
e da dove arriva in realtà questa data, per propria personale conoscenza, ma il
senso del Natale non è realmente il festeggiare la nascita di Gesù, secondo me.
Certo, nella religione cattolica si, ma la Bibbia non invita a festeggiare la
sua nascita, bensì la sua Resurrezione ("Fate questo in memoria di
me"). La Vita oltre la Vita, il Sacrificio e la Rinascita, il
Riscatto, la possibilità ridonata all'umanità di non morire nel buio totale.
Qualcuno si chiederà: "Ma che dice questa?" oppure "Che razza di
auguri di Natale sono questi?". In realtà, tutto ciò dà ancora più valore al
periodo perché è vero che Gesù non è nato il 25 dicembre ed è pur vero che se
vogliamo seguire le Sacre Scritture sarebbe più importante la Pasqua, ma è
anche vero che se dal paganesimo al Cristianesimo è stato scelto un giorno a
simbolo della Natalità, così come si può scegliere un giorno dell'anno a
memoria di qualunque cosa importante, beh... il giorno in sé, potrebbe essere
visto come promemoria annuale di quel che in realtà dovrebbe essere un
principio universale sempre. Il valore della Nascita, della Vita che è un
miracolo anche se è dura, di quanto possiamo ritenerci fortunati rispetto ad
altri, di quanto ogni giorno dovremmo essere verso noi stessi e verso gli altri
il meglio che possiamo, nei limiti dell'imperfezione umana. Dunque, la mia
conclusione è semplicemente questa: siate il meglio che potete essere, Amate
con la 'A' maiuscola, rispettate voi stessi e gli altri; amate la Vita e
cercate di farlo anche quando è più dura e come disse Bertolt
Brecht "bevetene a gran sorsi" perché quando sarà finita
"non né avrete avuto abbastanza", ma il giorno di Natale - se volete
riflettere su qualcosa - pensate alla sacralità della Vita non vedendola solo
come "passaggio" e come la mancanza, il vuoto, che lascia la perdita
di qualcuno che su questa Terra avete amato e sempre amerete, bensì
all'Eternità che aspetta, al Riscatto, alla Rinascita e alla possibilità
ridonata che Gesù e Dio hanno dato all'umanità, di non perdere mai e poi mai la
speranza poiché la Vita è un dono e la Vita non è "solo" quel che state
vivendo ora. Buon Natale, a tutti voi.
Lara
Aversano