domenica 8 gennaio 2023

Pablo Bacchetti e i Bambini Dell'Asilo


Pablo Bacchetti e i Bambini Dell'Asilo


Presentarvi Pablo non è cosa semplice. Chi conosce già la sua storia e la storia dei Bambini Dell'Asilo è al corrente di tutto o quasi, quindi non c'è bisogno di spiegare quel che avverrà il 4 febbraio 2023 alla Latteria Molloy di Brescia e quel che è accaduto fino ad ora. Vorrei tentare di raccontare a chi non sa di questo meraviglioso e fragile poeta e musicista, il motivo per cui ancora oggi, tante persone, lo sentono vivo. Del resto lo è, con la sua musica, le sue poesie, i suoi disegni. Nemmeno io ho avuto modo di conoscerlo o di vivere i Bambini Dell'Asilo nel periodo di attività, eppure la magia di questo spirito irrequieto che era Pablo, mi ha travolto come se lo avessi conosciuto, più di vent'anni fa, insieme ai suoi compagni d'avventura, Billi ed Ernesto.

Pablo Bacchetti è nato a Salò il 3 febbraio del '75 ed è cresciuto a Vestone (BS). Ha sempre avuto in testa i Bambini dell'Asilo, sin dalle scuole medie, ma non ha trovato subito le persone giuste e così, mentre scriveva ed immaginava il suo sogno, per qualche anno ha fatto parte di altre band, fino a che finalmente "ha incontrato i suoi Bambini Dell'Asilo", come racconta la sorella Alice. In realtà Billi (Roberto Rassegna) e Pablo, già si conoscevano ed avevano suonato insieme in altri progetti. Alle superiori poi, è arrivato Ernesto (Folli, n.d.r.) e tra loro c'è stato un vero e proprio colpo di fulmine, tanto che Ernesto si è messo a studiare batteria proprio per poter suonare nei Bambini Dell'Asilo. Il nome l’hanno scelto ispirandosi alla celebre canzone di Vasco e in particolare alla frase "i bambini dell'asilo stanno facendo casino", il che la dice lunga sullo spirito fanciullesco, ribelle e desideroso di dire la propria tipico di un’età come la loro.

Nascono così i BDA e i tre ragazzi portano i loro pezzi per la prima volta in un live, all'Auditorium di Vestone nel settembre del 1994. Seguiranno naturalmente anche altri concerti, tra i primi anche il ben riuscito evento all'Altaquota di Carpenedolo (BS). Quel che segue è un pot-pourri di live, incontri, amicizie, emozioni forti. Tutti coloro che hanno suonato con i Bambini dell'Asilo li ricordano con grande stima e affetto. C'è chi li avrebbe "adottati in blocco", come dice Franci Omi nello splendido articolo/testimonianza che trovate qui e che vi consiglio di leggere per intero, scoprendo così anche la carriera artistica di Francesco stesso. Tutti coloro che hanno conosciuto Pablo sono tuttora innamorati del suo talento e tuttora, pensandoci, rivivono ogni cosa con la stessa emozionalità che hanno avuto in quegli anni. L'anima di Pablo era difficile, complessa, profonda. Non era certo un ventenne qualunque o non sarei qui, nel 2023, a scrivere di lui.

A guardarlo ora, in fotografia o nei pochi video che girano, vedi un ragazzo giovane, dolce, che si sa divertire, ma anche un ragazzo che ha qualcosa in più e che cela una profonda insofferenza anche quando sorride. Da quando ho ascoltato i pezzi dei BDA, letto i pensieri e le poesie di Pablo, le testimonianze di persone che lo hanno conosciuto, da quando ho visto i suoi disegni, le pagine della Smemo piene di parole, disegni e graffi, riesco a immaginare il suo sguardo come se ce l'avessi di fronte ed è strano, in fondo, perché come dicevo non l'ho vissuto. Eppure Pablo, con il suo talento tormentato, ha ancora questo effetto sulle persone. 

Realizzare un sogno, creare una band a cui pensavi e sulla quali facevi progetti da anni, iniziare a incidere il primo album sul serio, dopo aver raggiunto già i cuori di tantissime persone. Il tutto grazie a pezzi che giravano su una semplice cassetta prima (registrati in sala prove con una grande radio) e su una demo poi, una versione "più pulita", realizzata grazie a Francesco e al cugino Davide “Dade” Mahony (musicista e produttore). Sono tutte belle emozioni, intense e appassionate, che chi ha una band che fa pezzi propri conosce bene. Eppure, qualcosa in Pablo non andava per il verso giusto. Alternava periodi di tranquillità, in cui era sereno, entusiasta, sognante ed energico, a periodi in cui i suoi turbamenti si leggevano chiaramente sul suo bel viso e nei suoi occhi scuri. Periodi nei quali si perdeva, ma dai quali è sempre tornato, fino a un certo punto.

Franci Omi, nell'articolo di cui sopra, scrive che persino la sera in cui hanno registrato la demo, Pablo sembrava felice e al tempo stesso turbato. Pensavano fosse per un piccolo incidente avuto con un'altra auto prima di entrare a incidere i pezzi, ma - Francesco scrive - "la storia futura avrebbe dimostrato che forse non era solo per quello". Fatto è che grazie alla demo, nel giro di un anno i Bambini Dell'Asilo sono diventati un punto di riferimento della scena bresciana e coloro su cui si accentravano le attenzioni di tutti nell'ambiente musicale della provincia e non solo.

Dopo il concerto all'Altaquota tutti erano felici ed entusiasti per quel che avrebbe portato il futuro. Tutti tranne Pablo che, il giorno seguente, chiamò Francesco dicendogli che avrebbe voluto smettere di suonare perché il live gli creava troppa agitazione; era molto giù di morale, ma Billi ed Ernesto, che lo conoscevano da anni, sapevano che dopo momenti di esaltazione e gioia, Pablo tendeva ad avere momenti di sconforto anche pesanti, solo che poi se ne andavano così com'erano venuti. In effetti, così successe anche in quel caso e i BDA, dopo una pausa, ricominciarono a fare le prove. Passava, insomma, dalle fasi creative, agitate, iperattive, a fasi di completo buio. Quel che è certo è che l'arte (e soprattutto la musica) era il suo modo per comunicarlo, per comunicare tutto. Si vedono, si sentono, nelle parole e nella voce, la sua sofferenza, la rabbia, la non accettazione di determinate cose e al tempo stesso la voglia di cambiamento, l’ironia e il sarcasmo. Me lo immagino come un bel tipetto, che quando stava bene non riusciva a star fermo un attimo per tanta era la creatività che il suo spirito e la sua mente generavano. Una mente che andava a mille all’ora, piena di idee ed entusiasmo. 

I momenti di equilibrio purtroppo erano sempre più rari e brevi, ma le cose peggiorarono seriamente quando in macchina Pablo investì un motociclista procurandogli dei danni abbastanza seri. A quanto si sa, non era nemmeno stata colpa sua, ma al di là di chi potesse essere stato a causare l'incidente, questo evento per lui fu un colpo fortissimo. Iniziò a scrivere sempre meno, anche se sempre meglio. 

Me lo vedo, ora, che sorride, scrive, suona, mentre osserva tutto quel che sta accadendo con orgoglio, libero da qualsiasi sofferenza, forse un po’ nostalgico, ma felice. Come potrebbe non essere felice, adesso, vedendo quanto amore, negli anni, è stato dimostrato a lui e ai Bambini Dell’Asilo? E quanta ammirazione, quanti segni positivi hanno lasciato nelle vite delle persone, in così poco tempo.

Riprendiamo, però, con la storia: in quel periodo Francesco e la sua band "Il Grande Omi" erano sotto contratto con il C.P.I., il Consorzio Produttori Indipendenti nato dalla fusione dell'etichetta "I Dischi del Mulo" con la casa di produzione "Sonica Factory". Pablo aveva mostrato picchi di creatività e voglia di fare, come quando una notte gli aveva fatto sentire "Diva", registrata al volo in quel momento e arrivata a noi grazie alla prontezza del fonico Carlo dell’Asta, che viveva ai tempi con Francesco e la sua compagna. Francesco, in seguito, fece ascoltare i pezzi dei ragazzi a Gianni Maroccolo, che per chi non lo sapesse è stato uno dei fondatori del C.P.I., insieme a Massimo Zamboni e Giovanni Lindo Ferretti dei C.C.C.P., con Giovanni Gasparini, Marzio Benelli e Gianni Cicchi.  Se volete capire meglio di cosa si tratta cercate semplicemente su Google. Nonostante in quel momento l'etichetta non fosse nel suo miglior periodo ed avesse diversi problemi con la Polygram, Gianni mostrò grande interesse. Anche lui era stato conquistato da Pablo e dai Bambini Dell’Asilo.

I Bambini Dell'Asilo, con Omi e Carlo dell'Asta (fonico, come dicevo, e collaboratore della band di Francesco), si spostano dunque, per iniziare la pre produzione del loro primo album. I ragazzi, come per il demo tape, lavorano benissimo e tutto è molto veloce. Iniziano prima Billi ed Ernesto, poi Pablo registra le chitarre e, nonostante sia giù di corda, fa un gran lavoro. Il giorno dopo, dopo due tracce, Pablo molla la chitarra, annuncia che la tensione per lui è troppa e che non avrebbe mai più suonato.

Billi ed Ernesto si preoccupano, ma pensano sia un momento passeggero, com’ è già successo in altre occasioni; tutti tornano a casa, in attesa del momento migliore per riprendere e definire gli ultimi dettagli dell’album.

Il giorno dopo, però, Pablo non c’è più e il gelo avvolge un mondo in un lampo. L’album dei Bambini Dell’Asilo si ferma lì, dove Pablo lo aveva lasciato, congelato anch’esso, immobile.

Qualche tempo dopo, suo padre Mauro Bacchetti (compositore e musicista), fa in modo che l’album venga pubblicato. Alice lo aiuta con gli aspetti più formali, come l’iscrizione dei brani alla SIAE. La musica dei Bambini Dell’Asilo, così, non smette mai di suonare.

Tanti sono i pezzi inediti, rimasti su cassette e demo, senza la possibilità di farsi sentire e così accade che oggi, nel 2023 (iniziando mesi e mesi fa), Gianluca Braga, uno dei cari amici ed estimatori di Pablo e dei Bambini Dell’Asilo, in collaborazione con la Latteria Molloy di Brescia, crede sia il momento di fare una festa per lui e per rendere giustizia a quei magnifici pezzi rimasti inascoltati. Così, avviene una magia. Ventidue band partecipano a un enorme progetto in onore dei BDA e di Pablo. Ad alcune band viene proposto di reinterpretare brani editi dei BDA (dal loro primo ed unico album, postumo) e di riarrangiarle a seconda del proprio stile e delle proprie emozioni. Altre band hanno l’onore di portare alla luce brani inediti. Totalmente inediti. Rimasti solo su cassettine registrate alla meno peggio in sala prove, mentre venivano create e di cui erano nate le basi. I testi di Pablo, le melodie, i primi abbozzi ritmici di quando una band va in sala e inizia a mettere giù un pezzo.

A queste ventidue band si aggiungono altri due progetti musicali e tutti loro incidono i pezzi. Ventiquattro canzoni dei Bambini Dell’Asilo, dunque, saranno racchiuse in un album realizzato come tributo e omaggio ai BDA, alla loro storia e all’arte di Pablo. E mentre il tutto è in lavorazione, tante persone si muovono per continuare nell’organizzazione dell’evento. Sabato 4 febbraio, esattamente il giorno dopo il compleanno di Pablo, ventidue band si esibiranno sul palco della Latteria Molloy, per festeggiare la continuità, eterna, del talento. Per ricordare il viso fanciullesco di Pablo e la sua immensa profondità. Per rendere giustizia a brani rimasti praticamente inascoltati e rendere omaggio ai Bambini Dell’Asilo con tutti i pezzi che saranno portati sul palco, in quella che sarà certamente una serata da pelle d’oca e che, se ci sarete, non potrete dimenticare mai. Io di certo la porterò sempre con me, ne sono certa sin da ora, lo so già. L’energia di Pablo regna tra le note di ogni basso, ogni chitarra, si adagia dolce tra le sue parole, nel canto di ogni cantante che le pronuncerà. L’energia di Pablo è in ogni colpo di rullante, di tom, di piatto. L’energia di Pablo è, e sempre sarà, in ogni battito.

 

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