Lorenzo Riccardi, ph Rosa Maria Peralta Fernandez |
"Il
diavolo nella bottiglia":
C'è
il diavolo nella bottiglia
nera,
nera con il tappo blu
ma
la sete, ma la sete mi piglia
e
il diavolo lo butto giù.
Bevi,
bevi che ti passa la fame
e
la sete, intanto non c'è più .
Il
diavolo nella bottiglia vuota
con
la scritta: Belzebù.
Nessuno
uscirà da qui,
nessuno
uscirà vivo,
nessuno
uscirà da qui,
nessuno
uscirà vivo.
Hai
visto terra e mare,
lo
spazio intorno al mondo,
sei
stato sulla luna
nell'abisso
più profondo
e
in nome del profitto
o
per falsa umanità:
veleni,
fame, guerra,
queste
ed altre oscenità.
Nessuno
uscirà da qui,
nessuno
uscirà vivo,
qualcuno
pensa di si,
speranze
appese a un filo.
E
la signora fila il filo
e
un filo è da tagliare,
è
per la pecora nel bosco
sgozzata
da un maiale.
Nessuno
uscirà vivo
nemmeno
un generale
nessuno
uscirà da qui
sempre
ammesso che sia male.
E
davanti al nulla si può finire
facendo
imitazioni
come
immagini, riflessi
di
chi conta e fa milioni.
Di
chi canta controvento,
di
chi pensa positivo,
nessuno
uscirà da qui
fino
a quando sarà vivo.
Ahi
ahi ahi ahi …
Nessuno
uscirà da qui,
nessuno
uscirà vivo,
qualcuno
crede di si,
speranze
appese a un filo.
Nessuno
uscirà da qui,
nessuno
uscirà vivo,
non
resterà più niente
del
programma interattivo.
Ma
in cielo nasce il sole
che
muore quando è sera
e
il correre del tempo
a
volte fa paura,
ognuno
col suo viaggio
come
sabbia tra le dita,
ma
tutti chiusi dentro a questa
maledetta
vita.
"La
canzone del porto":
C'è
una nave all'orizzonte,
ad
un tiro di cannone,
non
c'è nessuno sopra il ponte
a
reggere il timone,
non
ha bandiera non ha nome
sulla
sua fiancata,
è
una goletta portoghese
spero
non sia pirata.
Ora
la vedo meglio
e
vada come vada
è
sempre più vicina
è
ancorata nella rada,
non
segnala non minaccia
ma
io conosco il trucco,
meglio
vederci chiaro prima di
concedere
l'atracco.
Io
sono il porto dove arrivano le navi
dopo
la tempesta,
dove
si svegliano i marinai
il
giorno della festa,
dove
si piangono gli amori
finiti
infondo al mare,
dove
si lasciano i dolori
prima
di salpare.
Quindi
dimmi il punto esatto,
dimmi
da dove sei venuta,
cosa
mi spetta per contratto
quando
sarai partita,
quali
colori usi
per
dichiarare guerra
e
quanto tempo hai navigato
senza
toccare terra.
Io
sono il porto dove arrivano le navi
dopo
la tempesta,
dove
si svegliano i marinai
il
giorno della festa,
dove
si piangono gli amori
finiti
infondo al mare,
dove
si lasciano i dolori
prima
di salpare.
"La canzone del porto è nata una mattina all'inizio degli anni novanta: ricordo che dalla chitarra mi uscì quella specie di minuetto vagamente mozartiano che costituisce la frase musicale dell'introduzione, poi mi venne l'idea del porto che parla e si rivolge alla nave come ad un'amante e la canzone ha preso forma. De Il diavolo nella bottiglia non ricordo molto, deve essere cominciato tutto con “Nessuno uscirà da qui, nessuno uscirà vivo”. Posso dire che il titolo e l'idea del diavolo chiuso dentro la bottiglia vengono dall'omonimo racconto di Robert Louis Stevenson, nel quale una bottiglia con dentro il diavolo passa da un personaggio all'altro con varie conseguenze. Nella canzone, invece... tutti noi esseri umani siamo chiusi in una bottiglia, che è la vita, con il male da noi stessi generato."
Quali
erano gli "intenti" – se così si possono chiamare - di
questi brani, se effettivamente c'erano/ ci sono?
"Quasi
tutte le mie canzoni sono nate di getto, musica e parole insieme;
capita che una frase o un ritmo comincino a ronzarmi nella testa e
capisco che devo mettermi li, magari con la chitarra, e registrare o
scrivere. In genere dopo un'oretta la canzone ha preso forma almeno
nelle sue linee essenziali. Josè Saramago diceva che la gente crede
che gli scrittori scrivano certe cose perché vogliono esprimere una
determinata idea o sentimento e invece le scrivono perché suonano
bene. Sono d'accordo e penso che, per motivi squisitamente tecnici,
sia ancora più vero per la canzone, almeno per le mie. Non credo
quindi di poter parlare di intenti ne di intenzione perché in realtà
è la canzone a guidarmi, nel senso che la struttura, il ritmo, le
rime suggeriscono delle assonanze, dei contrasti e delle immagini che
vanno necessariamente seguiti, cioè sono io con il mio bagaglio
tecnico e umano a condurre il gioco ma fino a un certo punto.
Probabilmente tutta una serie di stimoli, idee, stati d'animo,
emozioni, esperienze si accumulano e quando il tutto giunge a
maturazione nasce una canzone. Io stesso scopro cosa dice la canzone
una volta che è finita e a sua volta chi ascolta, sulla scorta delle
esperienze personali, della propria sensibilità, del momento, da la
sua interpretazione, emotiva o razionale che sia."
Grazie
Poeta!