Ritmo.
Musica. Queste sono le due parole che secondo me rappresentano
maggiormente il primo racconto di Ismar nel suo "Giallo e Blu".
Quando l'ho letto, la prima cosa che ho pensato è che si percepisce
nettamente e teneramente che l'autore, oltre che essere uno scrittore
è anche un musicista. In effetti il primo racconto, "Applausi",
parla di musica, dell'intimo rapporto tra il musicista e il suo
strumento. Non è questo però il motivo principale per cui ho fatto
questo pensiero. Non è la tematica in se a far comprendere che Ismar
è un musicista, ma la musicalità, il ritmo delle parole, della
sintassi; sembrano parole scritte su uno spartito come fossero note
musicali e il che è meraviglioso. Gli applausi qui non sono la cosa
più positiva, il protagonista preferisce, giustamente, la sincera
unione tra se stesso e la musica che diviene veicolo di comunicazione
con la natura, anche prima di suonare e dopo aver suonato, perché la
musica è nella sua anima, è nell'anima del protagonista fin da
quando era bambino ed è questo che gli permette di sentire ed
ascoltare la natura che lo circonda. I suoi genitori preferirebbero
per lui grandi applausi, ma gli applausi a cui loro sono abituati
sono, con un gioco di parole, abitudinari e l'abitudine non fa parte
del vero sentimento della musica.
"Era
come in un quadro di Van Gogh. Titolo Giallo e Blu. Peccato che il
maestro non l'abbia mai dipinto."
Queste
le prime parole che appaiono nella prefazione. Perfette per rendere
l'idea di quanto questa serie di racconti sia varia nelle emozioni e
nei sentimenti, nelle visioni e nei punti di vista.
Ismar
accompagna dolcemente i lettori, come per prepararli a ciò che verrà
dopo. Inizia dolcemente, con i sentimenti puri della musica e della
fotografia, narrata nel secondo racconto ("Bellezza") da un
punto di vista eccezionalmente originale e colmo di emozione e
stupore, per poi giungere a emozioni forti e crude, come quelle di un
uomo condannato a morte o di uomini che uccidono. E poi la "routine",
le malsane tradizioni da osteria, le tante persone e la solitudine,
l'odio e la vanità e poi ancora la bellezza della musica e
dell'amore, come per spezzare la cruda realtà di alcuni dei
protagonisti coinvolti; la faccia A e la faccia B di una moneta, la
sincerità e l'ipocrisia, il sacrificio, il sudore e le speranze, ma
anche l'abbandono e la tristezza, l'assurdità e la tragedia. Tutte
queste emozioni, questi sentimenti forti, che siano positivi o
negativi, sono miscelati in questa raccolta con grande consapevolezza
e padronanza. Grandioso.
Ho
iniziato a racconarvi di "Giallo e Blu" con un accenno al
primo racconto, cercando nel frattempo di non svelare troppo del
resto e tentando di dare un'idea di quanto questi racconti siano vari
e versatili, nei contenuti e nello stile; si perché anche lo stile
cambia per certi versi da un racconto all'altro.
L'ultimo
racconto, per chiudere, si intitola "Un Altro Anello". Non
riuscireste a immaginare quanto sia fantastico. Leggerlo significa
riuscire, attraverso le parole di Ismar, ad immedesimarsi in modo
candido ed onesto nella grandezza di un magnifico abete rosso.
Potrete sentire la sua forza, i suoi pensieri e la sua voce. La
potrete sentire, perché Ismar l'ha sentita, e ha deciso di portarla
a noi.
©Lara Aversano