Visualizzazione post con etichetta Lara Aversano. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta Lara Aversano. Mostra tutti i post

lunedì 25 marzo 2024

"Giallo oro" di Giulia Gorgone e la collaborazione con L.A. Editing

 

Copertina del libro "Giallo oro" di Giulia Gorgone. Immagine sulle tonalità giallo dorate, fotografia di Luca Ash. Le mani di un uomo suonano una tromba. Sullo sfondo, il lucente piatto di una batteria. Il protagonista del romanzo, infatti, è il talentuoso trombettista professionista Nicolò Ravetto. Romanzo di formazione, format L.A. Editing. Disponibile su Amazon.

Introduzione:

"Giallo oro" di Giulia Gorgone è un romanzo di formazione interessante, scorrevole e in cui persino il linguaggio del protagonista Nicolò Ravetto, pian piano, segue una graduale crescita; si parte, infatti, da un linguaggio e un modo di porsi tipici di un giovane uomo che non ha alcun interesse a creare legami ed ha serie difficoltà a esprimere le proprie emozioni anche con i genitori, nonostante li ami. Quando poi il nostro protagonista troverà sul suo cammino un motivo, una spinta, per iniziare a indagare sé stesso, le sue origini e le sue prospettive future, ciò che mai avrebbe pensato pian piano prende forma. Nicolò Ravetto è un trombettista eccezionale che vive a Chicago, luogo nel quale lavora da un paio d'anni, per il prestigioso "Chicago Theatre". Allontana qualsiasi forma di sentimento, si limita alla superficie. Tutta la sua vita s'incentra sulla musica, forma d'arte nella quale si distingue sin dalla tenera età. Perché però, un artista, che riesce a sentire e a far sentire emozioni così forti, ha così tanta difficoltà nel rapportarsi in maniera profonda al resto del mondo? E cosa lo porterà a crescere? Quali saranno i conflitti che deve affrontare nei confronti di sé stesso? 

L'autrice e il concorso:

Giulia Gorgone, piemontese nata a Ivrea nei primi anni ’90, ha vissuto ad Aglié con i genitori fino all’età di ventisette anni per poi trasferirsi a Cuceglio, luogo a cui è legata sin dall’infanzia, dopo essersi sposata. Ha una formazione in Lettere e Filosofia e ha frequentato, inoltre, il Conservatorio Giuseppe Verdi, data l’innata passione per il pianoforte e la musica tutta, che sin dall’infanzia l’ha accompagnata. Dopo pubblicazione di “Bianco e Nero” (2022), partecipa a fine 2023 al Concorso Letterario per narrativa inedita "L.A. Editing 2023" con il quale L.A. Editing&Digital Marketing, per la sezione "L.A. Editing", ricerca e seleziona emergenti per un progetto interno ideato per andare incontro ad autori e autrici emergenti particolarmente meritevoli, prendendosene cura in tutto e per tutto.

La collaborazione e la pubblicazione:

A seguito della vincita del Primo Premio, Giulia Gorgone e L.A. Editing iniziano la collaborazione che, dopo mesi di lavoro, porterà alla pubblicazione su Amazon di "Giallo Oro". Il gioco di squadra e i principi etici del format L.A. Editing, fanno da cardine a tutto il processo, naturalmente ancora in corso. Giulia è, di fatto, la primissima autrice selezionata per questa collana e per questo particolare format.

Trama, link e pitch letterario:

"Il palcoscenico del Chicago Theatre è il luogo in cui Nicolò si sente più a suo agio. Ha sempre sognato di fare il trombettista per professione e, negli ultimi due anni, ha ottenuto un posto proprio lì, nel prestigioso teatro della città del vento. La sua vita gira attorno alla musica, poiché nulla è più importante per lui. Il ragazzo, trentacinquenne, rifugge da qualsiasi tipo di sentimento: le sue amicizie si concentrano perlopiù sul divertimento, vede e sente pochissimo i genitori rimasti nel paese natale e non resiste alla bellezza delle donne, ma non si innamora mai e, anzi, fugge da situazioni imbarazzanti che lui stesso provoca. Non ha tempo da perdere coi sentimenti: così vede la vita. Una sera, dopo un concerto, incontra Bianca: la riconosce, nonostante siano passati tanti anni e scopre che sta cercando proprio lui. Si domanda il perché abbia voluto rintracciarlo dopo così tanto tempo e il motivo per cui abbia fatto tanta strada per incontrarlo. Quando lei riparte dopo pochissimi giorni, Nicolò inizia a riflettere sulla sua vita e, pian piano, scopre cosa significhi diventare un uomo".

Link Amazon: "Giallo oro" - Giulia Gorgone




Lara A.

mercoledì 28 settembre 2022

Furia

La clessidra teme
la furia bianca e nera
della pulsione,
della follia benedetta
di chi desidera,
ama, sfreccia, scocca,
cerca il contatto, la gentilezza,
la profondità della grazia
e la grazia della profondità.
Cosa possono i granelli
dinnanzi a un petto
che batte e dibatte,
grida, felice e infelice,
ma sempre intatto,
ricostruito o rinato?
Non importa
del tempo dell'uomo,
importa del tempo,
dello spazio, delle dimensioni.
Avanti a stenti non ha senso,
sono così più interessanti, gli intenti.
Gli intenti e le azioni,
i progetti, le emozioni.
Forse non sempre
la tenerezza è felice,
ma è sempre meglio, si dice.
La  clessidra teme
una furia fuxia che
vomita via il catrame,
povero infame.
Cosa possono i granelli
di un tempo così umano,
dinnanzi a un petto
che batte e dibatte,
perde felice il controllo
e si rianima da sé?

sabato 11 dicembre 2021

Oscar Mariotti: un autore da tenere d'occhio

Oscar Mariotti: un autore da tenere d'occhio, talento, Sole, scrittura creativa

Oggi è una giornata di Sole ed è una di quelle volte in cui non te lo aspetti, spunta fuori e inizia a splendere. Credo dunque che sia la giornata più giusta per presentarvi Oscar Mariotti, un autore emergente dal talento incredibile, da tenere d'occhio, con cui ho il pregio di lavorare da un po'.

Trovare un autore così talentuoso è veramente raro. Oscar, con la sua personalità, la sua profondità, la sua capacità di raccontare i mondi più disparati, il suo stile unico - e io che ho letto parecchi suoi scritti ve lo posso assicurare - tutto ciò, è raro davvero. Ho riconosciuto in lui un talento da seguire, accudire, coccolare, perché è così che si fa quando si trova un Sole. Non ha ancora pubblicato libri al momento, ma lo farà... uh, se lo farà.

Sapete, essere scrittori è una condizione dell'essere, dunque - magari anche qualcuno di voi che legge - sappiate che non aver ancora pubblicato non significa non esserlo. Anzi, quanti "non scrittori" vediamo in libreria e negli store? Certo, può diventare un vero e proprio mestiere con qualcuno che ti appoggia e anche con un bel po' di fortuna, diciamolo, perché ahimè - almeno nel nostro bel Paese - il talento e il merito non bastano.

Ad ogni modo, non vorrei dilungarmi troppo, vi dico solo che per me lui è "Pupil", uno scrittore come "non né leggevo da tempo" e una persona a cui, inevitabilmente, ora sono anche parecchio affezionata. Di seguito, una sua breve presentazione e il piccolo estratto di un suo spettacolare racconto.

Nato a Merano (BZ) nel giugno del '76 e vissuto in Toscana da quando aveva quattro anni, Oscar Mariotti ha iniziato la sua vita parlando solo tedesco. A sentirlo parlare ora però, non si sente affatto! Crescendo in maremma, in un paesino lungo la costa, s'innamora sempre di più della lingua italiana, vivendo di lettura, Sole e salsedine. Vive di Sole e di ombre, un po' come tutti ed accusa il colpo dei lunghi ed umidi inverni all'ombra dei pini secolari. Inizia a scrivere tardi, tra il 2018 e il 2019, spinto dalla voglia dell'avido lettore di cercare il rinnovamento. Non lo sapeva, però, quanto fosse grande, questo suo talento; è restato lì, a lungo nascosto, come se anch'esso fosse restato all'ombra dei pini per un po'.
 
Riguardo all'inizio della sua sua avventura dice:  "Sentivo che le grandi lezioni degli autori del XX° secolo non erano state recepite e ho sentito l'impellenza di scrivere io stesso per provare a interpretarle a modo mio. Senza grandi pretese, ho iniziato a scrivere fino a che - inaspettatamente - una rivista di genere che si chiama "Il Grimorio del Fantastico", ha pubblicato un mio racconto dall'ambientazione fantasy. Ho continuato a cimentarmi nella scrittura cambiando genere e sviluppando uno stile che, benché acerbo, posso ora dire, mi contraddistingue. Mi è stato insegnato, mi è stato fatto capire, perché è importante avere qualcuno che individua "il tuo stile" e ti aiuta a percorrere le strade giuste. Per me è stato così: pochi mesi dopo la pubblicazione ho fatto l'incontro più importante della mia vita artistica e ho cominciato a pensare da scrittore". 
 
Proprio così Oscar, "pensare da scrittore", vivere da scrittore. Prima di tutto iniziando dall'anima.
 
 



Lara Aversano

mercoledì 17 giugno 2020

"Vita di un respiro" - Gentili Emanuele - 3° classificato al Concorso L.A. Editing



Con grande gioia vi presento il racconto del terzo classificato al concorso letterario di L.A. Editing: “Vita di un respiro” di Emanuele Gentili. Emanuele è un poeta e nel suo racconto questo emerge, non c’è che dire. Il suo stile, la stesura del testo, la scelta del “come” trattare gli argomenti (più di uno e tutti certamente di peso), sono immagine perfetta del poeta che si ritrova a scrivere un racconto, nel senso più positivo che ci sia. Anele è protagonista, insieme ai genitori e in particolare al padre, di una storia attuale quanto storica (poiché sappiamo che la storia si ripete). Anele, nata in una zona del mondo in cui i sacrifici e il pericolo vengono ben presto a bussare alla porta, è respiro del padre. Un padre che tanto la ama da non esser più riuscito, per le preoccupazioni e il  timore di perderla, a emettere respiri pieni, tanto è preso dalla paura. Anele è però anche simbolo del suo respiro fisico: un respiro che gli viene a mancare per un ceppo di polmonite assai duro da superare, per il quale ci sono già state molte vittime. Mike si trova faccia a faccia con la morte e Lucia – la cara moglie – già teme il peggio e si domanda in qualche modo come potrebbe spiegarlo alla sua piccola. Anele però è forte: sia Anele come bambina e figlia che Anele come simbolo e realtà del respiro, portatore di vita. C’è tanto in questo racconto. Ci sono emozioni forti, realtà, riflessioni. La vita è respiro, il respiro è vita. I figli stessi sono respiro e i genitori lo sono per loro. Cosa accade a Mike, Anele e alla mamma Lucia? Leggete e gustatevi ogni frase. Complimenti a Emanuele per questo splendido racconto.

Vita di un respiro:

Anele è un respiro. È appena nata e non sa ancora di esserlo. Si scalda sotto il caldo africano, nella regione dello Zimbabwe, nei pressi di una diga alta 130 mt, a Kariba. Una diga che non è più sicura, ormai: comincia a dare dei segni di cedimento. Piccole crepe e improvvise fuoriuscite d’acqua potrebbero mostrarsi da un secondo con l’altro.

Anele è forte, la madre non ha dubbi. Queste cose si sanno, sono impostate di default dentro di noi. Non ci si inganna né si mente a noi stessi, riguardo a queste sensazioni. La sua preoccupazione, dopo il primo vagito, sembra svanire; compensata dalla consapevolezza che la piccola resisterà, fino al compimento del proprio dovere. Quello che però Kali non sa e non può immaginare è che la sua cucciola di respiro è destinata a grandi cose.

Tempo di un saluto, un bacio sulla fronte e la piccola è libera di spiegare le proprie ali: al di sotto di quella diga. Non vi è tempo per i romanticismi e per i saluti. Questo ogni madre lo sa. Una volta nato, il respiro appartiene al vento e, con lui, deve andare incontro al proprio destino. Anele, questo non può ancora saperlo.
È solo curiosa: come può esserlo chiunque veda il suolo della sua amata madre terra, dall’alto della propria vita: per questo in Africa si pensa che ogni respiro abbia due madri. È confortante, nascere respiro. Così piccolo, già con un dovere da compiere, ma con la sicurezza di avere un senso, uno scopo.

-      - Mamma, papà ha gli occhi ancora chiusi. Quanto sta dormendo?

La piccola Anele ripete la stessa domanda ogni cinque minuti, alla madre Lucia. La risposta che riceve non cambia, estratta come fosse una confessione sotto tortura:

     Lascialo riposare, è stanco.

Si gira Lucia, come se questa risposta la dovesse dare al vento o forse per non far vedere alla figlia le lacrime che da quindici giorni albergano su quegli zigomi scavati dalla paura.

Il padre fatica a respirare, tossisce. La febbre non si abbassa, se non di qualche grado. La sera sembra aver assorbito tutto il sole africano. Tosse da fumatore senza mai averne aspirata alcuna. Tosse che sembra voler sputare sul mondo il dolore che lo sta attanagliando da dentro.

I respiri non arrivano, se non forzati. Si scambiano come fossero a una partita di pallavolo. Prima la tosse, poi il respiro e così via, fino a… Un fisico robusto, bloccato da una banale influenza.

La madre ha spento da ieri la televisione. Notizie strane arrivano da paesi distanti pochi km da loro. Una nuova malattia, simile alla polmonite, sta contagiando molte persone e i morti aumentano. Lei non ha dubbi: si tratta dello stesso ceppo di influenza. Queste cose si sanno, sono impostate di default dentro di noi. Non ci si inganna né si mente a noi stessi, riguardo a queste sensazioni. 

Di guardare Anele negli occhi però non se ne parla:

- Ora andiamo a dormire, piccola. Vedrai che domani starà meglio.

Da madre non avrebbe mai pensato che sarebbe stata in grado di mentire come una professionista a sua figlia.

Il padre Mike, italo americano, si finge equilibrato. Simula respiri calmi. Asseconda la pancia con la mente - grazie alle poche lezioni di Yoga - prendendola per mano, come se dovessero attraversare una strada pericolosa.

Da cinque anni, età della figlia, teme il domani: è stato spavaldo sino ai quaranta, poi un nuovo orizzonte si è presentato davanti ai suoi occhi innamorati. Quel meraviglioso profumo d’abbracciare che ora pare essergli negato, chiuso come è nelle proprie paure. Già da allora gli manca il respiro pieno, completo. Lei nascendo se n’è preso un po’.

- Come mi sento, come mi sento, come mi sento? - continua a ripetersi, prima di coricarsi.

I brividi non lo hanno mai abbandonato: prima erano d’amore, di gioia. Erano brividi d’emozione pura, semplice e contagiosa. I brividi da bollicine, spumeggianti e color dell’oro. Luminosi, solari, africani.

Ora trema: è decisamente diverso. I tremori hanno incrementato la loro intensità, fino a divenire scosse, come fossero terremoti, veri e propri sussulti.

Oramai il suo corpo freme per la gran paura. Continua a mostrarsi distaccato, persino a sé stesso. Si osserva dall’alto della montagna e non si riconosce più. Sente freddo. La sua anima è oramai in cima, si guarda attorno. È sola là sulla vetta, almeno per il momento. Si vede così, mentre sente quella gran paura di perdere l’equilibrio, di soffiare fuori l’emozione per non farla morire di freddo. Ha paura persino di piangere: magari poi si ghiacciano, queste lacrime dimenticate. Si sbuccia l’anima, cadendo esausto per l’ennesima volta. Sangue nuovo viene dalla sua ferita e gli pare come se fosse stato lasciato custodito in fondo a un pensiero. Se non lo vedesse così lucente, rosso vivo, lo avrebbe dato per “morto”.

Anele vola veloce. Il vento da dietro le tiene i capelli con amore, vola verso il proprio destino. Scorge in lontananza la sua bella casetta e nota subito la finestra aperta, perché di solito a marzo è tutto chiuso. Lei non conosce le dinamiche però, non si pone domande. La casa prende aria, ricicla vita. Un cuore aperto non può permettersi porte chiuse. La speranza passa dalle crepe di un muro portante ed è proprio una crepa che segna la via ad Anele. È la strada più angusta, stretta e scomoda a fare da ponte tra la morte e la vita.

- Mamma, papà ha riaperto gli occhi!

Anele vede la sua vita in una pancia, quella che papà ritrova dopo anni svuotata completamente grazie a un respiro, finalmente pieno di vita.


Autore: Emanuele Gentili
Editing testo: L.A. Editing&Digital Marketing

venerdì 21 febbraio 2014

Recensione "Punti senza fine" - di Ismar Gennari


Di seguito una bellissima recensione di "Punti senza fine" pubblicata dallo scrittore emergente Ismar Gennari, autore dell'interessantissima raccolta di racconti "Giallo e Blu". Grazie di cuore Ismar!!!


"La prima volta ho fatto fatica ad apprezzare appieno “Punti senza fine"…Non so perché, ma non riuscivo a immergermi nel romanzo e a godere per intero della trama. Ho chiuso e ho ricominciato, approcciandomi diversamente, leggendo senza fretta, regalandomi il tempo di scoprire i fatti pagina dopo pagina. E tutto è cambiato.

"Punti senza fine" è un libro che racchiude in se la fragilità e la sensibilità di una ragazza alle prese con la scoperta del mondo, dell’arte, dell’amicizia e dell’amore. E’ un romanzo-diario che va letto aprendo più il cuore che non gli occhi, lasciandosi travolgere dall’empatia, trattando le pagine come fiori delicati, assaporandone il profumo parola dopo parola, scegliendo bene i tempi, scansando la fretta di finire.


Difficile? No, basta approcciarsi nella maniera più consona. Certo, i fan accaniti di Stephen King non troveranno qui pane per i propri denti, ma per una volta potranno riposare il palato con dei morbidi e dolcissimi Macaron… In particolare ho apprezzato molto la vena poetica di tutto il libro, poesia che l’autrice snocciola con stile e naturalezza, toccando delicatamente le corde dell’anima e suonando con esse note soffuse e sublimi.
 
Non posso non chiudere con una citazione dal capitolo “Autunno Urgente": "Le foglie secche si sciolgono nei loro stessi colori caldi; il rosso, il giallo, il verde scuro e sfumato riempiono la terra di scricchiolii sui quali i bambini inventano un gioco…" 

Vorrei tanto averlo scritto io…
Complimenti Lara!!!!!"

Ismar Gennari

venerdì 7 giugno 2013

Amico mio

"E lui sorrideva, adorava la sua sete, la sua pulsione, il suo modo di essere "inquieta".

- Cosa intendi quando dici che ho uno sguardo inquieto?
- "Inquietudine" è il contrario di "relax". Relax è il nulla assoluto.

Relax è aspettare di... rilassarsi: cioè veder certificata la Morte che peraltro accompagna tutta la... vita di coloro che hanno bisogno di... relax. Inquietudine non è il contrario di "quies" latina. Inquietudine è non farsi mai del male, non diventare mai "adulti"... stare nell'ebbrezza della nascita..."

Da "Amico mio"
in "Punti senza fine"
Lara Aversano