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venerdì 29 ottobre 2010

Uman (analisi from Venus)


Perdita di contatto, groviglio di perché. Come un tempio senza senso si aggirano attorno a se stessi senza trovare un motivo per cui valga la pena vivere. Le calamite della frenesia attraggono a se più formiche di quanto in un formicaio potrebbero abitarne. E così è il vuoto, la freddezza, l'assenza di umanità. Se solo queste tante "formichine" si guardassero le une con  le altre negli occhi, potrebbero scoprire l'amore per la condivisione delle briciole, briciole di pane. Si contorcono su se stessi facendosi domande, tante domande, cercando risposte, chiarimenti, alcuni. Altri invece si danno all'ozio, alla non ricerca ed è come se fossero già morti. Rovinano "la loro tana", la loro casa, la loro terra, rubano la pace a se stessi, si uccidono, si sparano, si autolesionano e lesionano gli altri. Soffrono, da morire. Odiano, da morire. Amano, da morire. Sono strani. Molto strani. Così diversi gli uni dagli altri. Si notano atteggiamenti di intelligenza e percezione superiori e altri all'opposto, privi di senno. Amano. Quelli che amano, sono quelli che preferisco. Provano passione, amano l'arte, la poesia, la musica, la dolcezza, si innamorano (hanno persino sbalzi chimici per questo) e sono così veri, autentici e si arrabbiano per ciò che non quadra attorno a loro. Poi ci sono "le bisce" - senza offesa per le bisce naturalmente . che fanno dell'odio e dell'ego la propria dimora, della violenza il loro cibo, del marciume il loro fine. Dall'analisi sembra che tutto sommato non siano per nulla male, almeno fino a quando ci saranno piccole dolci formiche che ancora si guardano negli occhi.