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venerdì 30 dicembre 2011

Intervista ad Alberto Fortis: gli equilibri del mondo



Alberto Fortis nasce in Piemonte, a Domodossola, nella provincia del Verbano - Cusio - Ossola, nell'anno 1955. Paesaggi di certo ispiratori. I suoi genitori sono Anna De Gasperis e Giulio Fortis, un medico chirurgo e colonnello degli Alpini. Alberto però non segue i passi del padre perché fin da piccino sente la vocazione per la musica e all'età di soli tredici anni costituisce la sua prima band. A sedici appare per la prima volta su Rai 2. Dopo la maturità classica e la laurea in medicina, esordisce nel 1979 con l'album "Alberto Fortis" prodotto da Claudio Fabi e accompagnato dalla Premiata Forneria Marconi. Brani quali "La sedia di Lillà" e "Il Duomo di notte" lo portano ben presto ad essere uno degli artisti più amati nel panorama musicale degli anni '80. Famosissima anche la sua provocatoria ma affettiva "Milano e Vincenzo". Alberto Fortis è sempre stato un grande poeta e come per ogni grande artista accade, non poteva mancare nella sua produzione artistica una sana dose di ironia, dettata dalla presa in causa di temi profondi, specchio del mondo attorno, dei giovani come dei vecchi. Alberto Fortis e la sua lente hanno aperto al pubblico le porte di un mondo splendido da esplorare e non poteva di certo passare inosservato. Sedici album sono sulle spalle di quest'uomo eccezionale, realizzati tra Italia, Stati Uniti e Inghilterra. Un disco di platino, due dischi d'oro e oltre un milione e mezzo di copie vendute. Pubblica anche due libri di poesie intitolati "Tributo Giapponese" e "Dentro il giardino" oltre che il romanzo autobiografico "Al - che fine ha fatto Yude?". Regista di molti dei suoi video e autore di una sceneggiatura per la quale collaborerà con la DreamWorks di Steven Spielberg, non si è fatto mancare nulla per così dire. "Il Duomo di notte" è stato incluso nella classifica delle cento canzoni ritenute fondamentali nella storia del pop-rock, in compagnia di brani quali "Like a Rolling Stone" di Bob Dylan e "Imagine" di John Lennon.

Alberto ha aperto concerti ai più grandi artisti della storia della musica durante la sua carriera, a partire dall'open act (a solo un anno dal suo album d'esordio) al concerto di James Brown a Modena. Nel '92 apre invece il concerto di Bob Dylan in occasione del Cinquecentenario della scoperta dell'America. Nel '99 la sua "We call it love" è parte della colonna sonora del film "Cool crime" di Jerome Cohen-Olivar. Seguono altre collaborazioni e successi: premi, riconoscimenti, progetti che riempiono la sua carriera fino ai giorni nostri. Il suo album "Fragole infinite" pubblicato nell'82 riscuote grande riscontro tra il pubblico e viene realizzato con la collaborazione del grande George Martin (produttore anche dei Beatles) e della London Philarmonic Orchestra; viene poi registrato allo storico studio "Abbey Road" di Londra. Collabora anche con Carlos Alomar (produttore del Duca Bianco) negli Stati Uniti e con altri grandi personaggi del panorama musicale nazionale e internazionale ( tra i quali Gerry Beckely dalla storica band "America", Bill Conti - autore delle colonne sonore dei film "Rocky"). Hanno suonato nei suoi dischi Aretha Franklin, Bob Dylan, Stevie Wonder, Michael Jackson, Sting, Supertramp, Madonna, Alanis Morisette... E hanno lavorato con lui gli italiani Claudio Fabi, Guido Elmi, Fio Zanotti e Beppe d'Onghia (produttori anche di Gianna Nannini, Vasco, Zucchero, Lucio Dalla...) nonché con la già citata Premiata Forneria Marconi e... chi ne ha più ne metta! Troverete comunque la sua biografia completa sul sito ufficiale e potete reperire facilmente sul web l'elenco completo della sua discografia. Da sempre i live sono il suo punto di forza, nelle esibizioni a piano e voce come in quelle con la sua band. L'incontro con McCarteny, Yoko Ono e con il regista Wim Wenders lo porteranno spesso a esibirsi a Los Angeles e New York. E' stato inoltre ricevuto in udienza privata dal Dalai Lama per la sua partecipazione attiva in progetti umanitari e sociali (è anche ambasciatore UNICEF e testimonial di AISM - Associazione Italiana contro la Sclerosi Multipla presieduta da Rita Levi Montalcini - nonché di City Angles, associazione umanitaria di volontariato sociale). Attualmente Alberto sta lavorando al suo nuovo progetto discografico e ad un musical di sua creazione. Sul suo sito appare una frase, amati versi di Osho che vengono ripresi anche in questa intervista e che davvero dicono molto di Alberto: "L’arte è come un fiore che nasce sul bordo della strada senza chiedere niente a nessuno, ma sempre pronto a farsi cogliere da chi lo sa riconoscere". Ho una certa reverenza e nonostante lui mi dica fin da subito di dargli del tu, più volte mi ritrovo a dargli del lei e la cosa fa sorridere entrambi. E' una persona semplicemente deliziosa, un artista unico, un'anima piena zeppa di cose da dire e con un'amore per la vita grandioso.

Lei ha fatto… scusa, tu hai fatto... talmente tante cose che è difficile riuscire a trovare un punto più importante di un altro su cui soffermarsi... Potremmo partire però da alcune delle tue canzoni... Mi sono sempre chiesta per esempio cosa possa averti ispirato il testo di quel capolavoro che è "Fragole infinite"... le parole, la melodia di quel pezzo… come sono nate? In che momento? (il titolo è liberamente tratto da “Strawberry Fields For Ever" dei Beatles).

Fragole infinite è la canzone che io ho scritto e dedicato a quello che ritengo il più grande maestro della nostra musica pop - tanto per darne una definizione, anche un po' ristretta – che è poi John Lennon; la canzone viene dedicata chiaramente a lui e in qualche modo ci sono dei riferimenti proprio alla sua vita, a partire dall'ambientazione in una città di fiume, che è Londra, per arrivare poi a parlare di New York, citando quindi l'inizio e la conclusione della sua vita terrena. Oltretutto questa canzone mi ha dato una grandissima soddisfazione perché l'album è stato registrato agli Abbey Road Studios di Londra che sono la casa dei Beatles e vede la partecipazione di George Martin che è il loro produttore storico il quale, quando ha saputo che la canzone era dedicata a Lennon, mi ha fatto un grandissimo regalo... cioè ha preso il microfono in cui Lennon ha cantato e registrato la sua “Strawberry fileds for ever" e me lo ha dato. Quindi insomma... ho avuto l'onore di cantare in quel microfono."

Li conoscevi bene dunque i Beatles, Lennon...?

"Musicalmente certamente si e poi ho avuto l'occasione proprio in studio a Londra di conoscere Paul McCartney che stava registrando nello studio accanto e quella che allora era sua moglie Linda... nonché una delle loro figlie, Stella, che ad oggi è un'importantissima stylist di moda e che al tempo aveva dodici, tredici anni più o meno. Ho conosciuto poi Harrison a Sanremo, mentre della famiglia Lennon conosco piuttosto bene il primo figlio Julian poiché quando ho registrato il mio primo album a New York, con la collaborazione di Carlos Alomar, storico collaboratore di David Bowie, Julian è stato ospite per una settimana da noi durante le registrazioni. Quindi si, direi che il mondo Beatles lo conosco abbastanza!"

La poesia.. so che hai pubblicato due libri di poesie, un romanzo... Immagino tu scriva ancora oltre che continuare a scrivere e comporre canzoni; presumo sia al di la' di tutto una necessità fisiologica... pensi di pubblicare altre raccolte o romanzi? e che cosa pensi del panorama letterario moderno?

Dunque... come si dice: “i granai sono piuttosto pieni" fortunatamente, quindi per quanto riguarda la scrittura di canzoni c'è l'album nuovo che è in attesa di uscita, ma è praticamente pronto; eravamo un po' sul filo del rasoio per questo Sanremo, ancora non si sa, comunque il materiale nuovo è pronto. Poi, come faccio sempre, in parallelo ho scritto altre cose che dovrebbero far parte di una nuova raccolta di poesie. C'è anche da dire che sono relativamente “fresco" di pubblicazione perché l'anno scorso ho pubblicato il mio libro autobiografico. E' stato un bell'impegno, un lavoro che è durato circa un anno ed è un testo di circa 270/280 pagine; un libro che è uscito nella sua prima edizione con un dvd allegato contenente immagini inedite che raccontano sostanzialmente ciò che viene detto nel libro. Penso comunque che se ci sarà una nuova pubblicazione letteraria si tratterà di una nuova raccolta di poesie. La poesia è un tipo di scrittura dalla quale spesso si attinge anche nella scrittura di canzoni. Per quanto riguarda il panorama italiano letterario ad oggi bhe... in narrativa vedo per esempio… questi successi improvvisi come Fabio Volo, che se non erro da tante settimane si riconferma nei primi posti in classifica in barba a tante altre firme accademicamente più accreditate e credo sia un buon segno. Poi voi sarete contenti no? È bresciano!"

Si infatti! E' vero! (n.b. sono bresciana)

Tra l'altro è una persona squisita quindi... si vedono anche questi segnali, questi fenomeni nella narrativa moderna..."

Ma secondo te perché è così difficile per gli emergenti venire fuori? Le grandi case nemmeno ti considerano per esempio se non sei già noto. Se non si ha nessun particolare aggancio è praticamente impossibile però è una perdita, una penalizzazione per l'arte, come accade anche in ambito musicale perché comunque ci sono talenti che potrebbero essere scoperti e se avessero possibilità di emergere potrebbero dare qualcosa di buono... (domanda improvvisata, fuori programma).

Certo. Ovviamente io parlo del settore arte in quanto musica anche se l'analisi può essere estesa anche agli altri feelings artistici. Oggi viviamo un momento veramente molto difficile dal punto di vista sociale, politico, economico, lo sappiamo... e purtroppo l'arte è uno di quegli “articoli" che ne fanno le spese prima di tutti gli altri perché non è considerato un bene di consumo primario - erroneamente perché la storia dimostra che i movimenti culturali e artistici sono il rinnovamento vero di una società... e così poi succede che le cose vanno male perché se non si nutre la mente, se non si nutre lo spirito, l'uomo non va avanti. Dobbiamo stare molto attenti a trascurare l'arte. In particolare la musica credo paghi il prezzo di ciò che è successo dall'inizio dell'era Internet. Attenzione, riconosco la grande forza del web e tutti i lati positivi che ne derivano e sarà sempre più importante in futuro, questo è ineluttabile – però è anche vero che se da una parte è stato un meccanismo molto democratico, per il quale anche il ragazzino che se ne sta in cantina senza nessuna possibilità, ha avuto modo di affacciarsi al mercato, dall'altra ha... prima di tutto sdoganato il dilettantismo quindi si è creato un traffico enorme all'interno di questo campo artistico, togliendo poi anche spazi a chi invece è veramente professionista. Una volta per fare questo lavoro veniva richiesto di saper scrivere le canzoni, di saper cantare, di saper stare sul palcoscenico e di avere una certa cultura. Ad oggi invece chiunque può fare un disco. E' vero che il tempo decreta la sostanza delle cose, però nel frattempo c'è un tempo di mezzo che viene vissuto con grande confusione; basta pensare al fatto che ad aggi, al mese, tra album italiani e stranieri, vengono pubblicati circa tremila cd; così facendo diventa anche difficile per il pubblico orientarsi. E il contraccolpo che risultato dà? Quello che hai lamentato tu, cioè che gli investitori preferiscono ricaricare sempre sui soliti sette otto nomi ritenuti sicuri perché in momenti di vacche magre succede che il rischio di investimento non se lo prende più nessuno. Così va a sparire quella famosa fascia di mezzo che invece una volta era molto importante e che ha sempre portato molta arte. Continuiamo dunque ora a sentire gli stessi nomi in radio, si ha difficoltà a dare voce ai nuovi talenti. Io vedo poi che ci sono cose belle in quantità anche maggiore rispetto a quello che l'industria riesce a proporre ed esprimere. D'altro canto una cosa positiva è che gli appuntamenti live, i concerti, sono ritornati ad essere molto importanti anche come metro di giudizio da parte del pubblico perché comunque un artista deve saper stare sul palco". - è la cosa più importante – commento io.

Ma... adesso sto improvvisando perché mi ero scritta delle domande ma poi mi sono lasciata prendere (risata). [“Non c'è problema!" risponde Fortis]. Dicevo... io certo non sono una discografica ma tentando di mettermi nei loro panni mi dico: se investono grossi capitali per promuovere quella che viene definita spesso la “musica commerciale" che poi in molti casi non vale davvero molto, non potrebbero investire, fare pubblicità, nella stessa quantità di capitale su artisti di reale talento ed ottenere gli stessi risultati (a livello di guadagno oltre che culturale) se non migliori?

Certo. Infatti hai fatto proprio una bella domanda perché mostra ciò che noi artisti sosteniamo da sempre cioè che è vero che c'è crisi, è vero che i soldi sono pochi ecc ma insomma... il meccanismo dovrebbe funzionare proprio così. Il fatto è che di media – e non voglio dire una cattiveria o essere critico a tutti i costi - quando le cose non vanno bene, al di la' di una crisi generale, di cui siamo tutti a conoscenza, ci sono poi le vere problematiche ovvero di chi gestisce quel settore. La colpa, se ci sono dei colpevoli che hanno più responsabilità di altri, è proprio degli addetti ai lavori. Innanzi tutto è un settore di addetti ai lavori molto improvvisati e in secondo luogo, come sempre, pensano al denaro, al fatturato – che per carità ci deve essere – ma non hanno mentalità artistiche. E' successo per esempio che ad amministrare una casa discografia venisse un amministratore delegato della Barilla. Ora, a furia di ragionare in questo modo… è vero che l'arte entra anche a far parte di un circolo commerciale, ma comunque trattare artisti, con tutto il rispetto, non è come trattare yogurt o biscotti. Ci vogliono i famosi direttori artistici che una volta c'erano e che oggi non ci sono più, quindi tutto viene buttato nel mucchio e soprattutto con molto poco amore nei confronti di questo lavoro da parte degli addetti ai lavori che sostanzialmente fanno sempre un po' i furbacchioni...“

E non sono nemmeno poi tanto furbi alla fine! (esclamo io in preda all'approvazione più assoluta della risposta di Alberto)...

Esattamente! Infatti il loro modo di ragionare li ha portati a un contraccolpo negativo ed ora a furia di fare così non fanno nemmeno più i numeri; per vedere il bicchiere mezzo pieno - che ogni tanto fa bene – la prova contraria è di una discografica che può essere amata o odiata ovvero Caterina Caselli che... certamente con potere finanziario e politico come anche tutte le altre major hanno... – ha avuto il coraggio ed ha la conoscenza musicale per puntare su pochi artisti che attenzione! non voleva nessuno! e rischiando veramente, dando la possibilità a questi artisti di potersi esprimere, ha “creato" carriere di artisti che sono tutto sommato quelli che poi rimangono, parlando degli ultimi quindici vent'anni e cito... Bocelli, Elisa, Negramaro e Malika Ayane, tra gli altri. Questo dimostra che bisogna saper fare il proprio lavoro. Non è la vecchia favola ritrita e noiosa… perché sai, spesso si dice “ma perché gli artisti e i discografici sono così nemici" ecc... il fatto è che sembra davvero che loro lavorino solo in base a questa mentalità industriale, furbacchiona ecc che non è la cosa giusta per trattare, vendere e far rinascere questa arte che si chiama musica."

Ok. Dei sedici album pubblicati fino ad ora... ce n'è uno al quale è più affezionato per qualche motivo?

Come forza e… come percorso... diventa difficile fare una scelta, ma ti dirò quelli che hanno segnato nella mia vita il famoso “sliding doors" che si è rivelato fondamentale; certamente il primo, proprio perché appunto è stato il primo. Tra l'altro mi fai venire in mente quando mi chiedono “cosa puoi dire a chi vuole intraprendere questa carriera?" ovvero che questo primo album che contiene cinque o sei pezzi che sono rimasti nel panorama musicale italiano, per due anni sono stati ritenuti non idonei alla pubblicazione da parte di tutti i presidenti di compagnia. Questo per dire quanto sia importante continuare a crederci... Poi cito il terzo album che contiene “Settembre", “Marylin" e “La grande grotta" che poi da il titolo all'album stesso… perché è stato il primo album da me fortemente voluto, con le collaborazioni straniere a Los Angeles e che poi ha decretato un cambiamento nella mia vita veramente molto forte."

Nel panorama musicale attuale c'è qualche artista emergente che secondo lte è da "tenere d'occhio"?

Bhe... emergenti emergenti... alla fine posso parlarti di persone che in realtà sono già affermate perché comunque fanno parte dell'ultima e della penultima generazione. A me piace tanto Caparezza per esempio perché alla fine è un artista che è riuscito ad essere moderno, esprimendosi con il linguaggio rap, hip hop, ma rimanendo comunque molto genuino; non è andato a scimmiottare insomma. E' secondo me una delle poche realtà autentiche italiane che si basa sui nuovi stilemi arrangiativi e quant'altro. Poi... bhe parlo sempre non di emergentissimi, bensì di persone che alla fine conosco e stimo molto… come Nicolò Fabi e Cristiano De Andrè che certo, nel loro caso sono anche figli d'arte, ma non per questo non si respira in loro una bella sfera musicale. Dei giovanissimi ricordo che all'ultima edizione di X Factor per Rai sono stato invitato un mese e mezzo prima della finale e ricordo che avevo scommesso sul fatto che a vincere sarebbe stata Natalie, cosa che poi è successa e mi ha fatto molto piacere perché al di la' del personaggio e tutto il resto era l'unica che trapelava una sfera artistica. Spero però che ritorni presto a riconfermare questa cosa perché sinceramente dei giovani che hanno vinto in doppietta i talent show e sanremo negli ultimi due anni, non me ne piace nessuno."

Dunque... E' palese, sia per le tue opere artistiche che per ciò che ho scoperto con grande piacere sulla tua carriera e sulle tue passioni personali che sei un uomo estremamente sensibile alla bellezza, alla spiritualità, all'umanità... Cosa vede Alberto Fortis nel mondo e nella vita?

Il mondo è in uno scenario di passaggio come dicevo prima. Non sono “rose e fiori" come si dice… e ogni fase di passaggio porta al momento di difficoltà; ecco… credo che siamo giunti proprio a questo momento. Ora, al di là dell'essere d'accordo o meno con le varie profezie religiose, ideologiche e storiche che comunque sono accomunate da questa idea per cui il 2012 sarà un anno che segnerà qualcosa di importante – anzi ricordiamo che la parola “apocalisse" non vuol dire fine o distruzione ma “rinnovamento" (rivelazione dico io in contemporanea) – ecco sembra che il 2012 sia un po' la fine dell'era del bronzo per entrare in quella dell'oro. Io mi auguro che sia una sorta di “rinascimento" perché stiamo assistendo davvero a degli sconvolgimenti politici e territoriali incredibili; basta pensare alla primavera araba, a quello che sta succedendo ora in Europa (basta che un'agenzia di rating dica qualcosa perché tutta l'economia vada in frantumi). Siamo arrivati insomma a dei punti che forse sono frutto proprio di questa mentalità manageriale, imprenditoriale, economica che è arrivata probabilmente alla sua fine."

Al capolinea...

Si al capolinea. Vediamo per esempio cosa è successo in Italia: io personalmente e molto onestamente sono molto felice della fine dell'era dello scorso governo perché comunque a fare due conti abbiamo attraversato un secondo quasi ventennio che ha abituato questo paese a una situazione di illegalità, di clientelismo, la meritocrazia è quasi sparita... e leggendo le varie notizie che si leggono ora sui giornali... alla fine si sapeva... Finalmente è avvenuto questo cambio di guardia. Ora... ci sono poi le critiche verso questo governo tecnico perché qualcuno dice che tutto sommato stia favorendo le lobby economiche, verso tutto ciò che è legato al sistema bancario ecc... Io dico che comunque un passo avanti lo abbiamo fatto anche se il momento è difficile e anche l'Europa traballa. Nell' 81 scrissi una canzone che si intitolava “Cina" e che raccontava di questa forza, di questa potenza (il drago cinese) e che forse l'America avrebbe resistito un po', mentre l'Europa si sarebbe sciolta come un violino di cera blu mentre ballava un walzer. Ecco io non so perché l'ho scritto nell' 81 ma insomma un pochino si sta verificando eh eh..".

Profetico...

Qualcuno dice che questa crisi, da una parte reale e dall'altra certamente esagerata dell'Europa, sia un disegno molto sofisticato, un piano per arginare la grande potenza d'urto orientale e in particolare cinese... perché in fin dei conti se mandi in crisi l'acquirente, chi vende ad un certo punto non può vendere più. Infatti è la prima volta negli ultimi anni che l'expo cinese ha fatto flop. Ho la sensazione che si stiano ridisegnando degli equilibri internazionali in un modo che... da una parte ci sembra logico ed evidente, mentre rispetto ad altre sfaccettature… è molto sofisticato e probabilmente non siamo in grado di conoscerlo fino in fondo."

Ok... Ultima cosa... Mi dica lei... (ah con questo lei!!! - ridiamo); dimmi tu qualcosa per chiudere questa meravigliosa conversazione... Non so... la prima cosa che ti viene in mente da dire a chi leggerà.

Mah... guarda... io vorrei tentare di riassumere un domandone così parlando comunque dell'arrivo dell'anno nuovo e quindi direi che... tutto sommato le cose che ci sembravano inscansabili nel giro di pochi mesi sono cadute e al di la' di questi equilibri, degli alti giochi di cui parlavamo dei signori della terra che attualmente ci sono molto lontani, penso e mi auguro che questo momento di crisi porti anche una risposta - molto gandhiana perché comunque Gandhi rimane il mio idolo politico, sociale e religioso - e cioè che al di la' delle speranze elevate da chi poi ne ha profitto, al di là di questo gioco orribile pagato da tutti noi e che mette in moto tutto questo meccanismo, penso che alla fine l'atteggiamento dei singoli individui sia veramente fondamentale; perché anche se è ovvio che non si può andare in guerra con una cerbottana contro chi ha le porta aerei, ricordiamoci che la storia insegna che si può sempre togliere la poltrona al re e tanti sono stati gli esempi negli ultimi due anni quindi… finisco con questa frase che dico sempre nei miei concerti e nei miei incontri ovvero di non dimenticare mai l'esempio di queste eccellenti esistenze che continuano a testimoniare con il loro coraggio la necessità di credere al nostro sogno... a partire dalla figura di Gesù per arrivare a Martin Luther King Junior, a Gandhi, ai fratelli Kennedy, a Falcone e Borsellino, a Pierpaolo Pasolini e a John Lennon che sono stati e sono delle bandiere di pace che hanno condiviso purtroppo una fine cruenta e voluta da qualche burattinaio e che comunque ha sortito l'effetto contrario ed oggi rimangono gli esempi più meravigliosi. Ci ricordano che le nostre vite al di la' degli equilibri di commercio, economici e tutto il resto, come dice la frase di un grande pensatore indiano che è Osho.. ecco… le nostre vite non nascono come oggetti da buttare sul mercato ma sono “come un fiore che cresce sul ciglio della strada senza chiedere niente a nessuno ma sempre pronto a farsi cogliere da chi davvero lo sa riconoscere" e questa secondo me sarà la legge, per ognuno di noi, per migliorare il tessuto che ci sta intorno."

Alberto Fortis. Non ho davvero altro da dire. Se non un ringraziamento... perché davvero Alberto mi hai sconvolto, positivamente ovvio e sia io che le persone che leggeranno questa nostra conversazione... bhe... credo se la porteranno nel cuore. Di sicuro io, questo è certo e non potrebbe che essere così. E' stato un onore; grazie infinite...

lunedì 12 settembre 2011

Intervista a Donatella Rettore: "... amo la vita da impazzire.."


Quando ho chiesto alla signora Rettore se le andava di fare una chiacchierata e mi ha detto di si, ho subito cominciato a scrivere un'introduzione che parlasse della sua carriera, un sunto di tutto ciò che ha fatto in trentasette anni di percorso artistico (con sedici milioni di dischi venduti). Ci siamo sentite inizialmente tramite mail, ma abbiamo riscontrato alcuni problemi tecnici e abbiamo compreso che sarebbe stato molto meglio sentirci al telefono. Dopo aver parlato con lei ho deciso di non utilizzare l'articolo biografico che avevo scritto perché mi sono resa conto che in fondo non ce n'era bisogno. Chiunque può andare sul suo sito ufficiale e leggere la sua biografia. A questo proposito: diffidate da ciò che sta scritto su altri canali, come ad esempio su Wikipedia, perché ciò che è scritto non rispecchia la realtà in molti casi. “Non sono mai stata interpellata, ne io ne il mio manager, ne il produttore. Ciò che c'è scritto è perlopiù assolutamente falso" ha dichiarato. La signora Rettore ha una voce dolcissima e calda, una cadenza adorabile e un timbro deciso e signorile. La sua voce mi ha trasmesso grinta, femminilità e grazia.

Di tutti i brani che ha scritto preferisce i meno conosciuti in stile cantautorale o quelli più popolari e che l'hanno portata al successo?

Guardi, tutti i brani che ho cantato continuo a cantarli con piacere. Sono talmente attuali ancora oggi che è bello riproporli. Li canto durante i concerti per le nuove generazioni e per le “vecchie" e mi fa estremamente piacere vedere che vengono ancora accolti con entusiasmo. Se poi devo dirle quale brano mi piace di più... beh, attualmente penso proprio sia “Caduta massi". [n.b. singolo del nuovo album dal titolo omonimo, pubblicato quest'anno].

Si legge talvolta che “Dea" sia un pezzo autobiografico, ma lei mi diceva che non è assolutamente così giusto?

No, infatti. “Dea" è dedicata a Greta Garbo. È “Diva" ad essere dedicata a me. E chi dice sia “Dea" non ha mai chiesto che ne pensavo...!

E che dice invece di chi scrive che il brano “È morto un artista" sia stato dedicato a Luigi Tenco? Anche questo non è vero, no?

No, non è vero... Non dedicherei mai una canzone a Tenco. Prima di tutto perché è un suicida e io non approvo assolutamente gesti simili. Non dedicherò mai una canzone a un suicida. Poi non l'ho mai nemmeno seguito sinceramente; della vecchia generazione amo molto Gino Paoli.

Come si è avvicinata alla musica Donatella Rettore?

Fin da molto piccola ho cominciato a cantare e comporre... A dieci anni ho messo su il mio primo gruppo che si chiamava Kobra. È sempre stata una vocazione.

Si è cimentata anche nei panni d'attrice...

Si, continuo ancora a fare l'attrice di teatro, continuo le attività di doppiaggio e sto anche scrivendo una sceneggiatura. Mi piace molto e una volta terminata la stesura sicuramente mi ritroverete dietro alla macchina da presa. È ancora un'idea embrionale e forse inizierò con un cortometraggio, ma sicuramente nel prossimo futuro lo farò...

Signora Rettore, qual è la cosa più bella della vita per lei?

La cosa più bella della vita è la vita stessa... e non riesco a concepire chi se la toglie, lo trovo assurdo. Amo la vita da impazzire, con tutta me stessa.


Si sente, si percepisce nelle vibrazioni della sua voce, in ciò che racconta e in come lo racconta. Non era necessaria una biografia. Ciò che importa è il sentire e Donatella Rettore in poche parole, mi ha regalato il suo mondo. Grazie infinite.

@Lara Aversano 

mercoledì 22 giugno 2011

Alessandro Zannier Ottodix: musica ed arte visiva tra passato e futuro

 "Sogno di un Avatar" backstage


Alessandro Zannier ha avuto fino ad ora una carriera ricca e artisticamente originale e laterale; in effetti, giusto perché non si fa mancare nulla, oltre ad essere un musicista di successo è anche un artista visivo. Il suo progetto "Ottodix" prende il nome dal pittore tedesco che fu esponente di spicco della "Neue Sachlichkeit" ovvero la "Nuova oggettività". Alessandro si forma al Liceo Artistico e prosegue all'Accademia delle Belle Arti di Venezia, si dedica all'arte contemporanea e alla musica portando avanti la viva attività di artista visivo con mostre ed esposizioni e, al tempo stesso, prosegue la sua scalata musicale. E' un personaggio poeticamente interessante, ama Duchamp, esponente del dadaismo e del surrealismo e infine "miccia" portante nell'avvio dell'arte concettuale, è affascinato dalle atmosfere francesi e per mia intuizione ama Baudelaire. L'elettronica lo accompagna da sempre e si sente, ma giustamente il sound degli Ottodix non è "semplice elettronica" bensì un germoglio nuovo, nato tra il synth pop d'ispirazione wave elettronica e l'amore per la musica d'autore. Nel 2002 Zannier esordisce duettando con Carlo Rubazer in qualità di autore, tastierista e backing vocal. L'anno dopo pubblica il suo primo singolo "Fuori Orario" e il cd "Corpomacchina" a cui seguirà un tour. Dal 2005 in poi Alessandro prende in mano le redini dei suoi progetti in totale indipendenza ed inizia la collaborazione con Garbo, che gli affida il riarrangiamento in chiave elettronica del suo live. Nel 2006 inizia dunque il "Gialloelettrico Tour" e XL di Repubblica segnala il pezzo "Pensieronero" per la gran quantità di download. Il 2006 porta alla nascita il secondo album "Nero" e il video del brano "Ossessione" viene trasmesso sulla "vecchia" All Music spiccando poi sul sito di Mtv per uno special di "Scommettiamo su...". Segue un doppio cd in tributo a Garbo realizzato in collaborazione con Boosta (Subsonica), Krisma/Battiato, Andy (Bluvertigo), Meg, Baustelle, Delta V, Madaski (Africa Unite) e l'ex vocalist dei Delta V G. Kalweit. Nel video di "Grandi giorni" (2007) Alessandro duetta con Garbo stesso. Il video di "Cuore/Coscienza" tratto da "Nero" è realizzato nelle scenografie, nei disegni, nei costumi, nella preparazione in studio e nel montaggio, dallo stesso Alessandro Ottodix (che oltre ad essere il nome del gruppo è lo pseudonimo di Zannier) affiancato dal regista Maurizio Tiella (di cui potete trovare info sul web senza problemi) e riporta ad un mondo che intreccia passato, presente e futuro, raccontando dell'oramai iper diffusa umanità senza coscienza con relativi orrori e presunti progressi. A seguito della partenza del "Nero Tour '08", tra le cui tappe spicca anche la partecipazione degli Ottodix al "Depeche Mode Party" di Milano, Alessandro riprende a lavorare ad ottobre 2008 con una nuova formazione: Mauro Franceschini (percussioni e tastiere), Rocco Preite (testiere e cori) e Antonio Maser (chitarra). Con questa nuova band inizia un mini tour promozionale con l'uscita del singolo "I fiori del male" in anticipazione all'album "Le Notti di Oz", un lavoro ricco di suggestioni cinematografiche e teatrali, tipicamente Zannieriano. Gli Ottodix si ritrovano dunque a collaborare con Luca Urbani, Garbo e Kalweit. Nel 2009 esce il video di "I-Man" girato da Marco Marchesi. Il singolo viene trasmesso in rotazione su Virgin Radio e Radio 105 e il video gira a Mtv Brand New, AllMusic, MatchMusic e Sky (come top video 2009). Nello stesso anno Zannier viene invitato al Festival Internazionale della Filosofia di Modena in qualità di artista visivo; per l'occasione suona e inaugura la mostra "Sogno di un Avatar", ispirata a "Le notti di Oz". Il nuovo singolo "Strananotte" finisce all'ottavo posto della Top ten Musica Indie e viene realizzato a Zurigo il video del pezzo che verrà promosso attraverso interviste a Radio24, Radio Rai International e altri canali radiofonici. "Joker/MeaCulpa" è il quarto singolo (2010) e il video viene proposto in anteprima esclusiva su "Rolling Stone Magazine" per poi essere presentato proprio al "Depeche Mode Party" di Milano da cui, tramite riprese dei fun, viene realizzato un dvd intitolato "Autbootleg" presentato al M.E.I. 2010. Segue il singolo "Rabarbaro Rabarbaro", una live studio session e la rivista Ascension Magazine, giunta al suo decennale, inserisce "Le notti di Oz" tra i top album del decennio. Cio che è dell' Ora, è il presente:

- Ciao Alessandro... dimmi un po' cosa stai facendo con gli Ottodix e se stai invece portando avanti anche progetti laterali come artista visivo....

"Ciao Lara, piacere. Sto facendo di tutto in questo periodo: in effetti sto ultimando il nuovo album previsto entro l'anno dal titolo "Robosapiens", preparando una personale mostra d'arte che inaugurerò a Marsiglia il 20 settembre con lo stesso titolo e mettendo a punto una difficile, estenuante quanto esaltante, versione live teatrale/multimediale di "Le Notti Di Oz" assieme alla band che ieri sera è andata in scena in anteprima, a porte chiuse, per un pubblico di addetti ai lavori interessati al progetto e ripresa da Uno TV (che produce lo spettacolo), dal titolo "Sogno di Un Avatar". E'un sogno che si sta realizzando a cinque anni dalla stesura della fiaba-soggetto e del concept album omonimi, anche grazie al lavoro di riscrittura fatto dalla compagnia Ailuros e dalla regista Barbara Riebolge che ha capito subito il mio immaginario."

- Nei tuoi asseblaggi mi è sembrato di scorgere un certo amore per la  "scomposizione picassiana"", ma anche nei progetti grafici se non erro... per certi versi mi hai ricordato anche Dalì... o sbaglio? Il tutto accompagnato da suggestioni in stile avanguardistico...

"E' una domanda a cui è complicato dare una risposta. Di certo il mio amore per le avanguardie storiche è noto, anche nei videoclip e soprattutto nello spettacolo ora citato. Sicuramente ho fatto mie delle scomposizioni picassiane, ma sono oramai patrimonio comune degli artisti nati dopo di lui. Riguarda soprattutto la mia produzione grafica legata a ritratti immaginari, in cui da tempo adopero la sovrapposizione di differenti connotati ad un unico soggetto-azione. Più volti in uno, più maschere sociali, più sguardi. Magari uno ufficiale davanti alla "camera" ed altri che scappano altrove rivelando altre personalità e spesso dei mostri.  Come per tutta l'arte contemporanea, finita la corsa al nuovo e agli "ismi" si attinge alla sconfinata tavolozza degli stili in funzione di un proprio concetto personale. Ecco perché non mi sento di sovrapporre il mio percorso in modo così netto nella direzione di un Picasso o di un Dalì, quest'ultimo, sinceramente, abbastanza lontano dal mio mondo. In ogni caso mi sembra anche strano sentirmi rapportato a personaggi di tale levatura. Forse Duchamp è l'unico vero faro, in quanto per  sua stessa definizione "anartista". Saltava tra gli "ismi", ne carpiva l'estetica piegandola alla sua personalissima ricerca e poi ne fuggiva, ma fuggiva anche dal mondo dell'arte dedicandosi agli scacchi per anni e anni, irridendola, mentre quest'ultima lo celebrava. Ammiro la sua ironia del lasciare il segno nei dibattiti, ma del "chiamarsene fuori". Il suo stile di vita è sicuramente una grande fonte d'ispirazione, prima ancora del suo fare arte. Ma questi sono mostri sacri, non sono certo l'unico a pensarla così."

- Dimmi un po' del progetto  "Fear: generatore di paura  "...

"Fear è un progetto nato prima per iscritto, poi realizzato secondo i rigorosi dettami di disegni tecnici fatti a mano. La vera opera è il testo scritto che illustra la costruzione di cinque "macchinari emotivi" allegorici. Un generatore centrale di energia neutra, dalla forma di una campana di plexiglass trasparente, con all'interno due organismi gemelli e speculari divisi da uno specchio che si contendono uno spazio producendo attrito, quindi energia. La paura del proprio simile, la contesa dello spazio, generano scontro, attrito, paura, ma se ben incanalate anche curiosità e creatività. Questa grande macchina "celibe" centrale alimenta simbolicamente due marchingegni positivi (creatività ed eros) e due negativi (omicidio e invidia), a loro volta aventi un funzionamento interno. E'stata creata in un periodo in cui realizzavo assemblaggi in materiale povero: legno, corda, carte, gomme, metallo ed oggetti, con una figurazione a metà tra l'astrazione e la scultura organica/concreta.  Da sempre comunque, lavoro sul dualismo tra meccanismo e sentimento, tra organico e inorganico, tra virtuale e reale, tra artificiale e naturale, soprattutto quando le differenze cominciano a non percepirsi più e vengono esaltati i paradossi etici di queste delicate relazioni. Il progetto è poi stato apprezzato e referenziato da Achille Bonito Oliva nel 2005, anno in cui l'ho esposto per l'unica volta."

- Musicalmente quali sono stati i tuoi ispiratori, oltre ai Depeche Mode e.. forse a Bowie?

"Beh, certo sono due nomi di punta, sento poi una specifica affinità elettiva col mondo sonoro di Martin Gore. Aggiungerei il periodo del trip hop di Bristol (Massive Attack e Tricky su tutti), ma anche la straordinaria Goldfrapp del primo album, i Tuxedomoon e gli Einsturzende, certe colonne sonore e, andando all'infanzia, i Beatles. Chi cresce conoscendo bene le strutture melodiche e il mondo onirico di questi quattro signori ha in mano praticamente tutti gli archetipi della musica pop in pochi album."

- Che direzione hai deciso di prendere per il prossimo album? e quali sono state, secondo te, le evoluzioni di Ottodix negli anni?

"L'ultimo album sarà sicuramente e volutamente più pop, ma pieno di letture sotto traccia. Lo volevo più scorrevole all'apparenza, con molta elettronica nuova e retrò, effettistica da fanta film vintage, theremin e quant'altro. E'comunque un album tematico, ma non un concept come "Le Notti Di Oz". Ho iniziato a scriverlo nel 2008 quando ancora stava per uscire Oz ed ora ha trovato una sua forma compiuta, quasi interamente ispirata alla fantascienza classica dagli anni '50 agli '80, usata come allegoria per studiare le generazioni dai trentenni ai cinquantenni di oggi, cresciute col mito del futuro, della tecnologia, dei robot giapponesi, della corsa spaziale ed ora destabilizzate dall'accelerazione che il futuro stesso ha avuto, con le sue chimere e lusinghe. E' dedicato alla generazione dei disillusi e degli indecisi perpetui, degli insoddisfatti. La mia. Dirai "e che c'entra la fantascienza?"... Ascolta e mi dirai. Si intitolerà "Robosapiens", come un giocattolo in voga anni fa."

- Credo di poter intuire la risposta ma... ti senti più artista visivo o più musicista?
  
"Mi sento un artista contemporaneo, quindi abbastanza libero dalle definizioni di genere."

- Come pensavo... L'uomo Alessandro Zannier. Racconta chi sei.....

"Sono uno che guarda avanti, ma che non riesce ad abbandonare nulla per la strada; spesso è un problema e mi destabilizza. Vorrei fare stare nella mia valigia vecchi ideali, vecchie scommesse, vecchie amicizie,  interfacciate perfettamente con quelle nuove e future. E'molto difficile, ma è pur sempre uno scopo, un progetto. Senza progetti non saprei stare. Sto lavorando in modo schizofrenico e anarcoide, saltando da una parte all'altra per testare la tenuta di certe mie convinzioni, nell'attesa di arrivare a vedere un disegno d'insieme. E'come infilare una serie di perle infinite, di valore o meno, cercando di tener presente che la propria etica è il filo unificante e la collana è l'obiettivo finale, la chiusura del cerchio."

- Cosa manca nel mondo e cosa elimineresti?

"Qualunque cosa io risponda sarà una banalità. Direi che manca ancora potere decisionale equi distribuito con le donne. Eliminerei una buona dose di potere dalle mani dei maschietti e lo darei alle donne e alle future intelligenze artificiali, in grado di applicare con matematica precisione la vera equità nel distribuire risorse. Quello delle risorse sarà il problema più grande del futuro imminente. Altro che fantascienza."

- Come definisci la tua lente artistica....?

"Mmm.. ho probabilmente un occhio che è tipico del regista di colossal che usa il grandangolo o il banco ottico; sono affascinato dalle visioni d'insieme. Non sono un artista che lavora nel dettaglio per parlare dell'universale. Piuttosto un artista che è affascinato dal caos, dalla moltitudine di dettagli che compongono un tutto. Mi piace scoprire, suggerire  o immaginare meccanismi generali, disegni più grandi che diano un senso al brulicare delle cose quotidiane."

Alessandro Zannier è un mondo tutto da scoprire. Credo che chi  leggerà quest'intervista se ne renderà conto da se. Ascoltate la sua  musica, indagate la sua arte, guardate nella sua lente, ve lo consiglio.


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@Lara Aversano