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martedì 4 maggio 2021

Christopher Vogler e “Il viaggio dell’Eroe” (parte 2)

interiorità, messaggero interiore, archetipi

 La scorsa volta ci siamo inoltrati negli archetipi di Christopher Vogler e “Il viaggio dell’eroe”, prendendo in esame il ruolo del Mentore, dell’Alleato e del Guardiano della soglia, per la rubrica “Il racconto e i suoi segreti” (parte 1 nel link). Ora proseguiamo con il Messaggero.

Il Messaggero:

Il Messaggero è un ruolo che può assumere diversi significati. Si pensa, in genere, debba per forza essere un personaggio “in carne e ossa” per dirla semplice, ma in realtà può essere un “qualcuno” o “qualcosa” che porta il protagonista al cambiamento interiore. Certo, può essere un personaggio esterno a quello principale, ma c’è da tenere in considerazione anche questo altro possibile aspetto, molto importante.

Il messaggio, di fatto, può giungere da qualsiasi parte: si può trattare della melodia di una canzone, delle sue parole o di una chiacchierata fatta con un amico; può trattarsi di un discorso sentito da un estraneo, da un film che il protagonista guarda, un libro che legge, un gesto che vede fare da qualcuno per strada. Il messaggio è quel qualcosa che fa scattare nel protagonista un’evoluzione, un cambiamento interiore.

Altra funzione importantissima del messaggero è quello di dare motivazione al nostro protagonista. Facciamo però degli esempi pratici per comprendere meglio i concetti.

Nel primo caso potremmo pensare a una storia del genere e, volendo, basta una frase per esprimere “la chiamata” del protagonista”:

“Ora, come un fulmine a ciel sereno, sapevo cosa fare della mia vita. Avevo solo sedici anni, ma furono proprio quell’attimo infinitesimale e quelle immagini a farmi capire che dovevo cominciare a pensare al mio futuro e, il mio futuro, sarebbe stato l’Oceano.”

Bene, in queste tre righe inventate al momento, è evidente che il messaggero non è un personaggio, ma delle immagini che passano in tv. Il protagonista ha una sorta di illuminazione. Lì inizierà il suo cambiamento e da quel momento in poi in lui si scatenerà la motivazione per raggiungere il suo primo obbiettivo. Un altro esempio potrebbe essere quello del messaggero/ mezzo:

“Aprii la busta completamente bianca domandandomi cosa potesse essere. Ero povero in canna ed ora, davanti a me, trovavo un assegno da un milione di dollari e un numero di telefono.”

La busta, l’assegno e il numero di telefono. Mezzi per dire al protagonista in difficoltà che le cose cambieranno (in meglio o in peggio, nonostante il denaro, non si sa; potrebbe essere l’eredità di un parente sconosciuto o la tentazione di un criminale e, magari, il nostro protagonista si troverà in situazioni spiacevoli o rifiuterà, ritrovandosi magari anche con dei nemici).

Ora diversi esempi di messaggeri “fisici”, con i loro rispettivi messaggi:

“Sei troppo negativo, non si può essere così a diciott’anni, santo cielo. Non saremo mai abbastanza saggi per essere felici davvero, però ci puoi sempre provare. La felicità ha diverse forme e dovresti cominciare a prenderle in considerazione, caro mio.”

In queste righe d’esempio, una persona (amico/a, sorella/fratello ecc. ecc.) dice al protagonista una frase che lo farà riflettere. In sostanza, lo incita a darsi una mossa per provare a raggiungere degli obbiettivi o comunque qualcosa che lo porti alla sua strada e lo renda il più possibile ad essere felice.

“Alma, la tua gente non aspetta altro che te. Se non ti deciderai a prendere in mano la situazione, sarà la fine del nostro regno.”

In questo caso, una principessa, una guerriera, questa Alma che è protagonista della storia, riceve un messaggio da un altro personaggio che la incita a fare qualcosa. Esorta la protagonista ad agire, perché se non lo fa, il suo regno cadrà.

Hai intenzione di stare qui a pensare o prendi in mano quel telefono e ti informi per l’audizione? Forza! Non me ne andrò da qui fino a che non avrai alzato quella cornetta!”

In questa situazione, il messaggero da un po’ la scossa al nostro/ alla nostra protagonista che, evidentemente ha l’obbiettivo di intraprendere una carriera da attore/ attrice (ad esempio), ma probabilmente è titubante, non crede troppo in sé, dunque il messaggero gli suggerisce il passo successivo.

Albert, vai da Grace, prendi gli attrezzi e torna qui. Malcom ci aspetta per definire il piano: fai alla svelta, è meglio non farlo arrabbiare il capo. Abbiamo un colpo da portare a termine.

Questo personaggio dice al protagonista (Albert) quello che deve fare, dunque gli da un messaggio pratico, da parte del capo (Malcom) che lo porterà ad agire e compiere una serie di azioni (sino al presunto “colpo”, qui ovviamente non specificato).

Il messaggero è sempre presente in un modo o nell’altro, solo con generi diversi. Il messaggero di “Pinocchio”, ad esempio, può essere identificato con il grillo parlante che funge da sua coscienza, mentre se pensiamo ad un film, potremmo fare riferimento alla saga dei “Transformers”. Chi è, nel primo film, il messaggero che darà il via a tutto? Bumblebee! Esattamente lui, uno dei migliori amici di Optimus Prime che giunge sgangherato tra le mani di Sam.

Al prossimo articolo con gli archetipi del Mutaforme, dell’Ombra e dell’Imbroglione!

Consigliata la lettura di:
Jung, Campbell, Vogler: l’inconscio collettivo e “L’eroe dai mille volti”

Link:
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lunedì 6 luglio 2020

Tre regole fondamentali per la buona scrittura!

Tutti sanno che per migliorare il proprio livello di scrittura è fondamentale leggere, ma che altre regole bisogna seguire per poter raggiungere l’obbiettivo? Ecco tre regole fondamentali per la buona scrittura.

  • Niente complicazioni: la semplicità è la miglior alleata della buona scrittura. Parole troppo complicate, in disuso, barocche, termini tecnici non necessari per la tipologia di testo che si sceglie di scrivere, sono tutti nemici della scorrevolezza. Per arrivare al pubblico una delle basi è farsi capire e non è per niente scontato. È un errore pensare che “l’abbellimento a tutti i costi” faccia di noi dei bravi scrittori: il risultato rischia di essere appesantito ed è anche più facile commettere errori. Anche dal punto di vista della sintassi la semplicità è importante: le frasi con infiniti incisi ad esempio sono da evitare il più possibile e se state rivedendo un testo che avete scritto, vi accorgerete che spesso le “sotto frasi” possono tranquillamente diventare frasi principali. Altra cosa da evitare è l’utilizzo della doppia negazione e infine, per indicare proprio le basi, è meglio scrivere in forma attiva che passiva. La forma passiva a volte è utile, altre è addirittura necessaria, ma non va sempre bene.
  • Correttezza grammaticale: è naturale che se vi accorgete di fare molti errori dal punto di vista grammaticale sia buona cosa fare un ripasso. Non c’è assolutamente nulla di male. Molti hanno grandi idee e magari anche la capacità innata di trasmettere emozioni, ma fanno molti errori e per quanto un editor serva anche a correggere questi sbagli, il suo ruolo fondamentale non è questo e in ogni caso, lo dovete a voi stessi. Spesso poi ci si fossilizza su determinati errori e si continuano a ripetere all'infinito; questo però non accade se “li affrontate”. Problemi con la punteggiatura? Rivedetevi la funzione di ogni segno di interpunzione! Problemi con alcune desinenze? Andate a rivederle! Infine se state scrivendo una parola e non siete certi di averla scritta correttamente, andate a cercarla e verificate. Se la volta successiva non la ricorderete, tornerete a rivederla fino a che, a un certo punto, la memorizzerete.
  • Buon uso degli aggettivi: a volte capita di leggere testi pieni zeppi di aggettivi. Gli aggettivi sono fantastici, ci permettono di trasmettere molto, ma vanno usati nel modo giusto. È molto meglio usarne uno pertinente piuttosto che due equivalenti o che poco c’entrano. Un esempio: “Mi stavo guardando in giro come al solito e ho notato uno strano e bizzarro individuo”. È superfluo l’uso di questi due aggettivi nella stessa frase, suona anche male non credete? Molto meglio scegliere uno dei due!

mercoledì 27 maggio 2020

Concorso letterario L.A. Editing




Sezione: narrativa

Il concorso invita i partecipanti a scrivere un racconto a tema libero e senza restrizioni di genere. La lunghezza massima consentita è di tre cartelle (una cartella è costituita da 1800 caratteri spazi inclusi) e i risultati delle selezioni saranno pubblicati di volta in volta sulla pagina L.A. Editing.

Per partecipare inviare il proprio racconto alla mail lailcammino@gmail.com specificando in oggetto "Concorso L.A. Editing". Inviare il file in formato word o similari come allegato alla mail e scrivere nel testo della mail il proprio nome e cognome.

La scadenza entro la quale inviare gli scritti è il 6 giugno 2020.

La selezione avverrà secondo insindacabile giudizio di L.A. Editing. La partecipazione è totalmente gratuita.

Premi:

1° posto: una lezione di scrittura creativa di un'ora e l'invio di una breve guida per scrittori emergenti con suggerimenti utili al miglioramento del proprio modo di scrivere e accenni all'auto promozione.
2° posto: Invio della guida.
3° posto: Invio della guida.

Tutti e tre i racconti saranno pubblicati su "Il cammino" e condivisi sui social.

Evento Fb