Billie
Holiday, 1915/1959. Stavo pensando alla tragicità della sua vita.
Stavo pensando a quanto tutte le sue terribili tragedie si
sentissero, nella sua voce. Nel 2009 Adriano Mazzoletti (giornalista,
scrittore, conduttore radiofonico, produttore discografico
considerato uno dei padri della diffusione della musica jazz in
Italia - che comunque in Italia era giunto già nel primo decennio
del novecento ed ha continuato ad essere presente, negli anni '20 e
'30) scrisse che "...si imponeva per la sua voce intensamente
drammatica, per la capacità di "volare" sul tempo e per
l'emozione che sapeva trasmettere anche su testi a volte banali...".
Stasera stavo ascoltando "I Wished on the Moon" un pezzo
composto da Ralph Raiger (pianista e compositore nato a New York nel
1901 e morto prematuramente in un incidente aereo nel 1942) con un
testo scritto da Dorothy Parker (scrittrice di racconti brevi, poeta,
critica, autrice satirica - nata nel New Jersey nel 1893 pubbicò il
suo primo racconto breve su "Vanity Fair" nel 1914. Morì a
New York, nel 1967). Il pezzo fu inciso per la prima volta da Ruth
Etting, una cantante/attrice attiva soprattutto negli anni '20 e '30
e fu proprio questo pezzo uno dei brani fondamentali all'inizio della
sua carriera poiché arrivò così al grande pubblico. Reinterpretò
"I Wished on the Moon" con l'accompagnamento del pianista
Teddy Wilson nello stesso anno in cui lo stesso era stato inciso per
la prima volta. Prima di quel momento Billie aveva inciso due dischi
dopo essere stata notata dal produttore che l'ha lanciata, Jhon
Hammond, ma entrambi erano passati inosservati. Hammond però
continuò a credere in lei e le procurò un contratto con Wilson
appunto, per l'incisione di alcuni pezzi con etichetta Brunswick.
Torniamo però un attimo alle vicende della sua vita, giusto per
rendere l'idea a chi non la conosce così a fondo o per nulla. Il suo
vero nome era Eleanora Fagan. Eleanora nacque dall'incontro amoroso
tra il sedicenne Clarence Holiday (suonatore di banjo) e la
tredicenne Sadie Fagan (ballerina di fila). Suo padre non si occupò
quasi mai di lei e fin dall'infanzia si trovò lontana dalla madre
che l'aveva affidata alla cugina (a Baltimora) mentre lei lavorava a
New York come domestica. A dieci anni fu stuprata e in seguito
tentarono di violentarla altre volte. Ancora piccola raggiunse la
madre a New York e cominciò a prostituirsi in un bordello
clandestino di Harlem e arrotondava pulendo gli ingressi delle case
nel quartiere, compeso l'ingresso del bordello. Alla proprietaria del
bordello però non faceva pagare e in cambio lei gli lasciava
ascoltare i dischi di Louis Amstrong e Bessie Smith sul fonografo del
salotto. Quando le autorità scoprirono il bordello, Eleanora fu
arrestata e condannata a quattro mesi di carcere. Uscita dalla
prigione, per evitare di tornare alla prostituzione, iniziò a
cercare lavoro come ballerina nei locali notturni. Non sapeva
ballare, ma fu immediatamente assunta da un locale quando la
sentirono cantare. Fu così che iniziò, all'età di 15 anni. Dopo
non molto le colleghe del locale iniziarono a chiamarla "Lady"
dunque "Signora" perché rifiutava le mance solitamente
infilate dai clienti tra le cosce delle donne che si esibivano. A
diciotto anni, Hammond la notò ed iniziò la vera e propria carriera
musicale. Le sue pene però non finirono qui e anche se musicalmente
la sua carriera prese il volo, ebbe ancora da affontare due matrimoni
brevi e turbolenti e il colpo avuto con la morte della madre. In quel
momento iniziarono i problemi con la droga e l'alcool e nel 1959, a
soli 44 anni, morì per le complicazioni dovute alla cerrosi epatica.
La Holiday (il suo nome d'arte nasce dal nome d'arte del padre
musicista noto come "Holiday" e dalla stima nutrita per
l'attrice Billie Dove) incise altre versioni di "I Wished on the
Moon", tra le quali la seconda versione del 1957, introdotta
nell'album "Songs for Distingué Lovers". Ascoltando la
prima versione del '35 e la seconda del '57 anche un orecchio poco
intenditore percepisce immediatamente quanto siano diverse. E'
diversa la musica ma ciò che colpisce di più è l'interpretazione
che Lady Holiday ha dato al testo... Ascoltando la versione del '35
si sente un dolore disperato, l'affanno, il respiro che c'è e che
manca... Nella versione del '57 invece - questo è ciò che sento io
nell'ascoltarle ovviamente - sembra quasi che la Holiday prenda in
giro il suo dolore, è talmente esausta che nella sua voce si sente
un dolore a cui lei sembra sputare in faccia, quasi come se oramai
non avesse più speranze di essere veramente felice. Chissà, forse è
questo che l'ha portata alla morte... a un certo punto era talmente
esausta che si è rassegnata a soffrire sempre, il dolore già
terribile è diventato anche autodistruzione e lì, Eleanora, è
morta definitivamente... anni prima della sua morte fisica. E dopo
queste riflessioni, mentre penso a tutto quel dolore, a tutto... quel
... dolore... vi propongo l'ascolto delle due versioni del pezzo e
una mia traduzione (non letterale, sarebbe troppo scontato) del testo
di "I Wished on the Moon", testo che - per come lo
interpreto io - le si appiccica addosso come se fosse stato scritto
per lei.
"I Wished on the Moon" - "Desideravo sulla Luna"
Esprimevo desideri alla luna, per qualcosa che non ho mai conosciuto...
Desideravo sulla luna... per più di quanto io abbia mai conosciuto...
Una rosa più dolce, un cielo più morbido,
un aprile in cui i giorni smettono di danzare via...
Esprimevo desideri alle stelle,
che mi gettassero giù un fascio di luce o due.
Le pregai, chiedendo loro... un sogno o due.
Ho cercato ogni bellezza, tutto si è avverato...
Esprimevo desideri alla luna, per voi.
Esprimevo desideri alla luna, per qualcosa che non ho mai conosciuto...
Desideravo sulla luna... per più di quanto io abbia mai conosciuto...
Una rosa più dolce, un cielo più morbido,
un aprile in cui i giorni smettono di danzare via...
Esprimevo desideri alle stelle,
che mi gettassero giù un fascio di luce o due.
Le pregai, chiedendo loro... un sogno o due.
Ho cercato ogni bellezza, tutto si è avverato...
Esprimevo desideri alla luna. Per voi.