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lunedì 11 luglio 2022

Cifra

fuoco, la voce che viene da dentro, senza cifra

La voce che viene da dentro, dal profondo, che ti pesca e ti spacca, così trovi, così chiami, così torni. La voce istantanea, vera che urge di grida, di canti, di tempi e temporali, armoniche grida, sussurri mai vuoti, mai vani. Così calda dalle corde, che fatica,  che infuoca. Ottovolante, vomito emozioni, dammi una ragione per non urlare. Sono sogni che vivo sempre e sono anche sogni infranti, sono vene e sangue e "Mon coeur mis à nu". Sono fuori forma in forma, fuori stampo, avvelenato fuori tema, polmone nero fumo. Quest'aria fresca che consola, eppure il tempo non mi ha dato scampo oggi, mi ha mangiato viva. Sei lì, ti sento, non riesco, ora, a raggiungere il varco. Lo rifarò, ti rivedrò, mi sentirai. Fiume stonato, mi fa male al petto, ma che ne sanno che ne fanno del suono; io ho bisogno di un tuono e forse di un perdono. Come lo spieghi? come lo dici? uno su un milione intravede le radici. Nuvole stanche. Piovi cielo appena puoi, piangi anche per noi. E vaffanculo l'ordine e la cifra e quel che so, posso andare altrove, perché paura qui non ho. Non temo quel che vedo e sento, non più di me stessa; la rabbia è solo una punta di erisimo per la voce, per me stessa. Eppure poi vedo e mi dispiaccio della mancanza di pace altrui, soccorro e accorro, cosa succede mai? Sono solo inchiostro e musica. Solo, "che dici mai". "La tolleranza che smette di esistere nel momento in cui la nomini", il silenzio non sentito, non ascoltato, non capito. Ho il cielo in fronte, l'universo in mente, il peso in spalla. Sii la tua esistenza, perché non serve immaginarla. E pur sapendo e conoscendo il non sapere, giungendo al punto ancora mi fermo, esplodo e tremo; non sto più nel corpo mio. Firmo righe di parole in coda, che forse comprendo solo io.

venerdì 1 aprile 2011

Fondamenta


La terra umida che accoglie i nudi piedi di una corsa liberatoria.

Un bambino che ride vedendo un foglio bianco strappato dal padre.

I giovani e la potenza dei loro sogni, i vecchi e la potenza dei loro giorni.

Gli alberi che fioriscono e colorano i paesi.

La libertà di dire, scrivere, pensare.

Una lettera scritta con carta, inchiostro e polso sinuoso.

Rialzarsi, ricominciare, quando qualcosa va storto.

L'amore negli occhi del proprio compagno o compagna.

Tutto l'amore che doni, con il respiro tutto.

I genitori, uomini e donne, che sanno essere genitori, uomini e donne.
I figli, uomini e donne, che riescono ad essere figli, uomini e donne.

Tutte le forme d'arte, la creatività, l'espressione.

Il viso, la voce, il profumo di una persona cara.

La forza di continuare, la forza di amare.

La forza di amare la vita.

mercoledì 1 dicembre 2010