Renato Garbo è stato uno degli esponenti di quella che viene chiamata new wave italiana ispirata al grande duca Bowie, all'eccelso Brian Eno, a Bryan Ferry fondatore dei Roxy Music nel '71 ed approda a picchi di successo anche come solista durante gli anni ottanta... Altri italiani del "movimento" sono ad esempio gli storici Diaframma di Federico Fiumani e l' Enrico Ruggeri degli esordi. Debutta nell' 81 con la EMI e l'album "A Berlino... Va bene" lanciato con il primo singolo che titola l'album; molti tuttora lo definiscono il David Bowie italiano ed ascoltando i suoi pezzi, le sonorità degli esordi, ma anche le composizioni più recenti, se ne comprende bene il motivo. Il suo primo singolo è accompagnato da un video presentato alla trasmisisone "MIster Fantasy" del giornalista ed amico Carlo Massarini. Il nome d'arte "Garbo" nasce in modo bizzarro: trovandosi in un ufficio anagrafico Renato nota la presenza in elenco di parecchi nominativi dal cognome Garbo, tipiacamente veneto, e decide così che il suo ingresso nel mondo della musica sarebbe stato accompagnato da questo pseudonimo. Nell' 82, sempre con EMI, pubblica l'album "Scortati" che contiene singoli come "Vorrei Regnare" e Generazione" con i quali partecipa al Festivalbar '83; lo stesso anno esce il singolo "Quanti anni hai?" che segna l'inizio della collaborazione tra Garbo e la meravigliosa Antonella Ruggero, allora voce dei Matia Bazar, che riscuote grande successo. Nel 1984 partecipa a Sanremo con "Radioclima" vincendo il Premio della Critica in memoria di Saverio Rotondi (giornalista, scrittore ed editore italiano che per trecidi anni, dal '70 all' 83, è stato il direttore della più importante rivista italiana musicale degli anni settanta ovvero "Ciao 2001"). Lo stesso anno esce "Fotografie", un'antologia che comprende il singolo "Radioclima" e i suoi maggiori successi; alcuni di questi sono poi rivisitati con una lente diversa rispetto ai brani originali. Segue la collaborazione con i Matia Bazar per il loro album "Aristocratica" in cui Garbo presta la sua voce al brano "Ultima volontà". Nell '85 partecipa di nuovo al Festival di Sanremo con "Cose Veloci" e pur arrivando in ultima posizione, come spesso è accaduto per il festival, il pubblico lo apprezza e i fan sono sempre più numerosi. Nell' 86 arriva "Il fiume" pubblicato con la storicissima Polygram ed è proprio in questo periodo che Garbo giunge all'apice del successo; il video del singolo che da titolo all'album rimane a lungo in rotazione su Deejay Tv e su Videomusic che all'epoca sono i canali musicali più seguiti. Molte sono le partecipazioni a Festival e manifestazioni ed il Festivalbar è primo fra tutti. Nel 1988 esce "Manifesti" prodotto da Alberto Salerno e Mara Maionchi e contenente il singolo "ExtraGarbo" con il quale il musicista fa una delle sue ultime apparizioni televisive al Festivalbar. Negli anni novanta Garbo prosegue la carriera affidandosi ad etichette indipendenti e proprio nel '90, per mezzo di KinderGarten (stessa etichetta dei Denovo), esce l'album "1.6.2." completamente registrato in "presa diretta" e quindi autentico fino all'osso (per chi non lo sapesse una registrazione in presa diretta consiste nel suonare i brani come se si fosse in un live, senza sovraincisioni e simili, le imperfezioni rimangono volutamente) tant'è che nel brano di chiusura si sente anche lo squillare di un telefono. Garbo però è deciso a prendere il controllo totale della produzione e per questo motivo nel '92, con alcuni collaboratori, crea la casa discografica Discipline (tuttora attiva) portata a battesimo dal suo album inedito "Macchine nei fiori" e dalla raccolta "Cosa Rimane... Rivisitazioni" comprendente successi del decennio 1981-91 e in cui il fascino per le sonorità orientali si fa più vivo. L'influenza orientaleggiante ritorna anche in "Fuori per sempre" (1995), un album colmo di temi di carattere poetico ed esistenziale e nel quale è palese un marchio decisamente più cantautorale rispetto ai precedenti lavori. Spicca la rivisitazione del pezzo "I ragazzi italiani" cantata in duetto con Ron e con la collaborazione di Biagio Antonacci. Nel '97 Garbo pubblica "Up the line" (The Virtual Sound, Word And Image), un'ulteriore sperimentazione dell'artista che avviene in contemporanea alla fondazione del movimento del Nevroromanticismo, idealizzato in Italia da Garbo stesso e che si irrobustisce grazie all'adesione di un buon numero di scrittori tra i quali si ricordano Aldo Nove, Isabella Santacroce, Tiziano Scarpa, Tommaso Labranca, Niccolò Ammaniti ed altri. Nel manifesto del movimento si legge: "Sono struggenti e spietati. Sono carnali e inorganici. Hanno patito le parole dell'universo. Quelle della pubblicità e quelle della letteratura. Canzonette, poemi, telegiornali, bibbie, settimane enigmistiche. Li hanno definiti in mille modi. Trash, splatter, cannibali. Ma sono nevrotici. Sono romantici, [...] lirici dell'osceno, mistici degli ipermercati, maestri stregoni. E progettatori di dischi, video, performance in puro stile multimediale." Il movimento filosofico-letterario nasce per esprimere l'inquietudine dell'esistenza, vuole fondere musica e letteratura e in effetti "Up the line" esce in "formato libro". L'atmosfera, che ricorda un po' il Decadentismo, rimane anche con la pubblicazione di "Grandi Giorni" (1998), incentrato sulle problematiche del nuovo millennio (etichetta FRI). Nel '99 pubblica "I successi" e "Il meglio" e nel 2002 firma un contratto con la Mescal di Valerio Soave (che ora accompagna anche i giovani Versus e Lele Battista, ma anche Morgan, Modena City Ramblars e altri). L'album "Blu" (Mescal/Sony) riporta Garbo a percorsi musicali più simili a quelli degli esordi, accattivanti e melodici. Nel 2004 la EMi pubblica per la prima volta su cd i primi tre album di Garbo rimasterizzati in digitale e nello stesso anno collabora, con Boosta dei Subsonica ed alcuni membri dei Linea 77 ad un progetto in cui vengono rivisitati successi pop degli anni ottanta in chiave post punk; album che viene chiamato "Iconoclash". Nel 2005 con la ricostituita etichietta Discipline esce "Gialloelettrico" che include il singolo "Onda elettrica" scritto con Luca Urbani dei Soerba. Quest'ultimo progetto segna la collaborazione con artisti della nuova generazione (Morgan, Delta V, Luca Urbani, Ottodix...). Nel video, che ottiene riconoscimenti per il Miglior Soggetto nella categoria indipendenti (regia di Graziano Molteni) appaiono gli stessi Luca Urbani e Boosta, ma anche Carlo Bertolotti dei Delta V ed Andy Fumagalli dei Bluvertigo. Nel 2006 è la volta di "ConGArbo" che porta i brani dell'artista anche alle nuovissime generazioni e in cui vari musicisti reinterpretano una quindicina di suoi brani (partecipano Baustelle, Soerba, Lele Battista, Boosta, Marco Notari, Delta V, N.A.M.B., Andy Fumagalli, Krisma, Gionata, Mauro Giovanardi dei La Crus, Meg e Zu dei 99 Posse, Madaski, Ovophonic e Derivando). Nel 2007 la EMI pubblica la raccolta "The best of platinum" e nello stesso anno la Universal riprende vecchie registrazioni dell'artista e le ripubblica in versione digipack; alcune di queste erano uscite solo in vinile e con questo progetto tutti i brani risultano rimasterizzati in digitale. Nel gennaio 2008 esce "Last train" nuovo singolo dei The Transistors in cui Garbo duetta con la band. Sempre nel 2008 esce per Discipline/Mescal/Venus l'album "Come il vetro" a cui partecipano vari artisti. Prosegue in tutto questo anche il ruolo di produttore che porta avanti fino ad ora con entusiasmo.
New wave. Sei stato uno dei maggiori esponenti del genere in Italia, ma che differenza c'è o c'era, tra la new wave italiana e quella estera alla Bowie? E cosa ti ha portato a seguire questo "filone" musicale?
“ “Nuova onda" era una definizione che indicava un certo tipo di approccio nei confronti dell'arte e del costume in generale. Lo era contemporaneamente ad un momento storico che chiedeva bisogno di cambiamento e lo fu magicamente; simile in ogni luogo, al di là di distanze geografiche e culturali. Personalmente non ho scelto strade "modaiole" ma ho realizzato quello che la mia natura, cultura e desiderio mi indicavano."
Secondo te perché gli anni settanta e ottanta sono rimasti così incisi nella storia della musica, in Italia come all'estero?
“Gli anni '70 e '80 sono stati l'ultimo atto creativo e costruttivo. Oggi viviamo transitorietà e possibilità di cambiamento. Dopo ciò si potrebbe riaprire (e lo spero) una storia innovativa."
Attualmente cosa fai? A cosa ambisci per il futuro?
“Oggi faccio concerti, ho una etichetta discografica che pubblica lavori di molti artisti interessanti e in crescita, farò un nuovo album, parteciperò musicalmente e non solo ad un film e poi altri progetti ancora da definire..."
Nei tuoi album hai spesso affrontato le inquietudini umane, le tribolazioni, i dolori e le fragilità... è stato per... esorcizzarle?
“Ho descritto di volta in volta il mio tempo osservando il comportamento, la vita delle persone e la mia; non per esorcizzarle, ma semplicemente per conoscerle e quindi per imparare e comunicarle a chi mi ascolta. In questo modo possiamo riconoscerci e comprendere i nostri limiti."
E dei guai interiori dell'uomo secondo te qual è il più duro da affrontare?
“Come dici tu il "guaio più duro" da affrontare è lo scadere del tempo a disposizione e di conseguenza la capacità lucida di saperlo accettare in quanto limite."
Cosa vorresti per la musica italiana...?
“Dalla musica in generale e non solo quella italiana mi aspetto meno sciocchezze e un po' più di leggera profondità..."
So che hai collaborato con parecchi musicisti delle nuove generazioni ... dimmi qualcosa di loro... se tu dovressi definire i loro mondi cosa diresti?
“Ho collaborato con molti artisti "generazionalmente" più giovani e devo dire che mi sono divertito e ho imparato molto... Sono giustamente e naturalmente la continuazione di ciò che altri hanno seminato prima di loro."
Avrai fatto molte interviste nella tua carriera... qual è la domanda che non ti è mai stata posta?
“In trent'anni ti posso garantire che nelle interviste mi è stato chiesto veramente di tutto: dal professionale al privato, ma non ricordo se mi fu chiesto quando mi misi la prima volta le dita nel naso :)"
Se tu dovessi dire qual è stata "la parte migliore" della tua carriera sceglieresti il primo Garbo o l'ultima fase?
“Non esiste una parte migliore della mia carriera. Ogni fase della vita personale e artistica è irripetibile e unica. Ogni momento rappresenta inevitabilmente il tempo e la storia che sto vivendo."
Ho intervistato di recente Alessandro Ottodix per i suoi progetti musicali e teatrali... "gira voce" che "Robosapiens" uscirà con Discipline... parlaci della tua etichetta e delle nuove band...
“Sì, Ottodix verrà pubblicato da Discipline. E' volontà della nostra etichetta quella di pubblicare e veicolare artisti e gruppi che a noi interessano artisticamente e che non avrebbero possibilità alternativa di veicolarsi visto il difficile momento di mercato e una evidente crisi del mercato discografico."
Tu che sei parte della storia della musica italiana... come definiresti la musica italiana passata e come quella presente?
“La musica che viene prodotta rappresenta ed è specchio di volta in volta del momento storico in cui è calata. Quindi credo non si possa poter paragonare tempi diversi, semmai da sempre esiste musica di buona o cattiva qualità creativa, comunicativa ed evolutiva o involutiva."
Concludo... Renato Garbo ... definisciti in pochi aggettivi...
“Sono un visitatore che passando da queste parti osserva, fotografa e ridà alla gente che è interessata ad ascoltare una propria visione del mondo che viviamo, delle domande che ci poniamo e degli aspetti della vita che dobbiamo ancora scoprire o migliorare per poter pensare a un buon futuro."
@Lara Aversano
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