Trampoli, trampolino, equilibrio, mosche, fastidio, giocoliere, giocare, non morire, marea, isola che non c'è, isola sommersa, segui la stella, destinazione, ali bruciate, cicatrici scolpite, sete e fame, essere e provare ad essere, respirare, manca fiato, affanno, tribolazione, vita, fuoco, aria, acqua, guarire da se stessi, tormento, sentirsi sbagliati, pezzo di pane, dare senza aspettarsi nulla in cambio, troppo, io, tu, noi, voi, essi, il nulla, il tutto, l'essenza, la terra, labirinto, insegnami a guardarmi con gli occhi dell'amore, la parte migliore, la parte peggiore, i limiti, le catene da spezzare, le linee sulla mano non portante rughe come sul viso, la trasformazione, la virgola, il punto, l'ansia di sé, mi chiedi perché?, mal di stomaco, nausea della vista, vedo troppo, sento troppo, combattere troppo, rialzarsi sempre, in ogni caso, non poter cadere, se cado mi prendi? Posso lasciarmi cadere? "Ti prendo io", "Mi prendi tu".
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sabato 9 luglio 2022
martedì 5 novembre 2013
Pa - ro - le
Le parole hanno una forza sorprendente, si fanno amare. Tant'è che oltraggiate dall'interlocutore sprovveduto, saranno difese da coloro che le sanno vestire.
mercoledì 4 aprile 2012
Sifda la sfida
Prendo e desto e guardo e resto,
in piedi, resisto, arguisco, impazzisco e testo.
Nel testo, testo, il tosto pestar di testa,
lesta, profumata frutta di campane.
Sfido, il tuo senso, perché senso c'è,
credo, all'impresa, perché verità è.
domenica 5 febbraio 2012
Senza pretese
Tornano le nebbie, il gelo confonde le idee di molti, ma in questi luoghi di parole, altri orizzonti destano gli occhi: le prime lettere, accolte da fogli ben curati o da Zettel di strana fattura, sono la casa spoglia in cui trovare pace, in cui vivere la premura di quel prendersi cura di se che fa la differenza. Scaldano, con l'autenticità di un piatto povero e gustoso, senza pretese, colorate, lettere.
venerdì 23 settembre 2011
Di - segno
Le case, i giardini, le curiose vecchiette di quartiere; al di là dei fabbricati, poco più in là, al di là della linea bianca che stamattina accoglie il cielo e l'orizzonte. Al di qui della febbre.
Ci sono passi lenti, passi veloci, basta un sorriso, uno sguardo addolcito.
Mi fai ridere sempre, ti voglio bene.
A volte si pensa a mille cose insieme, ora penso alle microfibre del tappeto, alle mie mani che sono forse l'unica cosa che mi piace di me fisicamente parlando, mi ricordano la mia bisnonna, quanto era bella, donna del Brasile.
Penso a questo ticchiettio di tasti fumanti, alla sigaretta che imperterrita mi accenderò fra poco nonostante il mal di gola perché mi piace, penso a un amico caro con cui ho appena parlato ("mi fai sempre ridere, ti voglio bene"). Penso ad altre persone care, vicine, lontane, sempre vicine in ogni caso.
Penso al presente, al futuro, alla bellezza, a Nina Simone perché la sto ascoltando e mi fa stare da dio.
Dickens la sta ascoltando con me, sembra compiaciuto. Forse anche Carrol.
La finestra è alta, ma non troppo; c'è disordine in casa, quanto basta e ho quasi finito il the alla pesca.
Sembra tutto normale. Normale? "normale è poco" diceva lui. Non è normale, è sublime. E pensare che usiamo il dieci per cento delle nostre capacità. Per alcuni meglio così, su questo non ci piove.
La luce flebile d'autunno entra in casa, una boccata d'aria ci sta bene. È fresca, è bella. Non c'è bisogno di parole complesse.
Ci sono passi lenti, passi veloci, basta un sorriso, uno sguardo addolcito.
Mi fai ridere sempre, ti voglio bene.
A volte si pensa a mille cose insieme, ora penso alle microfibre del tappeto, alle mie mani che sono forse l'unica cosa che mi piace di me fisicamente parlando, mi ricordano la mia bisnonna, quanto era bella, donna del Brasile.
Penso a questo ticchiettio di tasti fumanti, alla sigaretta che imperterrita mi accenderò fra poco nonostante il mal di gola perché mi piace, penso a un amico caro con cui ho appena parlato ("mi fai sempre ridere, ti voglio bene"). Penso ad altre persone care, vicine, lontane, sempre vicine in ogni caso.
Penso al presente, al futuro, alla bellezza, a Nina Simone perché la sto ascoltando e mi fa stare da dio.
Dickens la sta ascoltando con me, sembra compiaciuto. Forse anche Carrol.
La finestra è alta, ma non troppo; c'è disordine in casa, quanto basta e ho quasi finito il the alla pesca.
Sembra tutto normale. Normale? "normale è poco" diceva lui. Non è normale, è sublime. E pensare che usiamo il dieci per cento delle nostre capacità. Per alcuni meglio così, su questo non ci piove.
La luce flebile d'autunno entra in casa, una boccata d'aria ci sta bene. È fresca, è bella. Non c'è bisogno di parole complesse.
giovedì 10 marzo 2011
Ora. Basta.
dai polmoni anneriti dalla frenesia.
Lontano dalle visioni grottesche
di sorrisi orridamente sporchi.
Lontano dall'ingiustizia,
capillare e disastrosa.
Lontano dai greggi,
dagli eroi falsi,
dalla povertà di cuore.
Lontano dal bisbiglio malvagio
di spiriti senz'anima.
Lontano, lontano da ogni male.
Coccolami, mio pensare,
coccolami, mia parola;
come ora, sempre:
cammina quando cammino,
riposa quando riposo,
proteggimi ed io ti proteggerò;
come ora, sempre:
note di parole e parole di note,
colori come vita,
contro la morte grigia.
Lontano dal torpore,
la verità è tutt'altra;
i miei racconti nuocerebbero
anche al loro cuore spento.
La mia anima s'allaccia al Sole
ogni mattina al risveglio,
s'appiglia alla Luna,
ogni sera prima del sonno,
si svela e si rivela,
con l'alba e col tramonto.
Possibile che il mondo
non voglia godere della vita?
sabato 29 gennaio 2011
La Gentilezza
Non deturpare la Bellezza.
Non ammazzare fiori di Loto e Api.
Non ammazzare fiori di Loto e Api.
Che ogni singola parola, io prego,
sia data al Mondo con la sua reale veste.
Non solo "un mot de courtoisie".
Cecità è perdizione.
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