martedì 5 giugno 2012

Quadrittico


Vedo alla finestra un flebile scorcio di luce, non c'è nebbia oggi, ma le nuvole si apprestano a coprire il cielo, forse pioverà; le piante sembrano assonnate, verdi talune, rossastre e gialle in altri casi, vestite di foglie ciondolanti. Le case vicine, lo scorcio del cielo dell'orizzonte, un giorno che cala, un altro che fra poche ore di sonno inizierà.

Vedo alla finestra un cielo cupo, non c'è luce e il freddo entra nelle ossa più che durante altri inverni. Le piante sono in letargo, ghiacciate, ma non nei sensi; durante il sonno sognano, sogni belli. Le case sono come tane, accolgono i bambini di ritorno da scuola tutti infreddoliti, imbottiti di sciarpe e guanti, così come le mamme, i papà, gli innamorati che finalmente si ritrovano al nido e tutti gli altri. Il giorno cala presto, in questo periodo vuole riposare un po' e il calore di noi stessi, delle persone vicine, della nostra dimora, è la dimensione in cui vivere il nostro giorno, fino a quello dopo.

Vedo alla finestra un candido scorcio di luce, non ci sono nuvole oggi e il cielo s'appresta a farsi gioia di se, di certo per oggi non pioverà; le piante si stanno vestendo di colori diversi, i fiori contornano le rive del paese, proprio come il contorno felice di un fiume che si risveglia con la nuova stagione. Le case hanno luce nuova, l'orizzonte festeggia e quando il giorno cala per lasciar posto alla serena sera, si intravede già il rossastro presagio di un giorno che viene.

Vedo alla finestra una luce potente, quasi accecante, la meraviglia. Il cielo è di un azzurro come pochi, sembra dipinto a mano da un impressionista o ... da un surrealista! Durerà a lungo, durerà tanto e le piante si stanno ricaricando di vita nuova, di energia sincera. Le case sono aperte al mondo e si cullano in quest'abbondanza di luce vagabonda che in ogni cosa trapela. L'orizzonte è infinito, ancora di più e quando la sera arriva è luce che si ristora, come a dissetarsi, nell'attesa del nuovo Sole.

giovedì 31 maggio 2012

Intervista a Giuseppe Suma: foto, video e musica


Giuseppe Suma è un ragazzo che ha donato se stesso alla fotografia a soli cinque anni e che ha incontrato la musica alla tenera età di otto. Un uomo di indiscutibile intelligenza, un professionista serio con il valore aggiunto dell'umiltà e di una sensibilità che non molti hanno. Chi lo conosce meglio sa che ciò che a parole non dice, lo trasmette con i suoi splendidi scatti, con i suoi lavori e nella passione per la musica che lo accompagna da sempre. Sono dunque orgogliosa di potervi presentare una delle più belle scoperte fatte negli ultimi anni: Giuseppe Suma e il suo AinteXt Project. 

Giuseppe ... presumo che la fotografia per te sia stata prima una passione e poi un lavoro giusto? e che comunque continui ad esserlo... com'è iniziata la tua avventura in questo senso?

"Avevo cinque anni la prima volta che ho scattato una foto, fu un autoritratto: la macchina fotografica era troppo in alto per me, arrivarci era diventata una questione di principio. Raggiunto l'arcano strumento con la punta delle dita, sentii un click, il suono più semplice e stimolante mai udito fino a quel momento. In meno di dieci minuti avevo esaurito il rullino. Il mio secondo soggetto furono le basi stellari fatte con le costruzioni. Ancora non lo sapevo, ma foto e lego mi avrebbero accompagnato per tutta la vita."

Cosa ti ha così tanto affascinato di questo mondo, cosa ti fa provare scattare e vedere i tuoi lavori finiti?

"Le possibilità infinite, le combinazioni, le rielaborazioni e i significati che derivano dall'accostamento e dalla composizione dei miei soggetti nei loro contesti.  Non sono un fotografo da “scatti a raffica", il click è l'ultimo passo di un percorso psicologico e fisico più o meno conscio: psicologico perché inevitabilmente io sono la somma delle mie esperienze e quello che scatto rappresenta in larga parte quello che sono; fisico perché prima di scattare trattengo il respiro, contraggo i muscoli e li rilascio solo dopo aver fatto la foto (spesso resto in apnea per diversi secondi). Una foto racconta molto di più di quello che ci ho visto dentro io, perché è soggetta all'interpretazione di chi la sta guardando. E' una porta aperta sull'iperuranio, stimola e connette diverse persone a diversi mondi."

Nella tua produzione creativa... a cosa ti ispiri?

"Non ho riferimenti particolari, digerisco e metabolizzo tutto ciò che mi accade e le situazioni che affronto, con una certa incoscienza. Non mi ritengo un genio e neanche un artista, mai piaciute le etichette, ma se proprio devo definirmi userei la parola “autore". La mia non è ispirazione, è ricerca: sono affascinato dalle chiavi di lettura “popular" (o pop), da un linguaggio audio-visivo che raggiunga il maggior numero di persone per la sua semplicità ma al tempo stesso caratterizzato da una forte impronta personale. É un'utopia che si risolve solo nei risultati, ma è proprio la ricerca dell'equilibrio assoluto che mi guida nelle mie produzioni audiovisive e fotografiche."

Com'è l'ambiente a Bologna artisticamente parlando? eventi, mostre... e che ne pensi?

"Bologna è viva ma non vegeta. Ci sono ancora troppe realtà artistiche chiuse negli scantinati e negli hard disk di questa città, poche le occasioni di alzare la testa dal mucchio. Se parliamo di passioni, ho incontrato persone che camminano senza toccare il suolo, ma quando si tratta di lavoro tutto cambia e io ne so qualcosa: dopo la laurea ho passato due anni a farmi licenziare in ogni posto in cui andavo; comunicare la mia energia e le mie idee è stato impossibile. Stavo per lasciare Bologna, pensavo non fosse il posto giusto per me. Fino a quando non ho incontrato il mio attuale collega di lavoro (il fotografo Andrea Testi), la prima persona che è riuscita a vedermi per quello che sono e non per quello che avrebbe voluto che io fossi. Oggi lavoriamo spesso insieme su progetti e clienti importanti, ci occupiamo prevalentemente di foto industriali (www.effedueotto.com). Non avrei mai immaginato di emozionarmi anche fotografando una linea di produzione! Alla fine Bologna mi sta dando più di quello che le ho chiesto, questo significa che c'è speranza per tutti."

E tu hai mai pensato di allestire una mostra con le tue opere?

"Quando arriverà il giorno che qualcuno vorrà esporre le mie foto, allora accetterò con grande onore."

Parlaci del progetto fotografico, musicale e visivo AinteXt...

"Il progetto AinteXt è una condizione necessaria oltre che un acronimo: Autoprodotto in Tutto e per Tutto (appunto A.in.t.eXt.). Alla fine dello scorso millennio suonavo tre strumenti col mio gruppo musicale ed era impossibile per me farlo in contemporanea. Nacque così l'esigenza di fare tutto da solo: imparai a suonare tutto ciò che mi serviva per potermi esprimere secondo il mio esclusivo gusto personale. Parallelamente studiavo all'università tecnologie multimediali, perfezionando le mie conoscenze in ambito video e fotografico. Stessa filosofia, stessa passione, scarsissimi i risultati. Col tempo le soddisfazioni in termini di gradimento sono arrivate, un po' di gloria anche, ma non ci fai la spesa al supermercato. Avevo bisogno di collimare passione e lavoro e alla fine ci sono riuscito. A dire il vero non ho mai voluto fare la rock star o almeno ho smesso di pensarlo a diciassette anni. Mi basta comunicare, nel bene e nel male, con tutti i medium a me congeniali, che sono parte di un tutto e allo stesso tempo hanno un'identità propria: la fotografia, il video, la musica. “Il suono è un'esperienza visuale" scrivo spesso prima di pubblicare una nuova traccia audio, riadattando un'affermazione del sociologo McLuhan. Il sequestro dei sensi che deriva dalla visione di una foto, di un video o dall'ascolto di una musica, attiva e stimola la nostra esperienza sensoriale. Per molti è una reazione ad un'azione, per me è il punto di partenza di un atto creativo: vedere la musica, ascoltare una foto, immaginare un video. Ed è così che inizia tutto nella mia testa, con una “visione" di come dev'essere ciò che sto per fare. É un viaggio spesso lungo, pieno di cambi di direzione ed è una ricerca, appunto."

I fotografi a cui ti sei ispirato maggiormente e/o a cui ti ispiri...

"La storia della fotografia ha già i suoi eroi; è il presente che mi stimola di più: come nel cinema, anche nella fotografia i linguaggi visivi sono codificati da sempre, hanno una loro grammatica, abbondantemente esaurita nei primi anni del novecento. E' difficile dire qualcosa di nuovo, proprio perché è già stato detto molto. Passano anche decine di anni prima di trovare una voce fuori coro e un nuovo punto di vista. L'avvento delle tecnologie digitali poi ha aperto nuovi mondi e nuove possibilità, praticamente a tutti, generando una quantità di informazioni difficile da seguire. Oggi ho la fortuna di conoscere, e spesso  di lavorare, con diversi fotografi; alcuni eclettici e mezzi pazzi, altri coraggiosi e sperimentatori. Di sicuro devo molto al mio collega e amico Andrea Testi, una sorta di maestro Jedi della fotografia e talent scout di successo! Poi... Non ho ancora avuto il piacere di incontrarlo, ma seguo con ammirazione Marco Vernaschi, importante fonte di ispirazione sia per la tecnica che per i grandi risultati. Rimango stregato dall'uso del mosso volontario, dai trattamenti evocatori del bianco e nero, dalla scelta di soggetti forti e del loro impatto emotivo sullo spettatore. Porto grande rispetto a fotografi come Giovanni Gori e Lenny Pellico, maestro del ritratto il primo e foto concertista infallibile il secondo. Ogni loro scatto mi spinge a superare i limiti della mia ignoranza e a sforzami per fare meglio e di più. Rappresentano un'ideale di ordine e pulizia, una sorta di faro nel caos della mio percorso di apprendimento. Youness Taouil, talento in esplosione, manipolatore abile, compositore di storie fotografiche incredibili. Con lui il tanto inflazionato Hdr ha assunto una dimensione nuova, estrema e bilanciatissima al tempo stesso. Per l'irriverenza e l'assoluta spregiudicatezza vorrei citare Anthony De Luca, fotografo col chiodo fisso, amante del bello e della provocazione, inesauribile fonte di idee originali. Nella prossima vita vorrei essere uno di loro, ma in questa mi va bene come sono."

Il tuo sogno nel cassetto?

"Non ho cassetti e i sogni li lascio a chi ha il tempo di dormire. Se poi mi chiedi cosa mi piacerebbe fare nel futuro di veramente impegnativo... Girare un film, in stile AinteXt: occuparmi della regia, delle riprese, del montaggio ed essere autore della colonna sonora. Attore meglio di no."

E per finire... l'immagine più bella che ti viene in mente in questo istante, un'immagine che ti viene dal cuore e che vorresti vedere in un tuo scatto futuro...

"Una figlia."
@Lara Aversano

mercoledì 30 maggio 2012

Oltre


Dell'ardire e del dire,
del nostro passo perso
e di colui che lo accompagna,
del tremare e dello scontro,
della pace e del vedere,
del tuo cantare gioia di filastrocche.
Della frutta matura,
dei semi che esplodono vita,
delle catene spezzate, dei sentieri percorsi.
Delle interperie, dei cieli rasserenati,
delle vibrazioni amate, delle onde sonore.
Dell'acrilico e delle mani sulla carta,
nella carta, dentro colori scelti.
Del clamore e del tempo perduto,
dell'amore e del tempo vissuto,
del presente, del futuro,
dell'insegnamento del prima.
Della non storicizzazione,
perché è meglio, perché suona.
Della tenacia e dell'audacia,
del fuoco, dell'acqua, del vento, del verde.
Di noi, di loro, di tutti coloro che,
di un tanto che è poco e significa niente,
di un poco che è molto e significa tutto.

lunedì 28 maggio 2012

Vulcano


Nell'attesa fremente,
nello scalpitare appassionato,
nello slancio verso un tutto:
che è grande, che è tanto.

sabato 19 maggio 2012

Il tempo del grano


E' come un valzer,
preziosi di grano
in tenue sussulto,
pronti a raggiungere
il giusto equilibrio
non geometrico,
per primeggiare
tra i contorni
più belli di tutti.

mercoledì 9 maggio 2012

Impressioni: il vuoto negli occhi


Guardare negli occhi quella donna mi ha fatto sobbalzare. E' stato inquietante, il buio, la non vita,  vegetante, colta nelle sue pupille. Sembrava non sapere dove fosse, sembrava triste o forse inconsapevole della sua tristezza, forse oramai troppo persa nelle azioni ripetitive delle sue giornate oppure ancora completamente priva di senno (in che senso non si sa), pur essendo apparentemente tranquilla. Poteva persino sembrare sedata (ma da cosa?). Ho visto solitudine, ho visto quasi paura, ho visto che... di certo non sta bene, che ne sia consapevole o meno. Entrata in un panificio per acquistare due arabi e una ciabattina, esco un po' stranita, nemmeno ravvivata dai profumi che generalmente in un negozio simile si sentono, perché completamente assenti; mi dirigo verso l'automobile rendendomi conto che prima di quel momento non l'avevo mai guardata negli occhi così. Accendo una sigaretta e terminate le commissioni torno a casa. Nella calma della sera, ripenso ai suoi occhi, terribilmente vuoti, privi di se.

venerdì 13 aprile 2012

Oggi


Un volto di fiamme dolose, io vedo,
luci distorte, forzature senz' arte, 
cuori di pietra in sintetici fiumi di sassi,
rovente ambizione di potere,
come una dea crespa che si sfalda, 
a pezzi, ovunque cresce come zizzania.
Eppur ci sono cristalli di fuoco
che interperie non temono,
focolari caldi che alla vista e all'olfatto
riparano dal vento freddo
di questo strano aprile.
E quando il doloso volto fa tremare,
basteranno i nostri occhi a renderlo inerme.
Fuocherelli di plastica, si spegneranno prima o poi, 
le menti aberranti, alla ricerca di inesistenti e insensati
modi per turbare la bellezza d'ogni cosa,
non dureranno in eterno.
Solo capolavori per il nostro mondo,
questo è il sogno in ogni sguardo onesto.
Incendiari e piromani d'anime,
il fuoco vostro vuoto, 
vi avvolgerà da dentro prima o poi.

mercoledì 4 aprile 2012

Sifda la sfida


Prendo e desto e guardo e resto,
in piedi, resisto, arguisco, impazzisco e testo.

Nel testo, testo, il tosto pestar di testa,
lesta, profumata frutta di campane.

Sfido, il tuo senso, perché senso c'è,
credo, all'impresa, perché verità è.

domenica 1 aprile 2012

Lei passa


Mentre di mente,
scende, repentina,
lacrima di foglia,
si sfalda, nella terra.
Senza perché,
sfiora, lavora,
scava, accalda,
la seguo.
Lei passa.

giovedì 29 marzo 2012

Poetami _ Carme


Portami con te, mia pace.

Basta il flebile tocco delle tue tempeste
per regalarmi riposo, per regalarmi

rinfrescato giacilio dal quotidiano
peso che frastuona i sensi.

Adoro la tua forza,
semplice parola, bellezza.

Semplice respiro di muse, di te, 
geniale creazione del Poeta più grande.

mercoledì 21 marzo 2012

Due poli


Branchie affannate,
il fiato perso, ripreso,
prima lacrime, poi coriandoli.

E di nuovo, coriandoli bruciati.
E di nuovo, il respiro a pieni polmoni
per riprendere vita e coscienza.

La stabile instabilità e poi l'instabilità apparente,
un labirinto di tempo e spazio: il mosaico.