giovedì 31 maggio 2012

Intervista a Giuseppe Suma: foto, video e musica


Giuseppe Suma è un ragazzo che ha donato se stesso alla fotografia a soli cinque anni e che ha incontrato la musica alla tenera età di otto. Un uomo di indiscutibile intelligenza, un professionista serio con il valore aggiunto dell'umiltà e di una sensibilità che non molti hanno. Chi lo conosce meglio sa che ciò che a parole non dice, lo trasmette con i suoi splendidi scatti, con i suoi lavori e nella passione per la musica che lo accompagna da sempre. Sono dunque orgogliosa di potervi presentare una delle più belle scoperte fatte negli ultimi anni: Giuseppe Suma e il suo AinteXt Project. 

Giuseppe ... presumo che la fotografia per te sia stata prima una passione e poi un lavoro giusto? e che comunque continui ad esserlo... com'è iniziata la tua avventura in questo senso?

"Avevo cinque anni la prima volta che ho scattato una foto, fu un autoritratto: la macchina fotografica era troppo in alto per me, arrivarci era diventata una questione di principio. Raggiunto l'arcano strumento con la punta delle dita, sentii un click, il suono più semplice e stimolante mai udito fino a quel momento. In meno di dieci minuti avevo esaurito il rullino. Il mio secondo soggetto furono le basi stellari fatte con le costruzioni. Ancora non lo sapevo, ma foto e lego mi avrebbero accompagnato per tutta la vita."

Cosa ti ha così tanto affascinato di questo mondo, cosa ti fa provare scattare e vedere i tuoi lavori finiti?

"Le possibilità infinite, le combinazioni, le rielaborazioni e i significati che derivano dall'accostamento e dalla composizione dei miei soggetti nei loro contesti.  Non sono un fotografo da “scatti a raffica", il click è l'ultimo passo di un percorso psicologico e fisico più o meno conscio: psicologico perché inevitabilmente io sono la somma delle mie esperienze e quello che scatto rappresenta in larga parte quello che sono; fisico perché prima di scattare trattengo il respiro, contraggo i muscoli e li rilascio solo dopo aver fatto la foto (spesso resto in apnea per diversi secondi). Una foto racconta molto di più di quello che ci ho visto dentro io, perché è soggetta all'interpretazione di chi la sta guardando. E' una porta aperta sull'iperuranio, stimola e connette diverse persone a diversi mondi."

Nella tua produzione creativa... a cosa ti ispiri?

"Non ho riferimenti particolari, digerisco e metabolizzo tutto ciò che mi accade e le situazioni che affronto, con una certa incoscienza. Non mi ritengo un genio e neanche un artista, mai piaciute le etichette, ma se proprio devo definirmi userei la parola “autore". La mia non è ispirazione, è ricerca: sono affascinato dalle chiavi di lettura “popular" (o pop), da un linguaggio audio-visivo che raggiunga il maggior numero di persone per la sua semplicità ma al tempo stesso caratterizzato da una forte impronta personale. É un'utopia che si risolve solo nei risultati, ma è proprio la ricerca dell'equilibrio assoluto che mi guida nelle mie produzioni audiovisive e fotografiche."

Com'è l'ambiente a Bologna artisticamente parlando? eventi, mostre... e che ne pensi?

"Bologna è viva ma non vegeta. Ci sono ancora troppe realtà artistiche chiuse negli scantinati e negli hard disk di questa città, poche le occasioni di alzare la testa dal mucchio. Se parliamo di passioni, ho incontrato persone che camminano senza toccare il suolo, ma quando si tratta di lavoro tutto cambia e io ne so qualcosa: dopo la laurea ho passato due anni a farmi licenziare in ogni posto in cui andavo; comunicare la mia energia e le mie idee è stato impossibile. Stavo per lasciare Bologna, pensavo non fosse il posto giusto per me. Fino a quando non ho incontrato il mio attuale collega di lavoro (il fotografo Andrea Testi), la prima persona che è riuscita a vedermi per quello che sono e non per quello che avrebbe voluto che io fossi. Oggi lavoriamo spesso insieme su progetti e clienti importanti, ci occupiamo prevalentemente di foto industriali (www.effedueotto.com). Non avrei mai immaginato di emozionarmi anche fotografando una linea di produzione! Alla fine Bologna mi sta dando più di quello che le ho chiesto, questo significa che c'è speranza per tutti."

E tu hai mai pensato di allestire una mostra con le tue opere?

"Quando arriverà il giorno che qualcuno vorrà esporre le mie foto, allora accetterò con grande onore."

Parlaci del progetto fotografico, musicale e visivo AinteXt...

"Il progetto AinteXt è una condizione necessaria oltre che un acronimo: Autoprodotto in Tutto e per Tutto (appunto A.in.t.eXt.). Alla fine dello scorso millennio suonavo tre strumenti col mio gruppo musicale ed era impossibile per me farlo in contemporanea. Nacque così l'esigenza di fare tutto da solo: imparai a suonare tutto ciò che mi serviva per potermi esprimere secondo il mio esclusivo gusto personale. Parallelamente studiavo all'università tecnologie multimediali, perfezionando le mie conoscenze in ambito video e fotografico. Stessa filosofia, stessa passione, scarsissimi i risultati. Col tempo le soddisfazioni in termini di gradimento sono arrivate, un po' di gloria anche, ma non ci fai la spesa al supermercato. Avevo bisogno di collimare passione e lavoro e alla fine ci sono riuscito. A dire il vero non ho mai voluto fare la rock star o almeno ho smesso di pensarlo a diciassette anni. Mi basta comunicare, nel bene e nel male, con tutti i medium a me congeniali, che sono parte di un tutto e allo stesso tempo hanno un'identità propria: la fotografia, il video, la musica. “Il suono è un'esperienza visuale" scrivo spesso prima di pubblicare una nuova traccia audio, riadattando un'affermazione del sociologo McLuhan. Il sequestro dei sensi che deriva dalla visione di una foto, di un video o dall'ascolto di una musica, attiva e stimola la nostra esperienza sensoriale. Per molti è una reazione ad un'azione, per me è il punto di partenza di un atto creativo: vedere la musica, ascoltare una foto, immaginare un video. Ed è così che inizia tutto nella mia testa, con una “visione" di come dev'essere ciò che sto per fare. É un viaggio spesso lungo, pieno di cambi di direzione ed è una ricerca, appunto."

I fotografi a cui ti sei ispirato maggiormente e/o a cui ti ispiri...

"La storia della fotografia ha già i suoi eroi; è il presente che mi stimola di più: come nel cinema, anche nella fotografia i linguaggi visivi sono codificati da sempre, hanno una loro grammatica, abbondantemente esaurita nei primi anni del novecento. E' difficile dire qualcosa di nuovo, proprio perché è già stato detto molto. Passano anche decine di anni prima di trovare una voce fuori coro e un nuovo punto di vista. L'avvento delle tecnologie digitali poi ha aperto nuovi mondi e nuove possibilità, praticamente a tutti, generando una quantità di informazioni difficile da seguire. Oggi ho la fortuna di conoscere, e spesso  di lavorare, con diversi fotografi; alcuni eclettici e mezzi pazzi, altri coraggiosi e sperimentatori. Di sicuro devo molto al mio collega e amico Andrea Testi, una sorta di maestro Jedi della fotografia e talent scout di successo! Poi... Non ho ancora avuto il piacere di incontrarlo, ma seguo con ammirazione Marco Vernaschi, importante fonte di ispirazione sia per la tecnica che per i grandi risultati. Rimango stregato dall'uso del mosso volontario, dai trattamenti evocatori del bianco e nero, dalla scelta di soggetti forti e del loro impatto emotivo sullo spettatore. Porto grande rispetto a fotografi come Giovanni Gori e Lenny Pellico, maestro del ritratto il primo e foto concertista infallibile il secondo. Ogni loro scatto mi spinge a superare i limiti della mia ignoranza e a sforzami per fare meglio e di più. Rappresentano un'ideale di ordine e pulizia, una sorta di faro nel caos della mio percorso di apprendimento. Youness Taouil, talento in esplosione, manipolatore abile, compositore di storie fotografiche incredibili. Con lui il tanto inflazionato Hdr ha assunto una dimensione nuova, estrema e bilanciatissima al tempo stesso. Per l'irriverenza e l'assoluta spregiudicatezza vorrei citare Anthony De Luca, fotografo col chiodo fisso, amante del bello e della provocazione, inesauribile fonte di idee originali. Nella prossima vita vorrei essere uno di loro, ma in questa mi va bene come sono."

Il tuo sogno nel cassetto?

"Non ho cassetti e i sogni li lascio a chi ha il tempo di dormire. Se poi mi chiedi cosa mi piacerebbe fare nel futuro di veramente impegnativo... Girare un film, in stile AinteXt: occuparmi della regia, delle riprese, del montaggio ed essere autore della colonna sonora. Attore meglio di no."

E per finire... l'immagine più bella che ti viene in mente in questo istante, un'immagine che ti viene dal cuore e che vorresti vedere in un tuo scatto futuro...

"Una figlia."
@Lara Aversano

mercoledì 30 maggio 2012

Oltre


Dell'ardire e del dire,
del nostro passo perso
e di colui che lo accompagna,
del tremare e dello scontro,
della pace e del vedere,
del tuo cantare gioia di filastrocche.
Della frutta matura,
dei semi che esplodono vita,
delle catene spezzate, dei sentieri percorsi.
Delle interperie, dei cieli rasserenati,
delle vibrazioni amate, delle onde sonore.
Dell'acrilico e delle mani sulla carta,
nella carta, dentro colori scelti.
Del clamore e del tempo perduto,
dell'amore e del tempo vissuto,
del presente, del futuro,
dell'insegnamento del prima.
Della non storicizzazione,
perché è meglio, perché suona.
Della tenacia e dell'audacia,
del fuoco, dell'acqua, del vento, del verde.
Di noi, di loro, di tutti coloro che,
di un tanto che è poco e significa niente,
di un poco che è molto e significa tutto.

lunedì 28 maggio 2012

Vulcano


Nell'attesa fremente,
nello scalpitare appassionato,
nello slancio verso un tutto:
che è grande, che è tanto.

sabato 19 maggio 2012

Il tempo del grano


E' come un valzer,
preziosi di grano
in tenue sussulto,
pronti a raggiungere
il giusto equilibrio
non geometrico,
per primeggiare
tra i contorni
più belli di tutti.

mercoledì 9 maggio 2012

Impressioni: il vuoto negli occhi


Guardare negli occhi quella donna mi ha fatto sobbalzare. E' stato inquietante, il buio, la non vita,  vegetante, colta nelle sue pupille. Sembrava non sapere dove fosse, sembrava triste o forse inconsapevole della sua tristezza, forse oramai troppo persa nelle azioni ripetitive delle sue giornate oppure ancora completamente priva di senno (in che senso non si sa), pur essendo apparentemente tranquilla. Poteva persino sembrare sedata (ma da cosa?). Ho visto solitudine, ho visto quasi paura, ho visto che... di certo non sta bene, che ne sia consapevole o meno. Entrata in un panificio per acquistare due arabi e una ciabattina, esco un po' stranita, nemmeno ravvivata dai profumi che generalmente in un negozio simile si sentono, perché completamente assenti; mi dirigo verso l'automobile rendendomi conto che prima di quel momento non l'avevo mai guardata negli occhi così. Accendo una sigaretta e terminate le commissioni torno a casa. Nella calma della sera, ripenso ai suoi occhi, terribilmente vuoti, privi di se.

venerdì 13 aprile 2012

Oggi


Un volto di fiamme dolose, io vedo,
luci distorte, forzature senz' arte, 
cuori di pietra in sintetici fiumi di sassi,
rovente ambizione di potere,
come una dea crespa che si sfalda, 
a pezzi, ovunque cresce come zizzania.
Eppur ci sono cristalli di fuoco
che interperie non temono,
focolari caldi che alla vista e all'olfatto
riparano dal vento freddo
di questo strano aprile.
E quando il doloso volto fa tremare,
basteranno i nostri occhi a renderlo inerme.
Fuocherelli di plastica, si spegneranno prima o poi, 
le menti aberranti, alla ricerca di inesistenti e insensati
modi per turbare la bellezza d'ogni cosa,
non dureranno in eterno.
Solo capolavori per il nostro mondo,
questo è il sogno in ogni sguardo onesto.
Incendiari e piromani d'anime,
il fuoco vostro vuoto, 
vi avvolgerà da dentro prima o poi.

mercoledì 4 aprile 2012

Sifda la sfida


Prendo e desto e guardo e resto,
in piedi, resisto, arguisco, impazzisco e testo.

Nel testo, testo, il tosto pestar di testa,
lesta, profumata frutta di campane.

Sfido, il tuo senso, perché senso c'è,
credo, all'impresa, perché verità è.

domenica 1 aprile 2012

Lei passa


Mentre di mente,
scende, repentina,
lacrima di foglia,
si sfalda, nella terra.
Senza perché,
sfiora, lavora,
scava, accalda,
la seguo.
Lei passa.

giovedì 29 marzo 2012

Poetami _ Carme


Portami con te, mia pace.

Basta il flebile tocco delle tue tempeste
per regalarmi riposo, per regalarmi

rinfrescato giacilio dal quotidiano
peso che frastuona i sensi.

Adoro la tua forza,
semplice parola, bellezza.

Semplice respiro di muse, di te, 
geniale creazione del Poeta più grande.

mercoledì 21 marzo 2012

Due poli


Branchie affannate,
il fiato perso, ripreso,
prima lacrime, poi coriandoli.

E di nuovo, coriandoli bruciati.
E di nuovo, il respiro a pieni polmoni
per riprendere vita e coscienza.

La stabile instabilità e poi l'instabilità apparente,
un labirinto di tempo e spazio: il mosaico.

sabato 10 marzo 2012

Le guerre nel mondo, l'indifferenza


Tutti sappiamo che nel mondo le guerre sono molto più numerose di quanto la diffusione mediatica lasci pensare, ma solo poche persone sono interessate a conoscere anche i conflitti meno noti. Il motivo per cui alcune guerre ci sono note ed altre no dipende chiaramente dall'incidenza che una guerra ha sulle politiche internazionali; le guerre che ogni giorno vediamo scorrere in immagini più o meno terrificanti alla tv, sono solo un briciolo di tutto ciò che al mondo accade e questo perché cento persone morte nel tal posto incidono maggiormente sulle politiche internazionali rispetto ad altrettanti morti, se non di più, in altri luoghi. Da alcuni documenti ufficiali aggiornati al mese di marzo di quest'anno risultano in atto conflitti in ventiquattro diverse nazioni  africane che coinvolgono circa ottantatre tra milizie guerrigliere e gruppi di "ribelli". Vediamone alcuni... In Algeria risultano aperti conflitti tra l'esercito regolare e il gruppo islamico al-Qaeda nel Maghreb islamico iniziati nel 2005 anche se il gruppo era conosciuto già in precedenza come Gruppo Salafita per la Predicazione e il Combattimento (noto dal 2003); l'esercito combatte poi anche contro il Fis (Fronte islamico di salvezza) e contro il gruppo Jamat Tawhid Wal Jihad Fi Garbi Afriqqiya (Movimento Unito per la Jihad in Africa Occidentale) a partire dal dicembre 2011. In Angola l'esercito regolare è in conflitto con il Fronte di Liberazione di Cabinda - un movimento secessionista - conflitto che  risulta essere iniziato a metà degli anni '70, ma anche contro il Fronte per la Liberazione dell’Enclave di Cabinda, le forze armate di Cabinda. In Ciad ci sono scontri tra l' esercito regolare e la Union of Resistance Forces, mentre in Costa d'Avorio sono nati scontri tra la milizia “Invisible Commandos" e le Forze Repubblicane del presidente neo-eletto Alassane Ouattara. In Gibuti (una Repubblica dell'Africa Orientale) ci sono scontri tra esercito regolare e ribelli del Front for the Restoration of Unity and Democracy. E ancora... in Egitto... scontri tra esercito regolare e il Takfir wal-Hijra (gruppo islamico jihadista salafita). In Eritrea l'esercito è in conflitto con il  Democratic Movement for the Liberation of the Eritrean Kunama, con l' Eritrean Salvation Front, con la Red Sea Afar Democratic Organisation e vi sono inoltre continue tensioni per questioni di confine con l’Ethiopia e il Gibuti. In Etiopia l'esercito è in conflitto con l' Ogaden National Liberation Front, è in atto una lotta per l’Indipendenza dell’ Ogaden dal Governo Etiope dal 1984 (ha accettato di deporre le armi a Settembre 2010 e Il 12 Ottobre 2010 ha firmato un accordo di pace con il Governo, ma a partire dal Gennaio 2012 i combattimenti sono ricominciati) ed anche  con l' Ogaden National Liberation Army che è un' ala armata dell’ONLF, con l' Oromo Liberation Front (OLF) che lotta per l’Indipendenza di Oromo dal Governo Etiope dal 1973; con il Jijirama Oromo Liberation Front a partire da gennaio di quest'anno (si tratta di un gruppo separatosi dall’ Oromo Liberation Front) e infine contro l'United Western Somali Liberation Front, fin dal 1970. Non so se rendo l'idea, stavo citando scontri nella sola Africa. E senza entrare ulteriormente in particolari risultano ancora aperti conflitti in Kenya, Libia, Mali, Mauritania, Nigeria, nella Repubblica Centrafricana, nella Repubblica Democratica del Congo, in Ruanda, nella regione del Sahara Occidentale, in Senegal, in Somalia, in Somaliland, in Puntland, in Sudan e nel sud Sudan, in Uganda, in Afghanistan, in Birmania-Myanmar, in Cina, nelle Coree, nelle Filippine, in India, in Indonesia, in Kazakhstan, in Kyrgyzstan, in Nepal, Pakistan, Sri Lanka, Tajikistan, Thailandia e Uzbekistan. E Ancora miriadi di conflitti di altro tipo in tanti altri stati, compresi gli stati europei. Oppure ancora.. i così denominati "punti caldi" in Iran, Iraq, Israele... in Libano, in Turchia, nello Yemen, in Siria... e passando alle Americhe troviamo conflitti in Cile, in Colombia, Ecuador, Messico e Perù. Tutto questo ed altro ancora per un totale di sessantuno stati coinvolti e trecentotredici tra milizie- guerriglieri e gruppi separatisti, senza dimenticare tutte le province sparse nei cinque continenti che lottano per la propria indipendenza. Alcuni siti, riportanti i dati delle guerre "principali" che sono circa trentuno, riportano dati sconcertanti sul numero di vittime coinvolte. Al telegiornale sentiamo spesso parlare delle vittime civili di attentati e guerre, ma le informazioni che ci arrivano dai media sono nulla rispetto a ciò che realmente causa questa maledetta cosa che si chiama guerra. Riporto di seguito solo alcuni dei dati che ho trovato sul web... Partiamo dal Medio Oriente: in Iraq dal 2003 ad oggi sono morte 140.000 persone, in Israele e Palestina, partendo dal 2000, le vittime sono state circa 7100. In Turchia dal 1984 ad oggi, circa 45.000 morti, nello Yemen circa 16.500 morti dal 2004 ad ora. Passando all'Asia: in Afghanistan dal 2001 ad ora 61.000 morti, in Pakistan 32.800 dal 2004, in India dal 1979 ad ora 133.000 morti. In Birmania, dal 1988 ad ora, altri 30.000 morti, mentre in Thailandia a partire dal 2008 ci sono state 4220 vittime, nelle Filippine dal 1969 ad ora 113.000 morti. E ancora vittime a iosa sia in Asia che in Africa : in Africa ci sono stati più o meno 639.900 morti in vari conflitti, dal 1987 ad ora. In Europa, nel Nord Caucaso sono morte 50.000 persone dal 1999 ad oggi. In America Latina, 300.250 sono state le vittime dal 1964 ai giorni nostri e in Messico, dal 2006 circa 32.000. Per chi desiderasse tenersi informato su tutte queste cose, ci sono siti dedicati esclusivamente a questo tipo di dati; ad esempio il sito www.guerrenelmondo.it da cui ho tratto parte delle informazioni riportate in questo mio testo di riflessione sull'argomento o ancora il sito www.ntnn.eu. Da segnalare l'articolo di Livio Caputo "Tutte le guerre del mondo" . Ci sono anche parecchi libri e tanti altri articoli dedicati a questo argomento e non è difficile con i mezzi che abbiamo poterli reperire e scoprire, per chi fosse interessato; è sufficiente digitare sui motori di ricerca "le guerre nel mondo", "tutte le guerre ancora in atto nel mondo" e simili. Perché ho deciso di scrivere tutte queste cose? perché si sa che le guerre sono tante, ma forse non ci si rende abbastanza conto di quanto orrore realmente esista nel mondo per interessi politici, territoriali, cause storiche, economiche; i diamanti, il petrolio... vi ricordate il recente film "Blood Diamond"? cito volontariamente un film recente e che possano conoscere più o meno tutti: è tratto da avvenimenti realmente accaduti e tratta di un solo conflitto; è un film molto ben fatto certo, ma provate a immaginare quanto sia terrificante sapere e pensare, con la mente concentrata sulla realtà, che quelle e molte altre cose che abbiamo visto in opere cinematografiche ... non sono storie inventate. Non si tratta di un "uau.. che bel film" ma di un "mio Dio! questo è reale!" considerando ovviamente che un film, per quanto crudo sia, non sarà mai crudo quanto la realtà. E le notizie delle "guerre note" che sentiamo in tv? ok, a tutti sarà capitato di guardare le immagini, ascoltare le notizie e sentire un'angoscia pazzesca salire in gola (almeno lo spero, che sia accaduto a tutti), ma quante volte ciò che sentiamo e vediamo risulta esserci quasi indifferente? e perché succede? perché l'orrore, di qualsiasi genere esso sia, è parte integrante dell'umanità e spesso vederlo, non ci fa quasi più effetto e con questo non intendo dire che dovremmo star male per tutti i mali del mondo (guerre e non) perché non vivremmo più e anche perché purtroppo non possiamo fare molto  per evitarlo, ma credo che forse essere meno indifferenti potrebbe aiutare anche noi, nelle nostre tribolazioni quotidiane e così "semplici" rispetto a queste cose (ok ok, "io devo pensare a me, non posso fare niente per loro!" è vero è vero! calma... non è questo il punto, anzi.. forse lo è... pensateci). Non desidero dire molto altro su ciò che penso riguardo a tutto questo, è palese che questo testo vuole essere solo uno spunto alla riflessione, completamente libero per il lettore, senza pretese, anche perché non sono certo l'unica a pensare queste cose e credo che approfondire il mio punto di vista non servirebbe a molto in questo caso. Non dirò nulla oltre ciò che ho scritto, credo sia già abbastanza così.

@Lara Aversano