Trampoli, trampolino, equilibrio, mosche, fastidio, giocoliere, giocare, non morire, marea, isola che non c'è, isola sommersa, segui la stella, destinazione, ali bruciate, cicatrici scolpite, sete e fame, essere e provare ad essere, respirare, manca fiato, affanno, tribolazione, vita, fuoco, aria, acqua, guarire da se stessi, tormento, sentirsi sbagliati, pezzo di pane, dare senza aspettarsi nulla in cambio, troppo, io, tu, noi, voi, essi, il nulla, il tutto, l'essenza, la terra, labirinto, insegnami a guardarmi con gli occhi dell'amore, la parte migliore, la parte peggiore, i limiti, le catene da spezzare, le linee sulla mano non portante rughe come sul viso, la trasformazione, la virgola, il punto, l'ansia di sé, mi chiedi perché?, mal di stomaco, nausea della vista, vedo troppo, sento troppo, combattere troppo, rialzarsi sempre, in ogni caso, non poter cadere, se cado mi prendi? Posso lasciarmi cadere? "Ti prendo io", "Mi prendi tu".
sabato 9 luglio 2022
domenica 30 gennaio 2022
Aiuta te stesso: "Ricorda che anche il David di Michelangelo, inizialmente, era un blocco di marmo"
Ricorda che anche il David di Michelangelo, inizialmente, era un blocco di marmo. |
Ami scrivere, sei un aspirante scrittore o un'aspirante scrittrice? Aiuta te stesso, aiuta te stessa. Ci sono tre cose che devi avere: 1) pazienza 2) determinazione 3) tecnica. E questo discorso in realtà vale per tutti coloro che aspirano a realizzare qualcosa con la loro più grande passione; che si tratti di scrittura, di musica, di pittura o altro. Perché? Te lo spiego subito.
La pazienza è fondamentale
Devi sempre cercare il miglioramento e se non ne hai, non potrai raggiungere il risultato sperato. Non ci si può improvvisare scrittori e non è saggio pensare che basti il dono che ti è stato dato. Si può nascere con la scrittura nelle vene, così come per tutte le altre arti, ma non basta il talento. Non fare l'errore di pensare di essere al massimo delle tue potenzialità. La pazienza serve anche per attendere il momento più opportuno: a) per scrivere b) per proporsi a un pubblico. Un altro motivo per cui è importantissimo avere pazienza è che se devi catapultarti in un mondo, in questo caso quello editoriale, devi comprendere quali sono i suoi meccanismi e capire qual è la strada migliore per te. Se non hai ben presente questo aspetto, sarà come immergersi in una piscina olimpionica senza saper nuotare e senza avere un bagnino a soccorrerti.
La determinazione è il motore
La determinazione è un motore per te stesso e per il tuo obbiettivo. Prima di tutto, se non credi tu in quello che fai, non ci possono credere gli altri. In secondo luogo, la determinazione ti porta a investire tempo per raggiungere i risultati che speri, per ritagliarti degli spazi solo per te e per la tua grande passione. Anche se hai poco tempo (credimi, te lo dice una persona che ne ha veramente poco). Essere determinati non significa però "solo" crederci, significa impegnarsi davvero, perseverare sulla propria strada comprendendo quali sono i tuoi pregi e quali sono le tue limitazioni. Senza abbatterti da un lato e privo/a di presunzione dall'altro.
La tecnica e gli strumenti
Se vuoi fare il costruttore devi studiare parecchio e una volta fatto questo, devi imparare e riuscire a saper usare gli strumenti di lavoro. Ovviamente se scrivi, se fai musica, se dipingi e commetti un errore, non crollerà una casa, ma potrebbero crollare le tue speranze, la tua motivazione e potresti arrivare a pensare che "hai sbagliato tutto, sei un povero illuso". Se studi, ti impegni, cresci ed impari a usare gli strumenti su cui tanto hai lavorato, noterai un cambiamento incredibile, una maturazione eccezionale che non pensavi potesse fare così tanto la differenza.
In conclusione
Che i risultati raggiungibili siano "piccoli" (ma non sono mai davvero piccoli), "medi" o "grandi", se non fai tutto quello che è necessario per provare ad arrivare alla meta, non saprai mai dove saresti potuto arrivare. Se segui la tua strada con consapevolezza e facendoti aiutare, allora saprai di aver fatto tutto il meglio e, credimi, avrai vinto la tua sfida in ogni caso. Provaci, abbi pazienza, determinazione, tecnica. Aiuta te stesso. Aiuta te stessa.
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domenica 9 gennaio 2022
Noi
sabato 25 dicembre 2021
La Rinascita
Sapete...
nella Bibbia non si dà un gran valore ai compleanni. In fondo, basta pensare
che il metro di misura dell'uomo è un tempo scandito, mentre quello di Dio è
universale, dunque quanto può essere minuscolo il giorno di un compleanno
qualunque rispetto all'eternità? La nostra vita è fatta perlopiù da
tribolazioni, ma se si impara a vedere oltre, tutto è più semplice e che Gesù
sia nato intorno al mese di ottobre (come alcuni studi dicono) o in un altro
momento, non è poi così rilevante. È bene sapere che non è nato il 25 dicembre
e da dove arriva in realtà questa data, per propria personale conoscenza, ma il
senso del Natale non è realmente il festeggiare la nascita di Gesù, secondo me.
Certo, nella religione cattolica si, ma la Bibbia non invita a festeggiare la
sua nascita, bensì la sua Resurrezione ("Fate questo in memoria di
me"). La Vita oltre la Vita, il Sacrificio e la Rinascita, il
Riscatto, la possibilità ridonata all'umanità di non morire nel buio totale.
Qualcuno si chiederà: "Ma che dice questa?" oppure "Che razza di
auguri di Natale sono questi?". In realtà, tutto ciò dà ancora più valore al
periodo perché è vero che Gesù non è nato il 25 dicembre ed è pur vero che se
vogliamo seguire le Sacre Scritture sarebbe più importante la Pasqua, ma è
anche vero che se dal paganesimo al Cristianesimo è stato scelto un giorno a
simbolo della Natalità, così come si può scegliere un giorno dell'anno a
memoria di qualunque cosa importante, beh... il giorno in sé, potrebbe essere
visto come promemoria annuale di quel che in realtà dovrebbe essere un
principio universale sempre. Il valore della Nascita, della Vita che è un
miracolo anche se è dura, di quanto possiamo ritenerci fortunati rispetto ad
altri, di quanto ogni giorno dovremmo essere verso noi stessi e verso gli altri
il meglio che possiamo, nei limiti dell'imperfezione umana. Dunque, la mia
conclusione è semplicemente questa: siate il meglio che potete essere, Amate
con la 'A' maiuscola, rispettate voi stessi e gli altri; amate la Vita e
cercate di farlo anche quando è più dura e come disse Bertolt
Brecht "bevetene a gran sorsi" perché quando sarà finita
"non né avrete avuto abbastanza", ma il giorno di Natale - se volete
riflettere su qualcosa - pensate alla sacralità della Vita non vedendola solo
come "passaggio" e come la mancanza, il vuoto, che lascia la perdita
di qualcuno che su questa Terra avete amato e sempre amerete, bensì
all'Eternità che aspetta, al Riscatto, alla Rinascita e alla possibilità
ridonata che Gesù e Dio hanno dato all'umanità, di non perdere mai e poi mai la
speranza poiché la Vita è un dono e la Vita non è "solo" quel che state
vivendo ora. Buon Natale, a tutti voi.
Lara
Aversano
sabato 11 dicembre 2021
Oscar Mariotti: un autore da tenere d'occhio
Oggi è una giornata di Sole ed è una di quelle volte in cui non te lo aspetti, spunta fuori e inizia a splendere. Credo dunque che sia la giornata più giusta per presentarvi Oscar Mariotti, un autore emergente dal talento incredibile, da tenere d'occhio, con cui ho il pregio di lavorare da un po'.
Trovare un autore così talentuoso è veramente raro. Oscar, con la sua personalità, la sua profondità, la sua capacità di raccontare i mondi più disparati, il suo stile unico - e io che ho letto parecchi suoi scritti ve lo posso assicurare - tutto ciò, è raro davvero. Ho riconosciuto in lui un talento da seguire, accudire, coccolare, perché è così che si fa quando si trova un Sole. Non ha ancora pubblicato libri al momento, ma lo farà... uh, se lo farà.
Sapete, essere scrittori è una condizione dell'essere, dunque - magari anche qualcuno di voi che legge - sappiate che non aver ancora pubblicato non significa non esserlo. Anzi, quanti "non scrittori" vediamo in libreria e negli store? Certo, può diventare un vero e proprio mestiere con qualcuno che ti appoggia e anche con un bel po' di fortuna, diciamolo, perché ahimè - almeno nel nostro bel Paese - il talento e il merito non bastano.
Ad ogni modo, non vorrei dilungarmi troppo, vi dico solo che per me lui è "Pupil", uno scrittore come "non né leggevo da tempo" e una persona a cui, inevitabilmente, ora sono anche parecchio affezionata. Di seguito, una sua breve presentazione e il piccolo estratto di un suo spettacolare racconto.
martedì 4 maggio 2021
Christopher Vogler e “Il viaggio dell’Eroe” (parte 2)
La scorsa volta ci siamo inoltrati negli archetipi di Christopher Vogler e “Il viaggio dell’eroe”, prendendo in esame il ruolo del Mentore, dell’Alleato e del Guardiano della soglia, per la rubrica “Il racconto e i suoi segreti” (parte 1 nel link). Ora proseguiamo con il Messaggero.
Il Messaggero:
Il Messaggero è un ruolo che può assumere diversi significati. Si pensa, in genere, debba per forza essere un personaggio “in carne e ossa” per dirla semplice, ma in realtà può essere un “qualcuno” o “qualcosa” che porta il protagonista al cambiamento interiore. Certo, può essere un personaggio esterno a quello principale, ma c’è da tenere in considerazione anche questo altro possibile aspetto, molto importante.
Il messaggio, di fatto, può giungere da qualsiasi parte: si può trattare della melodia di una canzone, delle sue parole o di una chiacchierata fatta con un amico; può trattarsi di un discorso sentito da un estraneo, da un film che il protagonista guarda, un libro che legge, un gesto che vede fare da qualcuno per strada. Il messaggio è quel qualcosa che fa scattare nel protagonista un’evoluzione, un cambiamento interiore.
Altra funzione importantissima del messaggero è quello di dare motivazione al nostro protagonista. Facciamo però degli esempi pratici per comprendere meglio i concetti.
Nel primo caso potremmo pensare a una storia del genere e, volendo, basta una frase per esprimere “la chiamata” del protagonista”:
“Ora, come un fulmine a ciel sereno, sapevo cosa fare della mia vita. Avevo solo sedici anni, ma furono proprio quell’attimo infinitesimale e quelle immagini a farmi capire che dovevo cominciare a pensare al mio futuro e, il mio futuro, sarebbe stato l’Oceano.”
Bene, in queste tre righe inventate al momento, è evidente che il messaggero non è un personaggio, ma delle immagini che passano in tv. Il protagonista ha una sorta di illuminazione. Lì inizierà il suo cambiamento e da quel momento in poi in lui si scatenerà la motivazione per raggiungere il suo primo obbiettivo. Un altro esempio potrebbe essere quello del messaggero/ mezzo:
“Aprii la busta completamente bianca domandandomi cosa potesse essere. Ero povero in canna ed ora, davanti a me, trovavo un assegno da un milione di dollari e un numero di telefono.”
La busta, l’assegno e il numero di telefono. Mezzi per dire al protagonista in difficoltà che le cose cambieranno (in meglio o in peggio, nonostante il denaro, non si sa; potrebbe essere l’eredità di un parente sconosciuto o la tentazione di un criminale e, magari, il nostro protagonista si troverà in situazioni spiacevoli o rifiuterà, ritrovandosi magari anche con dei nemici).
Ora diversi esempi di messaggeri “fisici”, con i loro rispettivi messaggi:
“Sei troppo negativo, non si può essere così a diciott’anni, santo cielo. Non saremo mai abbastanza saggi per essere felici davvero, però ci puoi sempre provare. La felicità ha diverse forme e dovresti cominciare a prenderle in considerazione, caro mio.”
In queste righe d’esempio, una persona (amico/a, sorella/fratello ecc. ecc.) dice al protagonista una frase che lo farà riflettere. In sostanza, lo incita a darsi una mossa per provare a raggiungere degli obbiettivi o comunque qualcosa che lo porti alla sua strada e lo renda il più possibile ad essere felice.
“Alma, la tua gente non aspetta altro che te. Se non ti deciderai a prendere in mano la situazione, sarà la fine del nostro regno.”
In questo caso, una principessa, una guerriera, questa Alma che è protagonista della storia, riceve un messaggio da un altro personaggio che la incita a fare qualcosa. Esorta la protagonista ad agire, perché se non lo fa, il suo regno cadrà.
“Hai intenzione di stare qui a pensare o prendi in mano quel telefono e ti informi per l’audizione? Forza! Non me ne andrò da qui fino a che non avrai alzato quella cornetta!”
In questa situazione, il messaggero da un po’ la scossa al nostro/ alla nostra protagonista che, evidentemente ha l’obbiettivo di intraprendere una carriera da attore/ attrice (ad esempio), ma probabilmente è titubante, non crede troppo in sé, dunque il messaggero gli suggerisce il passo successivo.
“Albert, vai da Grace, prendi gli attrezzi e torna qui. Malcom ci aspetta per definire il piano: fai alla svelta, è meglio non farlo arrabbiare il capo. Abbiamo un colpo da portare a termine.”
Questo personaggio dice al protagonista (Albert) quello che deve fare, dunque gli da un messaggio pratico, da parte del capo (Malcom) che lo porterà ad agire e compiere una serie di azioni (sino al presunto “colpo”, qui ovviamente non specificato).
Il messaggero è sempre presente in un modo o nell’altro, solo con generi diversi. Il messaggero di “Pinocchio”, ad esempio, può essere identificato con il grillo parlante che funge da sua coscienza, mentre se pensiamo ad un film, potremmo fare riferimento alla saga dei “Transformers”. Chi è, nel primo film, il messaggero che darà il via a tutto? Bumblebee! Esattamente lui, uno dei migliori amici di Optimus Prime che giunge sgangherato tra le mani di Sam.
Al prossimo articolo con gli archetipi del Mutaforme, dell’Ombra e dell’Imbroglione!
Consigliata la lettura di:
Jung, Campbell, Vogler: l’inconscio collettivo e “L’eroe dai mille volti”
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venerdì 2 aprile 2021
"Fregare il tempo", di Logan Laugelli - Indie Zone
Di seguito il link per leggere la mia recensione all'album di Logan Laugelli "Fregare il tempo", realizzata per Indie Zone. Leggete, ascoltate, non ve ne pentirete.
Logan Laugelli, "Fregare il tempo"
martedì 2 marzo 2021
Christopher Vogler e "Il Viaggio dell'Eroe" (1)
Christopher Vogler e "Il Viaggio dell'Eroe": eccoci a proseguire con la rubrica "Il racconto e i suoi segreti". L'ultima volta, infatti, ci siamo fermati proprio sulla domanda: "E Volger? Chi è? Cosa c'entra con questo percorso di cui stiamo parlando?" Per leggere l'articolo precedente clicca qui.
Christopher Vogler è uno sceneggiatore statunitense, classe '49, ancora in attività. Ha insegnato alla famosissima Università UCLA e a Hollywood ha lavorato anche con la Disney, ma ciò per cui il suo nome spicca anche in letteratura e, in particolare, nello studio della narrativa, è il saggio "The Writer's Journey: Mythic Structure For Writers". Letteralmente il titolo sarebbe traducibile in "Il diario dello scrittore: strutture mitiche per scrittori" ed è stato poi tradotto in italiano con il sopracitato titolo "Il Viaggio dell'Eroe".
Partendo dagli studi di Joseph Campbell, Vogler ha elaborato degli archetipi narrativi e ha racchiuso nel suo saggio, utile al cinema (suo ambito lavorativo) quanto alla scrittura, le principali funzioni degli stessi e la struttura base della loro evoluzione.
Al di là del fondamentale elemento dell'Eroe, protagonista della storia, i sette archetipi individuati dall'autore sono i seguenti:
- il Mentore (o Vecchio Saggio)
- l'Alleato (o gli Alleati)
- il Guardiano della soglia
- il Messaggero
- il Mutaforme (Shapeshifter)
- l'Ombra (Shadow)
- l’Imbroglione (Trickster)
Questi archetipi, va ricordato, non sono ruoli fissi assegnati a un determinato personaggio, ma funzioni che definiscono gli stessi a seconda dei contesti, della storia, dello scopo della nostra narrazione. Un personaggio che in prima battuta ha avuto la funzione di Mentore, può anche essere un Messaggero in altri contesti, così come un Guardiano potrebbe anche fare da Mentore, in alcuni casi.
Il Mentore:
Il Mentore è una figura chiave sia nella narrazione scritta che in quella cinematografica ed è un archetipo estremamente versatile, nelle caratteristiche e per le sue modalità di inserimento nella struttura narrativa. Possono, tra l’altro, esserci più Mentori in una stessa storia, anche se generalmente quello principale è uno e si distingue da altri eventuali.
Se dovessimo pensare a un Mentore della letteratura classica, dovremmo subito volgere lo sguardo alla Divina Commedia. Dante, infatti, ha scelto Virgilio come proprio Mentore nel percorso che deve intraprendere tra Inferno e Purgatorio, per arrivare al Paradiso nel quale però egli non potrà proseguire. Fatto è che Virgilio porta Dante a portevi accedere. Virgilio guida Dante, lo consiglia, gli fa notare cose che da solo non avrebbe notato, gli insegna come muoversi attraverso gli scenari e lo aiuta anche a comprendere molte più cose di sé stesso e del mondo (e dei mondi) che lo circondano.
Questo accade anche in tantissime avventure moderne e così funziona anche per gli altri archetipi. Sempre parlando di mentori, potremmo pensare al personaggio di Silente nella saga di Harry Potter, ad Alfred nelle avventure di Batman, al Grillo Parlante di Pinocchio!
Come dice la parola stessa, il Mentore è una guida, è colui che insegna all'Eroe come dare il meglio di sé; lo aiuta a sciogliere dubbi e paure e lo spinge verso l'avventura (tecnicamente si passa dunque dal mondo ordinario a quello straordinario). L'Eroe, sotto la guida del suo Saggio, inizia ad evolversi, cambia e cresce.
Da precisare, inoltre, è che esistono diversi tipi di Mentore e Volger li suddivide in:
- Mentori interiori
- Mentori caduti
- Mentori comici
Il mentore poi, può essere sia positivo che negativo e ve ne sono diversi esempi in letteratura così come al cinema. Per ciò che concerne i mentori negativi, ci basta pensare a "Animali Fantastici e dove trovarli". Infatti, il controverso personaggio di Creedence si trova ad avere come mentore proprio Percival Graves che, infine, altro non è che il malvagio Grindelwald sotto mentite spoglie. Un altro esempio di mentore negativo, lo troviamo nella famosissima saga di Guerre Stellari con il personaggio di Darth Sidious, guida del ben noto Darth Veder.
L’Alleato
La figura dell’Alleato o degli Alleati è quasi sempre presente in una storia. Amici, personaggi conosciuti dall’Eroe durante la sua avventura, personaggi che lo aiutano anche solo per gentilezza e di passaggio. Il vero alleato però è quello sempre presente o stabile per buona parte della storia. Un esempio di Alleati, richiamando l’amata saga di Harry Potter, sono i due inseparabili amici Hermione e Ron, sempre presenti, ma anche personaggi che troviamo nei diversi libri (e film), quali Sirius Black (padrino di Harry) o più in generale tutti i membri dell’Ordine della Fenice. Altro esempio di alleato è il personaggio di Sam Wilson (Falcon) per Capitan America.
Il Guardiano della Soglia:
Il Guardiano della Soglia mette a prova l’Eroe. Crea uno o più ostacoli per testare la forza e la volontà del protagonista di proseguire, dunque provoca una battuta d’arresto. Non è per nulla detto, però, che questo personaggio sia un nemico. A volte lo può sembrare fortemente, a volte lo è in un primo momento, ma poi si trasforma in Alleato, altre ancora è solo un “muro di prova” oppure potrebbe voler solo essere riconosciuto dall’Eroe per la funzione che ha.
In ogni caso, il Guardiano funge da passaggio tra il mondo ordinario e quello straordinario. Può essere anche interiore, perché come per quello esteriore, sarà sempre un modo con il quale il protagonista si troverà ad affrontare le proprie debolezze, a mettersi in discussione, per poi far emergere ancora più forza. Talvolta, l’Eroe può assorbire i poteri del Guardiano, interiorizzando ed elaborando così, anche fisicamente, le sue stesse difficoltà e trasformandole in qualcosa buono e utile.
Arrivati a questo punto, direi di proseguire con il prossimo articolo e l'approfondimento degli altri archetipi. Non mancate!
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domenica 27 dicembre 2020
Mezzosangue
Sei nato pregno d'amore. Ti definisci demone, ma in te vedo ali da mezzosangue: per metà angelo e per metà umano, in qualche modo prigioniero di tumulti, ti liberi dalla ghigliottina degli imbecilli e non resti mai spettatore. Non c'è confine: fossi anche solo nel deserto, troveresti il modo di aiutare. Ti immagino tra le corsie, nelle stanze coi tuoi ragazzi, mentre cerchi di proteggerli più che puoi. Ti immagino mentre combatti, per farli sentire sicuri. Ti immagino la sera, dopo ore di lavoro massacranti, con una torcia in mano per individuare gli invisibili. Hai moltitudini complesse in te, come paragrafi di un testo che per tema ha miriadi di colori. Chiari, scuri, luminosi, cupi. Il tuo cuore elettrico dà scariche diverse, di pace e di caos, ma mai inquina. Vedo il tuo angelo, che fin da bambino ti sta accanto, sfiorarti la guancia quando sei stanco, mentre ti dice piano: "Riposa guerriero, l'alba è vicina".
A mio fratello Elvis
venerdì 13 novembre 2020
Jung, Campbell, Vogler: l'inconscio collettivo e "L'eroe dai mille volti"
Il racconto e i suoi segreti, la narrazione, le strutture:
Per arrivare all’argomento di questo articolo che è “L’eroe dai mille volti” di Joseph Campbell (1949) dobbiamo partire un bel po’ più indietro, iniziando da Jung, passando per Campbell e arrivando a Vogler. Prendiamo la rincorsa in una sorta di macchina del tempo e andiamo al 1912, anno in cui Carl Gustav Jung (psicoanalista, psichiatra, antropologo, accademico e filosofo che fu pilastro, con Freud, della psicologia moderna e della psicoanalisi) pubblicò “La libido: simboli e trasformazioni”. Quest’opera fu lo spartiacque che allontanò Jung e Freud, per anni amici e collaboratori, il cui rapporto si era già incrinato per le differenti visioni sulla psiche. Jung, con quest’opera, vuole portare la psicologia e la psicoanalisi a un nuovo livello, facendola uscire da quegli elementi caratterizzanti tipici di Freud che, a parer suo, rendevano la stessa quasi una “setta”.
Nel libro Jung parla di tantissime cose, ma l’argomento principale è l’esistenza di una “coscienza collettiva” che viene mostrata e raccontata attraverso miti e leggende che ogni essere umano incontra durante la propria vita e con i quali convive. L’eroe insito in ognuno di noi può destreggiarsi tra gli “archetipici”, che lo accompagnano e guidano tutti noi durante la nostra esistenza. Nonostante egli riesca in qualche modo ad andare oltre a tutto questo, la “coscienza collettiva” o “coscienza madre”, sarà sempre lì e lo porterà ad affrontare dei passi ben precisi, se pur con le varianti determinate dall’individualità. Ciò che poi differenzia Jung da Freud è anche l’approccio verso i pazienti: per Jung non è abbastanza avere la preparazione scientifica e medica per aiutare un soggetto; ciò che fa la differenza sta nel riuscire a comprendere la malattia dell’anima, nella persona che si ha di fronte.
Ci sarebbe molto altro da dire su Jung e tutto quel che ha significato il suo lavoro, ma noi dobbiamo arrivare ad altro. Qualcuno di voi si starà chiedendo: cosa c’entra tutto questo con la scrittura e la narrazione?
"L'eroe dai mille volti" di Campbell:
Si tratta di un’opera di mitologia comparata, ma va ben oltre questo. Ciò che ne scaturisce è un’analisi di sé stessi: l' obbiettivo è quello di riuscire a scorgere il proprio eroe interiore, parlando anche del significato della vita e dell’umanità.
Rifacendosi alle teorie psicoanalitiche di Jung, Campbell racconta leggende e miti dei popoli più disparati e di epoche anche molto diverse tra loro. Si rende conto che, alla fine, quel che accomuna tutto è proprio la centralità della storia dell’eroe. Egli si lancia all’avventura rispondendo alla propria “chiamata personale” o, come afferma Campbell, al proprio “appello”.
Da qui si arriva a una sorta di schema che sempre si ripete, pur con le dovute varianti soggettive: la prima fase è quella della vita ordinaria (o fase dell’innocenza). A seguire c’è una separazione dalla situazione iniziale, con il superamento di una prima soglia per la quale l’eroe si trova a cambiare il proprio mondo di riferimento.
In terza fase c’è l’iniziazione, che porta con sé mille tribolazioni, prove e maturazioni e, infine, c’è il ritorno. All’inizio questo ritorno può essere anche rifiutato, ma la crescita dell’eroe gli fa comprendere di poter ora passare da uno all’altro mondo in totale libertà. I passi veri e propri, se vogliamo schematizzarli, potrebbero essere questi:
- Vita ordinaria/ innocenza: l’eroe ancora non è consapevole di esserlo e vive un mondo personale molto normale. La normalità però, gli sta stretta e questo lo rende solitamente infelice.
- La separazione: l’eroe sente la sua “chiamata”, il suo “appello” e decide di rispondere positivamente, partendo per l’avventura verso mondi e luoghi a lui sconosciuti.
- L’iniziazione: l’eroe incontra qualcuno che potrà considerare come un mentore, una guida, un maestro e questo gli insegnerà tutto ciò di cui potrà aver bisogno. Le idee, i principi, il modo di vedere le cose, cambiano e il nostro protagonista viene iniziato a un mondo nuovo. In questo universo, che inizialmente può anche sconvolgere un po’ il nostro eroe, si ritrova ad affrontare prove, tribolazioni, maturazioni. Incontra amici e nemici, si rinnova e varca così una “soglia”. Scopre di avere mezzi di cui non era a conoscenza e si confronta con le sue più profonde paure.
- Il ritorno: l’eroe fa ritorno al mondo di partenza e si apre una nuova “soglia” da oltrepassare. Egli deve risolvere i problemi che ha lasciato nel vecchio mondo, stavolta con rinnovata consapevolezza.
Se volete approfondire l’opera di Campbell, una lettura assolutamente consigliata per chi scrive, potete iniziare leggendone la struttura (la trovate tranquillamente su Wikipedia cliccando qui).
E Vogler? Chi è? Cosa c’entra con questo percorso di cui stiamo parlando? E quali sono state le conseguenze artistiche di questi fondamenti? Ne parliamo la prossima volta, sempre qui, con la “rubrica” de “Il racconto e i suoi segreti”.
sabato 24 ottobre 2020
Facciamo chiarezza sui Bot!
Facciamo chiarezza sui bot! Se ti sei incuriosito/a leggendo il titolo di questo articolo significa anche che, probabilmente e come accade a molte persone, ti trovi ad essere un po’ in confusione a riguardo. Facciamo chiarezza sui bot una volta per tutte? Alcuni ne parlano in un modo, altri in maniera completamente diversa, qualcuno ne parla bene e altri ne parlano male. Il perché è semplice: non parlano, in realtà, della stessa cosa.
I bot negativi, per intenderci, sono quelli utilizzati da piattaforme poco serie per aggiungere like, follow, visualizzazioni ecc., tramite falsi profili (ne avrete sicuramente già sentito parlare). Questo tipo di bot è dannoso – io li chiamerei in un altro modo ad esempio! se no le persone come fanno a capire la differenza?).
I bot buoni, invece, sono quelli dei motori di ricerca. Sono “robot”, software chiamati anche spider o crawler, utilizzati dai motori di ricerca per analizzare, indicizzare, classificare, memorizzare – ogni singolo giorno – migliaia di pagine web. Attraverso le azioni dei crawler/bot dei motori di ricerca si va a formare la SERP, vale a dire la Search Engine Results Page (traducendo in modo chiaro: “pagina dei risultati dei motori di ricerca”). Per rendere visibili contenuti, siti, pagine, ecc. ai bot dei motori di ricerca, esistono le famose tecniche SEO e il vasto mondo della SEO Evolution. Per questo si parla di ottimizzazione, indicizzazione e tutto quanto ne consegue.
Spero di aver dipanato i vostri dubbi… ci risentiamo al prossimo articolo!